The weak crumble, are slaughtered and are erased from history while the strong, for good or for ill, survive. The strong are respected, and alliances are made with the strong, and in the end peace is made with the strong.
Mica ti sto dicendo che sia sbagliato? Quello che dici tu, citando la famiglia, io l'ho detto prima ma citando lo stato e la società. Spesso quello che ci inculcano va anche oltre a quello che ci insegna la famiglia. Nella tua famiglia presumo che non si droghi nessuno ma tu stesso hai ammesso che se fosse legale ne faresti uso. Ecco che si va oltre al discorso familiare. Oggi due sono le vie che fanno avere successo un prodotto. Una è la trasgressione del suo utilizzo, l'altra è la grande pubblicità (non intesa solo come reclame) che si fa intorno ad un determinato prodotto. Io credo che se un prodotto lo fai diventare meno interessante a livello di trasgressione e lo denigri a livello pubblicitario spingerai la gente a non utilizzarlo. Logicamente per non utilizzarlo intendo a far calare i consumi, non ad eliminare l'uso. L'esempio lo abbiamo con le sigarette. La vendita libera non la fa essere un prodotto di trasgressione e le varie leggi restrittive sul fumo (ma non il divieto di comprare tabacco) che comprendono anche il divieto di pubblicità dei marchi di sigarette come anche la riduzione del loro utilizzo in tv, ha fatto si che ci fosse un calo. Siamo passati dal 35% del 75 al 20% dell'ultima rilevazione. E nel 75 eravamo al 35% solo perchè erano ancora poche le donne che fumavano. Nel 75 il 52% dei maschi fumava contro poco più del 20% oggi. Si può dissuadere la gente anche senza vietare...
Ultima modifica di medisco; 17-01-15 alle 21:55
"Voi non avete fermato il vento gli fate solo perdere tempo"
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Scientificamente la distinzione esiste eccome, a meno di voler prendere per buone le esternazioni del "prof." Serpelloni. L'umanità ha fatto uso della cannabis sin da tempi antichissimi, le sono attualmente riconosciute un'infinità di proprietà benefiche, così come anche degli effetti collaterali come del resto per la totalità delle sostanze, non solo psicotrope, con cui l'uomo si relaziona. Diversamente la cocaina, soprattutto nella forma sintetica che inonda le nostre strade, ha ripercussioni estremamente negative sulla salute psicofisica dei consumatori (danneggiamento delle mucose, astenia, attacchi psicotici di vario grado ed intensità, prepotente assuefazione, centralità della sostanza nel vivere quotidiano del consumatore ecc.). Ma detto questo, il punto è: il proibizionismo, storicamente, è mai riuscito nella missione di reprimere il vizio e quella che è considerata devianza dalla morale comune, per altro legata al contesto storico che la esprime? No. Quindici anni di proibizionismo crearono la più potente mafia che gli USA avessero conosciuto, ed il più alto numero di problemi per l'ordine pubblico dovuta alla criminalizzazione di un costume diffuso, del quale si pensava poterlo abbattere con il divieto, senza invece soffermarsi a ragionare sulle cause profonde che scatenano un'esigenza, nella fattispecie l'abuso di alcool. Oggi il proibizionismo ha elevato le mafie a prima potenza economica assoluta, mettendole nella condizione di comprare con sempre maggiore facilità segmenti di economia legale, istituzioni, ma quel che è peggio di attirare nella propria orbita masse enormi di cittadini onesti costretti ad avvicinarvisi per l'unica colpa di consumare una sostanza che lo Stato ha deciso essere illegale. L'esempio che ho portato dello spaccio vergognoso a Testaccio è frutto del proibizionismo. E' lì che lo Stato diventa colpevole di spingere tra le braccia della criminalità i suoi figli, vuoi per incapacità, vuoi per connivenza (quante carriere di polizia, quanta burocrataggine della peggior risma, quante parcelle di avvocati si appoggiano alla politica proibizionista, quanti finanziamenti illeciti alla politica da parte delle mafie si poggiano esclusivamente sul proibizionismo?), vuoi per cieca ideologia. Il consumo di droghe e di sesso non si possono reprimere, insegna la storia. Si può invece lavorare su una razionale politica di limitazione del danno, assicurando prodotti di qualità ai consumatori e investire in servizi sociali e formativi per evitare e contenere gli abusi, me non ultimo favorendo un enorme gettito fiscale allo Stato stesso. Per quanto mi riguarda sono assolutamente favorevole alla cessione controllata di ogni tipo di stupefacente. Entrare a contatto con la criminalità per uno spinello aumenta enormemente il rischio di venire a contatto con ogni altro tipo di sostanza, oltre a creare la dinamica della trasgressione tanto importante per gli adolescenti.
"Quante persone ci sono in questa strada, un centinaio? Quante sono le persone intelligenti, sette, otto? Bene, io lavoro per le altre novantadue" Phineas Taylor Barnum
UE, mondo, futuro Michio Kaku:
https://www.youtube.com/watch?v=7NPC47qMJVg
se non riaprite le oppierie ci tocca farci di quel che si trova al mercatino degli zingari
I magnifici successi del proibizionismo.
se avessimo uno Stato serio , gestito da persone serie , in merito alla droga, dovrebbero porsi questi impegni.
1) eliminare il traffico e non permettere che la droga si venda liberamente
2) circondare il consumatore di un cordone sanitario e proteggerlo dalla schiavitù che la droga produce in centinaia di migliaia di persone
3) spezzare il proselitismo e il passaggio della droga da una generazione all'altra .
4) non far diventare la droga una questione ideologica
Se il proibizionismo ha fallito in tutti e quattro punti, è tempo di cambiare strada.
Considerando come problema solo le droghe pesanti ( perchè la cannabis fa male molto meno dell'alcool e delle sigarette che sono legali ) dobbiamo:
1) isolare il mondo dei tossicodipendenti dal mercato illegale in modo tale che il mercato muoia per asfissia e sparisca dalle nostre strade.
Di conseguenza , uccidendo il mercato per asfissia economica, proteggi chi è destinato ad essere un futuro tossico perchè gli levi la possibilità materiale di trovare la droga e provare.
2) chi è invece è gia tossico deve essere difeso da un sistema che lo strappa dal mercato illegale e solo la droga di Stato può essere in grado di fare ciò .
Droga di Stato , camere del buco sotto controllo medico, 24/24
Il tossico, in crisi di astinenza deve sapere che, può raggiungere qualsiasi ospedale e con un tesserino personale, iniettarsi la propria dose. giornaliera.
DI ROSSO IN ITALIA C'E' SOLO IL VINO
L'Italia è una razza, una storia, un orgoglio, una passione, l'Italia è una grandezza del passato.
Purtroppo le leggi della domanda e dell'offerta sono liquide, nel senso che può venire prima una o l'altra. Non si può immaginare che anche riuscendo nell'impossibile impresa di azzerare il mercato attuale, come fosse un corpo unico e ben definito, si possa eliminare il problema anche per il periodo successivo. Non si risolve nulla se si continua a criminalizzare, perchè si spingono i consumatori a nascondersi e a entrare in contatto con la criminalità, e allo stesso tempo s'incentiva lo spaccio creando ad esempio l'episodio disgustoso che ho raccontato nel mio precedente post. A mio modo di vedere, la soluzione migliore è far venire alla luce il fenomeno e permettere così allo stato di gestirlo, depenalizzando il possesso di tutte le sostanze (le droghe pesanti dovrebbero essere cedute dallo stato sotto controllo medico, accostando tale cessione e programmi di recupero/disintossicazione), legalizzando completamente le droghe leggere (regolamentandole analogamente a quanto avviene per alcool e sigarette), e creando così un gettito fiscale da reinvestire in una lungimirante politica di limitazione del danno. Pene severissime per lo spaccio che potrebbe sopravvivere ad esempio con la vendita illegale ai minorenni, cui sarebbe precluso il consumo legalizzato (20 anni di carcere inappellabili e presto non ci sarebbe più nemmeno mezzo spacciatore in circolazione) e abbattimento totale dei prezzi per disincentivare ulteriormente canali paralleli di vendita in nero. Perchè è utile ricordare che per le droghe il prezzo è secondario, conta sempre meno man mano che cresce il potere assuefacente della sostanza, mentre è fondamentale per accollarsi il pericolo e le grane legate allo spaccio. C'è inoltre con la politica proibizionista tutto l'indotto derivante dal grande volume di denaro smosso: tangenti alle forze dell'ordine, carriere all'interno delle stesse, pressioni delle lobbies avvocatesche contro la depenalizzazione per ovvi motivi pecuniari, non ultimo lo stato stesso che approfitta della realtà consolidata per utilizzare lo spaccio come una specie di welfare criminale che in fondo fa mangiare molte persone, ne arricchisce parecchie altre e gli toglie un po' di castagne dal fuoco della disoccupazione, un vero e proprio calmierante sociale a costo zero (non per i cittadini che pagano un prezzo altissimo da queste conseguenze nefaste del proibizionismo). Ci sono poi le industrie, il commercio e le banche che gestiscono e reciclano questi enormi flussi di denaro, ben contenti anche loro dello status quo, considerando che molti paesi, incluso il nostro, ormai si servono dei capitali del narcotraffico per puntellare pil sempre più disastrati. Infine gli "utili idioti", ovvero coloro che per motivi ideologici o religiosi sono "contrari alla droga", non rendendosi conto che tale pratica va comunque avanti prendendosi beffe di loro e dei loro dogmi, ma in più le organizzazioni criminali s'ingrandiscono sempre più, allargando lo spaccio e contribuendo ad un aumento del consumo soprattutto per quel che concerne le droghe pesanti.
E' l'unica cosa che gli e' rimasta da fare..e dico purtroppo,senza un futuro professionale e economico
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