Roberto Cota non ci sta. Dopo che i due gradi di giustizia amministrativa (Tar e Consiglio di Stato) hanno accertato l’irregolarità delle elezioni regionali del 2010, il governatore del Piemonte si gioca l’ultima carta: presenterà ricorso alla Corte di Cassazione.*Si apre un nuova partita, insomma, basata sulla convinzione, espressa ripetutamente da Cota stesso, di essere vittima di un’ingiustizia macroscopica, di un furto in piena regola.
Formale ricorso non è ancora stato presentato, ma pare che la decisione sia ormai stata concordata dal Presidente, i legali e i partiti del centrodestra facenti parte della maggioranza in regione.*La mossa del governatore, in ogni caso, è borderline, dato che non sospende l’esecutività della sentenza del Consiglio di Stato: ciò significa che l’iter elettorale oramai avviato va avanti e elezioni restano fissate per il 25 maggio prossimo, assieme alle europee. A meno che non arrivi la decisione della Suprema Corte a ribaltare tutto.
“Abbiamo letto le motivazioni della sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato l’annullamento delle elezioni regionali del 2010 – dichiara Cota -. Siamo rimasti fortemente perplessi per le possibili violazioni di legge riscontrate, in particolare per quelle relative all’eccesso di potere giurisdizionale, censurabili dalla Cassazione”. “Pertanto ci riteniamo obbligati – conclude – a sottoporre la questione alla Corte di Cassazione”.
Saputo del ricorso in Cassazione, il neo segretario regionale del Pd, Davide Gariglio ha commentato così: “Roberto Cota si affida all’ennesimo ricorso per scongiurare quello che cittadini, forze sociali ed economiche attendono da tempo: tornare al voto per dare finalmente un governo al Piemonte. L’interesse del Piemonte è tornare al voto – dice ancora Gariglio -, non prolungare l’agonia di un malato terminale, ormai siamo oltre l’accanimento terapeutico. Si stacchi la spina, ci si rassegni e si vada serenamente verso le elezioni di maggio questo deve fare Cota, attuare quanto deciso dal Tar e confermato dal Consiglio di Stato”.
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Scritto da: Alessandro Genovesi
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