Sicilia, Ars 97 indagati per fondi ai gruppi
La Procura di Palermo ha iscritto ben 97 persone (83 esponenti della passata legislatura all’Ars, l’Assemblea Regionale della Sicilia, i restanti rieletti nel 2012) nel registro degli indagati per aver acquistato, tramite l’utilizzo dei fondi destinati ai gruppi politici, di tutto. Borse pregiate di marca Louis Vuitton, cravatte, soggiorni in alberghi di lusso, profumi e tanto altro ancora. La cifra si aggirerebbe sui 6.500.000 euro.
Tra gli indagati figurano nomi molto conosciuti: Raffaele Lombardo, ex presidente della Regione tra il 2008 ed il 2012, è il più importante (già indagato dalla Procura di Catania per concorso esterno in associazione mafiosa e scambio politico – mafioso). All’ex governatore seguono avvisi di garanzia per l’ex Presidente del Consiglio Regionale Francesco Cascio, per l’allora capogruppo Udc Giulia Adamo, per Nunzio Cappadona (Alleanza per la Sicilia), per capogruppo del Pdl Innocenzo Leontini, per Rudy Maiara (al tempo capogruppo di Popolari di Italia Domani), per Nicola Leanza (allora capogruppo all’Ars del Movimento per le Autonomie, il partito di Lombardo), per il* vice governatore Giambattista Bufardeci, per Paolo Ruggirello del Gruppo Misto e per il capogruppo di Futuro e Libertà per l’Italia Livio Marrocco. Stavolta tra gli indagati risultano anche una lunga serie di democratici tra cui spiccano Antonello Cracolici, Fiorenza Cataldo (allora Pd, oggi Mpa) e soprattutto il deputato Davide Faraone, neo membro della segreteria Renzi con delega al Welfare.
Immediate le reazioni. I 5 Stelle attaccano i dem: “il vecchio-nuovo Pd di Renzi inciampa nelle spese da…Faraone. Dopo l’inchiesta per peculato ai danni del suo parlamentare, che cosa ha da dire Matteo Renzi? Perché non parla?”, scrive in una nota il capogruppo grillino a Palazzo Madama, Maurizio Santangelo. Il suo corrispettivo a Montecitorio, Nuti, chiede al responsabile Welfare dei democratici di fare: ” un bagno di umiltà e non uno, ma due passi indietro”.
Faraone risponde: “benissimo la procura: indaghi. E se c’è qualche ladro deve pagare. Sono certo che emergerà chiaramente se qualcuno che ha rubato e ha utilizzato le risorse per lucro personale. Non ho ricevuto al momento alcuna comunicazione e sono comunque serenissimo. Anzi, quanto accaduto sarà l’occasione per far conoscere a tutti i modi in cui ognuno di noi utilizza le risorse destinate a fini politici e di rappresentanza”. A chi chiede di lasciare risponde, ai microfoni di Radio 24, così: “dovessi essere rinviato a giudizio mi dimetto, mi dimetto anche da uomo. Ma non ci si arriverà perché sono sicuro di come ho usato i soldi”. Al renziano si contesterebbero 3.380 euro.

Daniele Errera



Scritto da: Daniele Errera
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