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  1. #1
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    Predefinito Il dolce sapore del cielo

    Il proletariato deve liberare se stesso e l’umanità intera.
    Negli ultimi anni una delle ideologie più propagandate è stata ed è che la “crisi”, presunta tale per il capitale e la rendita, sia responsabilità delle precedenti generazioni e che con nuove nei posti di governo si possa cambiare la realtà. Si “piange” sulla situazione dei giovani, immersi nel precariato e senza futuro, nascondendo la realtà che la percentuale di disoccupati tra i 45 e 65 anni sia la stessa di coloro tra i 18 ed i 35 anni. Ci si addolora per il fatto che tanti lavoratori debbano, stante la situazione attuale, andare in pensione a 70 anni. Si soffre per le donne che hanno poche opportunità di lavoro e di diritti. Ci si dispiace per gli stipendi sempre più magri e le pensioni da fame. Escludendo chi si trova in queste situazioni e che vorrebbe, giustamente, una vita diversa e migliore, coloro che in TV, sui giornali, nella rete, lamentano più fortemente questa realtà sono quelli che l’hanno voluta e creata. E’ B. ed i suoi accoliti, è il PD, è Monti, Casini, la Lega, è la dirigenza sindacale, sono i nuovi illusionisti della politica borghese, Grillo e Renzi, addirittura la BCE e il FMI. Tutti costoro hanno lottato per precarizzare il lavoro, per aumentare l’età pensionabile, per tenere bassi gli stipendi, per ridimensionare le tutele per i licenziati ed i disoccupati. Oltretutto, mentre strillano contro la disoccupazione, la perdita del potere d’acquisto degli stipendi e delle pensioni, contro le poche opportunità per le donne, contro il precariato, preparano altri colpi di mano per aumentare lo sfruttamento dei lavoratori ed asservirli all’interesse del capitale e della rendita. Giocando sulla riduzione dei debiti pubblici, cresciuti negli ultimi anni per effetto dei miliardi di dollari ed euro donati alle banche e non certo per un miglioramento dello Stato sociale, essi camuffano la realtà e fanno passare i lavoratori colpevoli di anni lussuosi, è ridicolo, pur di non dire che le banche hanno aumentato i debiti pubblici. I lavoratori giovani ed anziani sono tutti preda dei rapporti di produzione ieri ed oggi e, se attualmente più forte è l’attacco alle condizioni di lavoro e di vita di chi lavora, lo si deve alla debolezza della classe lavoratrice senza alcuna rappresentanza politica e sindacale, nella parte dirigenziale, nel panorama politico-sindacale borghese. Prendere consapevolezza degl’inganni mediatici e materiali che ogni giorno vengono perpetrati nei confronti dei lavoratori è il primo passo verso la coscienza della propria dimensione e degl’interessi di classe. Il capitalismo non potrà mai garantire piena occupazione, uguali diritti, una vita degna di essere vissuta da esseri umani nella soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali. I suonatori che cambiano servono solo ad illudere che la musica sarà diversa, ma essa non cambia mai! Il capitalismo ha le sue leggi e la prima è fare profitto. Ciò comporta sfruttamento e miseria per miliardi di persone ed agi e privilegi per una minoranza di individui. Il capitalismo eleva l’interesse a vincolo dell’umanità. L’interesse soggettivo ed egoistico determina la dispersione universale, la concentrazione degl’individui su se stessi, l’isolamento, la trasformazione dell’umanità in un aggregato di atomi che si respingono a vicenda. La proprietà privata è la principale estraneazione e fa sì che l’interesse debba essere, giocoforza particolare. Il dominio del capitale si concentra nel dominio della proprietà privata. La proprietà, l’elemento naturale e privo di spirito che si contrappone all’elemento umano e spirituale, viene così elevata sul trono e, in ultima istanza, onde portare a compimento codesta estraneazione, il denaro, questa astrazione vuota ed estraniata dalla proprietà, è stato fatto il signore del mondo. Con il capitalismo l’essere umano ha cessato di essere schiavo dell’uomo ed è divenuto schiavo della cosa. E’ necessario di conseguenza attrezzarsi ed organizzarsi per lottare nell’immediato per la difesa del lavoro, dello stipendio, dei diritti, nello storico per superare una dimensione sociale che è contro la socialità dell’essere umano. “Il proletariato esegue la condanna che la proprietà privata pronuncia su se stessa producendo il proletariato, così come esegue la condanna che il lavoro salariato pronuncia su se stesso producendo la ricchezza altrui e la propria miseria. Se vince, il proletariato non diventa perciò il lato assoluto della società; infatti esso vince solo togliendo se stesso ed il suo opposto. Allora scompare sia il proletariato sia l’opposto che lo condiziona, la proprietà privata…Ciò che conta non è che cosa questo o quel proletario, o anche tutto il proletariato si rappresenta temporaneamente come fine. Ciò che conta è che cosa esso sia costretto a fare storicamente in conformità a questo suo essere” K.Marx, F. Engels “La sacra famiglia”. “ Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente.” K.Marx, F.Engels, “L’ideologia tedesca”. Il comunismo si distingue da ogni movimento finora esistito in quanto rovescia la base di tutti i rapporti di produzione e le forme di relazione finora esistite. Per la prima volta tratta coscientemente tutti i presupposti naturali come creazione degli uomini finora esistiti. La sua organizzazione è quindi essenzialmente economica, è la creazione materiale delle condizioni dell’unione degli esseri umani e dei loro interessi comuni e fa delle condizioni esistenti le condizioni dell’unione. “Nella società borghese il lavoro vivo è soltanto un mezzo per aumentare il lavoro accumulato. Nella società comunista il lavoro accumulato è soltanto un mezzo per rendere più largo, più ricco, più progredito il ritmo di vita degli esseri umani.” K. Marx, F.Engels, “ Il manifesto del partito comunista”. Il futuro è nelle nostre mani e lo possiamo realizzare liberando il proletariato e l’umanità intera dal giogo capitalistico.

  2. #2
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    Predefinito Re: Il dolce sapore del cielo

    Marx ed Engels.

    Passare dalla miseria dei tempi attuali alla miseria dei tempi passati. Ottima soluzione.
    "Insomma se è in gamba, ti porta l'aereo così basso.. ehehehe...
    Lei dovrebbe vederlo, è uno spettacolo: un gigante come il B-52.... BHOOAAAMMM!!!!.. con i gas di scarico t'arrostisce le oche vive!!"

  3. #3
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    Predefinito Re: Il dolce sapore del cielo

    Citazione Originariamente Scritto da Juv Visualizza Messaggio
    Marx ed Engels.

    Passare dalla miseria dei tempi attuali alla miseria dei tempi passati. Ottima soluzione.
    Io mi domando come mai c'abbiano sempre in bocca sti due scrittori di due secoli fa

  4. #4
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    Predefinito Re: Il dolce sapore del cielo

    Citazione Originariamente Scritto da Cesare Mori Visualizza Messaggio
    Io mi domando come mai c'abbiano sempre in bocca sti due scrittori di due secoli fa
    Sono disperati.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  5. #5
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    Predefinito Re: Il dolce sapore del cielo

    ne ha di costanza il tipo ... posta sempre la stessa cosa da anni su tutti i thread del forum, strano che non l'hanno ancora bannato

  6. #6
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    Predefinito Re: Il dolce sapore del cielo

    Citazione Originariamente Scritto da sciadurel Visualizza Messaggio
    ne ha di costanza il tipo ... posta sempre la stessa cosa da anni su tutti i thread del forum, strano che non l'hanno ancora bannato

    Stavo per cancellarlo, per l'ennesima volta!! Ma poi ho visto la risposta di Juv e ho lasciato perdere...

  7. #7
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    Predefinito Re: Il dolce sapore del cielo

    Sinistra e destra.
    Renzi ha affermato pochi giorni fa che non ci deve essere contrapposizione tra sinistra e destra. Grillo scrive che il suo movimento non è né di destra né di sinistra. Tutti i politicanti borghesi gridano che va messo al primo posto l’interesse del Paese e superato il concetto di destra e sinistra. Sono parole che nascondono una realtà vera: sinistra o destra sono affermazioni vuote. La contrapposizione nel capitalismo è tra borghesia e proletariato e chi sta con l’una non può collocarsi con l’altro. Sinistra e destra si riducono essenzialmente alla posizione occupata in parlamento. O si è per il profitto e per i rapporti di produzione o si è per il salario e per il superamento delle classi. Non vi è via di mezzo, non vi è terza via. Coloro che non mettono in discussione il dominio del capitale e propagandano la ricerca di soluzioni al problema della miseria, della disoccupazione, dei bassi salari, dell’asservimento di esseri umani ad altri esseri, della mancanza di diritti, coloro che vedono negli “Stati Uniti d’Europa” o in un’Italia autarchica un fine strategico non fanno altro che portare avanti l’interesse del capitale e della rendita nelle sue varianti, ma compatto nell’aumento dello sfruttamento dei lavoratori. Nell’attuale situazione tutti i partiti dell’ “arco costituzionale” ed i nuovi movimenti , negl’interessi e nelle ideologie vicini alla rendita ed alla piccola borghesia, rappresentano la volontà con nuovi slogan e vecchi inganni di costringere i lavoratori ad uno sfruttamento massiccio per difendere i profitti e le rendite, per coprire i deficit bancari e per far accettare supinamente condizioni di lavoro e di vita sempre peggiori. Pur di distrarre l’attenzione dei lavoratori dai loro problemi veri e reali, disoccupazione, perdita di diritti, bassi salari e basse pensioni, precarietà del lavoro, aumento dello sfruttamento, aumento della povertà, che sono proprio del sistema capitalistico e possono essere superati solo andando oltre questo sistema sociale, mettono in risalto sui mass-media, oltre ai temi soliti, l’azione del governo inefficiente ed inefficace, i privilegi dei parlamentari, la corruzione, lo sperpero di denaro pubblico, che sono anch’essi parte del sistema. I governi in ogni latitudine del sistema capitalistico governano, ma chi comanda sono i poteri economico-finanziari. Di conseguenza i vari governi rappresentano gl’interessi di questi poteri. I vantaggi dei parlamentari sono concessioni fatte a chi è destinato a servire il sistema. La corruzione non è un’anomalia in una dimensione sociale che si basa sull’appropriazione indebita di ciò che viene prodotto dalla classe lavoratrice. D’altronde le leggi vecchie e nuove sono solo una finzione nel contrasto. Lo sperpero di denaro pubblico, inteso come soldi dei lavoratori dipendenti e pensionati, che contribuiscono alle entrate dello Stato per circa il 90%, sono parte della gestione corruttela e clientelare del sistema stesso. Certo in Italia determinati fenomeni sono presenti in misura maggiore causa la più diffusa presenza di organizzazioni criminali, che, con il loro potere economico, sono in grado di assumere un ruolo politico, ma non sono assenti in alcun Paese del mondo capitalistico. Nessun partito o movimento di destra, di centro, di sinistra, porta avanti una decisa lotta all’evasione fiscale e contributiva ed alla corruzione, nonostante l’enorme massa di denaro sottratta allo Stato e che è quasi pari a quanto si spende per lo Stato sociale, circa 500 miliardi di euro. Con questa somma tutti i problemi sarebbero risolti e non ci sarebbe bisogno di allungare l’età pensionabile, bloccare stipendi e pensioni, annullare la sanità pubblica, ridicolizzare il senso della scuola pubblica, avere una rete di trasporti in molti casi da secondo dopoguerra. Si potrebbero avviare inoltre piani d’industrializzazione e di opere pubbliche, cominciando dalla sicurezza degli edifici scolastici, che darebbero impulso a nuovi posti di lavoro. Perché lo fanno o non lo fanno? Perché Renzi, Grillo, B., la Lega e tutti gli altri continuano a discutere di tagli alle pensioni ed agli stipendi, di nuovi leggi sul lavoro, nonostante tutte le leggi approvate negli ultimi 15 anni, che dovevano liberare il mercato “ingessato” e creare più occupazione, nel segno della precarietà e della liberalizzazione, abbiano contribuito all’aumento della disoccupazione, alla riduzione dei salari, alla crescita dello sfruttamento? Perché essi, tutti, rappresentano gl’interessi del profitto e della rendita e gridano di voler cambiare per non cambiare nulla nei fatti. In Italia la presenza della media e piccola borghesia è predominante, basta osservare gli addetti per unità produttiva. La grande borghesia si riduce a poche imprese private ed ad alcune statali ed, avendo difficoltà ad indebolire il peso della media e piccola, si accoda ad istanze, che servono in modo predominante alla piccola impresa. Ridimensionare lo Stato sociale, incentivare con finanziamenti le imprese, rendere flessibile in entrata ed in uscita il mercato del lavoro, che già in Italia è il più flessibile del mondo occidentale, sono gli slogan primeggianti. La legge elettorale, la riforma delle istituzioni, la riduzione delle tasse, che pagano solo i lavoratori dipendenti ed i pensionati, sono da mesi sulle prime pagine dei giornali. Non vi sono l’evasione fiscale, la corruzione, l’occupazione, la miseria dilagante se non come propaganda per accettare sempre più sacrifici e modelli di vita escludente l’essenza dell’essere umano nella soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali. Dire basta a questa realtà misera non vuol dire votare per Renzi, Grillo, B. e compagnia cantante. Con loro non cambierà mai nulla, non mettendo in discussione essi i rapporti di produzione. Dire basta significa porre la parola fine al sistema capitalistico ed instaurare una società nuova in cui ogni essere umano possa “dare secondo le sue capacità ed avere secondo i suoi bisogni”. Nel lavoro non condizionato dal rapporto mercantile risiede l’essenza della libertà…la libertà comunista.

  8. #8
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    Predefinito Re: Il dolce sapore del cielo


  9. #9
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    Predefinito Re: Il dolce sapore del cielo

    Citazione Originariamente Scritto da kappa Visualizza Messaggio
    Stavo per cancellarlo, per l'ennesima volta!! Ma poi ho visto la risposta di Juv e ho lasciato perdere...
    Chiudi, chiudi.
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