Tanto tempo fa in una radura bagnata da 3 grandi laghi e con molti fiumi, gente venuta da lontano iniziò a costruire una casa, pian piano tra di loro emerse una famiglia che abitava uno dei locali della Casa, Roma, e fece grande e potente tutta la Casa Italia che partì per la guerra, conquistò tante altre case e formò un impero immobiliare grandissimo. E' vero che i guadagni di questo vasto impero formato da tante case erano per poche famiglie, la gran parte degli inquilini erano rimasti servi ma i sacerdoti dicevano loro che prima gli dei e poi Dio voleva questo, date a Cesare (il capo dell'impero immobiliare) quel che è di Cesare e date a Dio quel che è di dio, aveva detto qualcuno. Poi passarono gli anni, passarono i secoli, l'impero immobiliare venne distrutto e la stessa Casa Italia diventò proprietà di gente venuta da fuori e nel corso dei secoli la Casa cambiò spesso proprietario. Ma i servi rimasero sempre servi, però avevano la consolazione di un certo dio che li avrebbe premiati, un dì, in una Casa Celeste. La Casa venne poi divisa tra vari padroncini locali finchè un certo tempo uno di questi padronici, che si chiamava il Re di Sardegna, diventò il capo di tutta la casa. E i servi? Erano sempre servi. Un bel giorno, una della famiglie che abitavano la casa, si chiamavano Fascisti, si impadronirono della casa e ne divennero i padroni. Sognavano di fare come gli antichi romani e gettarono la Casa in una guerra sanguinosa e devastante alla fine della quale la Casa venne occupata da nuovi padroni venuti da oltre il grande Lago. Questi nuovi padroni, però, dicevano di essere buoni e bravi e permisero ai servi di avere uno strumento chiamato democrazia, che avrebbe consentito finalmente ai servi di essere padroni della propria casa. I nuovi padroni, chiamati americani, consentirono ai servi di eleggere i loro capi, i capo Casa e i servi gioirono, finalmente dopo 10.000 anni erano padroni della propria casa. Questo andò avanti per qualche decennio, si è vero il padrone vero erano questi stranieri che abitavano oltre il Grande Lago, ma i servi erano contenti, ogni 5 anni eleggevano il Capo Casa e questi, in effetti, consentirono, anche con l'aiuto del padrone, ai servi di avere finalmente una vita decente. Però, purtroppo, questi Capo casa erano anche un po' corrotti e per avere i voti dei servi ed essere eletti promettevano grandi cose e non avendo soldi a sufficienza per darli ai servi che li avevano eletti, cominciarono a fare una cosa che veniva chiamata debito pubblico, cioè andavano in un luogo chiamato Mercati e in cambio di un pezzettino del valore della casa, chiamati Titoli del debito Pubblico, si facevano prestare dei soldi che poi si tenevano per loro e per le loro famiglie e davano qualcosina anche ai servi in cambio del voto. La situazione però divenne ben presto insostenibile, le mutate condizioni geopolitiche (non so come le chiamassero loro, il temine non ci è giunto) convinsero il padrone oltre il Grande Lago che i Capo Casa corrotti non andavano più bene. Per i servi? No per loro. E alloro sostituirono i Capo Casa e sostituendoli con dei nuovi capi, chiamati maggiordomi, che avrebbeero governato la casa secondo le loro direttive, dicendo però ai servi che lo avevano fatto per il loro bene e che i servi avrebbero continuato ad eleggere questi maggiordomi. Nel frattempo la situazione della Casa Italia divenne sempre più difficile, il padrone di Oltre il Grande Lago aveva altri problemi (anche questi noi chiamiamo geopolitici) per cui i maggiordomi della Casa Italia furono costretti a cercare aiuto presso i vicini e, soprattutto, presso coloro che detenevano quei tanti pezzettini del valore della casa che, ricordate, si chiamava Debito pubblico. Naturalmente i maggiordomi non dissero nulla ai servi, non dissero che la loro casa non era più di proprietà dei servi, ma continuarono a fare grandi discorsi in occasione delle feste più importanti della Casa e a fare felici i servi dicendo loro che loro, i servi, erano sempre i padroni della Casa. Ed invece i padroni della casa erano altri, erano quelli che avevano dato tanti soldi alla Casa e volevano che maggiordomi e servi obbedissero senza tante storie ai loro ordini. Vennero tanti maggiordomi che continuarono ad ingannare i servi non dicendo mai la verità, uno in particolare si ricorda ancora, era un certo Silvio e veniva da una stanza chiamata Arcore, era ricco, aveva tante ammiratrici tra le serve ed ingannò per tanto tempo gli abitanti della Casa. Ma ad un certo punto i veri padroni della Casa gli chiesero il conto e il povero Silvio se ne dovette andare tra i lazzi e gli insulti dei servi. I padroni della Casa volevano una cosa che loro chiamavano stabilità, volevano che i loro soldi fossero al sicuro ed installarono nei servi l'idea che loro, i servi, fossero i responsabili del decadimento della Casa. Occorreva fare dei lavori per ristrutturare la casa, sennò al primo terremoto o al primo uragano tutto sarebbe crollato e i servi non avrebbero avuto più dove abitare. E allora i servi, convinti dai loro maggiordomi iniziarono a fare sacrifici, perché così volevano i padroni della casa, persero tanti privilegi che per qualche decennio avevano avuto ma la loro fiducia nei maggiordomi non venne mai meno. I servi non sapevano, perché era un segreto ben nascosto, un vero tesoro tenuto ben chiuso nelle più segrete stanze, chi fosse a comandarli, loro in fondo erano felici dei loro maggiordomi che loro eleggevano o indicavano in uno strano tipo di elezioni che chiamavano primarie e in cui pagavano anche per indicare il maggiordomo. Gente strana questi servi, ma tantè. Ora pare che sia arrivato un nuovo maggiordomo, è giovane, è bello (insomma a qualcuna piace), parla bene e ne parlano bene tutti nella casa, anche i padroni veri sembrano soddisfatti. Che dire? La favola finisce qui e tutti vissero felici e contenti.