Duecento prigionieri liberati tra Ucraina e Donbass
Nuova ondata di liberazioni dopo due anni di stallo - Il gruppo di lavoro che ha coordinato lo scambio è guidato dall’ambasciatore di Svizzera Toni Frisch - LE FOTO
La Svizzera si rallegra nel constatare che dopo due anni dall’ultima ondata di liberazione di detenuti, scambiati tra Kiev e le regioni dell’est dell’Ucraina, nel Donbass, che non sono sotto il controllo del governo, una nuova liberazione di detenuti è avvenuta oggi, 29 dicembre 2019. Il Dipartimento federale degli affari esteri, in una nota, esprime inoltre la sua soddisfazione per aver potuto contribuire a questo evento.
I 200 detenuti erano prigionieri, da un lato nelle zone controllate dal governo ucraino e dall’atro nelle zone che sfuggono al controllo di quest’ultimo. Le parti si sono inoltre impegnate a mettere fine al più presto alle procedure giudiziarie e penali in corso nei confronti di alcune di queste persone. Alcune di loro erano detenute fin dall’inizio del conflitto, iniziato nell’est dell’Ucraina nel 2014.
Lo scambio è stato preceduto da intensi negoziati in seno al gruppo di lavoro incaricato delle questioni umanitarie del Gruppo di contatto trilaterale. Questo riunisce rappresentati dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione europea (OSCE), della Federazione di Russia e dell’Ucraina.
Condotto dal suo coordinatore, l’ambasciatore di Svizzera Toni Frisch, il gruppo di lavoro incaricato delle questioni umanitarie si riunisce ogni due settimane a Minsk. Oltre alla liberazione dei detenuti legati al conflitto, i negoziati mirano a risolvere altri problemi umanitari.tra i principali temi abbordati vi è la ricerca e l’identificazione delle persone scomparse e il miglioramento delle condizioni di attraversamento della linea di contatto per i civili.
L’ultima ondata di liberazioni negoziata era avvenuta nel quadro dell’OSCE il 27 dicembre 2017, quando più di 300 persone furono liberate. Inotlre, l’Ucraina e la Federazione russa hanno scambiato 70 prigionieri il 7 settembre scorso, indipendentemente dai negoziati di Minsk.
In giugno 2019, le parti avevano già concordato misure umanitarie importanti quali lo sgombero militare di certe zone geograficamente limitate e la riparazione del ponte di Stanytsia Louhansk, che attraversa la linea di contatto. Le circa 10mila persone che transitano quotidianamente dalla linea di contatto in questo punto si trovano così fortemente avvantaggiate.
Il confronto armato in corso da oltre cinque anni nell’est dell’Ucraina ha fatto finora oltre 13 mila morti secondo l’ONU, si legge nel comunicato. La Svizzera è impegnata in seno all’OSCE nella ricerca di una soluzione pacifica al conflitto.