Stefania Giannini, segretario politico:
"Noi siamo pronti a votare il testo base della legge elettorale in commissione, l'impianto generale ci piace ma vogliamo dare il nostro contributo di miglioramento.
Il punto critico è la soglia d'accesso al premio di maggioranza, uno dei cardini della sentenza della Consulta. Ci preme che la soglia sia più alta del 35 per cento.
E' bene fare accordi chiari per evitare che si torni all'imbarazzo di una sentenza di incostituzionalità della Corte. Vogliamo garanzia di governabilita' e di democrazia".
E' l'unico modo per impedire la possibilita che Berlusconi prenda la maggioranza assoluta al primo colpo.
http://www.sceltacivica.it/doc/1234/...aggioranza.htm
Scelta Civica ci vuole salvare la parte posteriore, spero che questa volta la si ascolti.
Questo il documento dei civatiani.Giuseppe Civati (imagoec) ROMA - All'indomani della presentazione in Commissione Affari Costituzionali alla Camera del testo base della riforma elettorale, la componente civatiana del Pd conferma le contrarietà già espresse nel corso della Direzione del Pd.
IL TESTO DELLA PROPOSTA
"Il testo è molto lontano dalla nostra proposta di reintrodurre la legge Mattarella, secondo la versione a suo tempo prevista per il Senato (con un eventuale doppio turno di collegio). Per questo avremo ragionato più volentieri della seconda delle tre proposte avanzate daRenzi, che, pur con una correzione eccessiva rispetto all'originale, quantomeno si basava sulla legge Mattarella", si legge in un documento presentato in Commissione Affari Costituzionali della Camera .
"In ogni caso - prosegue la critica di Civati - prendiamo atto della scelta compiuta e confermiamo l'intenzione di una collaborazione costruttiva, che rispettando ed anzi valorizzando il ruolo del Parlamento, dove tutti i cittadini sono rappresentati, possa migliorare il testo presentato. Infatti, al momento, non insistiamo sulla nostra proposta del tutto alternativa a quella in questione, ma intendiamo proporre specifiche modifiche volte, in sintesi, a: 1) migliorare il rapporto tra elettori ed eletti; 2) consentire al voto del singolo di pesare di più; 3) aumentare il grado di rappresentatività del Parlamento, non alterando in modo troppo sproporzionato il rapporto tra voti e seggi".
Il documento critica quindi in particolare "il limite dei collegi plurinominali che determinano la presenza di liste bloccate, non così brevi, a quanto sembra (perché da questo punto di vista l'individuazione dei collegi è rinviata ad una tabella che ancora non risulta esserci)". "Le liste bloccate - insistono i parlamentari che si riconoscono nell'ex candidato alla segreteria - non piacciono agli elettori (soprattutto dopo avere subito anni di Porcellum) né alla Corte costituzionale che, nella sua decisione, le ritiene tollerabili, se brevi, e non piacciono a noi che sosteniamo (e abbiamo sostenuto da sempre) il collegio uninominale. Con il collegio uninominale, infatti, si realizza un confronto diretto tra i candidati e si instaura un rapporto chiaro eletto-elettore".
"Più nello specifico - denunciano ancora i "civatiani" - riteniamo che uno dei maggiori limiti della proposta presentata sia il premio di maggioranza, ancora enorme, dandosi un premio di ben il 18% alla lista o alla coalizione di liste che, arrivando prima, raggiunga anche soltanto il 35% dei consensi. In questo modo, infatti, può realizzarsi una sovra-rappresentazione di più del 50%. Da questo punto di vista, è necessario premettere che: 1) non ci piacciono i premi di maggioranza, preferendo un sistema maggioritario, più in linea con le altre democrazie avanzate; 2) l'attribuzione di un premio di maggioranza in un sistema bicamerale paritario come quello ad oggi vigente presenta serie controindicazioni, non potendo garantire la formazione della stessa maggioranza in entrambe le Camere e rischiando quindi di alterare la rappresentanza senza favorire la governabilità, andando contro il criterio di ragionevolezza al cui rispetto la Consulta ha richiamato il legislatore elettorale quando preveda premi".
"Tanto premesso - afferma ancora il documento - riteniamo comunque che nessun premio possa essere attribuito direttamente a chi riporti meno del 40% dei consensi (non potendo comunque l'entità del premio superare il 15%) (...) Quanto alle soglie di sbarramento, siamo contrari ad una differenza tra liste coalizzate e non perché in questo modo si favoriscono 'coalizioni insincere', spingendo alcune forze politiche ad entrare in una coalizione per mero opportunismo elettorale. Inoltre riteniamo che la soglia dell'8% per le liste non coalizzate violi proprio quell'esigenza di bilanciare la rappresentanza con la governabilità (e quindi il contenimento della frammentazione partitica). Significherebbe, infatti, escludere la rappresentanza parlamentare per partiti che hanno riportato (se prendiamo i dati delle elezioni del 2013) quasi tre milioni di voti. Per questo riteniamo che la soglia di sbarramento unica (per liste coalizzate e non) dovrebbe attestarsi al 4% (escludendo quindi solo chi riporti un consenso stimabile, all'incirca tra un milione ed un milione e mezzo di voti, che non sono comunque pochi). Per le coalizioni pare più ragionevole il 10%".
Quale ultimo punto, le "osservazioni" sollecitano la riapertura di un confronto sul tema del conflitto d'interessi. "Ci dispiace molto (anche se possiamo forse intuirne le ragioni) che questo non sia rientrato nel 'pacchetto' delle riforme concordate perché come e più degli altri temi proposti un intervento su questo viene rimandato da molti anni. Da alcune settimane è stata per questo presentata alla Camera una proposta Civati ed altri (A. C. 1832), che, basandosi sul sistema statunitense, prevede seri strumenti di prevenzione dei conflitti d'interessi di parlamentari e membri del Governo".
Premio di maggioranza e sbarramento, Civati chiede cambiamenti alla riforma - Repubblica.it