Originariamente Scritto da
Edmond Dantès
No Matrix, questo dimostra che non si conosce nel dettaglio la storia di quel periodo.
Vi sono numerosi elementi contenuti nelle lettere di Moro, la cui indiziarietà, è tutt’altro che distante dalla realtà prospettata nel mio intervento.
Dal Memoriale Moro.
[…]Nella sua lunga carriera politica che poi ha abbandonato di colpo senza una plausibile spiegazione, salvo che non sia per riservarsi a più alte responsabilità, Taviani ha ricoperto, dopo anche un breve periodo di Segretario del Partito, senza pero successo, i più diversi ed importanti incarichi ministeriali. Tra essi vanno segnalati per la loro importanza il Ministero della Difesa e quello dell'Interno, tenuti entrambi a lungo con tutti i complessi meccanismi, centri di potere e diramazioni segrete che essi comportano. A questo proposito si può ricordare che l'Amm. Henke, divenuto Capo del Sid e poi Capo di Stato Maggiore della Difesa, era un suo uomo che aveva a lungo collaborato con lui. L'importanza e la delicatezza dei molteplici uffici ricoperti può spiegare il peso che egli ha avuto nel partito e nella politica italiana, fino a quando è sembrato uscire di scena. In entrambi i delicati posti ricoperti ha avuto contatti diretti e fiduciari con il mondo americano.
Vi è forse, nel tener duro contro di me, un'indicazione americana e tedesca?[…]
13. Su Paolo Taviani − archivio900.it
I brigatisti inoltre, distribuirono, unitamente al loro comunicato n. 5, un brano di quel Memoriale CONTRO TAVIANI, un “assaggio” in cui Moro sosteneva che la propria mancata elezione a Presidente della Repubblica nel 1971 legittimava il sospetto di “eventuali interferenze di ambienti americani”.
Inoltre Moro si chiedeva, in quel documento, se e quanti si opponevano ad uno scambio di prigionieri “Taviani in testa […] fanno riferimento ad esempi stranieri? O hanno avuto suggerimenti?” e indicava Taviani quale uomo “in contatti diretti con il mondo americano”
Su questo punto nessuna indagine è stata mai effettuata né mai alcuno parlò nei vari processi successivi ai brigatisti delle relazioni cui alludeva Moro. Un silenzio sepolcrale calò sulla “vicenda” Taviani, che letta alla luce delle ultime rivelazioni invece, getta ombre anche su come furono condotte le indagini e sul perché mai nessuno si “preoccupò” di accertare la fondatezza dei sospetti che quella parte del memoriale sostenuta dalle lettere alla moglie Norina (6 Aprile 1978).
Dunque parto da qui, The Matrix, per contestare la tua superficiale analisi.
Io ho vissuto intensamente quel periodo ed ho avuto anche la fortuna di assistere a quasi tutte le udienze dei processi contro i brigatisti.
Non dimentichiamo che la tanto famigerata “ragion di Stato” opposta alla liberazione di Moro, per interessi ameri-“cani”, non fu assolutamente presa in considerazione, ad es. nel caso Cirillo.
Ma forse si dovrebbe parlare anche del “caso Dozier” benché apparentemente diverso.