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    Predefinito Preti pedofili. SEL: "Regione Molise parte civile".







    Portocannone - Ex parroco verso processo per violenza sessuale: “La Regione Molise si costituisca parte civile” - Primonumero.it

    Cronache

    Ex parroco verso processo per violenza sessuale: “La Regione Molise si costituisca parte civile”
    Il caso di Giada Vitale e don Marino Genova potrebbe arrivare presto in Tribunale. Le indagini avviate dalla Procura della Repubblica di Larino, che ha ricevuto l’esposto della ragazza attivando le doverose verifiche, si trovano in fase preliminare. Ma dalle notizie che trapelano si apprende che la richiesta di rinvio a giudizio per l’ex parroco di Portocannone, accusato di violenza sessuale sulla ragazza che oggi ha 18 anni ma che all’epoca dei fatti ne aveva 13, sarebbe imminente. Il consigliere regionale Filippo Monaco ha presentato una mozione per chiedere l’impegno del Consiglio a costituirsi parte civile in caso di processo, sulla scorta della legge contro la violenza di genere di recente adozione.
    Portocannone. Il caso di Giada Vitale e don Marino Genova potrebbe arrivare presto – nell’arco dei prossimi mesi – in Tribunale. Le indagini avviate dalla Procura della Repubblica di Larino, che ha ricevuto l’esposto della ragazza attivando le doverose verifiche, si trovano in fase preliminare. Ma dalle notizie che trapelano si apprende che la richiesta di rinvio a giudizio per l’ex parroco di Portocannone, accusato di violenza sessuale sulla ragazza che oggi ha 18 anni ma che all’epoca dei fatti ne aveva 13, sarebbe imminente.
    In quel caso la Regione Molise potrebbe costituirsi come parte civile nel procedimento. Per ora è ancora una semplice richiesta, che però sulla scorta della recente legge in materia di violenza di genere approvata proprio dai consiglieri di Palazzo Moffa diventerebbe un passo necessario.

    Il consigliere regionale Filippo Monaco ha presentato una mozione per chiedere all’intero Consiglio, dunque alla Regione Molise, «di costituirsi parte civile - nel caso in cui fosse accertata la realtà della presunta violenza – nel processo che vedrebbe Giada Vitale vittima di violenze e abusi al fine quindi di non lasciare sola la presunta vittima a combattere una battaglia che avrebbe leso i suoi diritti oltre che la dignità di donna e minore; al fine di attuare una legge approvata all’unanimità che tutela e assicura sostegno alle donne vittime di violenza».

    La vicenda è nota, anche per avere avuto un ampio riflesso sulla stampa nazionale e essere stata oggetto di trasmissioni televisive su Canale 5 e Italia 1 e, in tempi recentissimi, di nuovi episodi a corredo di una storia già troppo traumatica. Giada Vitale ha denunciato presunti abusi sessuali da parte di don Marino Genova, raccontando di essere stata costretta a subire violenze sessuali per anni. Violenze iniziate quando era poco più di una bambina, a 13 anni, e proseguite finché la stessa, dopo aver tentato di togliersi la vita in preda alla disperazione, ha trovato la forza di denunciare il “suo” parroco. Dopo quella denuncia, la prima, l’allontanamento di Marino Genova e l’inizio delle indagini, che si sono concentrate su una serie di episodi e soprattutto testimonianze a supporto di quanto la vittima ha riferito. Oltre ai testimoni, alcuni dei quali già ascoltati dal pm che si occupa del caso, ci sono anche le registrazioni. Quelle messe insieme dal momento in cui la ragazza si è rivolta alla rete nazionale L’Abuso, un progetto di sostegno delle vittime di sacerdoti pedofili che nasce dall’idea di un gruppo di vittime accumunate dal fatto che il loro abusatore è un uomo consacrato.

    Ora in regione approda una mozione per chiedere che al momento dell’eventuale processo l’ente di Palazzo offa, in nome e pe conto dell’intero Molise, si costituisca parte civile.
    Una decisione che va a innestarsi sulla legge varata all’unanimità otto mesi fa proprio per attuare tutte le misure necessarie alla prevenzione e al contrasto della violenza di genere.
    «E’ un tema molto caldo e sensibile quello della violenza su donne e minori che spesso balza agli onori della cronaca nazionale e locale – sostiene il vicepresidente del consiglio regionale Filippo Monaco - ed il Molise non è da meno.

    E’ recente infatti la notizia della presunta violenza ai danni di una ragazzina di Portocannone che, all’epoca dei fatti era minorenne, da parte del parroco del paese. Certezze e verità dell’accaduto ancora non esistono ma, nel caso in cui fosse vero, si tratterebbe di un caso di una gravità inaudita e che rientrerebbe, a tutti gli effetti, nell’accezione più ampia della violenza di genere».


    Monaco ricorda che la Regione Molise, varando, nell’ottobre 2013 la legge n.15 al fine di prevenire e contrastare ogni forma di violenza ai danni di donne e bambini, ha previsto la possibilità di costituirsi parte civile in tutti i processi celebrati nel suo territorio aventi ad oggetto reati che presuppongono l’esercizio di condotte violente, anche di carattere morale, ai danni delle donne e dei minori di età. «E’ per questo che ho presentato una mozione che impegna l’intero consiglio regionale a costituirsi parte civile. Non si sta accusando nessuno nè tantomeno si è possessori della verità dei fatti. Nella certezza però di un simile avvenimento la Regione non può stare a guardare inerme ed impassibile ma dovrà attuare tutte le azioni necessarie per contrastare la violenza, così come sancito dalla recente normativa».
    Consigliere - Filippo MONACO (Sinistra Ecologia Libertà)


    Nato a Capracotta (IS) il 3 luglio 1960, residente a Termoli (CB) dal 1974, sposato, due figli.

    Diploma di Perito Industriale conseguito presso l'ITIS di Termoli nel 1979.

    Dipendente di FIAT-Powertrain con la qualifica di Impiegato.

    Alle elezioni comunali di Termoli del 2002 è risultato eletto nella Lista dei Democratici di Sinistra. Riconfermato nel 2006, fino al 2008 ha ricoperto l'incarico di Vicesindaco ed Assessore al Turismo, Demanio, Attività produttive e Polizia urbana.

    Aderente al Partito Democratico dalla sua fondazione, vi ha militato fino al 2010. Alle elezioni comunali dell'aprile 2010 è stato candidato Sindaco per la coalizione di centrosinistra.

    Nell'ottobre del 2011 è stato eletto Consigliere regionale, nella Circoscrizione provinciale di Campobasso, per la Lista SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'. E' alla sua prima Legislatura.



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    Predefinito re: Preti pedofili. SEL: "Regione Molise parte civile".

    "Io, violentata a 13 anni, così ho trovato il coraggio di denunciare quel prete" - Repubblica.it

    "Io, violentata a 13 anni, così ho trovato il coraggio di denunciare quel prete"

    Il dramma di Francesca inizia da ragazzina in una parrocchia in Molise, quando don Marino la abbraccia per la prima volta in sagrestia. Seguono quattro anni di rapporti e di silenzi, poi la decisione di rivolgersi al vescovo, che sospende il sacerdote, e ai magistrati. "Ma in paese difendono quell'uomo. E io sogno di fuggire"
    di LUIGI NOCENTI




    15 gennaio 2014
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    PORTOCANNONE - UNA sera, dopo le prove del coro, don Marino mi ha chiamata in sagrestia: ha chiuso la porta a chiave e ha iniziato ad abbracciarmi forte e a toccarmi. Sono rimasta senza fiato e non ho avuto la forza di evitare quei contatti". È solo l'inizio di un racconto dell'orrore, di un'adolescenza rubata a una ragazzina di 13 anni.

    FRANCESCA (il nome è di fantasia), oggi maggiorenne, è cresciuta a pochi chilometri da Termoli, nel comune molisano di Portocannone. Quattro anni di silenzio fino alla querela per ipotesi di abuso sessuale su minore di anni 14, due tentati suicidi e il suo presunto carnefice, don Marino Genova, 58 anni, sospeso in via cautelativa a divinis dal vescovo della diocesi Termoli-Larino. Una vicenda inquietante dove alberga l'ombra della pedofilia, ma anche la storia del coraggio di Francesca nell'esporsi in prima linea e uscire dal silenzio.

    È vero che don Marino voleva un figlio da lei?
    "Sì, mi diceva che ai miei 18 anni avrebbe voluto un rapporto completo. Io non volevo rimanere incinta, ma lui insisteva. Non ha mai preso precauzioni durante i nostri rapporti sessuali".

    Come si sente oggi?
    "Aver raccontato tutto mi fa sentire sollevata, soprattutto dallo scorso 3 aprile, quando ho denunciato don Marino. Non lo faccio per soldi, ma per il male che mi è stato fatto. Oggi provo tanto schifo: per lui, per ciò che mi ha fatto, ma anche disprezzo verso me stessa, per non essere stata capace di difendermi. Spero almeno che la mia storia dia il coraggio di ribellarsi a chi vive vicende simili, in particolare eventuali altre vittime di don Marino: potrei non essere stata l'unica ad aver ricevuto le sue attenzioni sessuali".

    Come ha conosciuto don Marino Genova?
    "Sono orfana di padre dall'età di 3 anni, mi hanno cresciuto mia madre e la nonna paterna. Fu lei a regalarmi un pianoforte quando ero bambina, ed è così che è nata la mia passione per la musica. Ho iniziato il conservatorio a 7 anni e a 12 mi fu chiesto di suonare l'organo per il coro della chiesa del paese. È qui che ho conosciuto don Marino".

    Come sono nati i vostri incontri privati?
    "Mi mandava messaggi chiedendomi di andare in chiesa per aiutarlo. La prima volta che ha approfittato di me era da poco morta mia nonna ed ero molto fragile. Da quel momento è stato un susseguirsi di incontri intimi in sagrestia e anche a casa sua. Ci vedevamo un paio di volte a settimana".

    Lei aveva 13 anni, lui 53 ed era pure un prete: non le sembrava strano?
    "Ciò che oggi non riesco a perdonarmi è proprio questo: non essermi resa conto di ciò che stava succedendo. Oggi è come se mi voltassi indietro e vedessi una bambina impaurita e sperduta che si fida del lupo cattivo, che confonde le lusinghe lussuriose di un prete di mezza età per dichiarazioni di vero amore".

    Come è riuscita a porre fine a questa storia?
    "Una corista del gruppo parrocchiale aveva notato qualcosa di strano e un giorno sono crollata con questa signora. Avevo 17 anni e fino ad allora nessuno sapeva ciò che stava accadendo da quattro anni. Perfino mia madre: pensava che i miei disagi fisici - vomito, isteria, insonnia - fossero dovuti all'ansia per i troppi impegni tra il liceo, il conservatorio e il coro. Con questa signora sono anche andata dal vescovo Gianfranco De Luca".

    E cosa accadde?
    "Era il novembre del 2012: don Marino è stato mandato in una comunità vicino a Roma. Poi sono entrata in contatto con Rete l'abuso e con il supporto legale di questa associazione ho deciso di querelarlo. A quel punto don Marino è stato sospeso: non può amministrare i sacramenti, celebrare messa né confessare. Ora sono in corso le indagini: spero si apra il processo e vengano appurate le sue responsabilità. In ogni caso, lui oggi può contare sul supporto della comunità in cui vive, a differenza di me".

    Come mai?
    "Dopo che ho presentato la denuncia, mi sono ritrovata abbandonata a me stessa, anche economicamente. Il vescovo, che in passato mi aveva aiutato, dopo il mio diciottesimo compleanno ha dichiarato che stava diventando troppo costoso. L'ho scritto anche a Papa Francesco in una lettera in cui gli ho raccontato la mia storia e ciò che sto vivendo, il profondo disagio interiore in cui vivo: il malessere è esploso, tanto che ho pensato di farla finita".

    E ha tentato il suicidio due volte.
    "Sì, per tutta l'estate sono stata ricoverata. Da allora mi segue uno psichiatra, assumo psicofarmaci, ma sto male. Ripensarmi in quegli atti sessuali è un incubo ad occhi aperti. Rivedo la bambina che ero e vorrei gridarle: fuggi, urla, ribellati. Ma nei ricordi non c'è una sola volta in cui sia riuscita a farlo, rimanevo lì, pietrificata, a subire di tutto. Ho ancora viva la sensazione di profondo stordimento dopo le sue carezze e i suoi baci, e il sentirmi mancare dopo il primo rapporto sessuale, senza neanche capire cosa fosse davvero accaduto. Mi chiedo a volte se si è reso conto di quanto male mi ha fatto".

    E non è stato l'unico...
    "A ferirmi oggi sono anche tutte quelle persone che in qualche modo lo difendono o sostengono che in fondo non sono una vittima anche se avevo solo 13 anni e lui oltre quattro volte la mia età. In paese capita che mi ridano dietro o che su Facebook si formi un gruppo in suo favore. È incredibile, chissà se uscirò mai da questo tunnel di violenza psicologica. Persino la donna che all'inizio mi aiutò, mi portò dal prete esorcista del paese".

    Cosa sogna per il suo futuro?
    "Dopo quello che è successo, ho lasciato il coro, la scuola, il conservatorio. Qui in paese sto davvero male. Sogno di andarmene, se qualcuno mi offrisse un lavoro, qualsiasi lavoro, fuggirei anche domani. A questo posto mi legano solo terribili, incancellabili ricordi". Tags

    15 gennaio 2014
    Ultima modifica di ConteMax; 12-03-14 alle 18:54

 

 

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