Un’assemblea di 150 persone composta da sindaci e presidenti di Regione, oltre a un gruppo di esponenti della società civile scelti direttamente dal capo dello Stato. Un drappello di rappresentanti delle autonomie locali che affiancheranno la Camera dei Deputati senza sovrapporsi alle sue funzioni legislative. E che per lo svolgimento di questo mandato non percepiranno alcuna indennità. E' questa la proposta di trasformazione del Senato che Matteo Renzi intende presentare oggi alla Direzione nazionale del Pd e che il partito dovrebbe fare propria in aula. Una trasformazione radicale della cosiddetta «camera alta», che fino ad oggi è stata però unicamente un doppione di Montecitorio, con le stesse identiche prerogative e un legame solo indiretto con le regioni (i senatori sono eletti con ripartizione dei seggi su base regionale, ma nulla più).
LE FUNZIONI -«Il Senato deve diventare camera delle autonomie - ha sottolineato il sindaco di Firenze durante il suo intervento ad un convegno di Confindustria dedicato alle città metropolitane -. Immaginiamo un Senato non elettivo, senza indennità, 150 persone, 108 sindaci dei comuni capoluogo, 21 presidenti di regione e 21 esponenti della società civile che vengono temporaneamente cooptati dal Presidente della Repubblica per un mandato». Il nuovo Senato immaginato dalla riforma, ha spiegato Renzi, «non vota il bilancio, non da’ la fiducia ma concorre all’elezione del Presidente della Repubblica e dei rappresentanti europei».
Un’assemblea di 150, tutti senza stipendio Renzi svela il «suo» Senato. Oggi parola al Pd - Corriere.it