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  1. #1
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    Predefinito Seconda guerra mondiale e paesi neutrali : I parte la Svizzera

    allo scoppio della guerra nel 1939 la Svizzerà inizio' subito la mobilitazione in caso di un'invasione da parte dell'Asse, la mobilitazione fu commpletata in 3 giorni, furono anche compiuti in tempi molto stretti fortificazione in tutto il paese

    Nel corso della guerra i tedeschi fecero diversi piani di invasione, uno dei quali fu chiamato Operazione Tannebaum, ma la Svizzera riusci' a non essere mai attaccata grazie a una combinazione di deterrente militare, concessioni economiche alla Germania e la fortuna che gli evanti internazionali resero l'invasione di priorità secondaria

    La tradizione multiculturale svizzera, la lunga tradizione di democrazia diretta e di liberà civili fecero si che il piccolo partito nazista svizzero che spingeva per l'Anchluss alla Germania rimase sempre un partito marginale e i suoi tentativi fallirono miseramente.

    la stampa svizzera accusava spesso il Terzo Reich e il quale rispondeva che la Svizzera era una reliquia del medioevo e i suoi abitanti dei tedeschi rinnegati

    Il comandnate in capo dell'esercito svizzero era il Generale Henri Guisan, (il grado di generale in Svizzera esiste solo in caso di guerra ed è portato solo da una persona) organizzo' una strategia di eventuale ritiro dell'esercito nelle roccheforti alpine, l'idea era di prospettare ai tedeschi pesanti perdite in caso di invasione, durante l'invasione gli svizzeri avrebbero si ceduto gli impianti industriali ma avrebbero controllato le ferrovie e i passi alpini


    per tutta la guerra la Svizzera fu crocevia di spie di entrambi gli schieramenti.




    Il generale Henri Guisan (moneta commemorativa)
    Ultima modifica di FrancoAntonio; 07-01-14 alle 14:06

  2. #2
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    Predefinito Re: Seconda guerra mondiale e paesi neutrali : I parte la Svizzera

    durante l'invasione della Francia gli aerei tedeschi violarono la neutralità svizzera per ben 197 e in diversi incidenti aerei (gli svizzeri usavano gli aerei da combattimento tedeschi 10 Bf-109 D, 80 Bf-109 E e qualche Morane-Saulnier M.S.406s costruito in Svizzera) essi abbatterono 11 aerei della Luftwaffe tra l'11 maggio e il 17 giugno 1940
    Hitler ando' su tutte le furie quando vide che degli aerei tedeschi sparavano contro altri aerei tedeschi e gli svizzeri cambiarono strategia e promisero di non abbatere piu' gli aerei che avevano sconfinato ma di costringerli ad atterrare nel piu' vicino aeroporto
    Anche gli aerei alleati invasero lo spazio aereo svizzero di ritorno da bombardamenti in Germania e in Italia, gli equipaggi di questi aerei che ammontarono a qualche centinaio vennero internati negli alberghi alpini vuoti a causa della guerra
    Piu' tardi, per limitare i pericoli di fuga 160 prigionieri americani vennero rinchiusi in un campo di concentramento vicino a Lucerna chiamato Wauwilermoos che chiuse nel novembre 1944 davanti alle proteste del dipartimento di stato USA

    Il principali bombardamento alleato accidentale sul territorio svizzero fu quello di Schaffhausen da parte americana il 1 aprile 1944 che scambiarono la cittadina svizzera per Ludwigshafen am Rhein, che era a poca distanza
    40 persone periorono e 50 edifici furono distrutti tra cui delle piccole fabbriche di batterie antiaeree e armi varie destinate alla Germania.

    nel febbraio 1945, 18 civili vennero uccisi da bombe alleate a Stein am Rhein, Vals, and Rafz mentre il 4 marzo 1945 Basilea e Zurigo vennero bombardate causando la morte di 5 civili e la distruzione di un treno passeggeri

    Come stato confinante con la Germania la Svizzera costituiva un comodo rifugio per i perseguitati dal nazismo ma le leggi svizzere erano rigide e tra il 1933 e il 1944 esse permisero di concedere asilo politico soltanto ai rifugiati sotto minaccia diretta a causa delle loro attività politiche, questa legge quindi non includeva i perseguitati razziali e religiosi ed escludeva quindi gli ebrei.
    Su queste basi la Svizzera concesse asilo soltanto a 644 persone.

    Altri permessi furono concessi dai singoli cantoni e con l'obbligo di avere il denaro sufficiente per vivere in Svizzera, il divieto di lavorare, in totale gli internati furono circa 300.000 di cui 104.000 soldati internati, i civili ebrei erano circa 27.000.
    Ad altri 10-24.000 ebrei il permesso di entratat fu negato

  3. #3
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    Predefinito Re: Seconda guerra mondiale e paesi neutrali : I parte la Svizzera

    Durante la guerra laSvizzera dipendeva dal commercio con l'estero per il 50% del cibo e la totalità del petrolio
    Quando l'asse invase il sud della Francia nel 1942 la Svizzera si ritrovo' completamente accerchiata da potenze dell'asse.
    Le maggiori esportazioni verso le potenze dell'asse erano macchinario di precisione, orologi, materiale di guerra, elettricità e prodotti caseari
    Il franco svizzero era una delle moente piu' convertibili al mondo e durante la guerra sia gli alleati che la Reichsbank vendettero ingenti quantità d'oro alla Svizzera che permisero alla Germania di comprare materiali come tungsteno o petrolio
    Centinaia di milioni di franchi svizzeri proveniva dalle banche dell'Europa centrale occupate dai tedeschi e si calcola che 581.000 franchi proveniva dal denaro preso agli ebrei

    La Svizzera contribui' in modo notevole allo sforzo bellico tedesco?

    Calcolando che :

    la popolazione svizzera era di 4 milioni d'abitanti con una capacità produttiva limitata
    che la Svizzera non aveva stock di materie prime
    che i territori occupati dalla Germania nel 1944 erano 50 volte superiori al territorio svizzero
    Questo sforzo fu calcolato allo 0,5% cioè esso non fu determinante nè molto significativo per la Germania
    Ultima modifica di FrancoAntonio; 07-01-14 alle 14:51

  4. #4
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    Predefinito Re: Seconda guerra mondiale e paesi neutrali : I parte la Svizzera

    secondo la propaganda nazista dell'epoca

    "Die Schweiz, das kleine Stachelschwein, nehmen wir auf dem Rückweg ein"

    la Svizzera è un piccolo porcospino che riporteremo nella retta via verso casa

    Ma allora perchè Hitler non occupo' il paese?

    - nel 1939 gli svizzeri mobilitarono circa 430.000 persone (20% della forza attiva), essi si sarebbero ritirati nelle montagne e avrebbero condotto azioni di guerriglia che avrebbero di fatto interrotto le ferrovie e i passi alpini, interrompendo il traffico con l'Italia

    - integrando il 74% degli svizzeri (quelli di lingua tedesca) ci sarebbero stati: disobbedienza, critiche e una parte della popolazione avrebbe collaborato col nemico, la polizia segreta avrebbe rafforzato l'opposizione antihitleriana

    - la ferrovia svizzera funzionava benissimo e i treni tra Italia e Germania non venivano controllati, è meglio una ferrovia distrutta dalla guerriglia o una ferrovia efficiente?

    - infine c'è il fatto che la Svizzera comprava tutte le riserve d'oro tedesche (anche di ebrei e di stati occupati) che aveva bisogno di valuta fresca e convertibile, cosa che la Svizzzera offri' sempre
    Ultima modifica di FrancoAntonio; 07-01-14 alle 15:14

  5. #5
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    Predefinito Re: Seconda guerra mondiale e paesi neutrali : I parte la Svizzera

    « Svizzera
    Fra tutti i Paesi neutrali, nessuno mostrò sentimenti più filo-alleati della Confederazione elvetica. Già prima del conflitto, il governo svizzero aveva seguito una politica repressiva nei confronti dei movimenti fascisti e nazional-socialisti elvetici.
    Non si trattava soltanto di avversione ideologica per l'estrema destra — benché la potente massoneria elvetica vedesse certi movimenti politici come un pericolo per la sua esistenza — ma anche di fondato timore per la stessa sopravvivenza della Confederazione come Stato indipendente: i nazional-socialisti della Svizzera tedesca, in particolare, avrebbero visto di buon occhio uno smembramento della Confederazione ed una sua spartizione tra Italia e Germania.
    Per tutto il corso de conflitto la Svizzera appoggiò, nei limiti consentiti dalla situazione internazionale, gli Alleati.
    L'Alto Comando svizzero preparò piani dettagliati per resistere ad una eventuale invasione tedesca, e si tenne in contatto con i comandi alleati trasmettendo loro tutte le informazioni che la vantaggiosissima posizione geografica del Paese permetteva di carpire. La Svizzera divenne un « cavallo di Troia » all'interno della « fortezza Europa »: preziosa base per i servizi segreti alleati e sicuro rifugio per i resistenti di vari Paesi. Lo stesso servizio segreto elvetico pare abbia affiancato efficacemente le analoghe organizzazioni alleate. Basterà citare alcuni esempi ditale politica. Ufficiali dello S.M. del generale Guisan si recarono segretamente in Francia a conferire con i loro colleghi francesi, e i servizi segreti elvetici trasmettevano tutte le informazioni in loro possesso non solo a Francesi e Britannici ma, nella seconda parte del conflitto, anche ai Sovietici. Questi ultimi, grazie alla collaborazione della Svizzera, furono persino avvertiti del piano tedesco d'invasione dell'U.R.S.S. — avvertimento reso inutile dall'incredulità di Stalin — e di altri piani tedeschi nel corso della guerra sul fronte orientale. La « delegazione dei Movimenti Uniti della Resistenza » si riuniva a Ginevra da dove comunicava con Londra. Allo stesso modo, si permetteva l'arruolamento di volontari svizzeri nelle formazioni alleate.
    Tuttavia, questa politica ufficiale non impedì ad una nutrita minoranza attiva di schierarsi su posizioni opposte. In effetti in Svizzera si era formata un'area politica che, pur tra tantè vicissitudini, rappresentava ancora un pericolo per la democrazia elvetica all'inizio del conflitto. Nel novembre 1940, la maggior parte dei gruppi politici filofascisti venne messa fuori legge, ma la loro attività continuò nella clandestinità o sotto forme più velate. Sempre nel novembre 1940, 200 cittadini elvetici di notevole posizione sociale (legali, funzionari, tecnici, medici, religiosi, ingegneri, architetti, ecc.), detti « frontisti », firmarono un manifesto che chiedeva l'inserimento della Confederazione nel Nuovo Ordine europeo. Gli attivisti nazional-socialisti in Svizzera nel 1941-1942 ammontavano a circa 25.000, dei quali 16.000 erano inquadrati paramilitarmente in « gruppi sportivi ». A questi si aggiungevano i fascisti del Canton Ticino. Oltre all'attività politica — ostacolata da misure repressive questi attivisti formarono reti di spionaggio per conto dei servizi segreti tedeschi e italiani: 9.000 cittadini svizzeri vennero inquisiti, e vennero pronunciate almeno 12 condanne a morte. Un migliaio di cittadini elvetici si arruolò nelle foze dell'Asse. La maggior parte (600-800 uomini) confluì nella Divisione alpina « Nord » delle SS europee che venne impiegata in Lapponia e Carelia (fronte finnico-sovietico), in Germania, e a Berlino al termine della guerra. Altri volontari svizzeri si arruolarono nelle formazioni della R.S.I. Tra le SS elvetiche, figurano due elementi di primo piano dell'«Ordine Nero »: l'Oberfuhrer Von Elfenau (già comandante di reggimento dell'esercito svizzero, e che comandò anche le SS italiane dopo aver combattuto sul fronte orientale), e il Dott. Leonardo Conti, Generale delle SS e ministro della sanità del Terzo Reich.
    Ad ogni modo, il governo elvetico perseverò nella sua politica antifascista anche dopo la fine del conflitto, effettuando un'epurazione su vasta scala — fatto quantomeno singolare per uno Stato che si era sempre dichiarato strettamente neutrale. Alcune migliaia di Tedeschi residenti in Svizzera vennero espulsi, e 100 nazisti elvetici vennero processati e incarcerati per « tradimento politico ». Alcuni di questi vennero condannati a forti pene detentive per aver svolto attività a favore del Terzo Reich.
    »
    Marzio Pisani - «Resistenza» e «collaborazionismo» nella seconda guerra mondiale - I Paesi neutrali

  6. #6
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    Predefinito Re: Seconda guerra mondiale e paesi neutrali : I parte la Svizzera

    Sull'economia in tempo di guerra:

    [...]
    Robert Grimm e la sezione Energia e Calore

    Nell’agosto del 1939 il Consiglio federale chiama come capo della sezione Energia e Calore Robert Grimm, ex capo dello sciopero generale del 1918, vecchio avversario dell’esercito, posizionato all’estrema sinistra del PS e ardente antifascista. Con ciò anche il PS era ben integrato.
    Dopo un breve periodo di pratica Grimm giunse alla conclusione che la Svizzera disponeva di un’insufficiente riserva di petrolio. E più precisamente non l’economia privata, che dal 1932 in poi doveva tenere delle riserve obbligatorie, bensì l’esercito! Con ciò la mobilità dello stesso era in pericolo da tutto principio. La questione di chi fosse responsabile per questa negligenza fu lasciata correre. Per rimediare a questa situazione precaria Grimm dovette confiscare le riserve dell’economia privata. Inoltre il 22 settembre 1939 il Consiglio federale decise la fondazione dell’associazione «Petrola», alla quale fu confidato il compito di importare prodotti petroliferi. Dopo la caduta della Francia questo avvenne soprattutto dalla Romania, tramite petroliere sul Danubio e vagoni cisterna per via ferrovia. Al secondo posto come fornitori troviamo gli USA e la Guyana.
    Il consumo ora doveva adeguarsi all’importazione, che era molto modesta.
    Prima della Seconda Guerra mondiale alla Svizzera necessitavano 430’000 tonnellate di prodotti petroliferi, nell’anno 1940 se ne poterono importare solo 290’000 tonnellate; nel 1941 la quantità scese a 99’000, nel 1944 raggiunse il livello più basso assoluto di sole 25’000 tonnellate, che corrisponderebbe a soli 6% del consumo ante guerra!

    Limitazione della mobilità …

    Per gestire questa situazione l’economia di guerra svizzera fu costretta a distribuire dei buoni di razionamento, secondo lo stato di urgenza dell’economia di guerra.
    Così si dovette limitare il traffico che all’epoca comprendeva solo 130’000 veicoli a motore (dei quali 80’000 automobili, 26’000 motociclette, 15’000 autocarri e 10’000 trattori). Per fare un paragone: oggi circolano in Svizzera circa 5 milioni di veicoli a motore.
    I veicoli a motore vennero classificati in diverse categorie, a seconda dell’urgenza, anche perché già nel 1941 erano disponibili solo il 15% della benzina rispetto al 1939.
    A partire dal maggio 1940 venne introdotto un divieto generale di circolazione domenicale, poi il divieto di circolazione per trattori; 60’000 delle 80’000 automobili non poterono più circolare! Per quel che concerne la benzina dal 1941 al 1945 solo i detentori di permessi eccezionali come per esempio i medici avevano diritto a 10 litri al mese.
    Se da una parte la mobilità della popolazione subì gravi restrizioni, dall’altra era in parte possibile scegliere la ferrovia, poiché questa viaggiava senza limiti, con energia elettrica prodotta nel paese.
    Nel 1942 però si sono dovuti proibire i riscaldamenti elettrici, poiché troppe persone avevano cominciato a farne uso. Inoltre l’uso di acqua dal boiler per il bagno era permesso solo di sabato e di domenica.
    Per i veicoli a motore era sempre più frequente l’uso di carburanti sostitutivi quali il gas, il carbone di legna e il carburo.

    … e produzione di carburanti sostitutivi

    Nel 1942 è stata fondata a Ems la Hovag, la Holzverzuckerungs AG, che produceva la cosiddetta «Acqua di Ems», un carburante bio che costava sì di più dei prodotti petroliferi importati, ma che era sovvenzionato a causa della situazione precaria.
    Dal 1942 al 1945 la Lonza di Basilea produsse Paraldehyd, che veniva estratta dal carbone e serviva ad allungare la benzina.
    La Lonza e la Hovag fornirono fino al 1945 carburanti di sostituzione che si mescolavano per il 50% a quelli importati. Secondo Robert Grimm si trattava di un’impresa enorme!
    Il piano Wahlen ordinò la produzione di olio di colza industriale, che avrebbe dovuto servire da lubrificatore. I piani di ripresa della ricerca petrolifera però furono lasciati cadere a causa degli alti costi e poiché si temeva l’aumento del pericolo di un’invasione.

    Economia di guerra: essenziale per la sopravvivenza della Svizzera

    Siccome il carbone divenne più raro, molti appartamenti non poterono più essere riscaldati. Perciò la sezione Energia e Calore creò lo slogan: «Meglio un appartamento freddo e un posto di lavoro caldo che viceversa.» Per mitigare la penuria installarono sale pubbliche riscaldate!
    Per far accettare queste misure dalla popolazione era di primordiale importanza effettuare il razionamento in modo giusto, e questo fu fatto.
    Ciò che molti storici non menzionano: più del 50% dell’approvvigionamento di energia era assicurato dal carbone. Ma si poneva il problema che questa risorsa vitale indispensabile doveva essere importata soprattutto dalla Germania! Se alla Svizzera prima della guerra servivano 4 milioni di tonnellate di carbone dall’estero, dei quali 2 milioni dal nostro vicino a nord, fino al 1945 fu possibile importarne solo 0,2 milioni di tonnellate, e questo solo grazie a lunghe e tenaci trattative con il Terzo Reich.
    In generale alla fine della guerra il Consiglio federale poté constatare, che l’economia di guerra in complesso aveva funzionato bene: erano state evitate un’eccessiva disoccupazione e possibili carestie. Robert Grimm stesso ha constatato che l’economia di guerra per la sopravvivenza della Svizzera è stata di un’importanza pari al servizio attivo e alle operazioni militari.

    [...]
    http://www.discorso-libero.ch/DL/201...DL_02_2013.htm

  7. #7
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    Predefinito Re: Seconda guerra mondiale e paesi neutrali : I parte la Svizzera

    il fatto che 9.000 svizzeri vennero inquisiti per il loro passato nazista, alcuni condannati a lunghe pene e 12 addirittura giustiziati mi giunge nuovo e mi sorprende

    Proprio in questi giorni leggevo del trattamento benevolo della Svezia nei confronti dei nazisti locali, forse per evitare di mettere nei guai tanti nobili e persino l'erede al trono che in passato avevano simpatizzato per il nazismo

    Tra l'altro negli anni 80 quando Simon Wiesenthal scopri' che la Svezia era terra di rifugio per tanti nazisti baltici provenienti dall'Estonia e dalla lettonia, il governo socildemocratico rifiuto' ogni tipo di persecuzione per i sospetti

  8. #8
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    Predefinito Re: Seconda guerra mondiale e paesi neutrali : I parte la Svizzera

    Citazione Originariamente Scritto da Candido Visualizza Messaggio
    il fatto che 9.000 svizzeri vennero inquisiti per il loro passato nazista, alcuni condannati a lunghe pene e 12 addirittura giustiziati mi giunge nuovo e mi sorprende

    Proprio in questi giorni leggevo del trattamento benevolo della Svezia nei confronti dei nazisti locali, forse per evitare di mettere nei guai tanti nobili e persino l'erede al trono che in passato avevano simpatizzato per il nazismo

    Tra l'altro negli anni 80 quando Simon Wiesenthal scopri' che la Svezia era terra di rifugio per tanti nazisti baltici provenienti dall'Estonia e dalla lettonia, il governo socildemocratico rifiuto' ogni tipo di persecuzione per i sospetti
    Quei 12 condannati a morte furono soprattutto soldati che avevano passato informazioni ai nazisti durante la guerra; con le leggi di guerra in vigore, era alto tradimento. Perlopiù furono fucilati, a quanto ho capito, da un plotone d'esecuzione formato dai commilitoni dell'unità in cui servivano.
    La pena di morte per tradimento in caso di guerra rimase in vigore fino al 1992, tra l'altro.

    Peraltro, quando l'articolo dice che "Gli attivisti nazional-socialisti in Svizzera nel 1941-1942 ammontavano a circa 25.000, dei quali 16.000 erano inquadrati paramilitarmente in « gruppi sportivi »." occorre precisare che si dovrebbe trattare (quantomeno in maggioranza) di immigrati tedeschi, non di svizzeri. Se ripesco l'articolo in cui se ne parla, pubblico anche quello.
    Ultima modifica di Halberdier; 07-01-14 alle 21:51

  9. #9
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    Predefinito Re: Seconda guerra mondiale e paesi neutrali : I parte la Svizzera

    Citazione Originariamente Scritto da Halberdier Visualizza Messaggio
    [...]
    Peraltro, quando l'articolo dice che "Gli attivisti nazional-socialisti in Svizzera nel 1941-1942 ammontavano a circa 25.000, dei quali 16.000 erano inquadrati paramilitarmente in « gruppi sportivi »." occorre precisare che si dovrebbe trattare (quantomeno in maggioranza) di immigrati tedeschi, non di svizzeri. Se ripesco l'articolo in cui se ne parla, pubblico anche quello.
    Ecco qua:

    « I piani eversivi dei nazisti in terra elvetica

    Erano diecimila e aspettavano nell'ombra l'arrivo dell'«ora X»

    Settant'anni fa, nell'estate del 1942, la Svizzera era ancora nelle brame di Adolf Hitler, sebbene le minacce alla sua indipendenza fossero diminuite di intensità rispetto al 1940. La regione elvetica fin dalla metà degli anni Trenta era divenuta terra di conquista di piccole, ma agguerrite minoranze nazionalsocialiste tedesche che si erano infiltrate nel tessuto vivo della nazione. Insomma, una «quinta colonna» pronta a insorgere compatta nel caso in cui fosse scattata l'«ora X» dell'annessione dell'area tedesca della Svizzera, che la propaganda hitleriana considerava una provincia del Reich. I confederati, dunque, vivevano fianco a fianco con i più acerrimi avversari delle loro tradizioni e della loro neutralità: avevano il nemico in casa.

    Come un'enclave germanica

    Soprattutto a cominciare dall'ascesa di Hitler, avvenuta con la sua investitura a cancelliere il 30 gennaio 1933, la ramificata presenza nazista nella Confederazione palesò il suo potenziale sovvertitore. A capo della sezione svizzera del partito nazionalsocialista tedesco, la Landgruppe Schweiz, vi era un funzionario della NSDAP(Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei ), Wilhelm Gustloff, che operava a Davos. Si presti attenzione alla circostanza che il raggruppamento nazista della comunità tedesca in Svizzera era un organo del Partito tedesco, cioè un'espressione diretta della sovranità germanica, e come tale operava, sentendosi sciolto da ogni vincolo di subordinazione legale alle autorità del Paese ospitante. In pratica, non riconosceva le leggi svizzere. Accadeva un po' lo stesso per i partiti comunisti, che agivano nelle varie nazioni sotto l'egida dell'Internazionale, prima Komintern e poi Cominform, di cui erano organi.
    Se a questo si aggiunge che i nazisti tedeschi in Svizzera operavano sotterraneamente e clandestinamente, si giungerà a coglierne in profondità il potenziale eversivo.
    Dunque, i discepoli di Hitler, nella Confederazione, erano leali solo al Führer di Berlino, e agivano come una vera e propria enclave germanica.

    Una cinquantina di gruppi

    La colonia tedesca in Svizzera giunse a contare 80.000 presenze nel 1940, per poi scendere a 30.000 nel 1943. L'adesione dei cittadini del Reich alla sezione elvetica della NSDAP, nelle sue varie espressioni (dal partito vero e proprio alle organizzazioni femminili e sportive, fino al Fronte del Lavoro), raggiunse e forse superò le diecimila unità, se si considera che nella sola città di frontiera di Basilea si contarono quattromila adesioni nel 1940.
    La «macchina da guerra» nazista era articolata in cinque distretti, suddivisi in 49 gruppi locali e in una ventina di centri di appoggio nei centri minori. Il maggior numero di attivisti si concentrava, oltre a Basilea, a Berna, San Gallo, Ginevra e Zurigo. Quando, il 4 febbraio 1936, il Führer svizzero Gustloff fu ucciso per mano di uno studente di medicina jugoslavo, figlio d'un rabbino, gli svizzeri si accorsero del pericolo rappresentato da questa «quinta colonna». Anzitutto, per dimensioni. Da fonti di stampa, si apprese infatti che ai funerali di Gustloff parteciparono ben cinquanta capi del gruppo «Svizzera» della NSDAP. Cinquanta funzionari del Partito con la svastica dislocati nel territorio rossocrociato: un numero che fece giustamente scalpore. La cerimonia funebre del martire a croci uncinate fu non meno impressionante. I giornali pubblicarono le immagini degli appartenenti alla Hitlerjugend, la Gioventù hitleriana, che montava la guardia al feretro di Gustloff, un enorme catafalco montato nell'Alexanderkirche di Davos.

    Reclutamenti estorti

    Il reclutamento dei candidati adepti della sezione nazionalsocialista svizzera avveniva, come detto, all'interno della comunità tedesca, con criteri, diciamo così, piuttosto sbrigativi, se non estorsivi. Venivano raccolti dati sulle evasioni fiscali dei membri della colonia germanica. I reprobi erano quindi avvicinati, uno a uno, e richiesti di versare un contributo al Partito. A quel punto, l'adesione era automatica. Un ruolo importante, nell'addestramento paramilitare degli aderenti, svolgevano le società sportive tedesche. La Deutsche Sportgruppe di Basilea, il centro sportivo germanico, era composta da 200-250 uomini. Anche a Zurigo e Berna esistevano centri del partito, detti «Case tedesche», con edifici amministrativi della colonia germanica e gruppi sportivi paramilitari.

    Trentamila spalline nere

    Di che cosa fosse capace questa «quinta colonna», lo si scoprì nella primavera del 1945, alla vigilia del crollo del Reich, quando la Polizia federale entrò nella «Casa tedesca» di Berna sequestrandovi 30.000 spalline nere. Si trattava della prova macroscopica della cospirazione: qualora si fosse reso necessario, i ginnasti teutonici avrebbero potuto costituirsi nel nucleo dirigente di una Polizia ausiliaria a sostegno dell'occupante tedesco.
    Non si contano le manovre di spionaggio politico ed economico, e le azioni di sabotaggio tramate dalla colonia germanica durante la guerra. Parte di esse fu sventata, parte no.
    »

  10. #10
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    Predefinito Re: Seconda guerra mondiale e paesi neutrali : I parte la Svizzera

    Wilhelm gustloff, vero?

    Nome dato ad una nave da crociera della kraft durch freude, affondata nella primavera 45 da un sommergibile sovietico mentre evacuava civili tedeschi dalla curlandia

    Il piu' grande disastro marittimondi tutti i tempi, relativamente ad una singola nave, con piu' di 9000 morti, quasi tutti donne, bambini e vecchi

    Comunque quel tipo di V colonna era una prassi costante nazista, vedasi henlein e quisling

 

 
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