Povero Cicerone, è un classico caso di insulto "boomerang".
Dall'alto della sua prosopopea nella Seconda Verrina insulta quelli che illustrano ai forestieri le bellezze di Roma, chiamandoli ciarlatani ("ii qui hospites ad ea quae visenda sunt solent ducere et unum quidque ostendere, — quos illi mystagogos vocant"); e oggi ne è l'eponimo.