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Discussione: Lerciume comunista

  1. #1331
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    Predefinito Re: Lerciume comunista

    DACIA MARAINI: “RIPOPOLIAMO L’ITALIA CON GLI AFRICANI”
    Un altro intellettuale d’alto bordo che firma il manifesta della razza meticcia.
    Dalle pagine del Corriere della Sera l’ex scrittrice Dacia Maraini rilancia il crimine che i sinistrati definiscono ‘idea’, di ripopolare con gli immigrati le aree interne dell’Italia.
    Lo fa riportando nella propria rubrica le considerazioni di Piero Bevilacqua, fondatore dell’Istituto Meridionale di Storia e Scienze Sociali nonché firma de Il Manifesto, Francesco Paglia, fondatore a Pescasseroli dell’associazione Terra di Domani – MamAfrica e di Andrea Salomone, coordinatore del progetto SPRAR presso l’ARCI L’ Aquila.
    Tutti insieme non ne fanno uno sano.
    Il progressivo spopolamento dei piccoli borghi interni a favore delle zone costiere è un fenomeno in atto da decenni con conseguenze molto pesanti in termini economici e demografici. Questo fenomeno, in base a quanto sostiene Andrea Salomone, potrebbe costituire non un problema bensì un’opportunità di crescita e, insieme a Bevilacqua e Paglia, intravede nei migranti la soluzione adatta a far rinascere quei territori soggetti ad abbandono e degrado. Questa idea ha facilmente trovato la benedizione della scrittrice abruzzese che, residente a Pescasseroli, già da tempo vede negli immigrati coloro che fermeranno l’emorragia di abitanti cui è soggetto l’Abruzzo interno
    Forse ha bisogno di giardinieri low-cost. E’ tipico degli intellettuali d’alto bordo arrogarsi il diritto di pensare per il popolo. E avere l’arroganza di credere di essere ‘più migliori’ degli altri.
    Inutile dire che, al di là della questione etica – pensare di sostituire i popoli è un atto criminale -, se alcune zone si spopolano, non è per capriccio, ma perché non forniscono possibilità di lavoro. Nemmeno per gli immigrati. Loro le vogliono ripopolare con africani pagati per viverci, con le tasse di chi se ne è andato in cerca di lavoro: basterebbe questo a seppellire sotto una coltre di stupidità quanto partorito dalle ‘menti’ dei fenomeni riuniti dalla Maraini.
    Non è la prima volta che Maraini si rende ridicola scrivedo a favore della causa della sostituzione etnica.
    Fu lei, nell’ottobre del 2016, a dare il benvenuto a 47 africani ospitati in un hotel di Pescasseroli salutandoli come futuri nuovi cittadini del paese e fu sempre lei, in un dibattito televisivo, a rendersi protagonista di un botta e risposta con Gianni Alemanno sul tema dell’immigrazione e dello ius soli.
    Molte furono le polemiche sollevate, in quelle occasioni, dagli interventi della scrittrice che ora ribadisce il proprio pensiero, dando spazio alle opinioni di chi pensa che la rigenerazione del Paese passi per un’iniezione di nuovi abitanti.
    Per ideologi della sostituzione etnica come Maraini, i popoli e gli individui sono meri ingranaggi intercambiabili della Globalizzazione. Orfani del Comunismo, per loro siamo tutti mezzi per un fine. Quell’uomo nuovo che non sono riusciti a creare con l’ideologia, vogliono crearlo attraverso il meticciamento. Non ci hanno prostrato con le idee, vogliono farlo con la confusione del Sangue.
    https://voxnews.info/2018/01/10/daci...-gli-africani/

    PD SCATENATO, PRELEVATI ALTRI 300 CLANDESTINI IN LIBIA: SERVONO ‘NUOVI ELETTORI’
    Il PD è senza freni in questo inizio di 2018, si rischiano code di africani con false tessere elettorali alle urne, in stile Primarie.
    Quasi 300 clandestini sono stati infatti prelevati nelle ultime ore lungo le coste della Libia mentre erano a bordo di due imbarcazioni. Le operazioni sono avvenute al largo di Garabulli solo 50 km a est di Tripoli.
    E con questi gli arrivi nei primi giorni dell’anno sono già più di 1.300, contro gli appena 700 del 2017.
    https://voxnews.info/2018/01/07/pd-s...uovi-elettori/

    BORGOGNONE E LA GENERAZIONE ERASMUS,
    ECCO LA CRITICA AI ''CORTIGIANI DEL CAPITALE''
    di Roberto Santilli
    L'ultimo libro del giovane intellettuale Paolo Borgognone, classe 1981, si intitola Generazione Erasmus. I cortigiani della società del capitale e la «guerra di classe» del XXI secolo (Oaks Editrice).
    Un 'tomo' di analisi, ricostruzioni storiche e di accuse nei confronti di quelli che l'autore, laureato in Storia a Torino ma “di fatto autodidatta per colpa del 'clero accademico' che non permette pensieri autonomi”, definisce i “risultati del modo di produzione post-moderno, cresciuti a pane e globalismo, in teoria contro la precarietà economica e lavorativa ma in realtà a favore della precarietà esistenziale. La vulgata mainstream che li ha tirati su santifica proprio la precarietà e la flessibilità in ogni sua accezione e declinazione, dalle relazioni interpersonali fino alle relazioni di lavoro”.
    Un pensiero concreto distribuito su circa 500 pagine (dopo le circa mille de L'immagine sinistra della globalizzazione. Critica del radicalismo liberale) nelle quali trova spazio anche una feroce accusa nei confronti della sinistra dei movimenti no global, “che io ho ribattezzato alterglobaloista o newglobal”, precisa Borgognone.
    “E qui mi rifaccio al filosofo, saggista e politologo Costanzo Preve, il quale disse giustamente, io sono d'accordo, che il movimento noglobal è la punta più avanzata del liberalismo culturale. Che poi è quella del cosmopolitismo dei diritti individuali”.
    Borgognone poi non dimentica il ruolo avuto dagli “ideologi di riferimento, da Toni Negri in là, tutti post-marxisti dunque già proiettati verso lo slogan della cittadinanza globale che oggi riprende il mondo Erasmus”.
    Dunque, il mondo “senza confini, di cui blaterano e si riempiono la bocca a sinistra ma che è perfettamente funzionale agli interessi degli investitori ultracapitalisti. Le barriere - spiega lo studioso - sono un disturbo per chi vuole divertirsi illimitatamente, desiderare, ma poi che cosa desiderare, illimitatamente, ma anche e soprattutto per chi vuole investire. Il modello Amazon, cioè la quintessenza dell'abbattimento di ogni frontiera in ambito etico, culturale, economico”.
    “Insomma, si vogliono costruire gioventù completamente omologate in una società che celebra la liberalizzazione dei costumi in ambito sessuale”.
    Bognognone sottolinea quindi che “liberalizzare non è liberare, ma adattare al liberalismo. Non si tratta di liberazione, bensì di adattamento dei costumi al regime del liberalismo che è l'autogoverno dei ceti ricchi. È ciò che va incontro a quelli che sono i desiderata dei ceti ricchi che vogliono autogovernarsi, in un regime dispotico in cui chi ha di più definisce non solo i ritmi di lavoro, ma anche di vita di chi ha di meno. E chi ha di meno addirittura parteggia per chi ha di più”.
    All'autore inoltre non è sfuggito il "fenomeno" Donald Trump, eletto presidente deglo Stati Uniti d'America tra gli strali e lo sbigottimento di chi si professa democratico, compresi alcuni giornalisti, intellettuali ed artisti, tutti stupìti del fatto che il "popolino" non si sia fidato del coro dei presunti migliori contro il successore di Barack Obama.
    “Oggi - il pensiero di Borgognone - la separazione totale tra intellettuali, classi politiche e masse popolari, sia politica che antropologica, ha portato queste pseudo élites a odiare quelli che stanno in basso. A questo punto, chiaramente, chi sta in basso affida la propria delega di rappresentanza anche al primo Trump che passa contro questi prepotenti che legittimano il loro essere prepotenti, i loro soprusi, la loro separazione dalla realtà, non solo dalle masse popolari, attraverso una giustificazione 'colta' che è quella del cosmopolitismo. Cioè: voialtri siete una massa razzista xenofoba, sessista, non siete degni, al contrario di noi che siamo i custodi della democrazia. Peccato che la democrazia si sia svuotata di significato e che non abbia nulla a che vedere con il liberalismo”.
    “La democrazia liberale è una mistificazione e una contraddizione, è la democrazia della sinistra che chiama guerra umanitaria una spedizione coloniale in Libia, o in Jugoslavia, che amplia, nel nome della delocalizzazione, del mercato globale nei Paesi in cui il lavoro costa due soldi, i meccanismi di sfruttamento dei popoli e di distruzione degli Stati”.
    “E qui mi riallaccio alla generazione Erasmus, i cui ragazzi si formano alla ideologia della delocalizzazione culturale per cui si è qualcuno se si è fatto l'Erasmus a Londra. Che però non vuol dire conoscere il mondo, poiché il mondo si conosce attraverso la storia, la lingua, la cultura dei vari popoli, le tradizioni, il percorso appunto dei popoli nel divenire tali”.
    D'altra parte, “Mtv trasmette in Russia ciò che trasmette negli Usa, l'hamburger del McDonald's è sempre quello. Cambierà qualche piatto, ma alla fine la zuppa è sempre la stessa nei non-luoghi della crisi globale, della distruzione dell'identità omologata in un'ideologia senza sbocchi che io definisco iperborghese e metropolitana, aperta cioè solo a chi ha i soldi, ma che poi, se la vedi com'è davvero, è la più chiusa del mondo e non ha sbocchi”.
    “Viviamo - spiega ancora Borgnognone - nella società governata da chi predica un unico modo di pensare, che fa guerre e rivoluzioni colorate per omologare tutto e tutti: unico modo di produrre, unico modo di desiderare”.
    Attraverso uno sguardo più attento a ciò che sta accadendo nell'Europa della moneta unica e dei Trattati sovranazionali, tra gli allarmi di una sinistra in forte difficoltà sul fronte della difesa del lavoro che per questo si aggrappa ai diritti civili, tra allarmi per i presunti pericoli definiti populisti e rischi di derive nazionaliste, lo studioso afferma che “il nazionalismo può essere buono o cattivo a seconda dei casi, ad esempio potrebbe essere buono in caso di lotta al colonialismo. Esiste però il patriottismo fortemente identitario, volto alla tutela dello Stato-nazione come baluardo per far rispettare i principi dello Stato sociale e del contratto sociale”.
    Ed è quindi “importantissimo che si guardi alla tutela e alla salvaguardia delle frontiere dello Stato, che se non ha queste e una moneta viene meno e si trasforma in una mera struttura di governance che in qualche modo deve garantire agli investitori stranieri il loro agire liberamente, rimuovendo gli ostacoli per consentirgli di fare ciò che vogliono sulla pelle delle persone nei territori in cui si insediano”.
    In tale contesto, per il giovane astigiano, “la sinistra ha delle responsabilità, ossia delle colpe, enormi”.
    In conclusiuone, “la situazione del futuro è imprevedibile per definizione, ma senza dubbio siamo in una fase acuta del conflitto chiaramente negato. "Se accendi la tv siamo la società più pacificata del mondo, ma gli ultimi eventi di politica sia italiana che a livello di Paesi della Ue denotano che masse incoerenti si stanno comunque muovendo e hanno ancora voce in capitolo. Naturalmente, i dispositivi di repressione del dissenso si muoveranno per impedire uno sbocco autenticamente antiglobalista alla crisi in corso”.
    BORGOGNONE E LA GENERAZIONE ERASMUS, ECCO LA CRITICA AI ''CORTIGIANI DEL CAPITALE'' Abruzzo Web Quotidiano on line per l'Abruzzo. Notizie, politica, sport, attualitá.

  2. #1332
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    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  3. #1333
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    Predefinito Re: Lerciume comunista

    https://www.google.it/url?sa=t&rct=j...EjERqlU1HYa6yl

    Popolare, radicale, di sinistra. Che cos'è Potere al popolo - il Salto

    Si sentiva la mancanza del partito delle zecche.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  4. #1334
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    Predefinito Re: Lerciume comunista

    Pare che la Bonino voglia candidare la Fornero.
    Belli i tempi nei quali le streghe finivano al rogo!
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  5. #1335
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    Predefinito Re: Lerciume comunista

    Citazione Originariamente Scritto da ventunsettembre Visualizza Messaggio
    Pare che la Bonino voglia candidare la Fornero.
    Belli i tempi nei quali le streghe finivano al rogo!
    Non sono streghe.
    Sono belve.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  6. #1336
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    Predefinito Re: Lerciume comunista

    Barbara Balzerani: "Chi mi ospita per il 40ennale di via Fani?". Etro: "Taci, per umanità"
    Lo scontro dei due ex brigatisti dopo un post su Facebook a due mesi dai 40 anni dal rapimento di Aldo Moro e dall'uccisione dei 5 uomini della scorta

    Pubblicato il 15 gennaio 2018
    Ultimo aggiornamento: 15 gennaio 2018 ore 203


    Roma, 15 gennaio 2018 - Polemica tra ex brigatisti a due mesi dal 40esimo anniversario dell'eccidio di via Fani, dove il 16 marzo 1978 fu rapito Aldo Moro e vennero uccisi i 5 uomini della sua scorta. E ora una ex brigatista che prese parte al commando si fa viva via Facebook. E' Barbara Balzerani, che probabilmente credendosi spiritosa o ironica scrive: "Chi mi ospita oltre confine per i fasti del 40ennale?".
    Il post (che risale al 9 gennaio) è stato poi cancellato, ma non è sfuggito a un altro ex brigatista, Raimondo Etro, che prende carta e penna e sul Corriere della Sera scrive una lettera aperta alla Balzerani. I suoi toni sono durissimi, chiede alla Balzerani (chiamandola signora) di "tacere semplicemente in nome dell'umanità verso le vittime, inclusi quelli caduti tra noi...".
    "Avendo anch'io fatto parte di quella setta denominata Brigate rosse... - scrive tra l'altro Etro - provo vergogna verso me stesso...e profonda pena verso di lei, talmente piena di sé da non rendersi neanche conto di quello che dice". Poi la chiusa: "Il silenzio sarebbe preferibile all'ostentazione di sé, per il misero risultato di avere qualche applauso da una minoranza di idioti che indossano la sciarpetta rossa o la kefiah. Ci rivedremo all'Inferno".
    Oggi Etro ha 61 anni, ha rotto da tempo con gli ex "compagni" e vende libri e francobolli su eBay. Per il concorso nella strage di via Fani e nell'omicidio del giudice Riccardo Palma si è fatto 16 anni di carcere.
    Quanto alla Balzerani, che ha 69 anni, oggi è una libera cittadina che scrive libri, avendo finito di scontare la sua pena nel 2011. Non si è mai pentita né dissociata.

    Barbara Balzerani: "Chi mi ospita per il 40ennale di via Fani?". Etro: "Taci, per umanità" - Cronaca

    Razza brigatista.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  7. #1337
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    Predefinito Re: Lerciume comunista

    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  8. #1338
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    Predefinito Re: Lerciume comunista

    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  9. #1339
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    Predefinito Re: Lerciume comunista

    "I folli '70, quando era maleducato essere ragazzi beneducati..."
    Lo scrittore milanese ha raccolto in un «breviario» i lemmi che hanno segnato l'ideologia (sinistra) degli anni di piombo
    Stefania Vitulli
    Scrivere un «breviario» sugli anni '70 è una provocazione, ma pubblicarlo nell'anniversario del cinquant'anni del '68 somiglia addirittura a una dichiarazione di indipendenza.
    Bruno Osimo di operazioni così ne aveva già fatta una con il Dizionario affettivo della lingua ebraica (Marcos y Marcos, 2011), dove raccontava come il primo giorno di scuola gli avesse fatto scoprire di essere ebreo. Ora, in Breviario del rivoluzionario da giovane, in uscita dopodomani (Marcos y Marcos, pagg. 239, euro 18), Osimo, traduttore, scrittore ed ex militante di Lotta Continua, ha raccolto in 73 lemmi le gesta sue e dei compagni adolescenti nel Movimento Studentesco della Milano intorno al '75. Autonomia, Ciclostile, Esproprio proletario, Katanga, Nemici del popolo, Riflusso, ma anche Campeggio, Canzonissima, Fi(si)ca, Spinello, Ti voglio bene ma non ti amo: un capitolo per ogni azione o pensiero, sprangate e sbandate comprese.
    Anni '70, seconda liceo, al Decimo di Milano: il suo «Breviario» è l'eredità ideologica di uno studente di sinistra?
    «È un romanzo autobiografico: nel 1973, dopo quattro anni di assenza, tornavo a Milano, in seconda liceo. La prima l'avevo fatta a Padova, dove alle manifestazioni di sinistra c'erano fascisti autentici con le pistole, era quasi una guerra urbana. Milano sembrava un paradiso: erano tutti di sinistra (alle prime elezioni del consiglio di istituto le liste extraparlmanetari presero il 90%) e pure io lo ero, senza sapere bene che cosa volesse dire».
    Poi è stato «rieducato».
    «La buona educazione borghese che avevo ricevuto in famiglia non funzionava più: era maleducato essere beneducati. Dovevo dire le parolacce, fumare, avere i capelli lunghi, eventualmente bestemmiare e vestirsi in un certo modo per non sentirsi esclusi».
    Perché un «breviario»?
    «Per il dogmatismo di quegli anni: ci dicevamo marxisti-leninisti senza aver mai letto niente né di uno né dell'altro. Anche il fatto che ci fossero così tanti gruppi della sinistra extraparlamentare è paradigmatico: ognuno aveva i suoi dogmi senza avere nessun disegno. Gli unici che avevano studiato erano quelli della FGCI perché avevano la scuola di partito».
    Come sta quel rivoluzionario «da vecchio»?
    «Prova vergogna. Di essere stato un rivoluzionario. Ho sentito il bisogno di fare autocritica perché trovo volgare tutto quel periodo e tutto quello che facevo».
    In che senso volgare?
    «Come lo intende Cechov: come può essere volgare un movimento sindacale, la rivendicazione di un benessere personale o collettivo che vada al di là degli ideali. Ci dicevamo idealisti, ma nei fatti quello che riuscivamo a ottenere era non studiare il latino, non andare a scuola ma in manifestazione, voti garantiti. Eravamo contro la competitività e purtroppo ci siamo riusciti. Ora in Italia la competitività non c'è più e siamo allo sfascio».
    Scrivendo ha pensato alle reazioni dei compagni di allora?
    «Ho immaginato reazioni ostili da parte dei giovani di allora che tuttora si identificano molto con la sinistra. Spero non siano troppo nostalgici, che non mi aggrediscano verbalmente. Ho immaginato, nel mio delirio di grandezza, titoli sui giornali: Finalmente un pentito di sinistra che dice la verità. Ho cercato di dire quello che mi ricordo: il rischio è trovare qualcuno dei miei compagni di allora che mi aspetta sotto casa».
    Non resiste niente di allora?
    «Basta vedere le candidature in Lombardia per capirlo. Ci sono ancora persone che hanno il breviario e valutano il mondo come cosche. Questo tipo di persone potrebbe incazzarsi tantissimo per un libro come il mio, che mette a nudo la fede cieca. Un libro sputtanante, diciamo, alla Altiero Spinelli quando diceva che i comunisti erano persone che ragionavano in modo non dissimile da un cristiano credente. Il quale però ammette di essere dogmatico».
    Oltre 70 parole... Ne ha lasciata fuori qualcuna?
    «Mi sarebbe piaciuto dilungarmi di più sul femminismo e come l'ho vissuto da maschio: cercavo una identificazione culturale con le donne, rivendicavo i loro diritti. Ma le donne questo non lo apprezzavano: pensavano fosse una manovra ipocrita. Succedeva che facessero girotondi intorno a me in Piazza Castello: Maschietto galletto pappagallo, siamo stufe del vostro fallo».
    Potesse fare rewind?
    «Sarei contrario ad aprire la scuola a tutti, se significa abbassare il livello della scuola. Era tutto un fraintendimento: i figli degli operai sono più scemi degli altri, se non devono studiare il latino?».
    Un ragazzo settantese catapultato nel futuro: da che cosa sarebbe scioccato?
    «Intanto, che si studi. E che studino quelli impegnati, non quelli che allora erano etichettati come qualunquisti. Io ho preso la maturità e non ho mai studiato niente».
    I ragazzi di sinistra di oggi come sono?
    «C'è una piccola frangia molto minoritaria che si considera di sinistra, ma nemmeno loro sanno che cosa vuol dire. Quando vedo che adorano Erri de Luca penso inseguano dei fantasmi. Credo sia stato anche sotto processo per avere istigato a delinquere: non dovrebbe essere una persona di cultura che ha tradotto pezzi della bibbia dall'ebraico? Questo è essere di sinistra? Ma siccome de Luca è uno scrittore che a loro piace tantissimo e hanno deciso che è bravo, tutto quello che dice lui è giusto. Non importa se dice cose sensate o no. E poi Saviano: con tutto il rispetto, non è che sia una persona di grande spessore intellettuale. Però per loro un leader...».
    Parole di sinistra, oggi?
    «Se escludiamo no tav o no tap, direi di no. Alternativo si dice ancora? No, figuriamoci, siamo in pieno riflusso».
    "I folli '70, quando era maleducato essere ragazzi beneducati..."

    PD CHOC: “DOBBIAMO RIPOPOLARE I NOSTRI PAESI CON GLI IMMIGRATI”
    La proposta dell’assessore Arru (“ripopoliamo la Sardegna con gli immigrati”) scatena la dura reazione politica del centrodestra. Sulla Nuova Sardegna di oggi, l’assessore alla Sanità ha invitato “i sardi con pochi figli a investire sull’accoglienza”. Il consigliere regionale Paolo Truzzu di Fdi non ci sta e ribatte: “L’assessore Arru è razzista. Nei confronti dei sardi. In un colpo solo offende sardi, donne e pure gli immigrati. Spopolamento e denatalità si combattono, per lui, con l’accoglienza e il lavoro per gli immigrati. Peccato che come Assessore in questi 4 anni non abbia proposto un intervento che uno per la famiglia, ma anzi ha cancellato i pochi denari disponibili per le famiglie numerose.
    Peccato che il 90% degli immigrati che vorrebbe utilizzare per ripopolare la Sardegna siano uomini, e i bambini da che mondo è mondo li fanno le donne. Una superficialità disarmante che dovrebbe farlo riflettere, chiedere scusa e presentare le dimissioni. Perché non rappresenta nessuno. Unica consolazione è che tra poco tornerà a fare il Medico, con grande sollievo e soddisfazione per tutti i sardi. La strategia sinistra di sostituire i sardi con un nuovo popolo senza identità, senza passato e che quindi si accontenterà di meno diritti è ormai dichiarata senza pudore”.
    Interviene anche Daniele Caruso del Movimento Sociale Sardo – Destra Regionale: “Non ci sono più parole, la sostituzione etnica dei sardi sarebbe una soluzione per questa Giunta mediocre, priva di idee e inconcludente come se ne ricordano poche.
    Anche se accoglienza e integrazione fossero gratuite, qualsiasi politico vorrebbe invertire la tendenza drammatica, investendo su incentivi alla natalità e sostegno alle famiglie con reddito basso, con politiche del lavoro incentivanti, con detassazione e defiscalizzazione”.
    Non solo è un’idea che dovrebbe portare direttamente in galera chi la propugna, visto che invita al genocidio del popolo per mezzo dell’immigrazione, ma anche una stupidaggine. Se la Sardegna si spopola, è perché non c’è lavoro, inutile dire che se non c’è per gli autoctoni non c’è neanche per gli afroislamici e che, questi, arrivano solo perché mantenuti dai contribuenti.
    Quella di ripopolare l’Italia con gli immigrati è una fissa del PD. Già riproposta più volta per molte regioni.
    https://voxnews.info/2018/01/07/pd-c...gli-immigrati/

  10. #1340
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    Predefinito Re: Lerciume comunista

    La Bonino ha finalmente cambiato la cuffia copri-falsità.
    Quella di prima era quasi lercia come lei.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

 

 
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