3. CODICE VATICANO GR. 807
e PETROBURGENSE CESAREO GR. 94 *
[1, 1] Dopo l'ascensione, i beati apostoli di nostro Signore Gesù Cristo erano radunati a Gerusalemme allorché, in mezzo a loro, s'alzò il beato Pietro e disse: "Uomini chiamati e scelti dalla Parola di Dio, fatti suoi discepoli dalla sua sapienza, ricordate bene che, compiuti prodigi, segni, e meraviglie in virtù del suo potere, ci ha ordinato che, dopo aver ricevuto lo Spirito santo, ci disperdessimo per tutto il mondo a predicare la penitenza e la remissione dei peccati a quanti crederanno al suo santo nome.
[2] Su ognuno di noi è discesa ormai la potenza derivante dal cielo ed è stato versato su di noi il dono dello Spirito santo, per mezzo di una buona parola siamo stati incoronati con l'arma della pietà e con la grazia del nostro padrone, Dio e salvatore nostro Gesù Cristo manifestatosi abbondantemente su di noi. Ci è lecito, dunque, indugiare e temporeggiare prima di mettere mano all'opera per la quale egli ci ha chiamato e ci ha scelto?".
[2, 1] S'alzarono allora, e gettarono le sorti per vedere dove ognuno doveva andare e quale popolo avere: a Pietro toccò quelli della circoncisione; a Giacomo e Giovanni, l'Oriente; a Filippo le città della Samaria e dell'Asia; a Bartolomeo, Albanopoli; a Matteo, la Partia e la città di Mirmenide; a Tomaso la grande Armenia e l'India; a Lebeo e a Taddeo, la Beronicide; a Simone Cananeo, la Barbaria; dopo tutti gli altri, Andrea ebbe in sorte la Bitinia, la Lacedemonia e l'Acaia.
[3, 1] Si dispersero, dunque, tutti nelle varie regioni della terra, e l'apostolo Andrea cominciò a percorrere la Bitinia insegnando alla folla la Parola di Dio.
Di qui passò a Patrasso, nell'Acaia. Quando entrò in città, si diffuse la voce che uno straniero era entrato in città non portando altro che il nome di un uomo Gesù, in virtù del quale operava segni e prodigi grandi: guariva i malati, scacciava i demoni, risuscitava i morti, purificava i lebbrosi e curava ogni dolore.
[2] A questa notizia, il proconsole Lesbio si turbò e disse: "E' un mago, un truffatore! Non bisogna che gli diate retta! E' agli dèi che dobbiamo domandare i benefici!". E cercava di prenderlo e ucciderlo.
[4, 1] Di notte, un angelo del Signore apparve al proconsole e, con molta autorità e severe minacce, gli disse: "Che male ti è derivato da quello straniero che gli tendi tranelli e vuoi ingannare il Dio che annunzia? Ecco ora che la mano del suo Signore è contro di te: resterai paralitico fino a quando, per mezzo suo, non conoscerai la verità".
Scomparso l'angelo, egli rimase afono. Ma poco dopo si riprese, chiamò i soldati suoi aiutanti e, tra le lacrime, disse loro: "Abbiate pietà di me! Presto, cercate in città quell'uomo straniero, chiamato Andrea, che annunzia un Dio straniero. Per mezzo suo potrò conoscere la verità".
[2] Essi cercarono presto il beato Andrea apostolo e quando lo trovarono lo condussero dal proconsole. Appena lo vide, il proconsole cadde ai suoi piedi e lo supplicò dicendo: "Uomo di Dio, straniero conoscitore di un Dio straniero, abbi pietà di un uomo errante, di un uomo alieno dalla verità, di un uomo morso dai pungoli dei peccati, di un uomo che conosce molti dèi falsi e ignora l'unico vero Dio. Io supplico il Dio che è in te: porgimi la mano della salvezza, aprimi le porte della conoscenza, fa' risplendere per me la luce della giustizia!".
[5, 1] Il beato apostolo commosso e in lacrime per le parole dell'orante, alzò i suoi occhi al cielo e, posta la mano destra su tutto il di lui corpo, disse: "Mio Dio Gesù Cristo, prima ignorato dal mondo, ma ora manifestato per mezzo nostro, Figlio del Dio della Parola, anteriore a tutti e presente in tutti, tocca il tuo servo e guarisci lo strumento che ti sei preparato affinché anch'egli sia tra i tuoi uomini e annunzi la tua efficace potenza". E presolo per la mano destra, lo rialzò.
[2] Alzatosi, ringraziava riconoscente il Signore, dicendo "Uomo straniero, è proprio vero che questo Dio non domanda n‚ ore, n‚ giorni, n‚ tempi. Perciò io sono tuo con tutta la mia casa: credo in colui che ti ha mandato da noi!". Andrea gli rispose: "Giacché hai creduto con grande fede a colui che mi ha mandato, sarai ripieno di una maggiore conoscenza".
[6, 1] Tutta la città si rallegrava per la salvezza del proconsole e dai dintorni venivano folle recando ammalati da varie infermità. Egli pregava per loro, invocava il nome del Signore Gesù Cristo, imponeva su di loro le mani e li guariva tutti.
Tutti gli abitanti della città furono presi da stupore e gridavano: "Grande è la potenza del Dio straniero! Grande è il Dio annunziato dallo straniero Andrea! Da oggi cominciamo a distruggere i nostri idoli scolpiti, ad abbattere i loro boschetti, a respingere la conoscenza idolatrica degli idoli falsi e dei demoni. Riconosciamo invece il vero Dio annunziato da Andrea; grande è il Dio di Andrea!".
[2] Tutti insieme si gettarono sui templi, fecero a pezzi gli idoli, li abbatterono, li annientarono, li pestarono, li distrussero e li bruciarono al grido: "Sia nominato soltanto il Dio di Andrea".
Il proconsole Lesbio era lieto del grido della folla e gioiva delle azioni del popolo.
[7, 1] Molto tempo dopo, allorché la parola del beato Andrea e il suo annunzio senza difficoltà s'erano fatta strada presso tutti, Cesare diede a Lesbio un successore allontanandolo dal potere. Quando ricevette l'ordine di Cesare, Lesbio se ne rallegrò. Andò dal beato Andrea e gli disse:
[2] "Ora che mi sono svestito della vana gloria, che ho deposto lo splendore del mondo e mi sono liberato dalle sollecitudini della vita, crederò di più nel Signore. Accoglimi come compagno, uomo di Dio. Accoglimi come un fedele che parla e testimonia fedelmente davanti a tutti gli uomini quanto concerne il comune salvatore Cristo". Lasciato il pretorio, andò dunque con Andrea.
[8, 1] In questo periodo, l'apostolo Andrea ebbe una visione. Gli parve di avere davanti Cristo salvatore che gli diceva:
"Andrea, poni il tuo spirito su Lesbio e rendilo partecipe della tua grazia; prendi poi la tua croce e seguimi. A Patrasso, infatti, sta per giungere colui che ti allontanerà dal mondo".
Destatosi, l'apostolo raccontò la visione ai presenti, e rimase in attesa del compimento della parola.
[2] Ed ecco che una persona si presentò davanti all'apostolo e gli disse: "Egeate, al quale è affidata la carica di proconsole, mandato da Cesare e sobillato da nemici malevoli, è giunto nelle regioni dell'Acaia. Gli hanno, infatti, manifestato che hai sterminato gli dèi della città, che hai demolito i loro templi, tagliato i loro boschetti, e li hai indotti ad adorare un tale crocifisso. Ha quindi mandato sicari ad arrestarti".
Il beato Andrea cadde in ginocchio e disse: "O Dio verace che ci manifesti le cose future, o mio padrone, concedimi di resistere con coraggio alle insidie dell'avversario Egeate".
[9, 1] Stava ancora pregando quando i sicari erano già alla porta: i mandati di Egeate misero in subLuglio la casa ove era ospitato il beato apostolo. Afferrarono Antifane, ospite del servo di Dio, e lo scossero con forza dicendo: "Accogliendo uno straniero mago, seduttore, empio e distruttore di templi non gli hai offerto soltanto l'ospitalità, ma hai eliminato gli idoli dalla nostra città. Da' dunque una lezione allo straniero e consegnaci il servo del crocifisso, il cui nome è Andrea. Ne ha, infatti, bisogno Egeate, il grande e illustre proconsole".
[2] A quell'atto di forza, tutta la città si radunò subito alle porte di Antifane gridando e dicendo: "Cesare ha mandato il proconsole per tenere lontani i malvagi e premiare i buoni. Per quale motivo Egeate cerca il servo di Dio? Vogliamo saperlo! Andrea, infatti, apostolo del Dio straniero, è divenuto per noi padre, maestro e medico!".
[10, 1] A questo grido, temendo che la folla della città eliminasse i messi dell'abominevole Egeate, il beato apostolo uscì di casa in mezzo a loro e, con la mano, fece cenno di tacere.
Stando su di un luogo elevato, era in procinto di aprire bocca,
quando tutt'insieme gridarono: "Grande è il Dio dell'uomo
straniero! Per mezzo del suo servo, egli passò beneficando tutti
gli ossessi".
[2] E Andrea disse: "Fratelli chiamati dalla Parola e scelti dal suo nome, la grazia non sta soltanto nel fatto che voi crediate in colui che mi ha mandato, ma anche nella vostra morte per lui. Desistete dunque dal tumultuare, affinché non dobbiamo poi renderne conto come colpevoli di sedizione e come aizzatori di lotte, e non come cittadini pii. Lasciate che vada da Egeate. Perdonate quelli che mi arrestano. Quando sarò morto, vi mostrerò ancora più chiaramente la via della risurrezione".
Calmata così la folla, si consegnò ai sicari. Fiere, e non uomini, trovarono e rapirono, come lupi, l'agnello tenero e buono e lo portarono all'abominevolissimo Egeate.
[11, 1] Alla vista del beato Andrea, Egeate disse: "Uomo straniero al luogo, ai costumi e al nostro sangue, dì come ti sei fidato di entrare nei domini di Cesare e distruggere l'augusta religione dei nostri dèi? Hai inoltre ordinato a tutta l'Acaia di seguire un crocifisso e così, senza spada, hai conquistato tutta la città di Patrasso!".
[12, 1] Il beato Andrea stese la mano e disse: "Bene, bene! E' il mio buon Dio a condurmi a te. In lui confido, per mezzo di lui è stata precipitata nell'abisso la schiera dei demoni, la falange dei vostri dèi se n'è andata in fumo e, come vedi, i vostri idoli non sono più nulla. Considera il fatto, o proconsole, e deducine le conseguenze a proposito del mio Dio. Comprendi la rovina dei vostri dèi e glorifica il mio Dio. Egli è l'onnipotente Dio Parola che esiste prima di tutti i secoli, che dal Padre ha ricevuto autorità e dominio per giudicare vivi e morti.
[2] Egli è Dio per propria virtù, prese un corpo e venne nel mondo, scelse noi apostoli e ci diede l'autorità di percorrere tra tutte le genti per annunziare, nel suo nome, la penitenza e la remissione dei peccati affinché l'umanità respinga l'idolatria nemica di Dio e conosca il solo e unico Dio, l'adori e renda culto soltanto a lui. Perché egli ha mandato qui anche te: se ascolti e crederai in lui, sarai salvo, ma se resti incredulo sarai condannato con i tuoi cosiddetti dèi".
[13, 1] Ma Egeate, immondo, si turò le orecchie come un aspide, non volendo udire il vero saggio, e disse: "O pazzo inventore di un nome straniero, godi dei miei doni!". Lo fece flagellare e ordinò che fosse crocifisso.
Quando uscì il beato apostolo, disse: "Sei buono, Gesù Cristo, avendoci munito con la tua arma e incoronato con la tua grazia. Accoglimi ormai nei tuoi eterni tabernacoli, concedimi riposo dalle mie gravi fatiche, sii il mio sollievo e sciogli il mio corpo affinché la mia anima danzi con gli angeli e ti canti inni".
[2] Allorché egli giunse alla croce, tutto il popolo gridava: "Ingiusta è la sentenza di Egeate! Ha condannato alla croce uno straniero che non fece nulla di male. O sentenza ingiusta! Elimina pure di mezzo noi, proconsole, che abbiamo commesso molti peccati, ma non il giusto!".
[14, 1] Quando giunse sul luogo, visto il legno piantato, abbandonò tutti, si avvicinò alla croce e le disse ad alta voce: "Salve, croce! Salve! So bene che sei a riposo, sei stanca perché è da tempo che sei stata piantata e mi aspetti. Sono venuto a te e ti sento mia! Sono venuto da te che mi hai desiderato e voglio far conoscere il mistero per cui sei stata piantata. Sei stata piantata nel mondo per dare consistenza alle cose instabili: una tua parte è rivolta al cielo per annunziare l'uomo Parola; una tua parte si stende a destra e a sinistra per sbaragliare la tremenda potenza nemica e fare convergere il mondo nell'unità; una parte di te è piantata in terra per raccogliere insieme alle celesti, le cose terrestri e quelle dell'Ade.
[2] O croce, invenzione salvifica dell'Altissimo! O croce, trofeo vittorioso di Cristo contro i nemici! O Croce, piantata sulla terra e portante frutto nei cieli! O nome della croce comprendente ogni cosa! Salve, o croce, che incatenasti tutto il mondo! Salve forma intelligente che formò la tua forma informe! Salve punizione occulta che colpisce terribilmente la natura della conoscenza politeista e scaccia dall'umanità il suo inventore! Salve, o croce, che svestisti il padrone, fruttificasti il ladro, chiamasti l'apostolo a penitenza, e non disdegnasti di accogliere anche noi.
[3] Ma fino a quando seguiterò a parlare senza abbracciarti per essere vivificato nella croce e uscire dalla vita con una morte comune per mezzo della croce? E voi ministri, partecipate alla mia gioia, e voi inservienti di Egeate adempite la volontà di tutti e due legando l'agnello al supplizio, l'uomo al demiurgo, l'anima al salvatore"
[15, 1] Mentre proferiva queste parole gli si avvicinarono i sicari, lo legarono mani e piedi ma non lo inchiodarono: questo appunto era l'ordine di Egeate, che voleva tormentarlo lasciandolo appeso e farlo mangiare vivo dai cani notturni.
[2] Ma dopo quattro giorni e quattro notti, il volto dell'apostolo non si abbassò, la voce non si stancò, le membra non perdettero vigore: egli non si lamentò e non pianse, tanto che tutta la folla lo benediceva, glorificava Dio che assiste e fortifica quanti sperano in lui.
[16, 1] Udito che ancora era vivo, Egeate se ne meravigliò e corse da lui. Ed allorché l'apostolo lo vide davanti a s‚, gli disse a gran voce: "Perché, Egeate, sei venuto da chi non ti appartiene? Perché guardi chi è appeso? Perché ti meravigli di chi è legato? Salva l'anima tua! Credi in Cristo che mi ha mandato. Alza gli occhi e vedi Gesù, luce beata. Semplifica l'egemonia della tua anima e accogli la conoscenza della prima Parola. Deponi l'ignoranza e non avvilire i tuoi ragionamenti. Non rovinare i tuoi simili, non privarli dei beni, non rischiare la condanna con la disobbedienza, non cadere sotto il serpente affinché non ti rapisca, come un leone. Si addolcisca la vita sul legno! Credi nel crocifisso!
[2] La croce è bella! E', infatti, vivificatrice! Bello è colui che è appeso sulla croce! E', infatti, sterminatore dei demoni, è redentore delle anime, è rimuneratore dei lottatori! Ma perché dico queste cose? Vieni da me, Cristo! Manda libero il servo, guarito il malato, immortale il mortale, incorruttibile il corruttibile, sciolto colui che è legato, celeste colui che è terrestre, affinché, per mezzo mio, si salvino i credenti e anch'io sarò testimonio della tua vera divinità".
[17, 1] Così dicendo e glorificando ancora il Signore, con ringraziamento, rese lo spirito, mentre tutti stupivano e gridavano: "Grande è il Dio di Andrea! Il Dio dello straniero è l'unico! Il Dio dei cristiani è buono! Salvaci tutti, Cristo, come hai salvato Andrea che ha operato in te"
[18, 1] Dopo l'esodo dell'apostolo, la moglie di Egeate andò dalla croce insieme a Stratocle e sciolsero i resti dell'apostolo, e li deposero con molta cura fuori della città. Lei poi passò alla sequela di Cristo e si separò da Egeate a causa della sua condotta e della sua anima bestiale Si diede a una vita casta, serena e beata per amore di Cristo e restò insieme ai fratelli.
[2] Egeate, con i rimorsi nell'anima e la coscienza afflitta, una notte s'alzò e si buttò giù da una grande altezza: e così, contuso e lacero, finì la vita.
Stratocle, fratello di Egeate, prese il suo patrimonio, lo vendette e ne diede l'intero provento ai poveri, aspettando anch'egli il regno dei cieli.
[19, 1] Il santo apostolo fu martirizzato il 6 del mese di perit, secondo gli Asiatici, il 30 del mese di novembre, secondo i Romani, regnante nostro Signore Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.