Il Presidente del Venezuela Nicolas Maduro, durante un lungo discorso tenuto di fronte ai militari bolivariani, ha lanciato un ultimatum contro gli studenti che da sei settimane occupano Piazza Altamira.
Il bilancio degli scontri che hanno messo a ferro e fuoco Caracas in questi 40 giorni è ormai salito a 28 vittime: “avete poche ore per lasciare la piazza e fare spazio alle forze di sicurezza” ha annunciato Maduro.
Il braccio di ferro con gli studenti anti-chavisti sembra appena cominciato – “non ce ne andremo” avevano seccamente risposto i comitati che organizzano la protesta – a poche ore dalle parole di Maduro, Caracas è stata nuovamente teatro di violenti scontri, la polizia ha affrontato i manifestanti con lacrimogeni e proiettili di gomma, dalla loro gli anti-governativi hanno reagito lanciando sassi e bombe molotov.*Sembra che ci siano stati molti feriti da entrambe le parti: alle forze di polizia si sono aggiunte anche milizie di volontari sostenitori di Maduro.
Queste ultime hanno intrapreso una vera e propria “caccia” contro gli anti-chavisti, in risposta alla campagna dei manifestanti di qualche giorno fa in cui si chiedeva alla gente comune di “fornire informazioni sui sostenitori del chavismo” in modo da poter effettuare con precisione dei raid punitivi nelle case o nei luoghi di lavoro.

Sempre nel lungo intervento tenuto alla presenza dei militari, l’ex delfino di Hugo Chavez, ha dichiarato che gli Usa starebbero tramando un attentato nei suoi confronti.*Rivolgendosi “con tutto il rispetto” a Barack Obama, Maduro, ha detto “nell’ufficio del Presidente c’è un complesso di raccomandazioni.. so cosa è passato per la testa dei falchi del Pentagono e del Dipartimento di Stato. Lo so con nome e cognome, qualcuno ha proposto l’uccisione del Presidente del Venezuela quale misura estrema”.
Il Presidente ha quindi proposto la creazione di una “commissione di alto livello per la pace con un rappresentante degli Stati Uniti”: il vertice della commissione dovrebbe essere assegnato all’ex militare e attuale Presidente del Parlamento Diosdado Cabello, anch’egli fedelissimo di Hugo Chavez.






Scritto da: Guglielmo Sano
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