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  1. #11
    nafplio,golfo di nauplia
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    Predefinito Re: Foibe, un genocidio scientifico

    Citazione Originariamente Scritto da MarinoBuia Visualizza Messaggio
    non certo una vendetta come certa propaganda vorrebbe far credere, ma vera e propria pulizia etnica di territori da assoggettare e popolati da individui potenzialmente ostili o ritenuti semplicemente refrattari al nuovo ordine
    entrambe le cose;vendetta per tutta la violenza bestiale e il terrore che il fascismo ha portato in iugoslavia (da ricordare sempre che la bestia pavelic , fu sempre sostenuta e appoggiata in modo determinante da mussolini) e anche volontà di spazzare via una volta per tutte le rivendicazioni italiane sulla iugoslavia ; e la colpa di tutti questi avvenimenti e violenze comunque,è sempre di mussolini e dei fascisti e delle loro balorde idee e rivendicazioni;
    senza mussolini e senza ifascisti ,no ci sarebbe stato pavelic, non ci sarebbero stati gli ustascia, non ci sarebbero stare le foibe
    i fanatici nazionalisti sono da sempre un danno infinito per l'umanità al pari dei fanatici religiosi; sono coloro che hanno causato le due disastrose e devastanti guerre mondiali e la maggior parte di tutte le guerre;

  2. #12
    nafplio,golfo di nauplia
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    Predefinito Re: Foibe, un genocidio scientifico

    Citazione Originariamente Scritto da MarinoBuia Visualizza Messaggio
    le persone che hanno vissuto l'esproprio e l'esilio forzato sanno perfettamente cosa è accaduto, quelle eliminate non possono raccontare
    certo ,spero che sappiano anche che senza l'invasione di mussolini e dei suoi fascisti ,senza pavelic, quasi certamente non ci sarebbero state le foibe,le pulizie etniche ,la cacciata degli italiani da istria e dalmazia
    i fanatici nazionalisti sono da sempre un danno infinito per l'umanità al pari dei fanatici religiosi; sono coloro che hanno causato le due disastrose e devastanti guerre mondiali e la maggior parte di tutte le guerre;

  3. #13
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    Predefinito Re: Foibe, un genocidio scientifico

    Citazione Originariamente Scritto da Perseo Visualizza Messaggio
    Scientifico e ancora con commozione ricordato dal comunismo genocida come una delle sue migliori operazioni.
    il comunismo è solo la copertura ideologica ad una rapina delinquenziale che ha dei precedenti solo nelle invasioni barbariche
    sinistri, siete dei luridi da vomito, fatevene una ragione

  4. #14
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    Predefinito Re: Foibe, un genocidio scientifico

    Vendetta solo vendetta.

    Ecco le Auschwitz italiane di cui non sappiamo nulla


    I campi di internamento allestiti dagli italiani per i civili rastrellati nei territori jugoslavi annessi nel 1941 (provincia di Lubiana e di Dalmazia) e per gli “allogeni” cioè sloveni e croati della Venezia Giulia, erano in totale 28. Dei quali 14 in Italia, tra Friuli, Umbria, Veneto, Toscana, Liguria e Sardegna, dove gli internati morivano di fame e freddo. A parte il lavoro di pochi storici, su questi lager è calata un’impenetrabile cortina di silenzio.



    Alessandro Marzo Magno

    ARTICOLO DI
    Alessandro Marzo Magno









    Non solo Arbe. Quello dell'isola dalmata che oggi si chiama Rab, aperto esattamente settant'anni fa, nel luglio 1942, è stato il più terribile e mortale fra i campi di internamento “per slavi” messi in piedi dall'Italia (soprattutto dal Regio esercito) durante l'occupazione della Jugoslavia. Ma certo non era l'unico. Già il termine “per slavi” la dice lunga. Il fatto che sia un concetto sbagliato (slavi infatti sono tutti i popoli che parlano lingue slave, dai russi ai bulgari) probabilmente non occupava le menti di chi ha concepito quei lager. È invece molto probabile che fossero ben consci dell'accezione negativa e velatamente razzista che la parola ha assunto – allora come oggi – in seguito all'uso e all'abuso fattone dai nazionalisti italiani (e che in precedenza invece non aveva, basti pensare alla veneziana riva degli Schiavoni, uno dei luoghi più prestigiosi della città).
    I campi di internamento allestiti per ricevere i civili rastrellati dalle territorio jugoslavi annessi nel 1941 (provincia di Lubiana e di Dalmazia) e “allogeni” (sloveni e croati della Venezia Giulia, divenuti cittadini italiani dopo la Prima guerra mondiale) erano in totale 28: 14 in Italia e altrettanti nel territorio annesso. L'elenco è ricavato dal libro di Carlo Spartaco Capogreco, I campi del duce (Einaudi). Il Friuli-Venezia Giulia ospitava sei campi: Cighino, Gonars, Visco, Fossalon, Poggio Terzarmata (Zdravščine) e Piedimonte (Podgora); tre l'Umbria: Colfiorito, Pietrafitta e Ruscio; due il Veneto: Monigo e Chiesanuova; uno ciascuno la Toscana, la Liguria e la Sardegna: Renicci, Cairo Montenotte e Fertilia. I campi nei territori annessi si trovavano tutti nell'attuale Croazia, con l'eccezione di quello sull'isola di Mamula, oggi in Montenegro.
    Oltre al già citato campo di Arbe (Rab), ce n'erano a Buccari (Bakar), Portoré (Kraljevica), Fiume (Rijeka), Melada (Molat), Zlarino (Zlarin), Scoglio Calogero (Ošljak), Morter (Murter), Zaravecchia (Biograd), Vodizza (Vodice), Divulje, Prevlaka e (Uljan). Ques'ultimo è stato aperto nell'agosto 1943 e ha ospitato 300 persone solo per pochi giorni, fino all'armistizio dell'8 settembre 1943, quando tutti gli internati sono stati liberati (ma non tutti i lager hanno cessato di funzionare). I primi campi erano stati aperti tra l'inverno e la primavera 1942, per deportarvi la popolazione civile delle zone dov'era maggiore l'attività partigiana.
    Le condizioni di vita variavano da campo a campo e da periodo a periodo, potevano andare dal sopportabile al disumano. Il numero maggiore di vittime si è registrato ad Arbe (1435 vittime accertate su 10mila internati); dieci volte minore è la mortalità di Renicci (in provincia di Arezzo), con 159 deceduti su un numero di internati più meno uguale; mentre a Gonars (Udine) si contano 453 morti su 7mila internati. Abbiamo una documentazione abbastanza completa solo per i campi più grandi (Arbe, Gonars, Monigo, Chiesanuova, Renicci e Visco) mentre su altri sappiamo piuttosto poco. La maggior parte dei campi era gestita dal Regio esercito, alcuni ricadevano sotto la giurisdizione del ministero dell'Interno e in questi secondi le condizioni di vita erano generalmente migliori.
    Diciamolo subito: non c'era un disegno esplicito né di torture o maltrattamenti fisici, né tantomeno di sterminio (certo, è vero che affamare i reclusi equivale a una tortura). I regolamenti non prevedevano punizioni corporali, ma in alcuni campi venivano praticate: a Gonars era stato issato un palo dove legare i puniti. Si sono registrate alcune uccisione arbitrarie (sempre a Gonars Rudolf Kovač fu ucciso dalla fucilata di una sentinella senza apparenti motivi, a Renicci l'anarchico Umberto Tommasini venne ammazzato a colpi di pistola da un ufficiale per aver intonato l'Internazionale dopo la caduta di Mussolini). Non c'erano lavori forzati, solo qualche internato era occupato in attività d'ufficio e infermieristiche. Tuttavia erano stati costituiti tre campi di lavoro, uno per “ex jugoslavi” e uno per “allogeni” dove le condizioni di vista erano generalmente migliori che nei campi d'internamento.
    Gli internati, invece, morivano di fame, di malattie e di freddo. «Caratteristiche pressoché costanti in questi campi furono la fame e la denutrizione generalizzate che determinarono l'alto tasso di mortalità», scrive Capogreco. Le razioni erano volutamente insufficienti e gli internati venivano alloggiati in tende senza tavolacci e quindi costretti a dormire sulla nuda terra, il che innalzava in modo consistente l'incidenza di malattie, soprattutto tra gli anziani. Arbe, Melada e Zlarin erano collocati in riva al mare, il primo addirittura su un terreno paludoso.
    In Italia furono allestiti anche altri tipi di campi – per prigionieri di guerra o per internati politici o quant'altro – ma Capogreco sottolinea che le tendopoli adriatiche dei campi “per slavi” sono lontane «anni luce» dalle strutture per internati gestite dal ministero dell'Interno. Il modello era piuttosto costituito dai campi di prigionia in Libia. I reclusi vestivano e calzavano indumenti propri e, poiché l'arresto li aveva colti di sorpresa, buona parte di loro non disponeva d'altro che degli abiti indossati al momento del fermo. Solo ad alcuni più bisognosi, a inverno inoltrato, vennero forniti indumenti e scarpe di tipo militare. Si potevano ricevere pacchi, ma i disservizi e l'ostruzionismo rendevano la possibilità solo teorica: quando i pacchi arrivavano, e se arrivavano, il cibo era ormai immangiabile per la lunga giacenza nei magazzini. Da registrare un'eccezione: il servizio pacchi nella Dalmazia meridionale, organizzato dal 120° fanteria della Divisione Emilia che consegnò oltre 10mila pacchi nei due campi di Mamula e Prevlaka.
    Il racconto di un ex internato di Renicci ricostruiva le precarie condizioni di vita nelle tende: «La terra era molto umida e così abbiamo cercato delle frasche da sistemare sul fondo, per poi poggiarvi le coperte. Ma i guardiani non ce l'hanno permesso e chi veniva sorpreso a spezzare rami dalle querce passava dei guai molto seri con loro. Così, la maggior parte di noi ha dovuto mettere direttamente sul fango le proprie coperte e, in poco tempo, si è così ammalata. Io ho vissuto sotto una tenda sino alla primavera del '43: in ogni tenda stavamo quindici o venti persone, ma poi hanno allestito anche tendoni per sessanta internati».
    La fame era accentuata dall'antica, e non interrotta, tradizione italica di fare la cresta sulle provviste. Ivan Branko, evaso da Gonars il 30 agosto 1942, riferiva che le razioni erano forse sufficienti per sopravvivere, ma «prima di arrivare agli internati, finivano per ridursi a un quarto, poiché dovunque veniva rubato, al comando e poi lungo le tappe intermedie della gerarchia del potere».

    Parecchi morti nei vari campi erano internati trasferiti da quello di Arbe quando ormai si trovavano in condizioni disperate. È il caso dei 232 reclusi deceduti della caserma “Cadorin”, di Monigo (Treviso). «I medici dell'ospedale di Treviso, dove venivano ricoverati gli internati quando erano ormai allo stremo, restavano esterrefatti davanti al quadro clinico di completa denutrizione», sottolinea Capogreco. Il professor Menenio Bortolozzi, al tempo primario anatomo-patologo, osservava: «Dal campo li mandavano al nosocomio quando ormai era troppo tardi: si è riusciti a salvarne pochi, sono morti anche bambini di un anno, di pochi mesi, vecchi ottantenni, persino uno di 92 anni. Morti di fame».
    E Mario Cordaro, ex ufficiale medico a Gonars, riferiva: «Il nostro lavoro era divenuto bestiale, ma purtroppo non potevamo fare altro che constatare la nostra impotenza. Il cimitero di Gonars non poteva più contenere i morti che si contavano a varie decine ogni giorno e così fu in fretta costruito un nuovo cimitero». Camillo Croce, medico a Melada, ancora nel 2001 testimoniava: «Quando le condizioni di salute erano molto gravi, proponevo il ricovero all'ospedale San Demetrio di Zara, al quale facevamo capo per le varie emergenze».
    Le condizioni di vita furono un po' alleviate dall'intervento ecclesiastico. Il vescovo di Lubiana e quello di Veglia (sloveni e croati sono cattolici) andarono personalmente da Pio XII che fece pressioni sul governo italiano. Nella sua risposta il generale Mario Roatta, comandante militare dei Balcani, non negava la mortalità, ma cercava di farla apparire casuale. Comunque l'intervento vaticano ottenne il trasferimento dei bambini e di gran parte delle donne da Arbe a Gonars. Dal febbraio 1943 operò a Cairo Montenotte (Savona) un campo riservato alla minoranza slovena e croata della Venezia Giulia. Per fortuna fu un campo a bassa mortalità, ma la situazione non era di certo facile.
    Il vescovo di Trieste e Capodistria, Antonio Santin, andò a visitare quelli che erano in buona parte abitanti della sua diocesi. Si scontrò con un generale che li considerava tutti delinquenti. «Pregai il generale di segnalare in alto la scarsità di cibo: avevo visto coi miei occhi e appreso dal colonnello quanto ricevono. Hanno fame», scrisse il vescovo.
    Su tutto questo, nel dopoguerra, è scesa un'impenetrabile cortina di silenzio. Solo il caparbio lavoro di pochi storici e ricercatori ha permesso di conoscere almeno in parte le atrocità di cui si sono macchiati gli italiani nei Balcani.

    Ecco le Auschwitz italiane di cui non sappiamo nulla | Linkiesta





    gonars_2_0.jpg




    gonars_monumento.jpg




    gonars_internati_appena_arrivati_0.jpg




    renicci.jpg




    renicci_prigionieri_sloveni_in_marcia_1.jpg







    Ultima modifica di seven77; 09-02-14 alle 16:24

  5. #15
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    Predefinito Re: Foibe, un genocidio scientifico

    Citazione Originariamente Scritto da nafplio Visualizza Messaggio
    entrambe le cose;vendetta per tutta la violenza bestiale e il terrore che il fascismo ha portato in iugoslavia (da ricordare sempre che la bestia pavelic , fu sempre sostenuta e appoggiata in modo determinante da mussolini) e anche volontà di spazzare via una volta per tutte le rivendicazioni italiane sulla iugoslavia ; e la colpa di tutti questi avvenimenti e violenze comunque,è sempre di mussolini e dei fascisti e delle loro balorde idee e rivendicazioni;
    senza mussolini e senza ifascisti ,no ci sarebbe stato pavelic, non ci sarebbero stati gli ustascia, non ci sarebbero stare le foibe
    noto che di etnie slave sai poco o nulla e neanche la recente guerra dei balcani t'ha insegnato qualcosa
    visto che citi gli ustascia, erano proprio loro che rivendicavano la dalmazia
    e mussolini appoggiava i cetnici serbi, che tra l'altro combattevano i tedeschi ma erano anti-comunisti, in funzione anti-ustascia
    giusto per dare un'idea del bordello jugoslavo...
    Ultima modifica di MarinoBuia; 09-02-14 alle 16:35
    sinistri, siete dei luridi da vomito, fatevene una ragione

  6. #16
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    Predefinito Re: Foibe, un genocidio scientifico

    Citazione Originariamente Scritto da MarinoBuia Visualizza Messaggio
    noto che di etnie slave sai poco o nulla e neanche la recente guerra dei balcani t'ha insegnato qualcosa
    ne so abbastanza ,ho letto vari libri ;e soprattuto so bene chi era pavelic,e cioè il più feroce criminale assassino del secolo scorso , cosa fece e da chi fu sempre sostenuto e appoggiato

    detto questo ripeto , senza l'invasione barbara dell'italia in iugoslavia,quasi sicuramente non ci sarebbero state foibe,pulizie etniche e tutto il resto ai danni degli iugoslavi italiani ;
    i fanatici nazionalisti sono da sempre un danno infinito per l'umanità al pari dei fanatici religiosi; sono coloro che hanno causato le due disastrose e devastanti guerre mondiali e la maggior parte di tutte le guerre;

  7. #17
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    Predefinito Re: Foibe, un genocidio scientifico

    Citazione Originariamente Scritto da nafplio Visualizza Messaggio
    ne so abbastanza ,ho letto vari libri ;e soprattuto so bene chi era pavelic,e cioè il più feroce criminale assassino del secolo scorso , cosa fece e da chi fu sempre sostenuto e appoggiato

    detto questo ripeto , senza l'invasione barbara dell'italia in iugoslavia,quasi sicuramente non ci sarebbero state foibe,pulizie etniche e tutto il resto ai danni degli iugoslavi italiani ;
    ti sto solo dicendo che la jugoslavia come nazione non è mai esistita, abbiamo visto per qualche anno uno stato jugoslavo, finito come doveva finire
    un crogiolo di nazionalismi esasperati con le più disparate rivendicazioni territoriali, da espandere con le buone o con le cattive, con gli alleati più disparati ma con un unico fine, l'assoggettamento dei territori conquistati
    le foibe nascono così...
    sinistri, siete dei luridi da vomito, fatevene una ragione

  8. #18
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    Predefinito Re: Foibe, un genocidio scientifico

    Citazione Originariamente Scritto da MarinoBuia Visualizza Messaggio
    noto che di etnie slave sai poco o nulla e neanche la recente guerra dei balcani t'ha insegnato qualcosa
    visto che citi gli ustascia, erano proprio loro che rivendicavano la dalmazia
    e mussolini appoggiava i cetnici serbi, che tra l'altro combattevano i tedeschi ma erano anti-comunisti, in funzione anti-ustascia
    giusto per dare un'idea del bordello jugoslavo...
    ehm , forse è il caso che si vada a leggere la storia di pavelic e degli ustascia;
    le ricordo solo che pavelic fuggì dalla iugoslavia prima della guerra e guarda caso,fu proprio mussolini a dargli amorevole ospitalità già nel 1930 circa e a fornirgli tutto il necessario per costituire il suo esercito ustascia già in italia
    poi, come se non bastasse ,pure la chiesa ITALIANA, ci mise del suo per sostenere la belva pavelic
    Ultima modifica di nafplio; 09-02-14 alle 16:53
    i fanatici nazionalisti sono da sempre un danno infinito per l'umanità al pari dei fanatici religiosi; sono coloro che hanno causato le due disastrose e devastanti guerre mondiali e la maggior parte di tutte le guerre;

  9. #19
    nafplio,golfo di nauplia
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    Predefinito Re: Foibe, un genocidio scientifico

    Citazione Originariamente Scritto da MarinoBuia Visualizza Messaggio
    ti sto solo dicendo che la jugoslavia come nazione non è mai esistita, abbiamo visto per qualche anno uno stato jugoslavo, finito come doveva finire
    un crogiolo di nazionalismi esasperati con le più disparate rivendicazioni territoriali, da espandere con le buone o con le cattive, con gli alleati più disparati ma con un unico fine, l'assoggettamento dei territori conquistati
    le foibe nascono così.
    ..
    stiamo parlando delle foibe e la vicenda delle foibe, è relativa ad una ben precisa rivendicazione territoriale ,quella degli italiani fascisti di mussolini su parte della iugoslavia e da qui inizia tale vicenda con le sue conseguenze
    Ultima modifica di nafplio; 09-02-14 alle 16:53
    i fanatici nazionalisti sono da sempre un danno infinito per l'umanità al pari dei fanatici religiosi; sono coloro che hanno causato le due disastrose e devastanti guerre mondiali e la maggior parte di tutte le guerre;

  10. #20
    a***ide
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    Predefinito Re: Foibe, un genocidio scientifico

    + foibe per tutti
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