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Discussione: C.v.d.

  1. #11
    La mia Juventus
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    Predefinito Re: C.v.d.

    Citazione Originariamente Scritto da Edmond Dantès Visualizza Messaggio
    E' un po' come la messa al bando di Trotsky da parte di Stalin quando il potere assoluto, di vita e anche di morte, era nelle mani di quest'ultimo.
    Ti ho detto solo che non entro nel merito. Un condannato, comunque, non dovrebbe neanche potersi porre il problema di candidarsi. Ed i cittadini hanno il dovere di richiamare l'individuo condannato, ed il sistema che eventualmente lo lasciasse candidare, all'ordine.

  2. #12
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    Predefinito Re: C.v.d.

    abberluscone rappresenta benissimo gli itaglioni. ma anghe la maggishstradura.

  3. #13
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    Predefinito Re: C.v.d.

    Citazione Originariamente Scritto da cireno Visualizza Messaggio
    Interessanti i commenti(si fa per dire...)di chi ha risposto al post di fiume sand Creek, interessanti nella loro vuotaggine perché non dicono niente sul tema, niente di niente, ma esprimono solo insulti, peraltro cretini, a chi ha semplicemente riportato una cosa ovvia, e cioè che UN DELINQUENTE dovrebbe stare in galera, invece di proporsi per cose che sa benissimo di non poter, grazie a Dio, pretendere.
    Solo quei quattro obnubilati mentali che continuano a credere a questo delinquente, dimostrando così di avere capacità di ragionamento di bassissimo livello, possono davvero credere nelle fregnacce che, per forza, il delinquente continua a dire, di essere cioè innocente, perseguitato e chissà cosa altro, e purtroppo quei quattro boccaloni ancora formano il 20% circa degli elettori italiani a dimostrazione che la mamma degli scemi è perennemente gravida.

    Chi ha rubato o commesso cose illegali, lasci il parlamento. E che l'ultimo chiuda la luce.

  4. #14
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    Predefinito Re: C.v.d.

    Citazione Originariamente Scritto da Second chance Visualizza Messaggio
    Ti ho detto solo che non entro nel merito. Un condannato, comunque, non dovrebbe neanche potersi porre il problema di candidarsi. Ed i cittadini hanno il dovere di richiamare l'individuo condannato, ed il sistema che eventualmente lo lasciasse candidare, all'ordine.
    Un tempo, alcuni decenni fa, quando la magistratura era una istituzione autorevole, giacché chi veniva ammesso in questo corpus aveva superato un severo concorso e possedeva una solida formazione professionale e culturale nonché un robusto equilibrio psico-attitudinale, le sue sentenze, pronunciate nel nome del Popolo Italiano, erano rispettate e non erano discusse se non nelle uniche sedi in cui la censura era possibile: quelle delle impugnazioni.

    Oggi, grazie alle "innovative" modifiche (riforma 1989 del cpp) ed alla indubbia collusione tra procure e media, frutto di una consolidata corruttela politica, le sentenze si pronunciano prima sulla stampa e nel nome di repubblica quando sono appena stati iscritti i nomi degli indagati nel registro dei reati. Solo successivamente a queste pubbliche anticipazioni, la magistratura inquirente, prendendo atto del gradimento mediatico e dirigendo le indagini dove vuole, consegna al giudicante i "rei" per il dibattimento. La sentenza pronunciata nel nome del Popolo Italiano, già ampiamente discussa sui media, sarà in linea con quanto politicamente stabilito.

    A rispettare le sentenze di questa cupola, di questa consorteria, sono solo i "datori di lavoro" degli attuali magistrati reclutati a mezzo dei concorsi truccati ai quali vengono garantite impunità dagli errori, immunità (lati sensu), privilegi di casta ed intoccabili prebende senza controllo e tutto coperto dal drappo funebre della "indipendenza".

    Nel nome di chi pronunciano le sentenze questi signori? E come possono pretendere costoro che il Popolo Italiano, il cui nome così sfacciatamente imbrattano, possa rispettare sentenze farlocche pronunciate da gente come Esposito? Come osano, i "magistrati", solo pronunciare il nome del Popolo Italiano mentre leggono la sentenza appena "sfornata" senza arrossire di vergogna consapevoli di avere assolto un colpevole o condannato un innocente?

    Quale rispetto potrà mai pretendere un siffatto ordine giudiziario deprivato di quella autorevolezza e di quel prestigio che, un tempo, a ragione, rendevano fulgide persino le aule in cui si svolgevano i processi?
    Ultima modifica di Edmond Dantès; 18-03-14 alle 18:16
    "Due cose hanno soddisfatto la mia mente con nuova e crescente ammirazione e soggezione e hanno occupato persistentemente il mio pensiero: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me" (Immanuel Kant)

  5. #15
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    Predefinito Re: C.v.d.

    Citazione Originariamente Scritto da Edmond Dantès Visualizza Messaggio
    "I mediocri condannano tutto ciò che non è alla loro portata."
    (F. de La Rochefoucauld)

    L'unica cosa attualmente non alla portata è la candidatura alle Europee per un pregiudicato. Oltre che il vostro rinsavimento, ovviamente.

  6. #16
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    Predefinito Re: C.v.d.

    Non conosco alcun Berlusconi.....
    All I need is love and a M134 minigun

  7. #17
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    Predefinito Re: C.v.d.

    Citazione Originariamente Scritto da Edmond Dantès Visualizza Messaggio
    Un tempo, alcuni decenni fa, quando la magistratura era una istituzione autorevole, giacché chi veniva ammesso in questo corpus aveva superato un severo concorso e possedeva una solida formazione professionale e culturale nonché un robusto equilibrio psico-attitudinale, le sue sentenze, pronunciate nel nome del Popolo Italiano, erano rispettate e non erano discusse se non nelle uniche sedi in cui la censura era possibile: quelle delle impugnazioni.

    Oggi, grazie alle "innovative" modifiche (riforma 1989 del cpp) ed alla indubbia collusione tra procure e media, frutto di una consolidata corruttela politica, le sentenze si pronunciano prima sulla stampa e nel nome di repubblica quando sono appena stati iscritti i nomi degli indagati nel registro dei reati. Solo successivamente a queste pubbliche anticipazioni, la magistratura inquirente, prendendo atto del gradimento mediatico e dirigendo le indagini dove vuole, consegna al giudicante i "rei" per il dibattimento. La sentenza pronunciata nel nome del Popolo Italiano, già ampiamente discussa sui media, sarà in linea con quanto politicamente stabilito.

    A rispettare le sentenze di questa cupola mafiosa, di questa consorteria, sono solo i "datori di lavoro" degli attuali magistrati reclutati a mezzo dei concorsi truccati ai quali vengono garantite impunità dagli errori, immunità (lati sensu), privilegi di casta ed intoccabili prebende senza controllo e tutto coperto dal drappo funebre della "indipendenza".

    Nel nome di chi pronunciano le sentenze questi signori? E come possono pretendere costoro che il Popolo Italiano, il cui nome così sfacciatamente imbrattano, possano rispettare sentenze farlocche pronunciate da gente come Esposito? Come osano, i "magistrati", solo pronunciare il nome del Popolo Italiano mentre leggono la sentenza appena "sfornata" senza arrossire di vergogna consapevoli di avere assolto un colpevole o condannato un innocente?

    Quale rispetto potrà mai pretendere un siffatto ordine giudiziario deprivato di quella autorevolezza e di quel prestigio che, un tempo, a ragione, rendevano fulgide persino le aule in cui si svolgevano i processi?
    egregio brigadiere, quando leggerà queste righe sappia che io ho partecipato alla discussione ma me ne dissocio pubblicamente
    Le plus grand soin d’un bon gouvernement devrait être d’habituer peu à peu les peuples à se passer de lui.

  8. #18
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    Predefinito Re: C.v.d.

    Citazione Originariamente Scritto da elnick Visualizza Messaggio
    egregio brigadiere, quando leggerà queste righe sappia che io ho partecipato alla discussione ma me ne dissocio pubblicamente
    "[…] La ragione vuol pronunciare il verdetto giusto, l'ira vuole che sembri giusto il verdetto che ha pronunciato. La ragione valuta unicamente la questione di cui si tratta, l'ira si lascia impressionare da cose futili ed estranee alla causa. La esasperano uno sguardo troppo sereno, una voce troppo sonante, una battuta troppo franca, un abbigliamento troppo raffinato, una trattazione della causa un tantino intrigante, il favore popolare; spesso condanna l'accusato perché odia il difensore; anche se la verità balza agli occhi ama e difende l'errore; non vuole essere confutata, e nelle iniziative sbagliate le sembra più dignitosa la testardaggine del ravvedimento.[…]" (Lucio Anneo Seneca - "De Ira")
    Ultima modifica di Edmond Dantès; 18-03-14 alle 18:38
    "Due cose hanno soddisfatto la mia mente con nuova e crescente ammirazione e soggezione e hanno occupato persistentemente il mio pensiero: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me" (Immanuel Kant)

  9. #19
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    Predefinito Re: C.v.d.

    Citazione Originariamente Scritto da Edmond Dantès Visualizza Messaggio
    Un tempo, alcuni decenni fa, quando la magistratura era una istituzione autorevole, giacché chi veniva ammesso in questo corpus aveva superato un severo concorso e possedeva una solida formazione professionale e culturale nonché un robusto equilibrio psico-attitudinale, le sue sentenze, pronunciate nel nome del Popolo Italiano, erano rispettate e non erano discusse se non nelle uniche sedi in cui la censura era possibile: quelle delle impugnazioni.

    Oggi, grazie alle "innovative" modifiche (riforma 1989 del cpp) ed alla indubbia collusione tra procure e media, frutto di una consolidata corruttela politica, le sentenze si pronunciano prima sulla stampa e nel nome di repubblica quando sono appena stati iscritti i nomi degli indagati nel registro dei reati. Solo successivamente a queste pubbliche anticipazioni, la magistratura inquirente, prendendo atto del gradimento mediatico e dirigendo le indagini dove vuole, consegna al giudicante i "rei" per il dibattimento. La sentenza pronunciata nel nome del Popolo Italiano, già ampiamente discussa sui media, sarà in linea con quanto politicamente stabilito.

    A rispettare le sentenze di questa cupola, di questa consorteria, sono solo i "datori di lavoro" degli attuali magistrati reclutati a mezzo dei concorsi truccati ai quali vengono garantite impunità dagli errori, immunità (lati sensu), privilegi di casta ed intoccabili prebende senza controllo e tutto coperto dal drappo funebre della "indipendenza".

    Nel nome di chi pronunciano le sentenze questi signori? E come possono pretendere costoro che il Popolo Italiano, il cui nome così sfacciatamente imbrattano, possa rispettare sentenze farlocche pronunciate da gente come Esposito? Come osano, i "magistrati", solo pronunciare il nome del Popolo Italiano mentre leggono la sentenza appena "sfornata" senza arrossire di vergogna consapevoli di avere assolto un colpevole o condannato un innocente?

    Quale rispetto potrà mai pretendere un siffatto ordine giudiziario deprivato di quella autorevolezza e di quel prestigio che, un tempo, a ragione, rendevano fulgide persino le aule in cui si svolgevano i processi?

  10. #20
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    Predefinito Re: C.v.d.

    Citazione Originariamente Scritto da cireno Visualizza Messaggio


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