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  1. #21
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    Predefinito Re: Governabilità o democrazia

    Citazione Originariamente Scritto da SEPTIMUS Visualizza Messaggio
    Questo può succedere anche con un sistema elettorale proporzionalista. È un problema indipendente dal tipo di sistema elettorale.
    infatti, allora sarai d'accordo che il problema principale è proprio la cultura e i media.

  2. #22
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    Predefinito Re: Governabilità o democrazia

    Citazione Originariamente Scritto da SEPTIMUS Visualizza Messaggio
    Senza governabilità per chi vince le elezioni, ogni democrazia è una falsità: si ha solo un'assemblea di chiacchieroni che non realizzano nulla di quanto voluto dagli elettori.
    ma la governabilità non si ottiene attraverso maggioranze farlocche: la governabilità si ottiene attraverso il consenso, attraverso i programmi, attraverso le realizzazioni.
    prova ne sia la fine ingloriosa di tutti i governi nati dalla governabilità ottenuta truccando i risultati elettorali.

  3. #23
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    Predefinito Re: Governabilità o democrazia

    Citazione Originariamente Scritto da Cipollo Visualizza Messaggio
    infatti, allora sarai d'accordo che il problema principale è proprio la cultura e i media.
    Si può fare qualcosa di meglio per la cultura e i media, sicuramente; comunque bisogna anche che entri in testa che l'ignoranza e l'ottusità coinvolgeranno sempre gran parte dei cittadini, quindi non ci creiamo grandi aspettative di miglioramento, su questo frangente.
    Se guardi gli altri Stati dove la cultura e i media sono meglio dell'italia, comunque non è che ci sia una differenza enorme, sulla consapevolezza dei cittadini.
    Il punto è che tutti gli Stati industrializzati, popolosi almeno come l'italia, gli Stati che vanno bene, hanno un sistema che assicura non solo la rappresentanza ma in primo luogo la governabilità.
    Dove c'è governabilità c'è anche più interesse per la politica, perché si vede che la politica fa qualcosa. Se invece, come in italia, si vede che tanto la politica è impotente, allora va pure via la voglia di interessarsi alla politica, tanto è inutile farlo: puoi avere le idee più spettacolari del mondo ma tanto il sistema è bloccato e non riuscirai a fare niente.
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  4. #24
    Super Troll
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    Predefinito Re: Governabilità o democrazia

    Citazione Originariamente Scritto da SEPTIMUS Visualizza Messaggio
    Con la governabilità può capitare di avere governi che fanno cose buone o governi che fanno cose cattive. Gli elettori possono sempre cambiare idea alle successive votazioni.

    Senza governabilità tutti i governi faranno niente o cagate (per via dei troppi compromessi tra forze politiche diverse). L'italia è un esempio di questo.
    non hqnno fatto cagate hanno privilegiato capitale e vatikano,,,, e se ne sono fregati della gente
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    se l'europa non cambia sistema conviene andarsene...altrimenti ci ridurrà come e peggio della grecia.

  5. #25
    STATI UNITI D'EUROPA!
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    Predefinito Re: Governabilità o democrazia

    Citazione Originariamente Scritto da anton Visualizza Messaggio
    non hqnno fatto cagate hanno privilegiato capitale e vatikano,,,, e se ne sono fregati della gente
    E tu pensi di cambiare queste cose con un sistema proporzionale puro e i relativi governi debolissimi, che non arrivano neanche alla fine del proprio mandato??

    Mi sembra assurdo.

    Tu dovresti essere uno di quelli che auspica la governabilità, visto che per fare le cose che vuoi tu, essa serve eccome.

    Gli unici che dovrebbero essere a favore del proporzionale puro sono quelli che pensano che l'italia sia una meraviglia e quindi gli sta bene che nessuno riesca a cambiare niente.

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  6. #26
    anche la Costa d'Avorio
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    Predefinito Re: Governabilità o democrazia

    Citazione Originariamente Scritto da Il Pasquino Visualizza Messaggio
    Postdemocrazia. Cosa c’è dietro l’ingegneria istituzionale della governabilità ad ogni costo Le regole della caccia alla volpe interessano per lo più i signori che la praticano. E, suo malgrado, la volpe. Difficile immaginare che un intero popolo vi si possa appassionare .
    Altrettanto lecito è dubitare che gli italiani fremano per i dispositivi e le norme di quella nuova legge elettorale che i media pongono ripetutamente e quotidianamente al vertice delle loro più impellenti aspirazioni.
    Assai più probabile è che desiderino presto un qualsivoglia risultato per non sentirne parlare più e passare ad altro.

    Del resto, già il latino maccheronico correntemente impiegato nel designare le diverse leggi elettorali è indice dell’atmosfera provinciale e comicamente liturgica in cui tutto il dibattito si svolge per partorire, alla fine, qualcosa di assai simile al già noto. Laddove in questione sono assai meno le forme della democrazia che non la distribuzione delle risorse di potere tra forze politiche in disastrosa crisi di senso e di rappresentanza.


    Le argomentazioni che i maggiori costituzionalisti italiani hanno opposto al progetto di legge concordato da Renzi e Berlusconi non potrebbero essere più sensate. Ma si tratta di un esercizio di razionalità politico-giuridica che difficilmente potrà incidere su una storia già ampiamente scritta, non solo in Italia e non da ieri. Converrà allora risalire alle spalle dell’ingegneria normativa che infesta le prime pagine per collocare lo stato comatoso in cui versa la democrazia rappresentativa nel contesto, sempre più decisamente postdemocratico, che gli è proprio.

    La parola chiave da cui si deve partire è «governabilità». Non risale alla notte dei tempi, ma agli anni ’80, per poi celebrare il suo trionfo con il passaggio dal proporzionale al maggioritario nel 1993. Lungi dal rappresentare un concetto tecnico-giuridico il principio della «governabilità» è di natura strettamente e squisitamente politica ed è anche piuttosto semplice: consiste nel mettere i governanti al riparo dai governati, almeno per il tempo che intercorre tra una scadenza elettorale e l’altra. Ed è talmente pervasivo, in questa sua semplicità, da potersi applicare a uno stato nazionale, a una fabbrica, a una università, a un sindacato (lo sa bene il segretario della Fiom Maurizio Landini nel condurre la sua battaglia per la democrazia sindacale), in breve a qualsivoglia organismo collettivo, con diversi gradi di potere disciplinante e di durata. Ed effettivamente a tutte queste realtà è stato in diversa misura applicato.
    Questa prerogativa del comando consiste in primo luogo nell’escludere la possibilità stessa delle «crisi di governo» e cioè l’eventualità che di fronte all’esplodere di contraddizioni sociali e politiche il quadro governativo si trovi costretto a scomporsi e ridisegnarsi.

    La «governabilità» garantisce invece che, per il tempo privo di incertezze del suo mandato, la maggioranza parlamentare e il suo governo possano esercitare il più pieno arbitrio senza mettere a repentaglio la propria stabilità. Una tendenza alla facilitazione del comando, o riduzione della complessità come la chiamavano i teorici più raffinati, che nessun bilanciamento istituzionale, e men che meno la corruttibile «libertà di coscienza» dei rappresentanti, potrà più rimettere in questione.

    Governi, è ovvio, ce ne sono sempre stati, anche nelle fasi di maggiore instabilità (che sovente corrispondevano a quelle di maggiore sviluppo), soggetti, tuttavia, a quella necessità di adattamento alla turbolenza dei governati che il principio di «governabilità» intende radicalmente rimuovere.
    La crescita costante dell’astensionismo è il segno più evidente del diffondersi del senso di impotente distanza da parte dei governati e, nei casi meno rassegnati, di ostilità, che la blindatura del quadro politico determina.

    Ma «governabilità» è anche la bandiera dei partiti maggiori, i quali rispondono alla stessa logica delle grandi concentrazioni economiche impegnate nella competizione entro un orizzonte comune. Questo orizzonte comune o «regola condivisa» non è che la dottrina della competitività liberista nonché la pretesa a una libertà di azione che non ammette vincoli né discussioni. Quando si dice che l’economia domina la politica, si intende soprattutto che la seconda si ridisegna secondo gli schemi e le forme della prima. Ed è esattamente quello che i grandi partiti monopolistici stanno facendo nell’approntare le condizioni normative che rendano possibile questo adeguamento. Senza troppo discostarci dalla realtà potremmo considerare le primarie come una assemblea degli azionisti, la direzione politica come un consiglio di amministrazione, il segretario come un amministratore delegato e le elezioni politiche come la competizione su un mercato che non lascia più spazio agli outsiders o alle piccole imprese più o meno artigianali.

    È questo carattere postdemocratico dell’ordine liberista, e il riconoscimento comune delle regole che vi presiedono, ciò che nella sostanza sottende l’accordo tra il Pd di Matteo Renzi e la rinata Forza Italia di Silvio Berlusconi. Così come i listini della Borsa anche il duopolio politico non prevede «alternativa», ma solo alternanza delle rispettive quotazioni sul mercato. La nuova legge elettorale costituisce un efficace adeguamento della politica a questo schema. Le «larghe intese», che si pregia di aver superato per sempre, non erano in fondo che una applicazione diversa di quello stesso dogma della «governabilità» ad ogni costo che essa sancisce nella dottrina dell’alternanza. Nell’un caso e nell’altro si tratta di cancellare la conflittualità sociale dalla vita collettiva.

    La dimensione postdemocratica è ciò che sempre più accomuna il governo dell’Europa a quelli dei singoli stati che la compongono e che contribuiscono in maniera decisiva a ostacolarne l’evoluzione politica e conservarne la rigidità tecnocratica. Non c’è da aspettarsi alcuna democratizzazione dell’Unione da parte di sovranità nazionali alle prese con la riduzione dei propri spazi democratici interni.

    Semmai il contrario, secondo la generosa e azzardata ipotesi di Etienne Balibar che auspica un’Europa più democratica di tutti gli stati che la compongono.
    È solo su questa scala che un movimento politico e un concorso di forze che parlino una lingua diversa dal latino maccheronico potrebbero rovesciare la «regola comune» cui i nostri monopolisti politici, nazionali e sovranazionali, vorrebbero piegare le società europee.




    Fonte: il manifesto | Autore: Marco Bascetta
    Non c'è bisogno per forza di una legge elettorale incostituzionale e antidemocratica per garantire la governabilità.

    Perchè in altri paesi europei non ci sono leggi elettorali del cazzo come da noi? Perchè qui abbiamo dei politici disonesti e anche incompetenti.

    Innanzitutto dovremmo scegliere una volta per tutte tra maggioritario e proporzionale. Nel caso scegliamo il maggioritario ci vogliono le coalizioni, perchè in ogni collegio vince un candidato solo, il più votato. Se invece scegliamo il proporzionale LE COALIZIONI NON DOVREBBERO ESISTERE, come avviene ad esempio in Germania, dove i numeri per il governo vengono trovati in Parlamento dopo le elezioni, tra i partiti che ci sono entrati superando la soglia di sbarramento, che in Germania è il 5% per qualsiasi partito.

    Se invece fai un sistema elettorale proporzionale concepito per le coalizioni viene per forza una merda, infatti ce l'abbiamo solo noi.

    Basterebbe prendere l'Italicum, aggiungere le preferenze, fissare una soglia di sbarramento uguale per tutti e alzare la soglia per non far scattare il doppio turno almeno al 40%. Diventerebbe una buona legge nei parametri della costituzione, che garantirebbe governabilità senza problemi.

  7. #27
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    Predefinito Re: Governabilità o democrazia

    Citazione Originariamente Scritto da MarinoBuia Visualizza Messaggio
    governabilità significa solo trasformare la democrazia in oligarchia, dove un'elite di sedicenti illuminati opera per il proprio esclusivo tornaconto al di fuori dei meccanismi della rappresentanza popolare, visti come mero bastone fra le ruote
    1)allora diciamo che la governabilita' andrebbe bene in un Paese esente da corruzione e che agisca per il bene dei cittadini
    peccato che gli ultimi 20 anni hanno dimostrato il contrario
    2) e poi chi mi assicura che, viste le scadenze impellenti del 2015, non si rispolpi il cittadino medio?
    Ultima modifica di adry571; 01-02-14 alle 19:35
    Le guerre sono fatte da persone che si uccidono senza conoscersi, per gli interessi di persone che si conoscono ma non si uccidono.
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  8. #28
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    Predefinito Re: Governabilità o democrazia

    Citazione Originariamente Scritto da SEPTIMUS Visualizza Messaggio
    Non è vero, dipende dai casi.
    Alle oligarchie può anche fare molto più comodo avere un parlamento senza capacità di governo, cosa che avviene quasi sempre con sistemi proporzionalisti.

    L'unica cosa sicura è questa: se gli elettori vanno a votare e chi vince le elezioni non ha la governabilità, sicuramente il parlamento non serve a niente, quindi non c'è democrazia ma qualcosa di simile all'anarchia.
    il proporzionale adatto all'oligarchia??? ...falso sarebbe una contradizione in termini, fammi un esempio (anche se dubito tu ne possa trovare)!!!

    La governabilità ...guarda, se una nazione è divisa in 10 concezioni politiche, morali, ideologiche è bene, se ancora si definisce entità statuale unita, che trovi la quadra con la maggioranza effettiva all'interno di una parte di quelle dieci formazioni. Non c'è altra via.
    Diversamente sarebbe come imporre a sei o sette di quei 10, con il 37% dei voti soltanto, un modello ideologico inacettabile. Immaginiamo, che la DC degli anni passati avesse imposto da sola un modello bigotto e liberista, contro il restante 60% della popolazione, che per un buon altro 40% aspirava o si ispirava al modello marxista.

    Invece, il modello maggioritrio con sbarramento a 8% (singolo) e 12% (coalizioni, di cui 4,5% per i suoi partiti) inserito nell'assenza del finanziamento pubblico dei partiti, è decisamente utile alla omologazione bipartitica, la cui dirigenza potrà essere facilmente diretta con congrui finanziamenti mirati su persone "amiche" ...vedasi i 4 milioni elargiti da persone organiche alla dirigenza del partito di destra, a vantaggio del segretario del partito di sinistra.
    Se non è oligarchia questa, francamente solo il modello fascista, allora!

  9. #29
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    Predefinito Re: Governabilità o democrazia

    proviamo ad immaginare 10 partiti col 10% di voti a testa
    una legge elettorale non può escludere tale eventualità
    la governabilità potrà essere ottenuta solo attraverso un accordo fra almeno 6 di essi ma di sicuro non potrai escluderne nessuno dalla rappresentanza
    sinistri, siete dei luridi da vomito, fatevene una ragione

  10. #30
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    Predefinito Re: Governabilità o democrazia

    Citazione Originariamente Scritto da Hynkel Visualizza Messaggio
    Sì, così al primo mal di pancia il governo salta
    naturale e giustamente salta ...pacta sunt servanda!!!
    Il pigliaculismo italico, non trova altre cure.

 

 
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