La Legge elettorale di Matteo Renzi è Fascista
A mano a mano che nuovi dettagli vengono diffusi sulla proposta di legge elettoraleproposta da Renzi e controfirmata da Berlusconi, emergono particolari e risvolti inquietanti.
Molti di questi sono stati indagati e analizzati da Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista, in un brillante articolo pubblicato nella sezione blog del Fatto Quotidiano.
Ferrero asserisce che la “legge elettorale secondo Renzi” è fascista. Anzi, è peggio del fascismo perché risulta anti-democratica rispetto persino alla Legge Acerbo del 1924, quella con cui il Fascismo riuscì a garantirsi una rappresentanza mastodontica in Parlamento e iniziare il cammino verso la trasformazione delle istituzioni democratiche in dittatura.
Sono molti i rilievi anti-democratici e anti-costituzionali che Ferrero rintraccia nella proposta di legge.
Innanzitutto, il premio di maggioranza, criticato tra le altre cose dalla Corte Costituzionale, c’è ancora. Il fatto che sia stata stabilita una soglia è uno specchietto per le allodole. In primo luogo, è bassa: con il 35% dei voti si conquista il 53% dei seggi. In secondo luogo, se non scatta al primo turno, scatta al ballottaggio. Dunque è come se non ci fosse perché, nei fatti, anche una coalizione che al primo turno ha conquistato il 20% dei voti può avere la maggioranza.
In secondo luogo, non ci sono le preferenze. I cittadini, ancora una volta, non avranno la possibilità di scegliersi i propri rappresentanti. Anche questo in barba a ciò che la Corte ha sentenziato.
Poi, ci sono i punti di vicinanza alla Legge Acerbo e quei punti che, addirittura, fanno della legge elettoralerenziana un legga addirittura peggiore di quella del 1924. Innanzitutto, la questione della governabilità: il premio di maggioranza nella normativa dei fasciati scattava al 25% dei voti, in quella di Renzi scatta al 35%, ma è anche vero che la seconda – come anticipato sopra – garantisce un premio di maggioranza anche a chi non ha raggiunto alcuna soglia, a patto che vinca il ballottaggio.
Infine, ed è forse questo l’aspetto più agghiacciante: la Legge Acerbo – incredibile ma vero – preservava come minimo l’esistenza delle minoranze; la legge di Renzi le annienta definitivamente.
Il testo del 1924, infatti, prevedeva lo spartimento del 33% dei seggi in modo proporzionale tra i perdenti, senza soglia di sbarramento alcuna. Il testo attualmente in discussione del Parlamento prevede soglie di sbarramento altissime: il 5% per i partiti coalizzati, l’8 per i partiti non coalizzati, il 13% per le coalizioni. Nel 2013, con questo sistema, sarebbero entrati in Parlamento solo il Pd, il Pdl e il M5s. Nel 1924 ne entrarono più di dodici, e c’era il fascismo.
- di Giuseppe Briganti
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