Sono d'accordo, ma mi sembra difficilmente evitabile l'egemonia degli stati più forti.Il numero di grandi elettori è scelto in maniera tale da far risultare un consiglio costituito da un numero dispari di membri. Proprio perchè si tratterrebbe di un'unione di nazioni, ciascuna con lingue, tradizioni, cultura completamente diverse le une dalle altre, qualsiasi tendenza egemonica di uno stato in ragione del solo peso demografico sarebbe esiziale e intollerabile per l'Unione. Ragione per cui a mio avviso l'elezione del presidente debba avvenire per stati, e il numero di grandi elettori deve essere lo stesso per ogni stato (questa è anche l'unica grande differenza rispetto al sistema americano, dove il numeor di grandi elettori per ogni stato è rapportato alla popolazione). Il presidente non sarebbe affatto onnipotente (come non lo è nemmeno quello americano, basti pensare alle ultime vicende sulla riforma sanitaria e il tetto del debito), non ha potestà normativa e regolamentare se non nell'esercizio delle funzioni esecutive che gli sono proprie. Per realizzare il suo programma, deve venire necessariamente a patti con le due camere(si ricordi che la camera federale ha competenza anche in materia di bilancio), camere elette con criteri distinti, che rispondono quindi a esigenze elettorali diverse, rendendo improbabile l'affermarsi di un indirizzo politico unico tra presidenza, camera bassa e camera alta. In un sistema siffatto il compromesso è la regola normale dell'azione politica, e nessun interesse tende ad essere totalmente sacrificato, e questo a mio avviso è elemento imprescindibile, per le ragioni di cui sopra(bisogni divergenti tra gli stati, varietà di culture e tradizioni ecc.). Il tutto andrebbe a scapito della governabilità, ma è proprio questo il punto centrale del mio ragionamento, impedire che qualcuno abbia abbastanza forza da imporre un indirizzo di governo proprio, , che assumerebbe inevitabilmente le forme di un 'imposizione di un gruppo di stati egemoni sul resto dell'unione.