Il dato dell'Istat: a novembrte -2,1%.

ROMA
La crisi c’è e si fa sentire, e i primi a farne le spese sono i lavoratori. Nelle grandi imprese italiane cresce il ricorso alla cassa integrazione così come la disoccupazione. Secondo i dati Istat, il ricorso alla Cig è stato pari a novembre a 19,1 ore per mille ore lavorate, in aumento di 5,8 ore in termini congiunturali e di 11,5 ore in termini tendenziali.

Tutti i settori ci hanno fatto i conti, nessuno escluso. Nell’industria le ore di Cig utilizzate sono state 48,7 per mille ore lavorate, con un aumento di 15,5 ore rispetto al mese di ottobre e di 29,8 rispetto a novembre 2007. Nei servizi, invece, le ore di cassa utilizzate sono risultate 2,2 ore per mille ore lavorate. Il ricorso alla Cig ha registrato un aumento di 0,9 ore in termini congiunturali e di 1,5 ore rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Segnali allarmanti anche sul fronte dell’occupazione che ha segnato un calo dell’1% a novembre su base annua, al lordo della Cig, e del 2,1% al netto della cassa. Nei primi 11 mesi l’occupazione media è scesa dello 0,2% al lordo della Cig e dello 0,4% al netto. Rispetto al mese precedente invece la variazione è stata pari a -0,2% al lordo della Cig e a -0,6% al netto dei dipendenti in cassa integrazione.

Ed è braccio di ferro tra Governo e Regioni sui fondi per gli ammortizzatori sociali. L’esecutivo ha chiesto ieri un contributo di 2,6 miliardi di euro dei Fondi europei ma le Regioni temono che la cifra possa salire. Ed è sempre più in salita anche la trattative con i Comuni che minacciano la rottura dei rapporti con il Governo. Il presidente dell’Anci, Leonardo Domenici, ha annunciato che il 5 febbraio, al Consiglio Nazionale Anci, proporrà «la rottura totale dei rapporti col Governo, l’abbandono della Conferenza Unificata e il blocco di ogni collaborazione istituzionale, in particolare su Federalismo fiscale e Codice delle Autonomie» dopo la circolare del ministero dell’Economia sull’applicazione delle disposizioni relative al Patto di stabilità interno, definita una «provocazione grave e intollerabile».

Uno scenario a tinte fosche in cui, tuttavia, un messaggio rassicurante arriva ed è quello dell’Eurispes secondo cui «l’Italia sta attraversando la tempesta finanziaria mondiale senza subire colpi irreparabili: il sistema tiene». Un senso di «impaziente attesa», ha spiegato però il presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, caratterizza il nostro paese, che è «più avanti» del proprio governo. Peggiora intanto a vista d’occhi la situazione economica del Giappone con il crollo della produzione e dei consumi e il balzo della disoccupazione. A dicembre la produzione industriale è scesa del 9,6%, dopo il calo dell’8,5% di novembre. Male anche la disoccupazione che è passata dal 3,9% al 4,4%.


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