"Solo nella comunità diventa dunque possibile la libertà personale" Marx-Engels
Rossobruni maior e rossobruni minor. Perché, perché sì e perché no
Piero Pagliani
1. Per capire che cos’è il cosiddetto “rossobrunismo” attuale occorre innanzitutto mettere a fuoco l’approdo ideologico e politico della sinistra storica in Occidente.
Questo approdo è stato sintetizzato dall’economista statunitense Michael Hudson in una semplice domanda che si trova ad un punto di snodo del suo libro “Super Imperialism -The Origin and Fundamentals of U.S. World Dominance”. La domanda è così formulata: «Quale altro compito hanno oggi i partiti di sinistra se non quello di tradire i propri patti costitutivi?».
E’ una domanda molto pertinente.
Diverse volte ho dovuto sottolineato un fatto che spesso sfugge: i partiti storici della sinistra europea hanno assunto, a volte in modo quasi estatico come in Italia, un’ideologia politico-economica che nata negli anni Cinquanta a Chicago fu per la prima volta sperimentata in corpore vili in Cile su richiesta del dittatore Pinochet e sotto la protezione delle sue armi fasciste. Si tratta del neoliberismo-monetarismo.
Basta questo dato di fatto storico per comprendere che siamo di fronte a una potente forma di commistione tra destra e sinistra che possiamo battezzare “rossobrunismo maior”, Essendo maior, è la forma più pericolosa e invasiva di rossobrunismo.
Poi vediamo pure quelle minori, quelle classiche, quelle che si rifanno al rossobrunismo storico, ma se prima non si capisce che è la forma maggiore che ha creato il contesto in cui allignano le altre non si riesce ad andare avanti.
Segue: Rossobruni maior e rossobruni minor. Perché, perché sì e perché no - Comunismo e Comunità