Video hard di 15enne finisce su internet - Cronaca - La Provincia Pavese

PAVIA. Un filmato hard registrato con un cellulare tra le pareti di casa. Ma che in poco tempo finisce sui telefonini di altri giovani e poi su internet. Il video mostra quadri alle pareti, un divano e un volto acqua e sapone. La ragazzina, immortalata nella sua intimità, ha appena 15 anni e frequenta l’istituto professionale Cossa. Sulla vicenda è intervenuta anche la preside della scuola, Alba Tagliani, che ha inviato una segnalazione alla polizia postale. Perché la ragazzina è minorenne e diffondere un video in rete con un contenuto hard che la vede protagonista è un reato. «Soprattutto abbiamo cercato di parlare con la ragazza, che è stata anche seguita da uno psicologo – spiega la dirigente scolastica –. Il vero problema è la spettacolarizzazione di queste vicende. I ragazzi non si rendono conto delle conseguenze che può avere condividere un filmato con altre persone, ma quando si cerca di comprendere le ragioni che spingono i giovani a queste azioni la faccenda si complica. Le scuole non possono fare molto, a volte non sappiamo neppure da dove iniziare. Ma facciamo il possibile e anche in questo caso siamo subito intervenuti».
Intanto il video, che si trova anche su un sito pornografico, dove è stato pubblicato alla fine di gennaio, sta facendo il giro dei cellulari dei ragazzi. Giovani che frequentano anche altre scuole e che confermano come l’episodio non sia isolato. «Lo hanno girato anche a me – dice una ragazza – ma l’ho subito cancellato. Comunque ormai attraverso i social network arriva di tutto». E uno studente aggiunge: «Credo che il 90 per cento dei ragazzi abbia video e filmati sul proprio telefonino, non sempre leciti. Come si diffondono? Basta poco. E’ sufficiente che qualcuno entri in possesso del video e lo passi a un altro. In poche ore ce l’hanno quasi tutti». E proprio al Taramelli, all’inizio dell’anno scolastico, un’altra vicenda aveva fatto discutere. Il video hard di una ragazza di 16 anni, passato al fidanzatino dell’epoca, aveva fatto il giro della scuola. Un trauma per la studentessa coinvolta, che ora è seguita da uno psicologo. «Non conosco la vicenda – spiega il preside della scuola, Dario Codegoni –, ma posso dire che come scuola stiamo prestando attenzione al problema. Gli studenti devono rendersi conto del potere delle nuove tecnologie e capire che le conseguenze di ogni foto o filmato condivisi possono essere molto gravi. Il più delle volte, comunque, si tratta di episodi che non avvengono a scuola. Ma la scuola ha un ruolo importante, e per questo qualche mese fa abbiamo organizzato delle lezioni con esperti per l’uso responsabile di internet. C’era uno psicologo e un operatore della polizia postale, che hanno dato informazioni agli studenti per renderli più consapevoli degli strumenti che hanno in mano».
Il caso della giovane del Cossa segue inoltre di pochi giorni quello del video di una ragazzina che picchia una coetanea nel piazzale della stazione dei pullman di viale Tieste. Il filmato riprende la violenza delle botte, ma anche l’indifferenza delle altre persone che sono attorno alle giovani e che – con un’unica eccezione – non intervengono. In un caso addirittura c’è qualcuno che incita alla violenza. Nel frattempo, qualcuno riprende la scena con un cellulare. E in poco tempo il video finisce in rete. Dopo la segnalazione alla polizia postale, il video è stato rimosso dal sito dove era stato postato, ma continua a circolare attraverso facebook. Ieri l’episodio di Pavia ha fatto di nuovo discutere, dopo che a Bollate è successa la stessa cosa: una ragazzina di 15 che picchia un’altra giovane della sua età, “colpevole” di averle rubato il fidanzato, e altri giovani che filmano la scena. Il video finisce su facebook e i carabinieri cominciano a indagare. Casi estremi e isolati? «In realtà forse ce ne sono più di quelli che si vengono a sapere – dice uno studente –. Solo che a volte restano solo nel giro di amici, altre volte vengono fuori e si diffondono. Se anch’io ho qualche video sul mio telefono in questo momento? Sì, più o meno come ce li hanno altri ragazzi».