Nel novembre 1993, in linea con le sue note simpatie socialiste il rampante imprenditore meneghino Silvio Berlusconi dichiara la sua viva preoccupazione per la possibile vittoria di Gianfranco Fini alle elezioni comunali, sostenendo così Francesco Rutelli. "Il fascismo -dice- contro il quale mio padre ha combattuto è un pericolo che sta riemergendo. Come imprenditore, come uomo, come italiano, devo far sentire la mia parte contro chi vuole miseria, terrore e morte". Francesco Rutelli vince le elezioni e dichiara di ringraziare certa imprenditoria iluminata, è chiaro il riferimento a Berlusconi.
Nascono intanto i Club Forza Italia, insieme a Berlusconi li fondano Adornato, Dell'Utri, lo storico cattolico Pietro Scoppola, Bondi, Giuliano Urbani e Cesare Previti.
A seguito di un grande successo i club si trasformano in partito, che gode di grandi consensi popolari. E' un partito "liberale, progressista e antifascista". A seguito del grande successo nei sondaggi le correnti più di sinistra di tutti i partiti di governo e la maggior parte del PSI (tra cui Amato) nonché il Presidente del Consiglio Ciampi e personalità come Massimo Cacciari e lo stesso Francesco Rutelli entrano in Forza Italia.
La Lega Nord si radica sempre di più nel Nord del Paese, soprattutto nel Veneto, mentre in Lombardia è frenata dal sorgere del movimento berlusconiano, a cui di certo, comunque, costituisce l'unico argine.
Il PPI ridotto in brandelli si affida alla guida di Mariotto Segni che torna all'interno del partito rinunciando alla fondazione di un suo partito.
Intanto il leader missino Gianfranco Fini è deciso a fondare una destra moderna. Nasce Alleanza Nazionale, che rinuncia a legami col fascismo, punta al presidenzialismo e alla democrazia dell'alternanza.
Nell'ottica delle elezioni del '94 il segretario del PDS Occhetto capisce che la fondazione di Forza Italia è la volta buona per far andare il suo partito al governo e cerca incessantemente accordi. Gli accordi sono trovati, a patto di sostenere Silvio Berlusconi capo del governo.
Nasce l'"Alleanza Democratica Progressista". Sulle reti Mediaset va in atto una campagna mediatica senza precedenti. Berlusconi e Occhetto proclamano che la loro alleanza è una macchina da guerra, Mike Bongiorno mette in guardia dal pericolo fascista ricordando il suo passato e invita esplicitamente a votare per Berlusconi definito un vero editore liberale e progressista.
Unica voce fuori dal coro Ambra Angiolini che dice "Votate contro la guerra e per la pace", in riferimento alla autodefinizione di Berlusconi e Occhetto.
Rifondazione , schifata non aderisce alla alleanza, complice anche il veto dello stesso Berlusconi.
Quel che resta del Pentapartito, guidato da Segni e sostenuto dal gruppo L'Espresso di De Benedetti, da cui polemicamente si stacca Scalfari che si riconcilia con Berlusconi, fonda il nuovo "Il Mondo" e sostiene Forza Italia, appare debole. I partiti laici sono stati decimati da Forza Italia e l'elettorato DC non si concentra tutto sul PPI andando in parte alla Lega al Nord, in parte alla nuova AN specialmente al Sud e in parte proprio a Forza Italia.
Si tengono le elezioni, trionfa l'APD grazie soprattutto a Forza Italia con un incredibile 29%il PDS si ferma a solo il 18%, va comunque per la prima volta al governo ma clamorosamente Occhetto si dimette, aprendo la lotta alla successione tra i due promettenti delfini Veltroni e D'Alema.
Rifondazione è al 7%, la Lega al 9%, il PPI al 16 i partiti laici al 2%, Alleanza Nazionale è il più grande partito di opposizione con il 19.
L'Italia è divisa in due, con il Centro-Nord al centrosinistra e il Sud diviso tra i popolari e soprattutto AN. La Lombardia e le regioni rosse vedono un consenso plebiscitario per l'APD, al 70% e oltre in Lombardia e in Emilia.
In Lazio, Campania e Calabria è forte AN. In Puglia, Basilicata, Sicilia mantiene una sua forza il PPI. Unica regione del Nord a non votare per la sinistra di Berlusconi è il Veneto, dove vince la Lega.
D'Alema, grazie al voto dei quadri, batte Veltroni, il quale diventa
Ministro degli Esteri. Il Ministro dell'Economia è Tremonti, che si avvale della collaborazione del Nobel italoamericano Franco Modigliani.
Il Ministro della Cultura Bondi.
Il governo Berlusconi, nominato a malincuore dal Presidente Scalfaro, ha una grande spinta riformatrice, si propone di rimettere a posto i conti pubblici tramite una tassazione patrimoniale, proposta da Tremonti e dall'ex-repubblicano di FI Visentini e tramite l'evasione fiscale come reato penale, fa passare leggi come l'ora laica di religione, i PACS, la class actionaumenta i finanziamenti alla scuola e apre le università ai privati.
Anche la mafia viene combattuta, Provenzano viene messo in galera.
Nel 1997, con un consenso per il governo alle stelle, grazie anche al controllo assoluto sulle televisioni, accade l'impensabile: un'inchiesta della
magistratura travolge Silvio Berlusconi e i nuclei originari di Forza Italia.
Accuse infamanti costringono in carcere Previti e Dell'Utri e Berlusconi tenta di far passare leggi che gli concedano l'immunità ma trova un'opposizione all'interno delle minoranze dei due partiti che lo sostengono. Così Berlusconi è costretto in lacrime alle dimissioni. I veltroniani vengono espulsi dal PDS e così i dissidenti di Forza Italia, come Tremonti, Ciampi, Amato, Enzo Bianco, Libero Gualtieri. Emerge allora la figura di un
un professore di Economia di Bologna, Romano Prodi, che, grazie alla fiducia di veltroniani e dissidenti di FI, unitisi nel Partito Democratico guidato da Veltroni e del PPI e all'astensione benevola di Rifondazione e della Lega ottiene la fiducia. Politicamente non cambia molto, rimane la politica estera atlantista di Veltroni, viene moderata la spinta laica, in politica economica si ottiene l'entrata in Europa e anche un buon sviluppo.
Nel 1999, l'ultimo anno della legislatura, c'è da eleggere il capo dello stato.
Grazie alle manovre di D'Alema, un Sivlio Berlusconi ancora in mezzo ai mille processi viene eletto capo dello stato, riconciliandosi con la maggioranza. Viene anche fatto un lodo che sospende i processi per il capo dello stato, tra le proteste furibonde di Fini e di Bossi.
In cambio, Berlusconi deve cedere tutto il suo impero a De Benedetti, visto come l'ispiratore del governo Prodi e la tessera n.1 del PD.
Berlusconi è eletto capo dello Stato. Il centrosinistra si riunisce nell'Ulivo, una alleanza vastissima che sulla carta conta una maggioranza netta, comprendente Forza Italia (guidata Angelino Alfano), il PDS (D'Alema),
il PD (Veltroni) e il PPI (che ha appena eletto segretario Enrico Letta).
Dall'altra parte c'è un'alleanza tra Alleanza Nazionale di Fini e la destra democristiana (Centro Cristiano Democratico) di Casini. La Lega aumenta la sua forza, vince nei piccoli comuni ma ribadisce la sua estraneità a ogni coalizione elettorale.
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