La scelta di esasperare la situazione

[Frescobaldi]

All’inizio della legislatura, il centrosinistra guidato dall’onorevole Bersani si è ritenuto il vincitore delle elezioni e in un colpo solo ha preteso per sé la presidenza della Repubblica, la presidenza del Senato, la presidenza della Camera, la presidenza del Consiglio. Pensare che ci sono voluti decenni per costringere la Democrazia Cristiana ad equilibrare la rappresentanza istituzionale ed anche quegli anni sono stati sprecati. L’evoluzione del quadro politico ha dimostrato in breve all’onorevole Bersani che la sua coalizione non aveva vinto un bel niente, ed essendo la presidenza della Camera stata affidata ad un’esponente di Sel, in teoria, la presidenza della Camera è finita involontariamente all’opposizione. In pratica, se il presidente della Camera vorrà esser rieletto, la nuova legge elettorale Renzi-Berlusconi, non offre sufficienti garanzie per i deputati di Sel. Non che questo importi all’onorevole Boldrini, ma tant’è. Il vecchio partito comunista quando ottenne finalmente un accordo per indicare un suo esponente alla presidenza di Montecitorio scelse personalità di grande equilibrio politico, Iotti, lo stesso Napolitano, o di certa esperienza parlamentare, Ingrao. Il Pd invece scelse un presidenza privo di esperienza e proveniente dall’ala radicale della sua coalizione. Il bello di questa scelta è che fu fatta per ingraziarsi i 5 stelle. Un presidente della Camera esperto, appena i deputati 5 stelle si fossero messi a schiamazzare, avrebbe sospeso la seduta e convocati i capigruppo. Quando i grillini sarebbero arrivati ai banchi del governo, l’Aula sarebbe stata già svuotata. E’ vero che non è ammissibile l’assalto dei deputati, ma bisogna saper valutare le situazioni contingenti e accorgersi che a quei banchi del governo non c’era quasi nessuno. I deputati grillini che vi erano arrivati, vi si erano seduti tranquillamente. Se la seduta fosse stata immediatamente sospesa, una volta ai banchi del governo, i grillini avrebbero fatto la figura dei fessi. Invece si è scatenato un parapiglia in cui l’unica violenza fisica testimoniata dalle immagini è la gomitata del questore D’Ambrosio ad una deputata cinque stelle alta la metà di lui. All’indomani di questi incidenti il presidente Boldrini è finita nel mirino del popolo5 stelle ed è stata oggetto di volgarità ignobili. La terza carica dello Stato ha definito a sua volta tal movimento "una minaccia per la democrazia" e propenso alla "dittatura". Tralasciamo "i potenziali stupratori", perché dovremmo spiegare al presidente Boldrini la differenza del concetto di atto da quello di potenza, questione troppo complessa. Facciamo invece attenzione al fatto che il movimento 5 stelle, che pure ha raccolto più voti del Pd, si trova confinato all’opposizione e che grazie alla conduzione delle sedute del presidente Boldrini, non può nemmeno esprimersi in Aula. La reazione avuta è inaccettabile, ma è quella di un partito di maggioranza costretto al rango di minoranza da una legge elettorale costituzionalmente impropria. Possiamo biasimare, ma non confondere i rapporti di forza reali, modificati dal Parlamento. Dal presidente Boldrini ci si attendeva una qualche attenzione alla situazione, difficile, certo, ma che imponeva misura e senso politico. Invece regolamento alla mano è riuscita ad esasperarla nel modo e con gli argomenti peggiori.


Boldrini inadeguata

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