Invece di farmi le seghe mentali sulla legge elettorale io farei presidenzialismo cosi la questione fiducia/governabilità è risolta senza uccidere la democrazia
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NO ALL'INVIO DI ARMI IN UCRAINA!!!
Io sono un sostenitore del presidenzialismo oppure del semi-presidenzialismo, ma queste cose, da sole, non bastano per dare governabilità.
È sempre il parlamento che fa le leggi: se chi vince non ha la maggioranza assoluta in parlamento, allora il parlamento non farà niente...
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Negli USA il presidente non ha praticamente mai la maggioranza in entrambe le camere.
Ma vanno benone lo stesso
NO ALL'INVIO DI ARMI IN UCRAINA!!!
Lì ci sono due grandi partiti; il Congresso ha meno della metà dei nostri parlamentari; hanno il sistema maggioritario uninominale (che ha risultati molto più maggioritari della mia proposta).
link: Il sistema elettorale statunitense | RadioRadicale.it
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Ho inavvertitamente cancellato il primo pezzo della mia risposta:
Nel parlamento americano può capitare che la maggioranza del parlamento è del partito avversario al capo dell'esecutivo, però là nel parlamento c'è sempre un partito con la maggioranza assoluta dei seggi: il Partito democratico oppure il Partito repubblicano. Quindi il parlamento è sempre stabile e forte.
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A mio parere, le diversità esistenti nelle popolazioni delle regioni italiane, rendono difficile disegnare circoscrizioni di uguali dimensioni. Ad esempio, la Lombardia ha circa 10 milioni di abitanti, il Molise poco più di 300.000, e la Valle d'Aosta quasi 130.000 (qui). In pratica, rifacendosi alle dimensioni di quest'ultima penso si dovrebbe ricorrere ai collegi uninominali. Mentre le dimensioni del secondo imporrebbero circoscrizioni con 3 seggi, cosa che si ripercuoterebbe su una soglia di sbarramento potenzialmente, di fatto, a due cifre. Inoltre, circoscrizioni molto piccole, potrebbero avere ripercussioni sulla distribuzione dell'eventuale premio di maggioranza, che temo potrebbe alterare profondamente la distribuzione dei seggi all'interno della singola circoscrizione.
A mio parere troppo alto. Se si vuole prevedere uno sbarramento, meglio non andare, secondo me, oltre il 4-5% (non ho mai, però, riflettuto più di tanto sull'attuale sbarramento relativo alle coalizioni).I partiti (o coalizioni) che hanno una percentuale di voti inferiore al 7% prendono zero seggi. Lo sbarramento ostacola i partiti (o le coalizioni) molto piccoli.
Secondo me, il 30%, nella legge da te proposta, è una soglia troppo bassa. Direi che sarebbe più opportuno, considerando l'unico turno, il 35%. Inoltre, credo sarebbe utile partire da un "premio minimo", per chi ottiene il 35%, e crescente in base ai voti ottenuti. Faccio un esempio, basato sugli attuali 630 deputati: in caso il partito (o coalizione) più votato ottenga il 35%, gli si potrebbero assegnare 320 seggi (maggioranza minima), con un seggio in più per ogni 0,5% oltre il 35%. Quindi, 35,5% => 321 seggi, 40%=>330 seggi, 50%=>350 seggi (il punto di incontro tra i teorici seggi proporzionali, e quelli dovuti al premio, si ha con un numero di voti circa pari al 58%, ossia 366 seggi. Al limite, se non è eccessiva la percentuale i parlamentari (occorre rifletterci bene, anche in funzione dell'articolo 138 della Costituzione) si può anche usare questa come "soglia" tra seggi assegnati col premio, e assegnazione proporzionale).Se il partito (o la coalizione) vincente ha una percentuale di voti compresa tra il 30% e il 55%, allora applicheremo un premio di maggioranza: il partito (o la coalizione) vincente prende il 55% dei seggi dell'assemblea. I seggi restanti, il 45% dei seggi dell'assemblea, sono attribuiti con il metodo Hare ai partiti (o coalizioni) che hanno preso almeno il 7% dei voti.
In questa situazione è indispensabile il premio di maggioranza, che consente di avere una buona governabilità per il partito (o coalizione) vincente.
Certo, esiste il rischio di maggioranze numericamente non troppo consistenti. Ma, secondo me, il 30% è una soglia un po' troppo bassa, per assegnare una maggioranza (senza un ballottaggio).
Ovviamente, ho fatto i calcoli su 630 seggi, e i ragionamenti vanno corretti, in presenza di altri numeri.
Meglio sarebbe, secondo me, se nessuno arriva alla soglia base per ottenere il premio, utilizzare il metodo D'Hondt, che favorisce i grandi partiti (o coalizioni). Nel caso di coalizione, assegnata la quota di seggi alla stessa, tramite il D'Hondt, utilizzare poi l'Hare o il Sainte-Laguë per suddividere i seggi tra i partiti che la compongono.Se il partito (o la coalizione) vincente ha una percentuale di voti inferiore al 30% oppure superiore al 55%, allora tutti i seggi dell'assemblea sono attribuiti con il metodo Hare ai partiti (o coalizioni) che hanno preso almeno il 7% dei voti.
Se nessun partito (o coalizione) raggiunge il 30% dei voti, allora non possiamo assegnare il premio di maggioranza, in quanto l'effetto distorsivo sulla rappresentanza sarebbe troppo alto e provocherebbe un'alta instabilità politica.
[...]
Saluti.
Midìl
P.S.: Occorre considerare, nel caso degli sbarramenti, la questione delle minoranze linguistiche.
Ultima modifica di Midìl; 18-01-14 alle 18:52
dal 35% dei voti, non si può passare al 60% dei seggi, la c.c. ha detto che non va bene
Questo che ho scritto non è esatto. O, meglio, dovrebbe essere corretto in caso di proporzionale puro teorico, ma non in presenza di sbarramenti previsti da Septimus, che alterano la proporzionalità dei voti. Meglio, quindi, prevedere un premio massimo a 350, equivalente al 55,56% dei seggi, che si raggiunge se il primo partito ottiene il 50% dei voti.
Saluti.
Midìl
Ultima modifica di Midìl; 18-01-14 alle 19:12
Ammesso che una soglia del 30 % per l'assegnazione del premio di maggioranza possa essere considerata costituzionalmente legittima, mi pare che questa legge conservi il maggior difetto del porcellum:
con il porcellum i grandi partiti erano incentivati alla creazione ampie coalizioni, dato che un solo voto in più era sufficiente per ottenere il 55 % dei seggi; incentivo che rimane intaccato da questa proposta. La soglia di sbarramento al 7% non mi sembra utile per lasciare fuori dal parlamento i partitini, essendo facilmente aggirabile con la formazione di listoni unici, accordi di desistenza et similia.