« Il Comandante in capo
Quartier generale dell’Esercito, 12 luglio 1940
1.
[…]
il dispositivo applicato durante la prima fase della guerra prevedeva di difendere la maggior parte del territorio nazionale. Comprendeva due livelli:
• Le truppe di frontiera, appoggiate a fortificazioni fisse e da campagna, che resistono sul posto.
• Le posizioni dell’Esercito, su cui si sarebbero concentrati gli sforzi difensivi, tenute, senza ordini di ripiegamento, dal grosso delle nostre forze.
Il tracciato di questa posizione è composto grosso modo da Sargans – Wallensee – Canale della Linth – Lago di Zurigo – Limmat – Giura argoviese, basilese, bernese e di Neuchâtel – Lago di Neuchâtel – Mentue – Lago Lemano.
In caso di aggressione da parte di uno dei belligeranti, si poteva scommettere che un aiuto sarebbe giunto, automaticamente, dal suo avversario, e che la nostra capacità di resistenza si sarebbe dunque rafforzata e prolungata.
2.
Questa situazione è mutata progressivamente in seguito all’affievolirsi della resistenza francese, oltre all’entrata in guerra dell’Italia a fianco della Germania. Dunque non è più su due fronti che rischiamo di essere attaccati, ma su tutta la frontiera, e questo proprio quando la stagione permette operazioni in alta montagna.
Infine, non possiamo più contare sull’aiuto di un eventuale alleato. […]
3.
La firma dell’armistizio ha modificato, una volta di più, la situazione esterna. Questo mi ispira il seguente pensiero:
- Se da una parte la Germania e l’Italia non sono interessate a scatenare una nuova guerra finché non piegheranno la resistenza inglese, d’altro canto le vie di comunicazione dirette che attraversano le Alpi rappresentano, sicuramente per la prima di queste potenze, di indiscutibile interesse.
Questa potrebbe essere spinta ad esercitare sulla Svizzera pressioni di tipo economico e militare, per ottenere l’utilizzo di queste vie.
Le esigenze tedesche potrebbero, presto o tardi, divenire tali da non essere più compatibili con la nostra indipendenza e il nostro onore nazionale. La Svizzera sfuggirà alla minaccia di un attacco diretto se l’Alto Comando Tedesco, nei suoi calcoli, capirà che una guerra contro di noi sarà lunga e costosa e che rianimerà inutilmente o pericolosamente un focolaio di combattimenti al centro dell’Europa.
Alla fine, l’obiettivo e il principio della nostra difesa nazionale sono dimostrare ai nostri vicini che questa guerra sarà un’impresa lunga e costosa. Se dobbiamo essere trascinati in battaglia, venderemo la pelle il più caro possibile.
4.
In questa nuova situazione, come parte di una missione invariata corrispondono a nuove decisioni.
Una smobilitazione parziale è stata effettuata il 7 luglio. Stimo che misure di smobilitazione più complete non possono essere considerate in questo momento, tranne che per una parte delle truppe leggere, i cui cavalli deve tornare all'agricoltura al momento del raccolto.
L'articolazione del nostro sistema di difesa in due fasi - truppe di frontiera e la posizione dell'esercito - è ancora giustificata?
• Le truppe di frontiera senza dubbio, il loro valore è aumentato durante i mesi di servizio attivo, allo stesso tempo il loro lavoro di fortificazione è stato sviluppato.
• Posizione dell’esercito; offre due vantaggi principali:
- copre una parte essenziale del territorio nazionale , con le risorse che vi si trovano;
- Comprende una forte organizzazione, ormai quasi completata, e per il quale sono state sostenute spese sostanziali.
Tuttavia, per come è stato progettato e impiegato finora, questa posizione ha svantaggi e rischi. La necessità di rispondere a un attacco su tutti i fronti mi impone una ridistribuzione delle risorse , il che implica una diminuzione della densità delle truppe.
Inoltre, in presenza di moderni metodi di combattimento e veicoli blindati in particolare, la nostra posizione dell’esercito rischia di essere aggirata; sia concentrando la maggior parte delle nostre risorse, sia con una densità inferiore, la sua azione potrebbe essere compromessa dall'effetto di una minaccia di irruzione sui fianchi o alle spalle.
5.
Ho preso la seguente decisione: la difesa del territorio sarà organizzato secondo un nuovo principio, quello del dispiegamento in profondità.
A questo scopo, ho istituito tre scaglioni di resistenza principali, completati da un sistema intermedio di punti d’appoggio. I tre scaglioni saranno:
• Le truppe di frontiera, che manterranno le loro attuali posizioni.
• Una posizione avanzata, o di copertura, che userà le linee delle attuali posizioni dell’Esercito, tra il Lago di Zurigo e il massiccio di Gempen e che si prolungherà su un fronte ad ovest, limitato in generale nel Giura Bernese e di Neuchâtel, Morat, la Sarine fino alla breccia di Bulle.
• Una posizione sulle Alpi o Ridotto Nazionale, con i fianchi coperti a est, ovest e sud dalle piazzeforti di Sargans, St. Maurice e S. Gottardo. […]
6.
Questo nuovo dispositivo di difesa avrà come conseguenza inevitabile l’abbandono della popolazione civile. Evacuazioni parziali potranno, senza dubbio, essere ordinate dai comandanti locali secondo le circostanze. Ma è fondamentale che la popolazione non fluisca, in alcun caso, nel Ridotto Nazionale, o comprometterebbe il successo delle operazioni; inoltre non disponiamo di approvvigionamenti sufficienti. »
Général H. Guisan - HistAVoire