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  1. #1
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    Predefinito DOTTRINA - letteratura subapostolica ( thread di sola lettura)

    apro questo thread per pubblicare i testi subapostolici, ovviamente chi conosce dei testi che non saranno messi è libero di metterli, ma ogni post di commento sarà cancellato
    Ultima modifica di emv; 04-06-20 alle 19:23 Motivo: Rititolazione a scopo classificazione argomenti
    (Gv 3, 20-21)
    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio

  2. #2
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    Predefinito Re: letteratura subapostolica ( thread di sola lettura)

    iniziamo con la Didachè, testo scritto probabilmente a inizio II secolo, ma di cui parole derivano dagli Apostoli stessi

    La Didachè
    Cap. I
    1. Due sono le vie, una della vita e una della morte, e la differenza è grande fra queste due vie.
    2. Ora questa è la via della vita: innanzi tutto amerai Dio che ti ha creato, poi il tuo prossimo come te stesso; e tutto quello che non vorresti fosse fatto a te, anche tu non farlo agli altri.
    3. Ecco pertanto l’insegnamento che deriva da queste parole: benedite coloro che vi maledicono e pregate per i vostri nemici; digiunate per quelli che vi perseguitano; perché qual merito avete se amate quelli che vi amano? Forse che gli stessi gentili non fanno altrettanto? Voi invece amate quelli che vi odiano e non avrete nemici.
    4. Astieniti dai desideri della carne. Se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra e sarai perfetto; se uno ti costringe ad accompagnarlo per un miglio, tu prosegui con lui per due. Se uno porta via il tuo mantello, dagli anche la tunica. Se uno ti prende ciò che è tuo, non ridomandarlo, perché non ne hai la facoltà.
    5. A chiunque ti chiede, da’ senza pretendere la restituzione, perché il Padre vuole che tutti siano fatti partecipi dei suoi doni.
    Beato colui che dà secondo il comandamento, perché è irreprensibile. Stia in guardia colui che riceve, perché se uno riceve per bisogno sarà senza colpa, ma se non ha bisogno dovrà rendere conto del motivo e dello scopo per cui ha ricevuto. Trattenuto in carcere, dovrà rispondere delle proprie azioni e non sarà liberato di lì fino a quando non avrà restituito fino all’ultimo centesimo.
    6. E a questo riguardo è pure stato detto: Si bagni di sudore l’elemosina nelle tue mani, finché tu sappia a chi la devi fare.
    Cap. II
    1. Secondo precetto della dottrina:
    2. Non ucciderai, non commetterai adulterio, non corromperai fanciulli, non fornicherai, non ruberai, non praticherai la magia, non userai veleni, non farai morire il figlio per aborto né lo ucciderai appena nato; non desidererai le cose del tuo prossimo.
    3. Non sarai spergiuro, non dirai falsa testimonianza, non sarai maldicente, non serberai rancore.
    4. Non avrai doppiezza né di pensieri né di parole, perché la doppiezza nel parlare è un’insidia di morte.
    5. La tua parola non sarà menzognera né vana, ma confermata dall’azione.
    6. Non sarai avaro, né rapace, né ipocrita, né maligno, né superbo; non mediterai cattivi propositi contro il tuo prossimo.
    7. Non odierai alcun uomo, ma riprenderai gli uni; per altri, invece, pregherai; altri li amerai più dell’anima tua.
    Cap. III
    1. Figlio mio, fuggi da ogni male e da tutto ciò che ne ha l’apparenza.
    2. Non essere iracondo, perché l’ira conduce all’omicidio, non essere geloso né litigioso né violento, perché da tutte queste cose hanno origine gli omicidi.
    3. Figlio mio, non abbandonarti alla concupiscenza, perché essa conduce alla fornicazione; non fare discorsi osceni e non essere immodesto negli sguardi, perché da tutte queste cose hanno origine gli adultéri.
    4. Non prendere auspici dal volo degli uccelli, perché ciò conduce all’idolatria; non fare incantesimi, non darti all’astrologia né alle purificazioni superstiziose, ed evita di voler vedere e sentire parlare di simili cose, perché da tutti questi atti ha origine l’idolatria.
    5. Figlio mio, non essere bugiardo, perché la menzogna conduce al furto; né avido di ricchezza, né vanaglorioso, perché da tutte queste cose hanno origine i furti.
    6. Figlio mio, non essere mormoratore, perché ciò conduce alla diffamazione; non essere insolente, né malevolo, perché da tutte queste cose hanno origine le diffamazioni.
    7. Sii invece mansueto, perché i mansueti erediteranno la terra.
    8. Sii magnanimo, misericordioso, senza malizia, pacifico, buono e sempre timoroso per le parole che hai udito.
    9. Non esalterai te stesso, non infonderai troppo ardire nel tuo animo; né l’animo tuo si accompagnerà con i superbi, ma andrà insieme ai giusti e agli umili.
    10. Tutte le cose che ti accadono accoglile come dei beni, sapendo che nulla avviene senza la partecipazione di Dio.
    Cap. IV
    1. O figlio, ti ricorderai notte e giorno di colui che ti predica le parole di Dio e lo onorerai come il Signore, perché là donde è predicata la (sua) sovranità, è il Signore.
    2. Cercherai poi ogni giorno la presenza dei santi, per trovare riposo nelle loro parole.
    3. Non sarai causa di discordia, ma cercherai invece di mettere pace tra i contendenti; giudicherai secondo giustizia e non farai distinzione di persona nel correggere i falli.
    4. Non starai in dubbio se (una cosa) avverrà o no.
    5. Non accada che tu tenda le mani per ricevere e le stringa nel dare.
    6. Se grazie al lavoro delle tue mani possiedi (qualche cosa), donerai in espiazione dei tuoi peccati.
    7. Darai senza incertezza, e nel dare non ti lagnerai; conoscerai, infatti, chi è colui che dà una buona ricompensa.
    8. Non respingerai il bisognoso, ma farai parte di ogni cosa al tuo fratello e non dirai che è roba tua. Infatti, se partecipate in comune ai beni dell’immortalità, quanto più non dovete farlo per quelli caduchi?
    9. Non ritirerai la tua mano di sopra al tuo figlio o alla tua figlia, ma sin dalla tenera età insegnerai loro il timor di Dio.
    10. Al tuo servo e alla tua serva che sperano nel medesimo Dio non darai ordini nei momenti di collera, affinché non perdano il timore di Dio, che sta sopra gli uni e gli altri. Perché egli non viene a chiamarci secondo la dignità delle persone, ma viene a coloro che lo Spirito ha preparato.
    11. Ma voi, o servi, siate soggetti ai vostri padroni come a una immagine di Dio, con rispetto e timore.
    12. Odierai ogni ipocrisia e tutto ciò che dispiace al Signore.
    13. Non trascurerai i precetti del Signore, ma osserverai quelli che hai ricevuto senza aggiungere o togliere nulla.
    14. Nell’adunanza confesserai i tuoi peccati e non incomincerai mai la tua preghiera in cattiva coscienza. Questa è la via della vita.
    Cap. V
    1. La via della morte invece è questa: prima di tutto essa è maligna e piena di maledizione: omicidi, adultéri, concupiscenze, fornicazioni, furti, idolatrie, sortilegi, venefici, rapine, false testimonianze, ipocrisie, doppiezza di cuore, frode, superbia, malizia, arroganza, avarizia, turpiloquio, invidia, insolenza, orgoglio, ostentazione, spavalderia.
    2. Persecutori dei buoni, odiatori della verità, amanti della menzogna, che non conoscono la ricompensa della giustizia, che non si attengono al bene né alla giusta causa, che sono vigilanti non per il bene ma per il male; dai quali è lontana la mansuetudine e la pazienza, che amano la vanità, che vanno a caccia della ricompensa, non hanno pietà del povero, non soffrono con chi soffre, non riconoscono il loro creatore, uccisori dei figli, che sopprimono con l’aborto una creatura di Dio, respingono il bisognoso, opprimono i miseri, avvocati dei ricchi, giudici ingiusti dei poveri, pieni di ogni peccato. Guardatevi, o figli, da tutte queste colpe.
    Cap. VI
    1. Guarda che alcuno non ti distolga da questa via della dottrina, perché egli ti insegna fuori (della volontà) di Dio.
    2. Se infatti puoi sostenere interamente il giogo del Signore, sarai perfetto; se non puoi fa’ almeno quello che puoi.
    3. E riguardo al cibo, cerca di sopportare tutto quello che puoi, ma comunque astieniti nel modo più assoluto dalle carni immolate agli idoli, perché (il mangiarne) è culto di divinità morte.
    Cap. VII
    1. Riguardo al battesimo, battezzate così: avendo in precedenza esposto tutti questi precetti, battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo in acqua viva.
    2. Se non hai acqua viva, battezza in altra acqua; se non puoi nella fredda, battezza nella calda.
    3. Se poi ti mancano entrambe, versa sul capo tre volte l’acqua in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
    4. E prima del battesimo digiunino il battezzante, il battezzando e, se possono, alcuni altri. Prescriverai però che il battezzando digiuni sin da uno o due giorni prima.
    Cap. VIII
    1. I vostri digiuni, poi, non siano fatti contemporaneamente a quelli degli ipocriti; essi infatti digiunano il secondo e il quinto giorno della settimana, voi invece digiunate il quarto e il giorno della preparazione.
    2. E neppure pregate come gli ipocriti, ma come comandò il Signore nel suo vangelo, così pregate:
    Padre nostro che sei nel cielo,
    sia santificato il tuo nome,
    venga il tuo regno,
    sia fatta la tua volontà,
    come in cielo così in terra.
    Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
    e rimetti a noi il nostro debito,
    come anche noi lo rimettiamo ai nostri debitori,
    e non ci indurre in tentazione,
    ma liberaci dal male;
    perché tua è la potenza e la gloria nei secoli.
    3. Pregate così tre volte al giorno.
    Cap. IX
    1. Riguardo all’eucaristia, così rendete grazie:
    2. Dapprima per il calice: Noi ti rendiamo grazie, Padre nostro, per la santa vite di David tuo servo, che ci hai rivelato per mezzo di Gesù tuo servo. A te gloria nei secoli.
    3. Poi per il pane spezzato: Ti rendiamo grazie, Padre nostro, per la vita e la conoscenza che ci hai rivelato per mezzo di Gesù tuo servo. A te gloria nei secoli.
    4. Nel modo in cui questo pane spezzato era sparso qua e là sopra i colli e raccolto divenne una sola cosa, così si raccolga la tua Chiesa nel tuo regno dai confini della terra; perché tua è la gloria e la potenza, per Gesù Cristo nei secoli.
    5. Nessuno però mangi né beva della vostra eucaristia se non i battezzati nel nome del Signore, perché anche riguardo a ciò il Signore ha detto: Non date ciò che è santo ai cani.
    Cap. X
    1. Dopo che vi sarete saziati, così rendete grazie:
    2. Ti rendiamo grazie, Padre santo, per il tuo santo nome che hai fatto abitare nei nostri cuori, e per la conoscenza, la fede e l’immortalità che ci hai rivelato per mezzo di Gesù tuo servo. A te gloria nei secoli.
    3. Tu, Signore onnipotente, hai creato ogni cosa a gloria del tuo nome; hai dato agli uomini cibo e bevanda a loro conforto, affinché ti rendano grazie; ma a noi hai donato un cibo e una bevanda spirituali e la vita eterna per mezzo del tuo servo.
    4. Soprattutto ti rendiamo grazie perché sei potente. A te gloria nei secoli.
    5. Ricordati, Signore, della tua chiesa, di preservarla da ogni male e di renderla perfetta nel tuo amore; santificata, raccoglila dai quattro venti nel tuo regno che per lei preparasti. Perché tua è la potenza e la gloria nei secoli.
    6. Venga la grazia e passi questo mondo.
    Osanna alla casa di David.
    Chi è santo si avanzi, chi non lo è si penta.
    Maranatha. Amen.
    7. Ai profeti, però, permettete di rendere grazie a loro piacimento.
    Cap. XI
    1. Ora, se qualcuno venisse a insegnarvi tutte le cose sopra dette, accoglietelo;
    2. ma se lo stesso maestro, pervertito, vi insegnasse un’altra dottrina allo scopo di demolire, non lo ascoltate; se invece (vi insegna) per accrescere la giustizia e la conoscenza del Signore, accoglietelo come il Signore.
    3. Riguardo agli apostoli e ai profeti, comportatevi secondo il precetto del Vangelo.
    4. Ogni apostolo che venga presso di voi sia accolto come il Signore.
    5. Però dovrà trattenersi un giorno solo; se ve ne fosse bisogno anche un secondo; ma se si fermasse tre giorni, egli è un falso profeta.
    6. Partendo, poi, l’apostolo non prenda per sé nulla se non il pane (sufficiente) fino al luogo dove alloggerà; se invece chiede denaro, è un falso profeta.
    7. E non metterete alla prova né giudicherete ogni profeta che parla per ispirazione, perché qualunque peccato sarà perdonato, ma questo peccato non sarà perdonato.
    8. Non tutti, però, quelli che parlano per ispirazione sono profeti, ma solo coloro che praticano i costumi del Signore. Dai costumi, dunque, si distingueranno il falso profeta e il profeta.
    9. Ogni profeta che per ispirazione abbia fatto imbandire una mensa eviterà di prendere cibo da essa, altrimenti è un falso profeta.
    10. Ogni profeta, poi, che insegna la verità, se non mette in pratica i precetti che insegna, è un falso profeta.
    11. Ogni profeta provato come veritiero, che opera per il mistero terrestre della chiesa, ma che tuttavia non insegna che si debbano fare quelle cose che egli fa, non sarà da voi giudicato, perché ha il giudizio da parte di Dio; allo stesso modo, infatti, si comportarono anche gli antichi profeti.
    12. Se qualcuno dicesse per ispirazione: dammi del denaro o qualche altra cosa, non gli darete ascolto; ma se dicesse di dare per altri che hanno bisogno, nessuno lo giudichi.
    Cap. XII
    1. Chiunque, poi, viene nel nome del Signore, sia accolto. In seguito, dopo averlo messo alla prova, lo potrete conoscere, poiché avrete senno quanto alla destra e alla sinistra.
    2. Ma se colui che giunge è di passaggio, aiutatelo secondo le vostre possibilità; non dovrà però rimanere presso di voi che due o tre giorni, se ce ne fosse bisogno.
    3. Nel caso che volesse stabilirsi presso di voi e che esercitasse un mestiere, lavori e mangi.
    4. Se invece non ha alcun mestiere, con il vostro buon senso cercate di vedere come possa un cristiano vivere tra voi senza stare in ozio.
    5. Se non vuole comportarsi in questo modo, è uno che fa commercio di Cristo. Guardatevi da gente simile.
    Cap. XIII
    1. Ogni vero profeta che vuole stabilirsi presso di voi è degno del suo nutrimento.
    2. Così pure il vero dottore è degno, come l’operaio, del suo nutrimento.
    3. Prenderai perciò le primizie di tutti i prodotti del torchio e della messe, dei buoi e delle pecore e le darai ai profeti, perché essi sono i vostri Sommi Sacerdoti.
    4. Se però non avete un profeta, date ai poveri.
    5. Se fai il pane, prendi la primizia e dà secondo il precetto.
    6. E così, se apri un’anfora di vino o di olio, prendi le primizie e dalle ai profeti.
    7. Del denaro, del vestiario e di tutto quello che possiedi, prendi poi le primizie come ti sembra più opportuno e dà secondo il precetto.
    Cap. XIV
    1. Nel giorno del Signore, riuniti, spezzate il pane e rendete grazie dopo aver confessato i vostri peccati, affinché il vostro sacrificio sia puro.
    2. Ma tutti quelli che hanno qualche discordia con il loro compagno, non si uniscano a voi prima di essersi riconciliati, affinché il vostro sacrificio non sia profanato.
    3. Questo è infatti il sacrificio di cui il Signore ha detto:In ogni luogo e in ogni tempo offritemi un sacrificio puro, perché un re grande sono io – dice il Signore – e mirabile è il mio nome fra le genti.
    Cap. XV
    1. Eleggetevi quindi episcopi e diaconi degni del Signore, uomini miti, disinteressati, veraci e sicuri; infatti anch’essi compiono
    per voi lo stesso ministero dei profeti e dei dottori.
    2. Perciò non guardateli con superbia, perché essi, insieme ai profeti e ai dottori, sono tra voi ragguardevoli.
    3. Correggetevi a vicenda, non nell’ira ma nella pace, come avete nel vangelo. A chiunque abbia offeso il prossimo nessuno
    parli: non abbia ad ascoltare neppure una parola da voi finché non si sia ravveduto.
    4. E fate le vostre preghiere, le elemosine e tutte le vostre azioni così come avete nel vangelo del Signore nostro.
    Cap. XVI
    1. Vigilate sulla vostra vita. Non spegnete le vostre fiaccole e non sciogliete le cinture dai vostri fianchi, ma state preparati perché non sapete l’ora in cui il nostro Signore viene.
    2. Vi radunerete di frequente per ricercare ciò che si conviene alle anime vostre, perché non vi gioverà tutto il tempo della vostra fede se non sarete perfetti nell’ultimo istante.
    3. Infatti negli ultimi giorni si moltiplicheranno i falsi profeti e i corruttori, e le pecore si muteranno in lupi, e la carità si muterà in odio;
    4. finché, crescendo l’iniquità, si odieranno l’un l’altro, si perseguiteranno e si tradiranno, e allora il seduttore del mondo apparirà come figlio di Dio e opererà miracoli e prodigi, e la terra sarà consegnata nelle sue mani, e compirà iniquità quali non avvennero mai dal principio del tempo.
    5. E allora la stirpe degli uomini andrà verso il fuoco della prova, e molti saranno scandalizzati e periranno; ma coloro che avranno perseverato nella loro fede saranno salvati da quel giudizio di maledizione.
    6. E allora appariranno i segni della verità: primo segno l’apertura nel cielo, quindi il segno del suono di tuba e terzo la resurrezione dei morti;
    7. non di tutti, però, ma, come fu detto: “Verrà il Signore e tutti i santi con lui. Allora il mondo vedrà il Signore venire sopra le nubi del cielo.”
    (Gv 3, 20-21)
    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio

  3. #3
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    Predefinito Re: letteratura subapostolica ( thread di sola lettura)

    il Pastore di Erma è un altro testo scritto nel II secolo anche questo come la Didaché è stato voluto affinchè venisse introdotto nel canone, resto tuttavia nella Tradizione

    Il Pastore d'Erma: Le Visioni
    VISIONI [Vi. I, 1- II, 2]
    Prima visione
    L'uomo giusto desidera le cose giuste
    I, 1. Chi mi aveva allevato a Roma mi vendette a una certa Rode. La ritrovai dopo molti anni e incominciai ad amarla come sorella. 2. Trascorso qualche tempo, la vidi che si bagnava nel fiume Tevere, le diedi la mano e la tirai dal fiume. Vedendo la sua bellezza, dissi nel mio cuore: "Sarei felice se avessi una moglie come questa per bellezza e per carattere". Desideravo solo ciò e null'altro. 3. Qualche tempo dopo, mentre andavo verso Cuma, contemplando le opere di Dio perché grandi, splendide e potenti, mi addormentai lungo la strada. Uno spirito mi prese e mi portò in una parte impraticabile per dove l'uomo non poteva camminare. Era un luogo dirupato e franato dalle acque. Attraversando il fiume, venni alla pianura e piegando le ginocchia incominciai a pregare il Signore e a riconoscere i miei peccati. 4. Mentre pregavo, il cielo si spalancò e vidi quella donna, che avevo desiderato, salutarmi dicendomi: "Salve, Erma". 5. Fissando lo sguardo su di essa le chiesi: "Signora, che fai tu là?". Essa mi rispose: "Sono stata elevata in cielo per accusare i tuoi peccati al Signore". 6. Soggiungo: "Ora tu sei mia accusatrice?". "No, dice, ascolta le parole che voglio dirti". Dio che abita nei cieli e fece da ciò che non era le cose che sono, moltiplicandole e accrescendole per la sua santa Chiesa, è adirato con te perché hai peccato contro di me". 7. Rispondendo le dico: "Ho peccato contro di te? In che modo? Quando ti ho detto una parola sconveniente? Non ti ho sempre considerato come una creatura divina? Non ti ho sempre rispettato come una sorella? Come mai, inventi, o donna, tali cattiverie e brutture?". 8. Sorridendo mi dice: "Nel tuo cuore salì il desiderio della cattiveria. Non ti sembra che sia cosa malvagia per un uomo giusto, che un desiderio cattivo entri nel suo cuore? È un grande peccato, dice. Infatti l'uomo giusto desidera le cose giuste, e col volere le cose giuste, la sua gloria si dirige ai cieli ed ha propizio il Signore in ogni cosa. Quelli che nel loro cuore vogliono cose malvagie si preparano la morte e la schiavitù; soprattutto chi si afferra a questo mondo, magnifica le sue ricchezze e non si preoccupa dei beni futuri. 9. Si pentiranno le anime di coloro che non hanno speranza ma hanno disperato di sé e della loro vita! Ma tu prega Dio ed egli guarirà i tuoi peccati, quelli di tutta la tua casa e di tutti i fedeli".

    Il cattivo desiderio
    II, 1. Dopo aver detto queste parole, i cieli si chiusero ed io rimasi tutto inorridito e addolorato. Dicevo in me: "Se mi viene imputato questo peccato, in che modo potrò essere salvato? In che modo placherò Dio per i miei peccati commessi? Con quali parole supplicherò il Signore di essermi propizio?". 2. Stavo considerando e preoccupandomi di tali cose nel mio cuore, quando vedo davanti a me una grande cattedra bianca fatta di candide lane. Venne una vecchia con una veste molto splendida e un libro in mano. Si sedette e mi salutò: "Salve, Erma!". Ed io addolorato e piangendo risposi: "Salve, signora!". 3. Mi disse: "Perché sei triste, Erma? Tu che sei paziente, mite e sempre sorridente, perché appari tetro e non gioviale?". Le risposi: "Per una donna onorata che mi ha detto di aver io peccato contro di lei". 4. Essa disse: "Giammai contro un servo di Dio una cosa simile. Ma certamente un desiderio di essa venne nel tuo cuore. Un tale desiderio per i servi di Dio comporta un peccato. Intenzione malvagia e sorprendente è per uno spirito lodevole e già provato se desidera un'azione cattiva. Soprattutto per Erma continente e alieno da ogni turpe piacere e pieno di ogni semplicità e di grande innocenza!".

    La Chiesa eterna
    III, 1. "Non per questo Dio è adirato contro di te, ma perché tu faccia ravvedere la tua famiglia, che ha offeso il Signore e voi genitori. Tu sei tenero verso i figli e non hai rimproverato la famiglia che, invece, hai lasciato corrompere vergognosamente. Perciò il Signore è adirato con te. Ma egli sanerà tutti i mali accaduti in precedenza nella tua famiglia. Per i loro peccati e per i loro errori, ti sei rovinato con i guadagni terreni. 2. La misericordia del Signore, però, avendo pietà di te e della tua casa, ti darà la forza per ben fondarti nella Sua gloria. Basta che tu non sia trascurato, rianima invece e conforta la tua casa. Come il fabbro a colpi di martello ottiene la cosa che vuole, così la parola quotidiana giusta viene a capo di ogni cattiveria. Non trascurare di riprendere i tuoi figli. So che, se si pentiranno di tutto cuore, saranno scritti nei libri della vita con i santi". 3. Dopo aver terminato queste parole, mi dice: "Vuoi sentirmi leggere?". Le rispondo: "Sì, signora". Mi dice: "Stammi attento e ascolta le glorie di Dio". Ascoltai cose grandi e meravigliose che non ho potuto ricordare. Le sue frasi erano terribili e l'uomo non vi poteva reggere. Ricordo solo le ultime parole che erano a noi confacenti. 4. "Ecco il Dio delle Potenze che, con forza invisibile e superiore e grande intelligenza, ha creato il mondo e, con glorioso intento, ha rivestito di splendore la sua creatura e, con la parola potente, ha fissato il cielo e ha stabilito la terra sulle acque e, con la propria saggezza e col suo disegno, ha fondato la sua santa Chiesa che anche benedisse. Egli sposta il cielo e i monti, i colli e i mari e tutto diventa piano per i suoi eletti perché si compiano le promesse loro annunziate con molta gloria e gioia se osservano i comandamenti divini che ricevettero con gran fede".

    I giusti, i pagani, gli apostati.
    IV, 1. Non appena finì di leggere, si alzò dalla cattedra. Vennero quattro giovani, presero la cattedra e si allontanarono verso oriente 2. Ella mi chiama e toccandomi il petto mi dice: "Ti è piaciuta la mia lettura?". Le dico: "Signora, mi sono piaciute le ultime parole, le prime invece sono difficili e dure". Essa poi soggiunge: "Le ultime sono per i giusti, le prime per i pagani e gli apostati". 3. Mi stava parlando quando apparvero due uomini. La presero sulle spalle e si allontanarono verso la cattedra ad oriente. Se ne partì lieta e andandosene mi dice: "Coraggio, Erma!".


    Seconda visione

    Il libretto da trascrivere
    V (1), 1. Nella stessa stagione dell'anno precedente andai verso Cuma e cammin facendo mi ricordai della visione. Ancora una volta lo spirito mi prende e mi porta nello stesso luogo dell'anno avanti. 2. Ivi giunto, mi inginocchio e incomincio a pregare il Signore e a glorificare i1 suo nome perché mi aveva stimato degno e mi aveva fatto conoscere i peccati di prima. 3. Dopo che mi alzai dalla preghiera vedo davanti a me la vecchia signora dell'anno precedente che passeggiava leggendo un libretto. Essa mi dice: "Vuoi annunziare queste cose agli eletti di Dio?". Le dico: "Non riesco a ricordarle tutte. Dammi il libretto perché possa trascriverlo". "Prendilo - dice - e me lo renderai". 4. Lo presi e appartatomi in un luogo del campo lo trascrissi tutto lettera per lettera, perché non mi orientavo con le sillabe. Dopo che terminai le lettere, improvvisamente mi fu tolto di mano il libretto e non vidi da chi.

    Per i giusti la penitenza ha un termine
    VI (2), 1. Dopo quindici giorni, digiunando e pregando molto il Signore, mi fu rivelato il significato dello scritto. Questo era il suo tenore. 2. "I tuoi figli, Erma, si sono rivoltati contro Dio, hanno bestemmiato il Signore e hanno tradito con grande malvagità i loro genitori. Sono stati in fama di traditori dei genitori senza giovamento. Inoltre hanno aggiunto ai loro peccati impurità e impasti di cattiveria. Le loro iniquità erano al colmo. 3. Fa' conoscere queste parole a tutti i tuoi figli e alla tua consorte che deve essere per te una sorella. Anch'essa non frena la lingua con la quale fa la maligna, ma udendo queste parole si frenerà e avrà misericordia. 4. Dopo che tu avrai fatto conoscere loro queste parole che il Signore mi ha ordinato che ti fossero rivelate, saranno rimessi loro tutti i peccati prima commessi e a tutti i fedeli che hanno peccato fino a questo giorno, se si pentono con tutto il cuore e rimuovono dal loro animo la dissociazione. 5. Il Signore ha giurato per la sua gloria a favore dei suoi eletti: se al compiersi di questo giorno c'è ancora il peccato, non conseguiranno la salvezza. Per i giusti la penitenza ha un termine, e i giorni della penitenza sono compiuti per tutti i fedeli. Per i pagani, però, la penitenza è valida sino all'ultimo giorno. 6. Dirai ai capi della Chiesa che dirigano il loro cammino nella giustizia, perché ottengano pienamente con molta gloria le promesse. 7. Siate perseveranti voi che operate la giustizia e non dubitate perché il vostro cammino sia con gli angeli santi. Beati voi che sopportate la grande afflizione che sopraggiunge, e quanti non rinnegheranno la loro vita. 8. Il Signore giurò per il Figlio suo che siano rigettati dalla loro vita quelli che lo rinnegano e staranno per negarlo nei giorni futuri. Per la grande misericordia è divenuto propizio a quelli che lo rinnegarono prima".

    L'astio genera la morte
    VII (3), 1. "Tu, Erma, non essere adirato con i tuoi figli né tralasciare tua sorella, perché siano purificati dai loro peccati di prima. Si educheranno con un indirizzo giusto se non porterai a loro astio. L'astio genera la morte. Tu, Erma, molto soffristi per le colpe della tua famiglia, perché non ti curasti di essa e la trascurasti, facendoti travolgere da affari sconsiderati. 2. Ma sei salvo per non esserti allontanato dal Dio vivente, per la tua semplicità e per la grande temperanza. Queste cose, purché tu perseveri, hanno salvato te e salvano tutti quelli che le praticano seguendo l'innocenza e la semplicità. Questi supereranno ogni malvagità e perverranno alla vita eterna. 3. Beati tutti coloro che operano la giustizia; non periranno in eterno. 4. Dirai a Massimo: "Ecco, sopraggiunge la sofferenza. Se ti pare nega di nuovo. Il Signore è vicino a quelli che si convertono, come è scritto nel libro di Eldad e Modat, che nel deserto profetarono al popolo".

    La Chiesa creata prima di tutte le cose
    VIII (4), 1. Fratelli, mentre dormivo ebbi una rivelazione da un bellissimo giovane che mi diceva: "Chi credi sia la vecchia dalla quale prendesti il libretto?". Io dico: "La Sibilla". "Ti sbagli, non lo è". "Chi è allora?". "La Chiesa", dice. Gli feci notare: Perché così vecchia? Rispose: "Perché fu creata prima di tutte le cose. Perciò è vecchia e per essa fu ordinato il mondo". 2. Dopo ebbi una visione in casa mia. Venne la vecchia e mi chiese se avessi dato il libro ai presbiteri. Dissi di non averlo dato. "Hai fatto bene, disse, ho da inserire delle parole. Quando avrò completato tutte le parole tu le farai conoscere a tutti gli eletti. 3. Scriverai due libretti e ne manderai uno a Clemente e uno a Grapte. Clemente poi lo manderà ad altre città, come è stato incaricato. Grapte esorterà le vedove e gli orfani. Tu lo leggerai a questa città con i presbiteri che sono preposti alle Chiese".

    Terza visione
    Pregare per la giustizia
    IX (1), 1. Questa, o fratelli, la visione. 2. Avendo molto digiunato, chiesi al Signore che mi manifestasse la rivelazione che aveva promesso di farmi conoscere per mezzo di quella vecchia. Nella stessa notte mi comparve la vecchia e mi disse: "Poiché hai bisogno e premura di conoscere tutto, vieni nel campo ove coltivi il farro e verso l'ora quinta ti apparirò e ti mostrerò ciò che devi vedere". 3. Le chiesi: "Signora, in qual luogo del campo?". "Dove tu vuoi". Mi scelsi un bel posto nascosto. Mi prevenne prima che le parlassi e le dicessi il luogo. "Verrò là dove tu vuoi". 4. Mi trovai, fratelli, nel campo. Contai le ore e mi recai nel luogo ove decisi di recarmi. Vedo collocata una panca d'avorio e sulla panca giacere un cuscino di lino, con sopra disteso un velo di lino finissimo. 5. Vedendo tali cose e che nessuno v'era nel luogo, rimasi stupito. Ebbi un tremito, mi si rizzarono i capelli e poiché ero solo mi assalì come un brivido. Tornato in me stesso e ricordatomi della gloria di Dio, presi coraggio. Inginocchiato confessavo di nuovo al Signore i peccati, come prima. 6. Essa venne con i sei giovani che avevo visto anche precedentemente, mi si avvicinò e mi stette ad ascoltare, mentre pregavo e confessavo i miei peccati. Toccandomi dice: "Erma, cessa di pregare per tutti i tuoi peccati; prega anche per la giustizia perché tu ne riceva qualche parte per la tua casa". 7. Mi solleva con la mano e mi porta alla panca e dice ai giovani: "Andate a costruire". 8. Dopo che i giovani se ne andarono, rimanemmo soli e mi disse: "Siedi qui". Le dico: "Signora, lascia che si seggano prima i presbiteri". Essa risponde: "Ti dico siediti". 9. Volevo sedermi alla destra e non me lo permise, ma mi accenna con la mano di sedermi alla sinistra. Mentre riflettevo e mi addoloravo perché non mi aveva lasciato sedere alla destra mi dice: "Sei afflitto, Erma? Il posto della destra è di altri, di quelli che sono piaciuti a Dio ed hanno sofferto per il suo nome. Manca molto a te per sederti con loro. Ma persevera, come già fai nella tua semplicità e vi sederete con loro tu e quanti faranno ciò che essi hanno fatto e subiranno ciò che essi hanno subito".

    La destra e la sinistra del luogo santo
    X (2), 1. "Che cosa subirono?". "Ascolta, mi rispose: flagelli, carceri, grandi tormenti, croci, belve a motivo del nome. Perciò la destra del luogo santo è loro e di chiunque abbia a patire per il nome; la sinistra è degli altri. Uguali sono i doni e le promesse degli uni e degli altri, di quelli che siedono a destra e a sinistra; soltanto quelli siedono a destra ed hanno una certa gloria. 2. Tu hai desiderio di sederti a destra con loro, ma molte sono le tue insufficienze. Tuttavia sarai mondato dei tuoi peccati. Tutti quelli che non hanno tentennato saranno purificati dalle loro colpe sino a questo giorno". 3. Dopo aver detto ciò se ne voleva andare. Prostratomi ai suoi piedi la scongiurai per il Signore di mostrarmi la visione che mi aveva promesso. 4. Essa mi prese di nuovo per mano, mi sollevò, mi fece sedere sulla panca a sinistra ed essa si mise a sedere a destra. Alzando un bastone splendente, mi dice: "Vedi una cosa grande?". Le dico: "Signora, non vedo nulla". Mi dice: "Non vedi davanti a te una torre grande che è costruita sulle acque con pietre quadrate luminose?". 5. In un quadrato una torre era costruita dai sei giovani venuti con lei. Altre miriadi di uomini trasportavano pietre dal fondo e dalla superficie e le porgevano ai sei giovani. Essi le prendevano e costruivano. 6. Situavano tutte le pietre cavate dal fondo nella costruzione poiché erano squadrate e combaciavano nella giuntura con le altre pietre. Erano così ben connesse che non lasciavano apparire la congiunzione. Sembrava che l'edificio della torre fosse come costruito con una sola pietra. 7. Delle pietre portate dalla superficie, ne scartavano alcune ed altre le mettevano in opera nella costruzione. Ne spezzavano altre ancora buttandole lontano dalla torre. 8. Molte altre pietre giacevano intorno alla torre e non venivano utilizzate nella costruzione. Alcune erano bitorzolute, altre avevano delle crepe, altre erano mutile, altre bianche e sferiche e non si adattavano alla costruzione. 9. Vedevo che altre pietre venivano gettate lontano dalla torre. Cadevano sulla strada e non si fermavano, ma rotolavano in luoghi impraticabili. Altre, invece, cadevano nel fuoco e bruciavano; altre cadevano vicino all'acqua e non potevano rotolarvisi, sebbene lo volessero, ed entrare nell'acqua.

    La salvezza della nostra vita mediante l'acqua
    XI (3), 1. Avendomi mostrato queste cose, voleva allontanarsi. Io a lei: "Signora, quale vantaggio ho io nel vedere le cose senza conoscere che cosa sono?". Essa mi risponde: "Sei un uomo avveduto poiché vuoi conoscere quello che concerne la torre". "Sì, dissi io, per annunziarlo ai fratelli i quali, più consolati nell'ascoltare le cose, conosceranno il Signore nella grande gloria". 2. Ella mi rispose: "Molti le ascolteranno. ma nell'udirle alcuni gioiranno, altri piangeranno. Anche questi, però, se le ascolteranno e si pentiranno, godranno. Ascolta, dunque, i simboli della torre. Li rivelerò tutti, e più non darmi cruccio con le rivelazioni che pure hanno un termine. Infatti sono compiute. Ma tu non finirai di chiedermi rivelazioni; sei un insaziabile. 3. La torre, che vedi costruire, sono io, la Chiesa, che ti sono apparsa ora e prima. Domandami ciò che vuoi riguardo alla torre e te lo farò sapere, perché tu gioisca con i santi". 4. Le dico: "Signora, poiché mi hai stimato degno che tutto mi si riveli, rivelamelo". Essa mi dice: "Quello che sarà necessario ti sia rivelato, ti sarà rivelato. Solo che il tuo cuore sia rivolto al Signore e non dubitare di ciò che vedi". 5. Le domandai: "Signora, per qual motivo la torre viene innalzata sulle acque?". Essa mi rispose: "Te lo dissi già che sei curioso e sollecitato dalla ricerca. Ricercando, dunque, trovi il vero. Ascolta perché la torre viene costruita sulle acque: la nostra vita fu salva e sarà salva mediante l'acqua. La torre è stata innalzata con la parola del nome onnipotente e glorioso ed è retta dalla potenza invisibile e infinita".

    Glorificare il nome di Dio
    XII (4), 1. Di rimando le dico: "Signora, la cosa è grande e mirabile. I sei giovani che costruiscono chi sono?" "Sono i santi angeli di Dio creati per primi, cui il Signore affidò tutta la sua creazione per accrescerla, farla progredire e governarla. Per mezzo loro sarà mandata a termine la fabbricazione della torre" 2. "Chi sono gli altri che trasportano le pietre?". "Anch'essi sono angeli santi di Dio; ma i sei sono superiori. La costruzione della torre sarà mandata a termine, e tutti insieme vi gioiranno intorno e glorificheranno il Signore perché fu compiuta la costruzione della torre". 3. Le domandai: "Signora, desidererei conoscere la sorte delle pietre e la loro forza". Rispondendo mi dice: "Tu non sei più degno degli altri di saperlo. Altri sono prima di te e migliori di te ai quali sono da rivelare queste visioni. Ma perché sia glorificato il nome di Dio, ti furono rivelate e saranno rivelate per i dubbiosi che vanno pensando nei loro cuori se sono o non sono vere. Fa' sapere loro che tutte sono vere e che nessuna è fuori del vero, ma sono tutte solide, valide e fondate".

    Le pietre della torre e la penitenza in tempo utile
    XIII (5), 1. "Ascolta ora quanto concerne le pietre che entrano nella costruzione. Le pietre quadrate, bianche e che combaciano con le loro congiunture sono gli apostoli, i vescovi, i maestri e i diaconi, che camminando nella santità di Dio hanno governato, insegnato e servito con purezza e santità gli eletti di Dio, quelli che sono morti e quelli che sono ancora vivi. Vissero sempre in armonia tra loro, stando in pace e l'uno ascoltando l'altro. Per questo nella costruzione della torre le loro congiunture sono giuste". 2. "E quelle tratte dal fondo e poste nella costruzione, che combaciano con le connessure delle altre pietre già ordinate, chi sono?". "Sono quelli che hanno patito per il nome del Signore". 3. "Le altre pietre che vengono portate dalla superficie della terra vorrei sapere chi sono, signora". Disse: "Quelle che si mettono nella costruzione, senza essere tagliate, le ha valutate il Signore perché camminarono nella sua rettitudine e ubbidirono ai suoi comandi". 4. "E quelle trasportate e messe in opera chi sono?". "I novizi della fede e i credenti. Sono esortati dagli angeli a fare il bene e non ci fu in loro malizia". 5. "Quelle che venivano scartate e gettate, chi sono?". "Sono coloro che hanno peccato e vogliono pentirsi; non furono gettati lontano dalla torre, poiché saranno utili alla costruzione se si pentiranno. Quelli che stanno per pentirsi, se faranno penitenza, saranno forti nella fede, purché facciano penitenza, ora che la torre è in costruzione. Quando la costruzione è finita, non avranno più posto e resteranno tagliati fuori. Ottengono soltanto di rimanere vicino alla torre".

    La diversità delle pietre
    XIV (6), 1. "Vuoi sapere chi sono le pietre tagliate e gettate lontano dalla torre? Sono i figli della malizia. Credettero con ipocrisia e furono di ogni cattiveria. Per questo non hanno salvezza: non sono adatte alla costruzione per la loro malvagità. Dall'ira del Signore, perché lo disgustarono, furono tagliate e scaraventate lontano. 2. Le altre, che hai visto in gran numero giacenti senza essere adoperate nella costruzione, sono le scabrose, quelli che hanno conosciuto la verità, senza permanere in essa e senza unirsi ai santi, perciò inutili". 3. "Quelli che avevano le crepe, chi sono?". "Quelli che nel cuore sono gli uni contro gli altri e non stanno in pace. Hanno un'apparenza di pace, gli uni sono lontani dagli altri, e le malvagità permangono nel loro cuore, cioè le crepe che le pietre hanno. 4. Le pietre mozze sono quelli che hanno creduto tenendo la parte maggiore nella giustizia e conservando qualche elemento di malvagità. Per questo sono mutili e non intere". 5. "Le pietre bianche, sferiche e non adatte alla costruzione, chi sono, signora?". Mi dice: "Sino a quando tu sarai stolto e senza senno? Vorrai tutto sapere senza nulla capire? Sono quelli che conservano la fede, ma anche le ricchezze di questo mondo. Quando sopraggiunge una tribolazione, per le loro ricchezze e i loro affari rinnegano il Signore". 6. Le dico: "Signora, quando saranno utili alla costruzione?". "Quando si elimina la ricchezza che li domina, mi dice, allora saranno utili a Dio. Come la pietra sferica se non viene ritagliata e non perde qualche cosa di sé non può diventare quadrata, così i ricchi di questo mondo, se non perdono la ricchezza, non potranno essere utili al Signore. 7. Sappilo da te: quando eri ricco eri inutile. Ora sei utile e fruttuoso alla vita. Diventate utili a Dio! Anche tu sei stato utilizzato da queste pietre".


    Le pietre scagliate lontano dalla torre
    XV (7), 1. "Le altre pietre che hai visto lanciare lontano dalla torre e cadere sulla strada e dalla strada rotolare per luoghi impraticabili, sono quelli che hanno fede, ma per la doppiezza del loro animo si allontanano dalla via della verità. Essi, credendo di poter trovare una strada migliore, si ingannano e da infelici vagano per luoghi impervi. 2. Quelle che cadono nel fuoco e ardono sono le persone che per sempre hanno apostatato dal Dio vivente. Esse, per le passioni e le scostumatezze e per le cattiverie commesse, non hanno mai in animo di pentirsi". 3. "Vuoi sapere chi sono quelle che cadono vicino all'acqua e non possono rotolare nell'acqua? Sono quelli che hanno ascoltato la parola e vogliono essere battezzati nel nome del Signore. 5. Ma quando risale alla mente la purezza della verità, cambiano parere e di nuovo corrono dietro alle loro turpi passioni". 4. Terminò la spiegazione simbolica della torre. 5. Comportandomi da sfacciato, le chiesi ancora se per le pietre scartate e non adatte alla costruzione fosse possibile una penitenza e un posto nella torre. Rispose: "Hanno la possibilità della penitenza, ma non possono adattarsi alla torre. 6. Sono adatte ad un altro luogo molto inferiore quando sono state provate dal tormento ed è trascorso il tempo necessario per i loro peccati. Per questo vengono portate altrove, perché parteciparono alla parola del giusto. Riuscirà loro di essere sollevate dalle sofferenze se rifletteranno sulle opere malvagie commesse. Se non riflettono non si salvano per la durezza del loro cuore".

    Le virtù sono collegate
    XVI ( 8 ), 1. Quando ebbi terminato di interrogarla su tutte queste cose, mi chiede: "Vuoi sapere altro?". Essendo desideroso di conoscere ne fui contento. 2. Mi guardò e sorridendo mi disse: "Vedi sette donne intorno al perimetro della torre?". "Sì, signora". "La torre è da loro sostenuta per ordine del Signore. 3. Ascolta ora le loro mansioni. La prima, che ha molta forza nelle mani, si chiama Fede; per mezzo suo gli eletti di Dio si salvano. 4. La seconda, che si cinge le vesti ed ha aspetto virile, si chiama Continenza; essa è figlia della fede. Chi la segue è felice nella sua vita, perché si asterrà da ogni opera malvagia nella fiducia che, lungi da ogni insano desiderio, conseguirà la vita eterna". 5. "Le altre, signora, chi sono?". "Sono figlie l'una dell'altra e si chiamano Semplicità, Scienza, Innocenza, Castità e Carità. Quando tu compirai tutte le opere della madre, potrai vivere". 6. "Vorrei sapere, signora, la capacità di ognuna". "Ascolta, dice, le virtù che hanno. 7. Le virtù sono subordinate l'una all'altra e l'una segue l'altra come sono generate. Dalla Fede nasce la Continenza, dalla Continenza la Semplicità, dalla Semplicità l'Innocenza, dall'Innocenza la Castità, dalla Castità la Scienza, dalla Scienza la Carità. Le loro opere sono sante, pure e divine. 8. Chi servirà loro ed avrà la forza di possedere le loro opere, abiterà nella torre con i santi di Dio". 9. Interrogandola sui tempi, se fossero compiuti, essa a gran voce mi gridò: "Stolto, non vedi che la torre è ancora in costruzione? Quando la torre sarà terminata, si avrà la fine. Ma presto sarà compiuta. Non chiedermi più nulla. Basta a te e ai fedeli questo ricordo e il rinnovamento dei vostri spiriti. 10. E non per te solo furono rivelate queste cose, ma perché tu le partecipi agli altri dopo tre giorni. Prima devi riflettere. Le parole che sto per dirti, Erma, bisogna, e te lo ordino, che le annunzi agli orecchi dei fedeli. Essi udendole e mettendole in pratica saranno purificati dalle loro iniquità e tu con loro".

    Educatevi per educare
    XVII (9), 1. "Ascoltatemi, figli. Io vi ho allevati con molta semplicità, innocenza e santità per la misericordia del Signore che ha versato su di voi la giustizia, per essere corretti e santificati da ogni malvagità e crudeltà. Voi, però, non volete smettere le vostre cattiverie. 2. Ora datemi ascolto: vivete in pace tra voi; frequentatevi; aiutatevi scambievolmente e non godete da soli a profusione delle cose create dal Signore, ma datele anche ai bisognosi. 3. Alcuni per i molti cibi procurano malessere al corpo e corrompono la loro carne. Invece, la carne di coloro che non hanno da mangiare si consuma, per non avere il necessario sostentamento, e il loro corpo si distrugge. 4. Questa intemperanza è dannosa per voi che possedete e non date ai bisognosi. 5. State attenti al giudizio che è vicino. Voi che avete di più cercate, dunque, i poveri sino a quando la torre non è terminata. Dopo che è terminata vorrete fare del bene ma non avrete modo. 6. Fate attenzione, voi che vi vantate della vostra ricchezza, che i bisognosi non siano mai angustiati e il loro lamento non salga al Signore. Con i vostri beni non sia chiusa la porta della torre. 7. Dico a voi che siete i capi della Chiesa e occupate i primi posti: non vi fate simili ai fattucchieri. I fattucchieri portano i loro filtri nei vaselli, voi portate il vostro filtro, il veleno, nel cuore. 8. Siete induriti e non volete purificarvi, fondere il vostro sentimento nel cuore puro per ottenere misericordia dal grande Re. 9. Badate, figli, che questi dissensi non vi privino della vostra vita. 10. Come potete educare gli eletti di Dio, se non siete voi educati? Educatevi, dunque, l'un l'altro e vivete in pace perché io al cospetto del Padre possa contenta parlare di voi tutti".

    Il cuore rende insensati
    XVIII (10), 1. Quando terminò di parlarmi, vennero i sei giovani che costruivano e la portarono alla torre e gli altri quattro presero la panca e la portarono pure alla torre. Non vidi il loro volto perché mi voltavano le spalle. 2. Nel momento che se ne andava le chiesi che mi spiegasse le tre forme in cui era apparsa. Mi rispose: "Di questo bisogna che tu chieda ad un altro, che te lo spieghi". 3. Fratelli, nella prima visione dell'anno precedente mi apparve troppo vecchia e seduta su di una cattedra. 4. Nella seconda visione aveva un aspetto giovanile, ma la carne e i capelli senili, mi parlava stando in piedi ed era più gioiosa della volta precedente. 5. Nella terza visione, tutta giovane e di una bellezza sorprendente e solo i capelli aveva senili. Era molto gioiosa e seduta su di una panca. 6. Fui assai sconvolto e preso dal conoscere la rivelazione di queste cose. Di notte, in una visione, vedo la vecchia che mi diceva: "Ogni domanda ha bisogno di umiltà; digiuna e otterrai dal Signore ciò che vuoi". 7. Digiunai per un giorno e nella stessa notte un giovane mi apparve e mi disse: "Perché nella preghiera chiedi subito rivelazioni? Bada che per il troppo chiedere non indebolisca la tua carne. 8. Bastano queste rivelazioni avute. Non potrai avere rivelazioni più grandi di quelle viste". 9. Gli rispondo: "Signore, domando solo questo, che ci sia piena rivelazione sui tre aspetti della vecchia". Mi dice: "Sino a quando sarete stolti? Vi rendono insensati, oltre le vostre incertezze, il vostro cuore che non è rivolto al Signore". 10. Di nuovo gli dico: "Ma da te, Signore, verremo a conoscere più esattamente le cose".

    Lo spirito logoro e vecchio
    XIX (11), 1. "Ascolta, dice, ciò che cerchi sulle tre figure. 2. Per qual motivo nella prima visione ti apparve vecchia e seduta su di una cattedra? Perché il vostro spirito è vecchio e logoro e non ha forza per le debolezze e i vostri inganni. 3. Come i vecchi, non avendo speranza di ringiovanire, su altro non si concentrano che sulla loro morte, così pure voi, affievoliti dagli affari del mondo, vi siete abbandonati all'accidia e non rimettete in Dio i vostri affanni. La vostra mente, però, fu menomata e siete invecchiati nelle vostre amarezze". 4. "Signore, vorrei sapere, perché era seduta sulla cattedra". "Ogni infermo per la sua infermità siede su una sedia perché sia sostenuta la debolezza del suo corpo. Ecco il significato della prima visione".


    Fortezza e fede
    XX (12), 1. "Nella seconda visione l'hai notata in piedi e con un aspetto giovanile e più gioviale di prima, ma con carnagione e capelli senili. Ascolta, dice, anche questa similitudine. 2. Un vecchio quando è disperato, per la sua debolezza e per la sua miseria, null'altro aspetta che l'ultimo giorno della sua vita. Se d'improvviso gli viene lasciata un'eredità, ciò ascoltando, si rialza e, divenuto allegro, prende forza. Non giace, ma sta dritto, e il suo spirito, già disfatto per i precedenti languori, ringiovanisce, non sta più a sedere ma agisce virilmente. Così anche voi, ascoltando la rivelazione che il Signore vi ha manifestato. 3. Egli ha avuto pietà di voi, ha rinnovato il vostro spirito e voi avete deposto le vostre debolezze. È tornata in voi la forza e vi siete irrobustiti nella fede. Il Signore vedendo la vostra fortezza gioì e, perciò, vi ha mostrato la costruzione della torre. Altre cose manifesterà se con tutto il cuore sarete tra voi in pace".

    Ringiovanire lo spirito
    XXI (13), 1. "Nella terza visione l'hai notata più giovane, bella, allegra e di aspetto leggiadro. 2. Come chi, mentre è afflitto, ha una bella notizia, subito dimentica i precedenti affanni e a null'altro pensa che alla notizia udita, si ravviva per il bene e il suo spirito ringiovanisce per la gioia appresa, così anche voi, vedendo questi beni, avete ringiovanito il vostro spirito. 3. L'hai vista seduta su di una panca perché in una posizione forte; la panca ha quattro piedi e sta ben salda. Infatti, anche il mondo è sostenuto da quattro elementi. 4. Quelli che si pentiranno saranno completamente giovani e quelli che si convertiranno di tutto cuore saranno ben rinsaldati. Eccoti tutta la rivelazione. Non chiedere nulla più e se occorresse qualche cosa ti sarà rivelata".


    Quarta visione

    Non dubitare
    XXII (1), 1. Questa, fratelli, la visione che ebbi a venti giorni da quando era avvenuta la prima, a prefigurazione della prova che si avvicina. 2. Per la via Campana andavo al podere situato a dieci stadi dalla via pubblica. Il luogo si raggiunge con facilità. 3. Camminando da solo, prego il Signore di completare le rivelazioni e le visioni che manifestò per mezzo della sua santa Chiesa perché fortificasse me e facesse pentire i suoi servi che si erano scandalizzati, e glorificasse il suo nome grande e glorioso, avendomi stimato degno che mi si mostrassero le sue meraviglie. 4. E quando lo stavo esaltando e ringraziando, come l'eco di una voce mi disse: "Non dubitare, Erma". Tra me incominciai a pensare e a dire: "In che cosa ho io da dubitare, io che sono sostenuto dal Signore e ho visto cose meravigliose?". 5. Avanzai un po' ed ecco, fratelli, vedo un polverone sollevarsi verso il cielo e cominciai a dire a me stesso: "Vengono forse degli armenti e sollevano polvere?". Era lontano da me uno stadio. 6. Poiché la nube di polvere diventava sempre più grande, pensavo che fosse qualche cosa di divino. Per poco risplendette il sole ed ecco vidi una grossissima bestia come un cetaceo e dalla sua bocca uscire locuste di fuoco. La bestia era di cento piedi di altezza ed aveva la testa come un vaso. 7. Cominciai a piangere e a pregare il Signore che mi liberasse. Mi ricordai della parola che avevo udito: "Non dubitare, Erma"." 8. Rivestito, fratelli, della fede di Dio e memore delle grandi cose che mi aveva insegnato, fattomi coraggio, mi esposi alla belva. La bestia procedeva con strepito tale quasi si schiantasse una città. 9. Mi avvicinai e l'enorme cetaceo si stese per terra. Non tirava fuori che la lingua e non si mosse per nulla sino a quando non lo oltrepassai. 10. La bestia aveva la testa di quattro colori: nero, igneo-sanguigno, aureo e bianco.



    Gettare ogni affanno sul Signore
    XXIII (2), 1. Dopo che oltrepassai la bestia e proseguii per circa trenta piedi, eccomi incontro una vergine adorna come se uscisse dalla camera nuziale, tutta in bianco e con calzari bianchi, coperta sino alla fronte ed aveva come berretto una mitra. Aveva i capelli bianchi. 2. Riconobbi dalle precedenti visioni che era la Chiesa e divenni sereno. Mi salutò dicendomi: "Salve, uomo". Io ricambiai: "Salve, signora". 3. Rispondendomi mi disse: "Nulla ti si è presentato?". "Signora, una belva enorme capace di distruggere delle moltitudini, ma per la potenza del Signore e la sua misericordia le sono sfuggito". 4. "Orbene, le sei sfuggito perché hai rimesso in Dio il tuo affanno e hai aperto il tuo cuore al Signore, credendo che mediante nessun altro potresti essere salvato, se non per mezzo del suo grande e glorioso nome. Per questo il Signore inviò il suo angelo di nome Tegri che sovrintende alle belve, il quale chiuse la bocca della bestia perché non ti sbranasse. Sei sfuggito a un grande pericolo per la tua fede e per non essere stato incerto, vedendo un simile mostro. 5. Va', dunque e narra agli eletti di Dio le sue meraviglie e di' loro che questa bestia è il simbolo di una grande tribolazione che sta per venire. Se vi preparate e vi convertite con tutto il cuore al Signore potete evitarla, purché il vostro cuore diventi puro e irreprensibile e per il resto dei vostri giorni di vita serviate con slancio il Signore. Gettate i vostri affanni sul Signore ed egli li allevierà. 6. E voi, incerti, credete nel Signore che può tutto; egli allontana la sua ira da voi e manda flagelli se rimanete esitanti. Guai a coloro che ascoltano queste parole senza coglierle. Sarebbe meglio per loro non essere nati.

    Gettare le scorie come l'oro
    XXIV (3), 1. La interrogai sui quattro colori che la bestia aveva sulla testa. Rispondendomi mi disse: "Sei ancora curioso di queste cose?". "Sì, signora, fammi conoscere che cosa esse sono". 2. "Ascolta, mi dice: il nero è questo mondo in cui abitate. 3. L'igneo-sanguigno, perché questo mondo deve dissolversi nel sangue e nel fuoco. 4. La parte aurea siete voi che fuggite questo mondo. Come l'oro si prova col fuoco e diventa prezioso, così siete provati anche voi che abitate tra quelli del mondo. Voi, dunque, rimanendo e bruciando, da essi sarete purificati. Come l'oro getta la scoria, così anche voi lasciando ogni tristezza e angustia, sarete purificati e adatti alla costruzione della torre. 5. La parte bianca è il mondo che viene, in cui abiteranno gli eletti di Dio. Immacolati e puri saranno gli eletti da Dio per la vita eterna. 6. Tu non lasciare di parlare agli orecchi dei fedeli. Avete l'immagine della grande prova che è imminente. Se volete non sarà nulla. Ricordatevi di ciò che è stato scritto". 7. Ciò detto, andò via e non vidi dove si dirigesse. Vi fu un fragore ed io mi voltai sgomento, credendo che ritornasse la bestia.


    Quinta visione

    Osservare i precetti
    XXV, 1. In casa, dopo che ebbi pregato e mi fui seduto sul letto, entrò un uomo di volto venerando, nelle sembianze di pastore. Era vestito di una bianca pelle di capra, con la bisaccia sulle spalle e il bastone in mano. Mi salutò e risposi al suo saluto. 2. Subito mi si sedette vicino e disse: "Sono stato inviato dall'angelo più venerabile per abitare con te i rimanenti giorni della tua vita". 3. Pensai che fosse a tentarmi e gli dissi: "Tu chi sei? Io so a chi fui affidato". Egli mi risponde: "Non mi riconosci?". "No, dico". " Io sono, riprese, il pastore cui fosti affidato". 4. Mentre parlava la sua figura cambiò e riconobbi che era quello a cui fui affidato. Rimasi subito confuso, mi prese la paura e mi sentii tutto schiacciato dall'angoscia, perché gli avevo risposto malamente e con stoltezza. 5. Egli mi disse: "Non ti confondere e fatti coraggio per i precetti che sto per darti. Infatti, aggiunse, fui mandato per mostrarti nuovamente tutte le cose che in precedenza hai viste, le principali che sono per voi utili. Prima di tutto scrivi i miei precetti e similitudini, e le altre cose come te le mostrerò, così le scriverai. Per questo ti ordino di scrivere prima i precetti e le similitudini perché tu subito li legga e li possa osservare". 6. Scrissi, dunque, i precetti e le similitudini come mi aveva ordinato. 7. Se voi, dopo averli sentiti, li osserverete e, camminando nella loro via, li metterete in pratica con cuore puro, conseguirete dal Signore quanto vi ha promesso. Se, invece, dopo averli sentiti non vi pentirete, tornando ai vostri peccati, riceverete dal Signore il contrario. Il pastore, l'angelo della penitenza, mi ordinò così di scrivere tutte queste cose.
    (Gv 3, 20-21)
    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio

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    Il Pastore d'Erma: I Precetti
    PRECETTI
    [Pr.1, XXVI - Pr.3, XXVIII 3]

    Primo precetto

    Un solo Dio
    XXVI, 1. "Prima di tutto credi che vi è un solo Dio, il quale ha creato tutte le cose e le ha ordinate dal non essere all'essere; le contiene tutte ed egli solo non è contenuto. 2. Credi in lui e temilo, e temendolo sii continente. Questo osserva e allontana da te ogni cattiveria. Rivestiti di ogni virtù santa e vivrai in Dio, se custodirai tale precetto".


    Secondo precetto

    Non ascoltare la maldicenza
    XXVII, 1. Mi dice: "Sii semplice e buono e sarai come i bimbi che non conoscono la cattiveria che distrugge la vita degli uomini. 2. Prima non sparlare di nessuno né ascoltare con piacere il maldicente. Diversamente, tu pure che ascolti sarai partecipe del peccato del maldicente se credi alla maldicenza che ascolti. Prestandogli fede, anche tu sei contro tuo fratello e sei partecipe del peccato del maldicente. 3. Perniciosa è la maldicenza; è un demone inquieto e non mai in pace, ma alligna sempre tra le discordie. Lungi da essa e avrai sempre buoni rapporti con tutti. 4. Abbi la moderazione che non ha alcun cattivo inciampo, e tutto ha piano e tranquillo. Opera il bene e ciò che il Signore ti dà delle tue fatiche elargiscilo con semplicità ai bisognosi, senza esitare a chi dare o a chi non dare. Darai a tutti. Il Signore vuole che a tutti si diano i propri beni. 5. Quelli che ricevono renderanno conto a Dio perché hanno ricevuto e a qual fine. Coloro che hanno ricevuto e sono nelle ristrettezze non saranno giudicati; quelli invece che hanno ricevuto con ipocrisia, sconteranno la pena. 6 Chi dà è immune. Egli ha ricevuto da Dio di compiere un servizio e lo compie con semplicità senza discriminare a chi dare o no. Un tale servizio, compiuto con semplicità, è glorioso presso il Signore. Chi serve con semplicità vivrà in Dio. 7. Osserva dunque questo precetto, come ti ho spiegato, perché la penitenza tua e della tua famiglia sia nella semplicità, pura, schietta e incorruttibile".



    Terzo precetto

    Amare la verità
    XXVIII, 1. Mi dice di nuovo: "Ama la verità ed ogni verità esca dalla tua bocca, perché lo spirito che Dio fece abitare in questa carne sia veritiero in tutti gli uomini e sia glorificato il Signore che dimora in te. Il Signore in ogni parola è sincero e in lui non si ha menzogna alcuna. 2. I mentitori offendono il Signore e diventano suoi detrattori, non rendendo il deposito ricevuto. Da lui ricevettero uno spirito veritiero. Se lo restituiscono bugiardo, trasgrediscono i precetti del Signore e diventano fraudolenti". 3. Sentendo queste cose piansi assai. Vedendomi piangere, mi dice: "Perché piangi?". "Perché, rispondo, non so se posso salvarmi". "Perché?". "Perché nella mia vita, mai ho detto parola vera, ma sempre vissi con tutti con scaltrezza e mostrando agli uomini come vero la menzogna. Nessuno mi ha contraddetto, ma ha creduto alla mia parola. Quindi, come, o Signore, posso vivere avendo fatto queste cose?". 4. "Tu pensi bene e veramente. Bisognava che tu quale servo di Dio avessi camminato nella verità. Una cattiva coscienza non doveva abitare con lo spirito di verità e arrecare dolore allo Spirito Santo e vero". "Mai, rispondo, ho ascoltato con esattezza tali parole". 5. "Ora, dice, le intendi. Osservale, perché anche le menzogne che hai detto prima nei tuoi affari, trovandosi veritiero l'attuale tuo parlare, ottengono credibilità. È possibile, cioè, che più non siano menzogne. Se osserverai questo sin d'ora, parlerai con tutta franchezza e potrai guadagnarti la vita. Chiunque intendendo questo precetto si allontana dalla pessima menzogna, vivrà in Dio".

    Quarto precetto

    La castità
    XXIX (1), 1. "Ti comando, disse, di custodire la castità e che non entri nel cuore pensiero di donna altrui o di qualche fornicazione o di altre siffatte malvagità. Ciò facendo compi un grande peccato. Ricordandoti sempre della tua donna giammai peccherai. 2. Se in cuor tuo sale questo desiderio tu peccherai, e così se sale altra malvagità peccherai. Un tale desiderio per un servo di Dio è un grande peccato. Se qualcuno opera una turpe azione, si prepara la morte. 3. In guardia dunque: lontano da un siffatto desiderio. Là dove c'è la santità non deve salire l'iniquità nel cuore dell'uomo giusto". 4. Gli dico: "Signore, permettimi di domandarti poche cose". "Parla". "Se uno ha la moglie credente e la coglie in qualche adulterio, pecca il marito vivendo con lei?". 5. "Sino a quando, risponde, ignora la cosa non pecca. Se il marito, invece, viene a conoscenza della colpa e la moglie non se ne pente e permane nell'adulterio e il marito convive con lei, egli diviene partecipe del peccato di essa e complice dell'adulterio". 6. "Che cosa, Signore, farà il marito se la moglie persiste in questa passione?". "L'allontani e il marito rimanga per sé solo. Se dopo aver allontanato la moglie sposa un'altra donna, anch'egli commette adulterio". 7. "Se, signore, la moglie, dopo che è stata allontanata, si pente e vuole ritornare dal marito non sarà ripresa?". 8. "Sì, dice; e se il marito non la riceve pecca e si addossa una grande colpa. Deve, invece, ricevere chi ha peccato e si è pentito, e non già per molte volte. Per i servi del Signore c'è una penitenza sola. Per tale pentimento il marito non deve risposarsi. Questa direttiva vale sia per la donna che per l'uomo. 9. Non solo si ha adulterio se uno corrompe la propria carne, ma anche chi compie cose simili ai pagani è un adultero. Se qualcuno persiste in tali azioni e non si pente, lungi da lui e non vivere con lui; diversamente sei partecipe del suo peccato. 10. Per questo vi fu ordinato di rimanere da soli, per la donna e per l'uomo. Vi può essere in loro pentimento. 11. Io, dunque, non voglio dare occasione perché questa situazione venga a determinarsi, ma chi ha peccato non pecchi più. C'è chi può dare un rimedio per il peccato commesso in precedenza: l'Onnipotente".



    Il pentimento è saggezza
    XXX (2), 1. Lo interrogai di nuovo dicendo: "Poiché il Signore mi ha stimato degno che tu abiti sempre con me, tollera ancora poche mie parole. Non so nulla e il mio cuore è indurito dalle mie azioni precedenti. Istruiscimi perché sono molto corto di mente e non capisco assolutamente nulla". 2. Rispondendo mi dice: "Sono preposto alla penitenza e rendo saggezza ai penitenti. Non ti sembra che lo stesso pentirsi sia una saggezza? Il pentirsi, dice, è una grande saggezza. Infatti, chi ha peccato comprende di aver fatto il male davanti al Signore. Risale al suo cuore l'azione che commise e si pente e più non compie il male, ma opera magnificamente il bene. Umilia la sua anima e la tormenta perché ha peccato. Considera dunque che il pentimento è una grande saggezza". 3. "Per questo, dico, o signore, a te domando ogni cosa. Prima, poiché sono peccatore, che io sappia quali opere fare per vivere. Molti e vari sono i miei peccati". 4. "Vivrai, mi risponde, se osserverai i miei precetti e in essi camminerai. Del resto chi ascolta e mette in pratica questi precetti, vivrà in Dio".

    Dopo il battesimo, la purezza
    XXXI (3), 1. "Ancora, signore, continuerò a interrogarti". "Parla" mi dice. "Signore, ho inteso da alcuni maestri che altra penitenza non si ha se non quella di quando siamo discesi nell'acqua e abbiamo ricevuto il perdono dei nostri precedenti peccati". 2. Mi dice: "Hai inteso bene, è così. Bisogna che chi ha ricevuto il perdono dei peccati non pecchi più, ma viva nella purezza. 3. Poiché tu osservi accuratamente ogni cosa, anche questo ti spiegherò, ma senza dare un pretesto a quelli che stanno per credere o a quelli che hanno già creduto nel Signore. Invero quelli che hanno già creduto, o stanno per credere, non hanno ottenuto la penitenza dei peccati, ma il perdono dei loro precedenti peccati. 4. Per i chiamati prima di questi giorni il Signore stabilì la penitenza. Il Signore, che scruta il cuore e prevede le cose, conobbe la debolezza degli uomini e la furberia del diavolo nel fare il male ai servi di Dio e nel macchinare contro di loro. 5. Misericordioso, il Signore ebbe compassione della sua creatura e stabilì la penitenza, e diede a me il potere su di essa. 6. Ma io ti dico: dopo la grande e santa chiamata, se qualcuno, sobillato dal diavolo pecca, ha una sola penitenza; se poi subito pecca e si pente, è inutile per lui, difficilmente vivrà". 7. Gli dico: "Signore, rinacqui nel sentire da te queste cose annunciate con tanta esattezza. So che, se non continuerò nei miei peccati, mi salverò". "Sarai salvo tu, e tutti quanti faranno lo stesso".

    Dopo la morte del coniuge, le seconde nozze
    XXXII (4), 1. Lo interrogai di nuovo dicendo: "Signore, poiché mi sopporti, spiegami ancora questo". "Parla" mi dice. Ed io: "Signore, se il marito o la moglie muore e uno di essi si risposa, pecca risposandosi?". 2. "Non pecca, dice. Se, invece, rimane da solo si procura un onore straordinario e una grande gloria presso il Signore. Se si risposa non pecca. 3. Pratica la castità e la santità e vivrai in Dio. Le cose che ti dico e ti dovrò dire, osservale sin da questo giorno in cui mi sei stato affidato e abiterò nella tua casa. 4. Per tutte le colpe commesse prima ci sarà il perdono se osserverai i miei precetti. E per tutti ci sarà i1 perdono se osserveranno questi precetti e cammineranno nella purezza".

    Quinto precetto

    La pazienza
    XXXIII (1), 1. Mi dice: "Sii paziente e assennato. Dominerai tutte le azioni malvagie e opererai ogni giustizia. 2. Se sarai paziente lo Spirito Santo che dimora in te sarà puro e non offuscato da altro cattivo spirito. Abitando un luogo grande si rallegrerà ed esulterà col corpo in cui abita e servirà il Signore con molta gioia. Ha in sé la felicità. 3. Se sopraggiunge una collera, subito lo Spirito Santo, che è delicato, si angustia non avendo il luogo puro, e cerca di allontanarsi. È come soffocato da un cattivo spirito, senza lo spazio per servire il Signore come anela, perché è contaminato dalla collera. Nella magnanimità abita il Signore, nella collera il diavolo. 4. È incompatibile e dannoso per l'uomo in cui abitano che i due spiriti dimorino insieme. 5. Se tu prendi un pochettino di assenzio e lo versi in un vaso di miele, non si guasta tutto il miele? Tanto miele viene rovinato da pochissimo assenzio che distrugge la dolcezza del miele e non è gradito al padrone perché fu reso amaro e inutilizzabile. Se, invece, non si versa l'assenzio nel miele, il miele rimane dolce ed è assai gradito al suo padrone. 6. Considera che la pazienza è assai dolce, superiore al miele, e tanto si addice al Signore. In essa abita. La collera è amara e funesta. Se tu mescoli la collera alla pazienza, la pazienza si contamina e non è più utile la sua preghiera a Dio. 7. "Vorrei, signore, conoscere l'azione della collera per guardarmene". Mi dice: "Se non te ne guarderai con la tua famiglia, perderai ogni speranza. Ma tieniti lontano; io sono con te. Saranno lontani dalla collera quanti fanno penitenza con tutto il loro cuore, poiché sarò con loro e li salverò. Tutti furono giustificati dall'angelo santissimo".

    La collera
    XXXIV (2), 1. "Ascolta, dice, l'azione della collera come è perversa, e come travolge con il suo impeto i servi di Dio e come li devia dalla giustizia. Non devia quelli che sono pieni di fede, nè può agire contro di loro perché la forza del Signore è con loro. Fa deviare quelli che sono vuoti e incerti. 2. Se vede tali uomini che se ne stanno tranquilli, si insinua nel cuore di qualcuno e per un nulla l'uomo o la donna si trova nell'ira o per le faccende del vivere o per i cibi o per qualche futilità o per qualche amico o per il dare o l'avere o per simili cose inutili. Queste sono cose futili, vane, stolte e dannose per i servi di Dio. 3. La pazienza, invece, è grande e forte ed ha un vigore formidabile, saldo e prospero e si estende largamente. La pazienza è gioiosa, contenta, senza preoccupazioni, e magnifica il Signore in ogni tempo. Nulla ha in sé di aspro e rimane sempre calma e tranquilla. La pazienza abita con quelli che hanno una fede perfetta. 4. La collera per prima cosa è stolta, leggera e pazza. Dalla stoltezza nasce l'asprezza, dall'asprezza l'animosità, dall'animosità l'ira, dall'ira il furore. Il furore, poi, che si compone di tanti mali, è un peccato grande e inguaribile. 5. Quando tutti questi spiriti abitano in un corpo, ove dimora anche lo Spirito Santo, quel corpo non li contiene, ma trabocca. 6. Lo spirito delicato, non avendo, dunque, dimestichezza nell'abitare con lo spirito cattivo, né con la durezza, si allontana da un tale uomo e cerca di abitare con la mansuetudine e la serenità. 7. Quando si allontana dall'uomo in cui abita, l'uomo diventa privo dello spirito giusto e, pieno di spiriti malvagi, si agita in ogni sua azione. Tirato qua e là dagli spiriti malvagi, rimane del tutto cieco nel buon discernimento. Così capita a tutti gli iracondi. 8. Lungi dall'ira, lo spirito perverso! Rivestiti di pazienza, resisti alla collera e all'asprezza e sarai con la saggezza amata dal Signore. Vedi di non trascurare questo precetto. Se te ne impadronisci, potrai osservare anche gli altri precetti che ti devo ordinare. Sii forte e incrollabile in essi, e siano incrollabili tutti quelli che vogliono camminare nella loro via".

    Sesto precetto

    La via dritta e la via storta
    XXXV (1), 1. "Ti ordinai, dice, nel primo precetto di osservare la fede, il timore e la continenza". "Sì, dico, signore". "Ma ora ti voglio spiegare le loro forze, perché tu conosca quale potere ed efficacia hanno. Le loro forze sono duplici e per il giusto e per l'ingiusto. 2. Tu dunque credi al giusto e non credere all'ingiusto. Il giusto ha una via dritta, l'ingiusto, invece, una via storta, ma tu cammina per la via dritta e piana, lascia la storta. 3. La via storta non ha sentieri, ma tratti impraticabili e molti ostacoli ed è scabrosa e piena di spini; fatale per coloro che vi si imbattono. 4. Quelli che, invece, camminano per la via dritta, vanno in modo uniforme e senza inciampi. Non è scabrosa né spinosa. Vedi, dunque, che è più utile prendere la via dritta". 5. "Signore, dico, mi piace prendere questa via". "Vi camminerai e camminerà in essa chiunque si rivolge con tutto il cuore al Signore".

    L'angelo della giustizia e l'angelo della iniquità
    XXXVI (2), 1. Dice: "Ora ascoltami sulla fede. Con l'uomo sono due angeli, uno della giustizia e l'altro della iniquità". 2. "Come, o signore, conoscerò le loro azioni, poiché entrambi gli angeli abitano con me?". 3." Ascolta, mi risponde, e rifletti. L'angelo della giustizia è delicato, verecondo, calmo e sereno. Se penetra nel tuo cuore, subito ti parla di giustizia, di castità, di modestia, di frugalità, di ogni azione giusta e di ogni insigne virtù. Quando tutte queste cose entrano nel tuo cuore, ritieni per certo che l'angelo della giustizia è con te. Sono, del resto, le opere dell'angelo della giustizia. Credi a lui e alle sue opere. 4. Guarda ora le azioni dell'angelo della malvagità. Prima di tutto è irascibile, aspro e stolto e le sue opere cattive travolgono i servi di Dio. Se si insinua nel tuo cuore, riconoscilo dalle sue opere". 5. "In che modo, signore, gli obietto, lo riconoscerò, non lo so". "Ascoltami, dice. Quando ti prende un impeto d'ira o un'asprezza, sappi che egli è in te. Poi, il desiderio delle molte cose, il lusso dei molti cibi e bevande, di molte crapule e di lussi vari e superflui, le passioni di donne, la grande ricchezza, la molta superbia, la baldanza e tutto quanto vi si avvicina ed è simile. Se tutte queste cose si insinuano nel tuo cuore, sappi che è in te l'angelo dell'iniquità. 6. Avendo conosciuto le sue opere, allontanati da lui e non credergli in nulla, perché le sue opere sono malvagie e dannose ai servi di Dio. Hai, dunque, le azioni di ambedue gli angeli, rifletti e credi all'angelo della giustizia. 7. Lungi dall'angelo della iniquità, perché il suo insegnamento è cattivo per ogni opera. Se uno è credente e il pensiero di questo angelo gli subentra nel cuore, uomo o donna che sia, per forza peccherà in qualche cosa. 8. Invece, se uno è pessimo, uomo o donna, e subentrano nel suo cuore le opere dell'angelo della giustizia, necessariamente farà qualche cosa di buono. 9. Vedi, dunque, che è bello seguire l'angelo della giustizia e rinunziare all'angelo della iniquità. 10. Questo precetto manifesta ciò che concerne la fede perché tu creda alle opere dell'angelo della giustizia e, compiendole, tu vivrai in Dio. Credimi. Le opere dell'angelo della malizia sono perniciose. Non facendole, vivrai in Dio".


    Settimo precetto

    Temere il Signore e custodire i suoi precetti
    XXXVII, 1. Mi disse: "Temi il Signore e custodisci i suoi precetti. Custodendo i precetti di Dio sarai potente in ogni opera, e ogni tua azione non avrà confronto. Temendo il Signore farai bene ogni cosa. È il timore che bisogna avere, e sarai salvo. 2. Non temere il diavolo. Temendo il Signore, dominerai il diavolo perché egli non ha forza. In chi non c'è forza non c'è timore; in chi c'è la forza gloriosa c'è anche il timore. Ognuno che ha forza ha timore; chi non ha forza è vilipeso da tutti. 3. Temi le opere del diavolo che sono cattive. Temendo il Signore, temerai le opere del diavolo e non le farai, ma ti allontanerai da esse. 4. Duplice è il timore. Se vuoi compiere il male temi il Signore e non lo farai; se vuoi, invece, compiere il bene temi il Signore e lo farai. Il timore del Signore è forte, grande e glorioso. Temi il Signore e vivrai in lui. Quelli che lo temono e osservano i suoi precetti vivranno in Dio". 5. "Perché, chiedo, signore, hai detto di coloro che osservano i suoi comandamenti: vivranno in Dio?". "Perché ogni creatura teme il Signore, ma non osserva i suoi precetti. È presso Dio la vita di quelli che lo temono e osservano i suoi precetti. Per coloro che non osservano i precetti di lui, non c'è vita in loro".

    Ottavo precetto

    L'astinenza è duplice
    XXXVIII, 1. "Ti dissi che le opere di Dio sono duplici; ed anche l'astinenza è duplice. Da alcune cose bisogna astenersi, da altre no". 2. "Fammi conoscere, signore, quelle da cui bisogna astenersi, e quelle da cui non bisogna". "Ascolta. Astieniti dal male e non farlo. Non astenerti dal bene, ma operalo. Se ti astieni dall'operare il bene, compi un grande peccato. Se ti astieni dal fare il male, operi una grande giustizia. Astieniti da ogni malvagità, facendo il bene". 3. "Quali, signore, sono le malvagità da cui bisogna che ci asteniamo?". "Ascolta, dice: dall'adulterio e dalla fornicazione, dal bere fuori misura, dalle prave delizie, dalle molte vivande, dal lusso della ricchezza, dalla ostentazione, dall'orgoglio, dalla superbia, dalla menzogna, dalla maldicenza, dall'ipocrisia, dal rancore e da ogni bestemmia. 4. Nella vita degli uomini questi vizi sono i peggiori. Da tutti questi vizi bisogna che si astenga il servo di Dio; chi non se ne astiene non potrà vivere in Dio. Ascolta anche le cose che li seguono". 5. "Signore, vi sono ancora opere inique?". "E sono molte dalle quali bisogna che il servo di Dio si astenga: il furto, la menzogna, la frode, la falsa testimonianza, l'avarizia, la nefasta concupiscenza, l'inganno, la vanagloria, la baldanza e quanto vi è di simile. 6. Non ti sembra che queste cose siano un male? E sono un male assai grave, aggiungo, per i servi di Dio. Da tutti questi mali deve astenersi il servo di Dio. Astieniti da tutti questi mali perché tu viva con Dio e sia annoverato tra coloro che li tengono lontano. Queste, dunque, le cose da cui bisogna che ti astenga. 7. Ascolta, invece, le cose da cui non ti devi astenere, ma le devi fare. Non ti astenere dal bene, ma fallo". 8. Chiedo: "Signore, mostrami la virtù delle opere buone, perché io cammini in esse e le persegua e facendole mi possa salvare". "Ascolta, dice, le opere di bene che devi compiere e non trascurare. 9. Prima di tutto la fede, il timore del Signore, la carità, la concordia, le parole di giustizia, la verità, la pazienza. Nulla vi è di meglio nella vita degli uomini. Se uno osserva queste cose e non se ne astiene, è beato nella sua vita. 10. Ascolta il loro seguito: assistere le vedove, visitare gli orfani e i bisognosi, liberare dalle ristrettezze i servi di Dio, essere ospitale (nella ospitalità talvolta si trova a fare il bene), non ostacolare nessuno, essere sereno, essere il più umile di tutti gli uomini, rispettare i vecchi, praticare la giustizia, osservare la fratellanza, sopportare la prepotenza, essere magnanimo, non serbare rancore, consolare gli afflitti, non allontanare dalla fede coloro che danno scandalo, ma convertirli e far loro coraggio, ammonire i peccatori, non opprimere i debitori e i bisognosi, e altre cose simili. 11. Non ti sembra, mi dice, che queste cose siano buone?". Rispondo: "Che cosa vi è di meglio?". "Cammina, dunque, mi replica, in esse e non astenertene, e vivrai in Dio. 12. Osserva, dunque, il precetto: se fai il bene e non te ne astieni vivrai in Dio, e tutti quelli che operano in questo modo vivranno in Dio. E ancora: se non fai il male e te ne astieni vivrai in Dio. E vivranno in Dio quanti camminano osservando questi precetti".


    Nono precetto

    Rimuovere l'incertezza
    XXXIX, 1. Mi dice: "Rimuovi da te l'incertezza e non dubitare assolutamente di chiedere a Dio, dicendo in te stesso: come posso chiedere e ricevere dal Signore avendo io peccato molto contro di lui? 2. Non pensare così, ma con tutto il tuo cuore rivolgiti al Signore e pregalo con fermezza, e conoscerai la sua grande misericordia, perché non ti abbandonerà, ma compirà la preghiera della tua anima. 3. Dio non è come gli uomini che serbano rancore, ma egli non ricorda le offese ed ha compassione per la sua creatura. 4. Tu, intanto, purifica il tuo cuore da tutte le vanità di questo mondo e dai vizi che ti sono stati prima detti, e chiedi al Signore. Riceverai tutto e sarai esaudito in ogni tua richiesta, se chiederai con fermezza al Signore. 5. Se nel tuo cuore sei titubante, non otterrai nessuna tua richiesta. Coloro che dubitano in Dio, sono indecisi e assolutamente nulla ottengono delle loro richieste. 6. Coloro che sono perfetti nella fede tutto chiedono credendo nel Signore e ottengono, perché chiedono con fermezza, senza mostrarsi incerti. Ogni uomo incerto, se non si converte, difficilmente si salverà. 7. Purifica, dunque, il tuo cuore dall'incertezza, rivestiti della fede, che è forte, credi in Dio ed otterrai tutte le richieste che fai. Se avendo fatto al Signore qualche richiesta, ottieni più tardi, non dubitare perché non ottieni presto la richiesta della tua anima. Certamente, per qualche prova o per qualche colpa che tu ignori, ottieni più tardi la tua richiesta. 8. Tu, dunque, non ti stancare di fare al Signore la richiesta della tua anima, e l'otterrai. Se nel chiedere ti scoraggi e dubiti, accusa te stesso e non chi ti è munifico. 9. Guardati dall'incertezza: essa è turpe, insensata e sradica dalla fede molti credenti e i forti. Tale incertezza è figlia del diavolo e troppo inganna i servi di Dio. 10. Disprezza, dunque, l'incertezza e vincila in ogni cosa, rivestendoti della fede forte e potente. La fede, infatti, tutto promette, tutto compie, mentre l'incertezza, non avendo fiducia in sé, sbaglia tutte le opere che intraprende. 11. Vedi, dunque, dice, che la fede è dall'alto, da parte del Signore ed ha una grande forza. L'incertezza, invece, spirito terrestre, è dal diavolo e non ha forza. 12. Tu servi la fede che ha forza e allontana l'incertezza che non ne ha e vivrai con Dio. Vivranno con Dio quanti la pensano così".

    Decimo precetto
    Allontanare la tristezza
    XL (1), 1. "Allontana da te, dice, la tristezza che è sorella della incertezza e della collera". 2. "In che modo, chiedo, o signore, è sorella di queste? Mi sembra che una cosa sia la collera, una cosa l'incertezza, ed altro la tristezza". "Sei uno stolto, risponde, perché non sai che la tristezza è il peggiore di tutti gli spiriti ed è la più nociva ai servi di Dio. Al di sopra di ogni spirito distrugge l'uomo, contrista lo Spirito Santo e poi salva". 3. "Io, signore, sono corto di mente e non comprendo queste similitudini. Non saprei come può contristare e poi salvare". 4. "Ascolta, dice: quelli che non hanno mai fatto ricerche sulla verità né hanno indagato sulla divinità ed hanno solo creduto, sono presi dalle faccende, dalla ricchezza, dalle amicizie pagane e da molti altri affari di questo mondo. Quanti vivono per queste cose non comprendono le allegorie della divinità. Ottenebrati e rovinati dalle loro attività diventano aridi. 5. Come le belle vigne se vengono trascurate, inaridiscono per le spine e le varie erbacce, così gli uomini che hanno creduto quando si lasciano distrarre, travolti dalle molte faccende che ho ricordate, ingannano la loro mente e non capiscono completamente nulla della giustizia. Quando sentono parlare della divinità e della verità, la loro mente si trascina nell'azione, ed essi non comprendono assolutamente nulla. 6. Invece, coloro che temono Dio e cercano la divinità e la verità ed hanno il cuore rivolto al Signore, capiscono e colgono presto tutto ciò che si dice loro. Hanno in se stessi il timore del Signore. Là ove abita il Signore, si ha la completa intelligenza. Légati al Signore e tutto avvertirai e comprenderai".

    L'incertezza e l'ira
    XLI (2), 1. "Ascolta, dunque, o stolto, in che modo la tristezza caccia lo Spirito Santo e poi salva. 2. Quando un indeciso è indotto a qualche impresa e fallisce per la sua incertezza, il dolore entra nell'uomo, contrista lo Spirito Santo e lo caccia. 3. Poi se la collera si attacca all'uomo per qualunque faccenda sia, lo esaspera molto; di nuovo la tristezza subentra nel cuore dell'uomo adirato che prova dolore per l'impresa compiuta e si pente perché ha agito male. 4. Sembra che questa tristezza abbia salvezza perché chi ha fatto i1 male si è pentito. Ambedue le cose contristano lo spirito; l'incertezza perché non riuscì nell'impresa, l'ira contrista lo Spirito perché operò il male. Ambedue sono moleste allo Spirito Santo, l'incertezza e la collera. 5. Lungi da te la tristezza e non angustiare lo Spirito Santo che abita in te, perché non si rivolga a Dio contro di te e si allontani da te. 6. Lo Spirito di Dio dato a questa carne non tollera né tristezza né angustia".

    La gioia
    XLII (3), 1. "Rivestiti, dunque, di gioia che è sempre gradita a Dio e gli è accetta. In essa si diletta. Ogni uomo allegro opera bene, pensa bene e disprezza la mestizia. 2. Invece l'uomo triste si comporta sempre male. Prima agisce male perché contrista lo Spirito Santo che fu dato gioioso all'uomo, poi, contristando lo Spirito Santo, compie l'ingiustizia di non supplicare Dio e di non confessarsi a Lui. La preghiera dell'uomo triste non ha mai la forza di salire all'altare del Signore". 3. "Perché, chiedo, la preghiera del triste non sale all'altare?". "Perché, dice, la tristezza risiede nel suo cuore. La tristezza unita alla preghiera non permette che la preghiera ascenda pura all'altare. Come l'aceto e il vino mescolati insieme non hanno lo stesso sapore, così la tristezza frammista allo Spirito Santo non conserva la stessa preghiera. 4. Purìficati, dunque, da questa nefasta tristezza e vivrai in Dio. E vivranno in Dio quanti allontanano la tristezza e si rivestono di ogni gioia".

    Undicesimo precetto
    Il falso profeta
    XLIII, 1. Mostrandomi uomini seduti su una panca e un uomo seduto su di una cattedra mi dice: "Vedi quelli che siedono sulla panca?". "Vedo, signore". Mi precisa: "Questi sono i fedeli, e quello che è seduto sulla cattedra è un falso profeta che rovina la mente dei servi di Dio. Rovina, cioè, la mente dei dissociati, non dei fedeli. 2. I dissociati vanno da lui come da un mago e gli chiedono che cosa accadrà loro. Il falso profeta, non avendo forza alcuna dello Spirito di Dio, risponde secondo le domande e le passioni della loro iniquità e soddisfa le loro anime come essi vogliono. 3. Essendo egli vano, cose vane dice ai vani. Su ciò che gli si domanda, risponde con la vanità dell'uomo. Dice anche cose vere. Il diavolo, infatti, lo riempie del suo spirito, con lo scopo di piegare qualche giusto. 4. Quanti, dunque, sono forti nella fede del Signore, poiché sono rivestiti di verità non aderiscono agli spiriti malvagi, ma se ne allontanano. Quanti, invece, sono incerti e si convertono spesso, si rivolgono agli indovini come i pagani ed acquisiscono un peccato maggiore divenendo idolatri. Chi interroga un falso profeta su qualche faccenda, è un idolatra, uno privo di verità, un insulso. 5. Infatti, ogni spirito dato da Dio non si fa interrogare, ma avendo la forza divina, da sé dice ogni cosa poiché è dall'alto, dalla potenza dello Spirito di Dio. 6. Invece, lo spirito che si fa interrogare e si pronunzia secondo le passioni degli uomini, è terreno, leggero e non ha forza. Addirittura non parla se non è interrogato". 7. Chiedo: "Come, o signore, l'uomo distinguerà chi è profeta da chi è falso profeta?". "Ascolta, e di entrambi i profeti, come ti sto per dire, valuterai il profeta e il falso profeta. Dalla vita distingui l'uomo che ha lo Spirito di Dio. 8. Prima, chi ha dall'alto lo Spirito è calmo, sereno, umile e lontano da ogni malvagità e desiderio vano di questo secolo. Egli considera se stesso inferiore a tutti gli uomini e, interrogato, non risponde a nessuno, né parla come una monade. Lo Spirito Santo non parla quando l'uomo vuole, ma solo quando Dio vuole che parli. 9. Quando un uomo che ha lo Spirito di Dio entra in una riunione di uomini giusti, che hanno la fede dello Spirito di Dio, e c'è la preghiera della riunione di quegli uomini a Dio, allora l'angelo dello spirito profetico, che dimora in lui, riempie l'uomo, e quell'uomo pieno dello Spirito Santo parla alla moltitudine come il Signore vuole. 10. Così si manifesta lo spirito divino. Tale è la potenza del Signore sullo spirito divino. 11. Ascolta ora, mi dice, intorno allo spirito terreno e vano, che non ha forza ed è insulso. 12. Prima, l'uomo che crede di avere lo spirito si esalta e vuole avere il primo posto e subito si presenta sfacciato, impudente e loquace. Vive fra molte mollezze e molti altri piaceri e accetta le rimunerazioni per la sua preghiera. Se non le riceve non profetizza. Potrebbe uno spirito divino ricevere la ricompensa e profetare? Non è possibile che un profeta di Dio faccia questo. Lo spirito di siffatti profeti è terreno. 13. Poi non si accosta per nulla all'assemblea di uomini giusti, ma li evita. Si unisce agli incerti e ai vani e profetizza loro in un angolo. Li inganna parlando loro a vuoto di ogni cosa, secondo le loro passioni; del resto ai vani egli risponde. Un vaso vuoto messo con gli altri vuoti non si rompe, ma tra loro si armonizzano. 14. Quando giunge in un'assemblea piena di giusti che hanno lo spirito divino e da loro si fa la preghiera, quell'uomo viene reso vano e lo spirito terreno, per timore, fugge da lui. Diventa muto quell'uomo ed è completamente disorientato per non poter più parlare. 15. Se conservi in un ripostiglio vino e olio e metti un vaso vuoto e di nuovo vuoi sgombrare il ripostiglio, il vaso che mettesti vuoto, vuoto lo troverai. Così anche i profeti vuoti, quando entrano tra gli spiriti dei giusti, come vennero si ritrovano. 16. Ecco la vita di entrambi i profeti. Giudicalo dalle opere e dalla vita l'uomo che dice di essere portatore dello spirito. 17. Tu credi allo Spirito che viene da Dio e che ha forza, e non credere, invece, allo spirito terrestre e vuoto, poiché in lui non c'è forza. Egli viene dal diavolo. 18. Ascolta la similitudine che sto per dirti. Prendi una pietra e lanciala verso il cielo, vedi se puoi toccarlo. O meglio, prendi un tubo d'acqua e tira il getto verso il cielo e vedi se puoi trapassarlo". 19. Dico: "Come, signore, possono avvenire queste cose? Sono entrambe impossibili le cose che hai detto". "Come queste cose sono impossibili, egli risponde, così gli spiriti terrestri sono impotenti e deboli. 20. Prendi, dunque, la forza che viene dall'alto. La grandine è un infimo granello e quando cade sulla testa di qualcuno come fa male! Ancora prendi la goccia che scende dal tetto a terra: fora la pietra. 21. Pensa, dunque, che le cose più piccole che dall'alto cadono sulla terra hanno una grande forza. Così anche lo spirito divino che viene dall'alto è potente. Tu credi, pertanto, a questo spirito, e allontana l'altro".

    Dodicesimo precetto

    Liberarsi da ogni desiderio cattivo
    XLIV (1), 1. Mi dice: "Liberati da ogni desiderio cattivo e rivestiti di ogni desiderio buono e santo. Rivestendoti di un tale desiderio odierai il desiderio cattivo e lo frenerai come vuoi. 2. Il cattivo desiderio è violento e difficilmente si addolcisce. È terribile e con la sua massima ferocia consuma gli uomini. Specialmente se vi cade un servo di Dio che non sia avveduto. Viene terribilmente rovinato. Rovina, però, quelli che non indossano l'abito del desiderio buono e si lasciano prendere da questo mondo. Sono questi che consegna alla morte". 3. Domando: "Quali, o signore, sono le opere del desiderio cattivo che consegnano gli uomini alla morte? Fammele conoscere, perché me ne voglio stare lontano". "Ascolta con quali opere lo spirito cattivo fa morire i servi di Dio.

    Seguire il desiderio buono
    XLV (2), 1. "Prima di tutto il desiderio della donna o dell'uomo altrui, dello sfarzo, della ricchezza, delle molte inutili vivande e bevande ed altre numerose e insulse mollezze. Ogni mollezza è insulsa e vana per i servi di Dio. 2. Questi desideri sono cattivi e fanno morire i servi di Dio. Il desiderio cattivo è figlio del diavolo. Bisogna stare lontano dai desideri cattivi per vivere, standosene lontani, in Dio. 3. Quanti sono da essi dominati e non si oppongono, alla fine muoiono. Fatali sono questi desideri cattivi. 4. Tu, dunque, rivestiti del desiderio della giustizia e armato del timore di Dio resisti ad essi. Infatti, il timore di Dio risiede nel desiderio buono. Il desiderio cattivo, se ti vede armato del timore di Dio e che tu lo contrasti, ti fuggirà lontano e non si farà più vedere da te perché teme le tue armi. 5. Tu dunque, vincendo e trionfando su di esso vieni al desiderio della giustizia e consegnagli la vittoria che riportasti, servendolo come vuole. Se tu servi il desiderio buono e ad esso ti sottometti, puoi dominare il desiderio cattivo e sottometterlo come vuoi".

    Adempiere il ministero affidato
    XLVI (3), 1. "Vorrei sapere, signore, con quali maniere devo servire il desiderio buono". "Ascolta: pratica la giustizia e la virtù, la verità e il timore del Signore, la fiducia e la mansuetudine e quante cose buone sono simili a queste. Operando ciò sarai un servo di Dio accetto e vivrai con Lui. Tutti quelli che serviranno il desiderio buono vivrà in Dio". 2. Terminati i dodici precetti, mi dice: "Questi sono i precetti, cammina nella loro via e prega quelli che ascoltano che la loro conversione sia pura per i rimanenti giorni della loro vita. 3. Adempi con cura il ministero che ti affido e opererai molto. Sarai gradito a quelli che vogliono convertirsi e crederanno alle tue parole. Sarò con te e li indurrò a credere". 4. Gli chiedo: "Questi precetti sono grandi, belli, eccellenti, e possono rallegrare il cuore dell'uomo che può osservarli. Non so, o signore, se questi precetti possono essere osservati dall'uomo, poiché sono troppo duri". 5. Rispondendo mi dice: "Se sei convinto che si possono osservare, li osserverai senza difficoltà e non saranno duri. Se, invece, si insinua nel tuo cuore che non possono essere osservati dall’uomo, non li osserverai. 6. Ora ti dico: se non li osserverai, ma li trascuri, non avrai salvezza né tu, né i tuoi figli, né la tua casa poiché tu hai ritenuto che questi precetti non possono essere osservati dall'uomo".

    La paura del diavolo non ha forza
    XLVII (4), 1. Mi disse queste cose con uno sdegno tale che rimasi sconvolto ed ebbi molta paura. Il suo aspetto si alterò in modo che un uomo non poteva sostenere la sua ira. 2. Vedendomi tutto disorientato e confuso, incomincio a parlarmi con più moderazione e dolcezza e mi disse: "Insulso, dissennato e incerto, non sai che la gloria di Dio è grande, forte e stupenda? Egli non creò il mondo per l'uomo e tutta la sua creazione sottomise all'uomo dandogli il potere di dominare ogni cosa che è sotto il cielo? 3. Se, dunque, dice, l'uomo è il signore di tutte le creature di Dio e su tutte domina, non può dominare anche questi precetti? Può, precisa, dominare tutti questi precetti solo l'uomo che ha il Signore nel suo cuore. 4. Quelli che hanno il Signore sulle labbra, ma il cuore indurito, sono assai lontani da Dio e per loro questi precetti sono duri e inattuabili. 5. Mettete il Signore nel vostro cuore, voi che siete vani e leggeri nella fede, e credete che nulla è più facile più dolce e più mite di questi precetti. 6. Pentitevi, voi che camminate nei precetti del diavolo, difficili, aspri, duri e licenziosi e non temete il diavolo perché non ha forza contro di voi. 7. Sarò con voi io, l'angelo della penitenza che lo domina. Il diavolo incute solo paura e la sua paura non ha forza. Non temetelo, dunque, e fuggirà da voi".


    Il diavolo non trionfa
    XLVIII (5), 1. Gli dico: "Signore, ascoltami per poche parole". "Di' pure quello che vuoi". "L'uomo è desideroso di osservare i precetti di Dio, e ognuno prega il Signore che lo rafforzi nei suoi precetti e lo sottoponga ad essi. Ma il diavolo è duro e domina". 2. "Non può, replica, dominare i servi di Dio che sperano con tutto il cuore in Lui. Il diavolo può combattere, ma non può trionfare. Se lo contrastate, vinto e scornato fuggirà da voi. Quelli che sono vani temono il diavolo come se avesse forza. 3. Quando l'uomo riempie di buon vino i recipienti più adatti e tra questi pochi semivuoti, se torna ai recipienti non osserva i pieni, perché li sa pieni, ma osserva i semivuoti temendo che siano inaciditi. Presto, infatti, i recipienti semivuoti inacidiscono e svanisce il sapore del vino. 4. Così pure il diavolo va da tutti i servi di Dio, per provarli. Quelli che sono pieni di fede gli resistono energicamente, e lui si allontana da loro non avendo per dove entrare. Allora egli va dai vani e, trovando lo spazio, entra da loro ed agisce con questi come vuole e gli diventano soggetti".

    Convertirsi con tutto il cuore al Signore
    XLIX (6), 1. "Io, l'angelo della penitenza, vi dico: "Non temete il diavolo. Fui inviato per stare con voi che fate penitenza con tutto il vostro cuore e per rafforzarvi nella fede. 2. Credete in Dio, voi che per i vostri peccati avete disperato della vostra vita, accresciuto le colpe e appesantito la vostra esistenza. Se vi convertite al Signore con tutto il vostro cuore e operate la giustizia per i rimanenti giorni della vostra vita e lo servite rettamente secondo la sua volontà, vi darà il perdono per tutti i precedenti peccati e avrete la forza di dominare le opere del diavolo. Non temete assolutamente le minacce del diavolo. Egli è inerte come i nervi di un morto. 3. Ascoltatemi, dunque, e temete chi può tutto salvare e perdere. Osservate questi precetti e vivrete in Dio". 4. Gli chiedo: "Signore, ora mi sento rafforzato in tutti i comandamenti di Dio perché tu sei con me. So che abbatterai tutta la forza del diavolo e noi lo domineremo e vinceremo tutte le sue opere. E spero che il Signore, dandomi la forza, mi farà osservare questi precetti che hai ordinato". 5. "Li osserverai, mi dice, se il tuo cuore diviene puro presso il Signore. Li osserveranno tutti quelli che purificheranno il loro cuore dalle vane passioni di questo mondo e vivranno in Dio".
    (Gv 3, 20-21)
    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio

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    Predefinito Re: letteratura subapostolica ( thread di sola lettura)

    Il Pastore d'Erma: Le Similitudini
    SIMILITUDINI
    [Si.1, L- Si.2, Ll 3]
    Prima similitudine

    La nostra terra è straniera
    L, 1. Mi dice: "Voi servi di Dio, sapete di abitare una terra straniera. La vostra città è molto lontana da questa. Se sapete la città che dovete abitare, perché mai qui vi procurate campi, apparati sontuosi, case e dimore inutili? 2. Chi prepara queste cose per questa città non cerca di ritornare nella propria. 3. O stolto, dissociato e infelice, non pensi che tutte queste cose ti sono estranee e sotto il dominio di un altro? Infatti, il signore di questa città dirà: Non voglio che tu abiti nella mia città, ma vattene perché non obbedisci alle mie leggi. 4. Tu che hai campi, abitazioni e molti altri averi, mandato via da lui, cosa potrai fare del campo, della casa e delle altre cose che ti procurasti? Ti dice giustamente il signore di questo paese: Obbedisci alle mie leggi o vattene da questo paese. 5. Che dovrai fare tu, che hai una legge nella tua città? Per i tuoi campi e per le altre sostanze rinnegherai completamente la tua legge e camminerai nella legge di questa città? Vedi che non sia nocivo rinnegare la tua legge. Se vuoi tornare nella tua città, non sarai ricevuto perché rinnegasti la legge della tua città e ne sei rimasto tagliato fuori. 6. Bada, abitando in terra straniera, di non procurarti più dello stretto necessario e sii pronto. Quando il signore di questa città vuole cacciarti perché ti sei opposto alla sua legge, uscirai da questa città e andrai nella tua e obbedirai alla tua legge senza ostilità e con gioia. 7. Guardate, voi che servite il Signore avendolo nel cuore. Fate le opere di Dio, ricordandovi dei suoi comandamenti e delle promesse che ha fatto. Credetegli, le adempirà se sono osservati i suoi precetti. 8. Invece dei campi, riscattate le anime oppresse come uno può, visitate vedove e orfani e non disprezzateli. Consumate le vostre ricchezze e tutte le sostanze che avete ricevuto da Dio in questi campi e case. 9. Per questo il Signore vi arricchì, per prestare a lui tali servizi. È molto meglio acquistare questi campi, sostanze e case che ritroverai nella tua città quando vi tornerai. 10. Questo investimento è bello e santo, non ha né tristezza né paura, ma allegria. Non fate, dunque, l'investimento dei pagani che è dannoso ai servi di Dio. 11. Fate l'investimento che vi è proprio in cui potete rallegrarvi. Non defraudate, non toccate l'altrui e non desideratelo; è turpe desiderare le cose degli altri. Espleta il tuo lavoro e sarai salvo".

    Seconda similitudine

    La vite e l'olmo: la preghiera del ricco e del povero
    LI, 1. Andando per il campo e osservando un olmo e una vite, meditavo su di essi e i loro frutti. Mi apparve il pastore e mi disse: "Mediti sull'olmo e sulla vite?". "Penso, signore, che sono adatti l'uno all'altra". 2. "Questi due alberi sono un simbolo per i servi di Dio". "Vorrei conoscere, dico, il simbolo di questi alberi cui accenni". "Vedi l'olmo e la vite?". "Li vedo, signore". 3. "La vite porta il frutto, l'olmo è un albero senza frutto. Ma la vite, se non sale sull'olmo, non può dare frutti in abbondanza, giacendo per terra. Il frutto che poi porta, se non è sospeso all'olmo, marcisce. La vite che si attorciglia all'olmo produce frutto da parte sua e da parte dell'olmo. 4. Vedi, dunque, che l'olmo produce molto frutto, non meno della vite, e forse di più". "Come, signore, di più?". "Perché, dice, la vite sospesa all'olmo porta un bel frutto in abbondanza, giacendo per terra, invece, poco e marcio. Questa similitudine si addice ai servi di Dio, al povero e al ricco". 5. "Fammelo sapere, signore, in che modo". "Ascolta, mi dice. Il ricco possiede molte sostanze, ma è povero davanti al Signore. Preoccupato dei suoi beni, fa una preghiera e una confessione al Signore assai breve, e la fa fugace, debole, senza principio né forza. Il ricco che solleva il povero e gli somministra il necessario, crede che, se si adopera per il povero, potrà trarne la ricompensa presso Dio. Il povero è ricco nella sua preghiera e nella confessione e la sua preghiera ha grande forza presso Dio. Il ricco, quindi, provvede al povero senza titubanza. 6. Il povero, aiutato dal ricco, prega Dio per lui e lo ringrazia per lui che l'ha beneficato. E l'altro si preoccupa ancora del povero perché non sia abbandonato nella vita. Sa che la preghiera del povero è accetta e feconda presso il Signore. 7. L'uno e l'altro compiono un lavoro; il povero fa la preghiera, in cui è ricco, la preghiera che riceve dal Signore e a lui rende per chi l'aiuta. Ugualmente il ricco offre al povero, senza titubanza, la ricchezza ricevuta da Dio. E quest'opera è grande e gradita a Dio perché il ricco, comprendendo la sua ricchezza, ha lavorato per il povero, con i doni del Signore, ed ha rettamente compiuto un servizio. 8. Presso gli uomini l'olmo sembra che non porti il frutto, ma essi non sanno né comprendono che quando si ha la siccità, l'olmo, avendo acqua, nutre la vite, e la vite, avendo continuamente acqua, produce frutto doppio per parte sua e per parte dell'olmo. In questo modo anche i poveri, pregando il Signore per i ricchi, ricolmano la ricchezza di questi e a loro volta i ricchi, dando ai poveri il necessario, riempiono le loro anime. 9. L'uno e l'altro diventano partecipi dell'opera giusta, e ciò facendo, non vengono abbandonati da Dio, ma iscritti nei libri dei viventi. 10. Beati coloro che posseggono e comprendono che sono ricchi ad opera del Signore! Chi comprende questo potrà compiere il bene".

    Terza similitudine

    Gli abitanti di questo mondo
    LII, 1. Mi mostrò molti alberi senza foglie, che mi sembravano quasi secchi. Erano tutti uguali. Mi dice: "Vedi questi alberi?". "Li vedo tutti uguali e secchi". Mi risponde: "Gli alberi che vedi sono gli abitanti di questo mondo". 2. "Perché sono come secchi e uguali?". "Perché in questo mondo non si vedono né i giusti né i peccatori, ma sono uguali. Questo mondo è un inverno per i giusti e non si vedono perché abitano con i peccatori. 3. Come nell'inverno gli alberi perdono le foglie e sono uguali e non si vedono quali sono secchi e quali vegeti, così in questo mondo non si vedono né i giusti né i peccatori, ma tutti sono uguali".

    Quarta similitudine

    La mente pura serve il Signore
    LIII, 1. Mi mostra ancora molti alberi, alcuni verdeggianti, altri secchi e mi dice: "Vedi questi alberi?". "Vedo i verdeggianti e i secchi". 2. "Gli alberi verdeggianti sono i giusti che abiteranno nel mondo futuro. Il mondo futuro è una estate per i giusti e un inverno per i peccatori. Quando risplenderà la misericordia del Signore allora si vedranno i servi di Dio e si manifesteranno a tutti. 3. Come nell'estate si vedono i frutti di ogni albero e si riconoscono quali sono, così saranno manifesti i frutti dei giusti e si riconosceranno tutti quelli che sono validi in quel mondo. 4. I pagani e i peccatori, gli alberi secchi che vedesti, si troveranno aridi e senza frutto in quel mondo e come legna secca saranno bruciati, e saranno riconosciuti. Cattiva fu la loro condotta di vita. I peccatori saranno bruciati poiché peccarono e non si pentirono. I pagani poi saranno bruciati perché non riconobbero chi li creò. 5. Tu, dunque, in te fruttifica, perché in quella estate il frutto sarà riconosciuto. Allontana da te le molte faccende e non peccare in nulla. Quelli che fanno molte cose peccano anche molto, perché si distraggono con i loro affari e non servono il loro Signore. 6. Come, soggiunge, una simile persona potrebbe chiedere qualche cosa al Signore e ottenerla non servendolo? Otterranno le loro richieste quelli che lo servono. In nulla saranno esauditi quelli che non lo servono. 7. Uno che è intento ad un solo lavoro può servire il Signore. La sua mente non si dissipa lontano dal Signore, ma lo serve rimanendo pura. 8. Facendo queste cose potrai fruttificare nel mondo futuro, e fruttificherà pure chiunque le farà".

    Quinta similitudine

    Il vero digiuno
    LIV (1), 1. Mentre digiunavo e stavo seduto su di un monte a ringraziare il Signore per tutto ciò che ha fatto per me, vedo il pastore che mi si siede accanto e dice: "Perché mai di buon'ora sei venuto qui?". "Perché ho stazione, signore". 2. "Che significa stazione?". "Digiuno, signore". "Cosa è questo digiuno?". "Come si suole, così io digiuno". 3. "Non sapete, dice, digiunare per amore di Dio, né è digiuno questa cosa inutile che fate a lui". "Perché, signore, dici questo?". "Ti dico che non è digiuno questo che vi sembra di fare. Ti insegnerò quale è il digiuno completo e accetto al Signore". "Sì, signore, mi farai contento e conoscerò il digiuno accetto a Dio". "Ascoltami. 4. Dio non vuole questo digiuno vano; così digiunando per amore di Dio nulla operi per la giustizia. Digiuna, invece, per amore di Dio, così. 5. Non far nulla di male nella tua vita, ma servi il Signore con cuore puro; osserva i suoi comandamenti, camminando nei suoi precetti, e non entri nel tuo cuore alcun desiderio malvagio e credi in Dio. Se ciò farai e Lo temerai, astenendoti da ogni opera malvagia, vivrai in Dio. Se adempi queste cose, farai un grande digiuno accetto al Signore".

    Il servo fedele è stimato
    LV (2), 1. "Ascolta la similitudine che sto per dirti che concerne il digiuno. 2. Un tale possedeva un podere e molti servi e piantò la vigna in una parte del podere. Doveva partire. Scelto un servo fedele e stimato, lo chiamò e gli disse: Prendi la vigna che piantai, muniscila di una palizzata e, sino a quando io non torni, altro non fare alla vigna. Osserva questo mio precetto, e per me sarai libero. Il padrone partì per terra straniera. 3. Partito il padrone, il servo cinse di una palizzata la vigna. Finita la palizzata, vide che la vigna era piena di erbe. 4. Tra sé pensò: ho adempiuto l'ordine del padrone. Vangherò poi la vigna, che vangata sarà più curata, e, non soffocata dalle erbe, darà più frutto. Zappò la vigna ed estirpò tutte le erbe che erano nella vigna. La vigna divenne bellissima e rigogliosa, senza le erbe che la soffocavano. 5. Dopo un po' di tempo venne il padrone del campo e del servo ed entrò nella vigna. Vide la vigna ben recintata di uno steccato, che era pure vangata, e con tutte le erbe estirpate e che le viti erano rigogliose. Si rallegrò dei lavori del servo. 6. Chiamato il figlio che gli era molto caro e suo erede, e gli amici che aveva consiglieri, disse loro ciò che aveva ordinato al servo e ciò che aveva trovato. Essi si congratularono col servo per la testimonianza resagli dal padrone. 7. Disse loro: A questo servo promisi la libertà, se avesse osservato l'ordine che gli davo. L'osservò e in aggiunta fece un bel lavoro alla vigna che mi piacque molto. Per questo lavoro che ha fatto, voglio crearlo erede insieme a mio figlio. Egli ha pensato una cosa buona, non l'ha scartata, ma l'ha mandata a termine. 8. A questa intenzione, il figlio del padrone acconsentì che il servo divenisse con lui erede. 9. Dopo pochi giorni, il suo padrone di casa diede un festino e gli mandò molte vivande del banchetto. Il servo prese le vivande che il padrone gli aveva mandato e, tolto il necessario per sé, diede poi il resto a tutti i suoi conservi. 10. I conservi ricevendo le vivande gioirono e incominciarono a pregare per lui perché egli, che li aveva trattati così bene, trovasse grazia ancora più grande presso il padrone. 11. Il padrone seppe tutto questo e molto si rallegrò per la condotta del servo. Il padrone di nuovo chiamò gli amici e il figlio e parlò loro del comportamento che il servo tenne per le vivande ricevute. Essi ancor più approvarono che il servo divenisse erede insieme al figlio".

    Il digiuno unito ai precetti del Signore
    LVI (3), 1. Gli dico: "Signore, non comprendo queste similitudini né potrei coglierle se non me le spieghi". 2. "Tutto ti spiegherò chiarendoti quanto ti dirò. Osserva i precetti del Signore e gli sarai gradito e sarai annoverato tra quelli che custodiscono i suoi comandamenti. 3. Se farai qualche cosa di buono oltre il comandamento di Dio, ti procurerai una gloria maggiore e più glorioso di quello che dovevi essere sarai presso Dio. Se osservando i precetti di Dio aggiungi anche questi servizi, gioirai, facendoli secondo il mio volere". 4. Gli dico: "Signore, osserverò ciò che tu vuoi. So che tu sei con me". "Sarò con te, dice, perché hai tanto desiderio di fare il bene, e sarò con tutti quanti hanno lo stesso desiderio. 5. Il digiuno, osservando i precetti del Signore, è molto bello. Così osserverai, dunque, il digiuno che stai per fare. 6. Prima di tutto guardati da ogni parola cattiva e da ogni desiderio malvagio e purificati il cuore da tutte le cose vane di questo mondo. Se osserverai ciò, sarà questo il digiuno perfetto. 7. Farai poi così. Compiute le cose prescritte, il giorno in cui digiunerai non gusterai nulla, tranne pane e acqua. Dei cibi che avresti mangiato calcola la quantità del denaro di quella giornata che avresti speso, mettila da parte e la darai alla vedova o all'orfano o al bisognoso. In questo modo ti farai umile e, per questa umiltà, chi ha ricevuto riempie la sua anima e pregherà il Signore per te. 8. Se compi il digiuno che ti ho comandato, il tuo sacrificio sarà accetto al Signore, e questo digiuno sarà notato e il servizio che compi è bello e gioioso e ben accolto dal Signore. 9. Questo osserverai tu con i tuoi figli e tutta la tua casa e osservandolo sarai felice. E quelli che udendo i precetti li osservano, saranno beati e riceveranno dal Signore le cose che chiedono".

    Chiedere l'intelligenza delle cose al Signore
    LVII (4), 1. Lo pregai molto che mi spiegasse la similitudine del campo, del padrone, della vite, del servo che aveva recintato la vigna, dei pali, delle erbe estirpate dalla vigna, del figlio e degli amici consiglieri. Compresi che tutto questo è una parabola. 2. Rispondendo mi disse: "Sei molto audace nell'interrogare. Non devi assolutamente chiedere nulla. Ciò che occorre sia spiegato, sarà spiegato". Gli dico: "Quanto mi hai mostrato e non hai spiegato, lo avrò visto invano se non ho capito cosa sia. Ugualmente, anche se mi dici similitudini e non le spieghi, invano avrò ascoltato qualcosa da te". 3. Di nuovo mi rispose dicendo: "Chiunque sia servo di Dio ed abbia il Signore nel cuore, se chiede da lui intelligenza, la riceve e spiega ogni parabola, e le parole per similitudini diventano comprensibili, con l'aiuto del Signore. Invece, quelli che sono infingardi e pigri nella preghiera, esitano a chiedere al Signore. 4. Il Signore è assai misericordioso e dona senza dilazione a tutti coloro che gli rivolgono domanda. Tu, poi, che sei fortificato dall'angelo glorioso e hai ricevuto da lui spirito di preghiera e pigro non sei, perché non chiedi al Signore l'intelligenza? L'otterrai". 5. Gli dico: "Signore, avendoti con me ho bisogno di pregarti e di interrogarti. Tu mi mostri tutto e mi parli. Se, invece, vedessi o ascoltassi ciò senza di te, mi sarei rivolto al Signore perché me lo spiegasse".

    La spiegazione della parabola della vigna e il servo
    LVIII (5), 1. "Ti ho detto poc'anzi che sei scaltro e audace nel chiedere la spiegazione delle parabole. Poiché sei così perseverante, ti spiegherò la parabola del campo e di tutte le cose relative perché tu la faccia conoscere a tutti. Ascolta, dunque e afferrale. 2. Il campo è questo mondo, il padrone del campo chi creò tutte le cose, le perfezionò e le consolidò; il figlio è lo Spirito Santo; il servo è il figlio di Dio; le viti sono questo popolo che ha piantato. 3. I pali sono gli angeli santi del Signore che difendono il suo popolo. Le erbe strappate dalla vigna sono le malvagità del popolo di Dio. Le vivande che mandò dal banchetto sono i precetti che diede al suo popolo per mezzo di suo figlio. Gli amici e i consiglieri sono i primi santi angeli creati. Il viaggio del padrone è il tempo che resta per la sua venuta". 4. Gli dico: "Signore, è tutto grandioso, meraviglioso e glorioso. Come potevo io capire tutte queste cose? Nessun altro uomo, anche se molto edotto, potrebbe comprenderle. Ancora, signore, spiegami ciò che sto per chiederti". 5. "Parlami, se desideri qualche cosa". "Signore, chiedo perché il figlio di Dio è sotto forma del servo in questa parabola".

    La legge ricevuta dal Padre
    LIX (6), 1. "Ascolta, dice, il figlio di Dio non è sotto forma di servo, ma in grande potenza e signoria". Gli rispondo: "Non intendo come". 2. "Perché, dice, Dio piantò la vigna, cioè creò il popolo e lo diede al figlio suo e il figlio stabilì gli angeli su di loro per custodire ognuno. Egli cancellò i loro peccati patendo assai e sostenendo molte fatiche. Nessuna vigna può essere vangata senza sudore e sofferenza. 3. Egli avendo purificato i peccati del popolo insegnò le vie della vita, dando la legge ricevuta dal Padre. Osserva, dice, che egli è il Signore del popolo perché ha ricevuto ogni potere dal Padre. 4. Ascolta perché il Signore prese come consigliere suo figlio e gli angeli santi per l'eredità da dare al servo. 5. Dio fece abitare nella carne che volle lo Spirito Santo, che preesisteva e che fece ogni creatura. Questa carne, in cui prese dimora lo Spirito Santo, servì bene lo Spirito camminando nella santità e nella castità, e non lo contaminò in nulla. 6. Scelse questa carne a partecipare dello Spirito Santo, perché essa si era comportata degnamente e castamente e aveva sofferto con lo Spirito collaborando in ogni cosa e conducendosi con fortezza. Piacque a Dio il comportamento di questa carne che avendo lo Spirito Santo non si macchiò sulla terra. 7. Prese come consigliere il figlio e gli angeli gloriosi perché questa carne, avendo ubbidito allo Spirito con soddisfazione, ottenesse una tenda e non sembrasse aver perduta la ricompensa del suo servizio. Ogni carne ritrovata pura e senza macchia riceverà una ricompensa; in essa abitò lo Spirito Santo. 8. Hai la spiegazione anche di questa parabola".
    LX (7), 1. "Ho gioito, signore, ascoltando questa spiegazione". "Ascolta ora: serba pura ed immacolata questa tua carne, perché lo spirito che abita in essa le renda testimonianza e la carne sia giustificata. 2. Vedi di non insinuare mai nel tuo cuore che questa carne sia corruttibile e di non abusarne per qualche colpa. Se tu contamini la carne, contamini lo Spirito Santo, e se contamini la carne non vivrai". 3. "Signore, dico, se c'è stata qualche ignoranza precedente prima che si fossero udite queste parole, come si può salvare l'uomo che ha macchiato la sua carne?". "Per le precedenti mancanze, dice, a Dio solo è possibile dare la guarigione, suo è ogni potere. 4. Ora sta' attento e il Signore assai misericordioso le guarirà, se non contamini più la carne e lo spirito. Entrambi sono accomunati e l'una non può contaminarsi senza l'altro. Conservali puri entrambi e vivrai in Dio".

    Sesta similitudine

    Il pentimento rimuove le iniquità del mondo
    LXI (1), 1. Seduto nella mia casa glorificavo il Signore per tutte le cose che avevo visto e meditavo sui precetti che - belli, potenti, gioiosi e gloriosi - potevano salvare l'anima dell'uomo. Dicevo tra me: sarò felice se cammino nella via di questi precetti, e beato sarà chiunque camminerà nella loro via. 2. Mentre tra me dico questo, lo vedo d'improvviso seduto vicino a me che mi diceva: "Perché ti dissoci sui precetti che ti diedi? Sono buoni, non dubitare minimamente, ma rivestiti della fede del Signore e marcia sulla loro via. Ti rafforzerò in essi. 3. Sono precetti vantaggiosi a quelli che vogliono pentirsi. Se non camminano nella loro via, vana è la loro penitenza. 4. Voi che vi pentite rimuovete le iniquità di questo mondo che vi rovinano. Rivestiti di ogni verità della giustizia, potete osservare questi precetti e non accrescere i vostri peccati. Non aggiungendo più nulla, cancellerete i vostri peccati precedenti. Camminate nella via dei precetti e vivrete in Dio. Questo vi è stato detto da me". 5. Dopo che ebbe parlato con me disse: "Andiamo al campo e ti mostrerò i pastori delle pecore". "Andiamo, signore". Andammo in una pianura, e mi mostrò un giovane pastore che indossava un insieme di vestiti di color giallo. 6. Pascolava molte pecore e queste pecore erano come lascive e troppo dissolute e giulive saltellando qua e là. Lo stesso pastore era assai contento del suo gregge. Il volto di lui era molto allegro ed egli andava su e giù tra le pecore. Vidi pure altre pecore lascive e dissolute, però non saltellavano.

    Morte e corruzione
    LXII (2), 1. Mi dice: "Vedi il pastore?". "Lo vedo, signore". "Questo è l'angelo della dissolutezza e della voluttà. Egli guasta le anime dei servi di Dio che sono vuoti e li devia dalla verità, seducendoli con le malvagie passioni per cui trovano la morte. 2. Si dimenticano dei precetti del Dio vivente e camminano nella via dei piaceri e dei godimenti vani e sono rovinati da questo angelo. Chi va a morte, chi si corrompe". 3. Gli dico: "Signore non capisco chi a morte, chi a corruzione". "Ascolta, dice, le pecore che vedi giulive e saltellanti sono coloro che per sempre si sono distaccati da Dio e si sono dati ai piaceri di questo mondo. In loro non c'è conversione di vita perché hanno aggiunto la bestemmia contro il nome del Signore. Per loro c'è la morte. 4. Le pecore che vedesti non saltellare, ma pascolare insieme, sono quelli dediti ai godimenti e ai piaceri, ma non bestemmiarono il Signore. Essi, lontani dalla verità, furono corrotti ma per loro c'è speranza di penitenza nella quale possono vivere. La corruzione ha qualche speranza di rinnovamento, la morte, invece, ha la rovina eterna". 5. Avanziamo ancora un poco e mi mostra un pastore grande d'aspetto, quasi selvaggio, che vestiva una pelle caprina bianca con una bisaccia sulla spalla e un bastone molto ruvido e nodoso in mano e una grande frusta. Aveva uno sguardo tanto truce che mi mise paura. 6. Questo pastore riceveva dal pastore giovane le pecore che erano lascive e dissolute e non saltellavano. Egli le cacciava in un dirupo pieno di spine e di triboli e le pecore non potevano districarsi dalle spine e dai triboli perché ne rimanevano impigliate. 7. Pascolavano prese tra le spine e i triboli e soffrivano assai, percosse da lui. Le spingeva qua e là e non dava ad esse pace; addirittura non riuscivano a reggersi.

    Le prove della vita
    LXIII (3), 1. Vedendole così flagellate e percosse, mi dispiacevo perché erano così tormentate e non avevano mai pace. 2. Dico al pastore che parlava con me: "Signore chi è quel pastore implacabile e duro che non ha nessuna pietà di queste pecore?". Mi risponde: "È l'angelo del castigo; uno degli angeli giusti assegnato al castigo. 3. Egli prende quelli che hanno errato lontano da Dio camminando nella via delle passioni e dei piaceri di questo mondo e li punisce, come ognuno ha meritato, con diversi castighi atroci". 4. "Signore, desidererei sapere quali sono questi diversi tormenti". "Ascolta, le varie prove e castighi sono le prove della vita. Alcuni sono puniti con malanni, altri con privazioni, altri con malattie varie, altri con ogni disgrazia; altri, infine, sono offesi da indegni e soffrono parecchi altri mali. 5. Molti, incerti nelle decisioni, intraprendono molte cose e nulla loro riesce. Dicono che non hanno successo nei loro affari e, non ricordandosi nel loro cuore che operarono male, incolpano il Signore. 6. Quando sono afflitti da ogni tribolazione, allora mi vengono consegnati per una buona rieducazione. Si rafforzano nella fede del Signore e, per i rimanenti giorni della loro vita, lo servono con cuore puro. Quando si pentono allora risaltano nel loro cuore le opere perverse che compirono, e glorificano Dio perché è giudice giusto e giustamente ognuno ha tutto sofferto secondo le proprie azioni. Dopo servono il Signore con cuore puro e riescono in ogni azione, ricevendo da Dio quello che chiedono. Allora glorificano il Signore, perché mi furono affidati e non soffrono più alcun male".

    L'ora del tormento
    LXIV (4), 1. Gli dico: "Signore, spiegami ancora questo". "Che cerchi?". "Dunque, signore, i lussuriosi e i traviati sono tormentati tanto tempo per quanto sono stati lussuriosi e traviati?". Mi risponde: "Sono tormentati per lo stesso tempo". 2. "Per pochissimo, rispondo, sono tormentati. Occorre, invece, che i gaudenti, poiché dimentichi di Dio, siano puniti per sette volte". 3. Mi dice: "Sei insensato e non conosci la forza del tormento". "Se la conoscevo, signore, non ti avrei pregato di spiegarmela". Mi risponde: "Ascolta la forza di entrambe le cose. 4. Il tempo della lussuria e del traviamento è solo di un'ora, ma l'ora del tormento ha la forza di trenta giorni. Passando un giorno nella lussuria e nel traviamento e un giorno nel tormento, un giorno del tormento vale un anno intero. Per quanti giorni uno è stato dissoluto, per tanti anni è tormentato. Vedi, mi dice, che il tempo del piacere e della seduzione è assai breve, mentre è lungo quello della pena e del tormento".

    La voluttà
    LXV (5), 1. "Signore, non ho del tutto capito i tempi del traviamento, della lussuria e della pena, spiegamelo più chiaramente". 2. Mi risponde: "La tua testardaggine è dura e non vuoi purificare il tuo cuore e servire Dio. Bada che non si compia il tempo e tu sia trovato stolto. Ascolta per capire, come desideri, le cose. 3. Chi agisce da dissoluto e traviato e facendo quello che vuole per un giorno solo, ha molta stoltezza addosso e non sa ciò che fa. Il giorno dopo dimentica ciò che ha fatto il giorno prima. La lussuria e il traviamento non hanno memoria per la follia che si ritrovano, mentre la pena e il castigo, se si attaccano all'uomo, per una giornata, affliggono e tormentano sino ad un anno. La pena e il tormento hanno memoria grande. 4. Chi viene tormentato e punito per un anno intero, si ricorda della lussuria e del tormento e sa che per loro colpa soffre i mali. Ogni uomo dissoluto e traviato viene tormentato così perché in vita si consegnò alla morte". 5. "Quali piaceri, signore, sono dannosi?". "Ogni cosa è una voluttà per l'uomo, se la fa per il piacere. Anche un iracondo, facendo quello che è consentaneo alla sua passione, è un voluttuoso. Così l'adultero, l'ubriaco, il maledico, il menzognero, l'avaro, il ladro e chi opera cose simili, fa ciò che è consentaneo alla propria infermità. Egli è voluttuoso nella sua azione. 6. Tutte queste delizie sono dannose ai servi di Dio. Per tali deviazioni soffrono quelli che sono puniti e castigati. 7. Si hanno anche dei piaceri che salvano gli uomini. Molti invero facendo il bene, godono attirati dal loro piacere. È, un piacere questo, proficuo ai servi di Dio e procura la vita a un uomo siffatto. Le voluttà nocive, invece, prima ricordate procurano loro tormenti e castighi. Se si ostinano e non si pentono si procurano la morte".

    Settima similitudine

    La penitenza forte e pura
    LXVI, 1. Pochi giorni dopo lo vidi nella stessa pianura in cui avevo visto anche i pastori e mi dice: "Che cosa cerchi?". "Sono qui, rispondo, a chiederti che ordini al pastore addetto al castigo di uscire dalla mia casa perché troppo mi tormenta". "Bisogna che tu sia afflitto. Così dispose l'angelo glorioso nei tuoi riguardi. Egli vuole che tu sia provato". "Che cosa ho fatto di tanto grave, rispondo, per essere consegnato a tale angelo?". 2. "Ascolta, i tuoi peccati sono molti, ma non tali perché sia dato in mano a questo angelo.
    La tua casa, però, commise grandi peccati e ingiustizie. L'angelo glorioso fu irritato dalle loro azioni e dispose che tu per qualche tempo fossi tormentato, perché anch'essi si pentano e si lavino da ogni cupidigia di questo mondo. Quando si saranno pentiti e purificati, allora andrà via da te l'angelo della punizione". 3. Gli faccio notare: "Essi operarono cose tali da far sdegnare l'angelo glorioso, ma io che cosa feci?". "Diversamente, mi dice, quelli non possono essere tormentati, se tu, capo della casa, non vieni tormentato. Per forza essi sono tormentati, se tu sei tormentato; se tu stai bene non possono avere tormento alcuno". 4. "Ma vedi, signore, che si sono pentiti con tutto il loro cuore". "So anch'io, dice, che si sono pentiti con tutto il loro cuore. Ritieni che i peccati di quelli che si pentono siano subito rimessi? Assolutamente no. Bisogna invece che chi si pente tormenti la sua anima e si umili profondamente in ogni cosa e soffra molte e varie punizioni. Se sopporta i castighi che gli vengono, chi ha creato tutte le cose e le ha consolidate, di lui avrà ogni compassione dandogli un rimedio. 5. Ciò è sicuro se vede il cuore del penitente puro da ogni cosa malvagia. A te e alla tua casa giova ora essere castigati. Ma perché parlo troppo? Devi essere tormentato, come ordinò l'angelo del Signore che ti affidò a me. Di questo ringrazia il Signore che ti stimò degno che ti fosse rivelata la punizione, perché, conoscendola prima, la potrai fortemente sopportare". 6. Gli chiedo: "Stammi vicino ed io potrò sopportare ogni afflizione". Mi risponde: "Starò con te e pregherò l'angelo punitore che ti castighi nella forma più leggera. Sarai castigato per breve durata e di nuovo sarai ristabilito al tuo posto. Soltanto mantieniti nell'umiltà e nel servizio a Dio Signore, con il cuore puro, insieme ai tuoi figli e alla tua casa. Cammina nella via dei precetti che ti ho ordinato e la tua penitenza sarà forte e pura. 7. Se tu osservi ciò con la tua casa, si allontanerà da te ogni disgrazia. Il castigo pure si allontanerà da tutti quelli che camminano nella via di questi miei precetti".


    Ottava similitudine
    I rami del salice e l'angelo
    LXVII (1), 1. Mi mostrò un grande salice che copriva piani e monti e alla sua ombra si erano raccolti tutti i chiamati nel nome del Signore. 2. Il glorioso angelo del Signore, che era assai alto, stava sopra il salice. Con una grande roncola tagliava i rami dell'albero e li dava al popolo che era riparato sotto il salice. Erano piccoli i rami che distribuiva, di circa un cubito. 3. L'angelo depose la roncola, dopo che tutti avevano ricevuto i rami, e l'albero rimase integro, come l'avevo visto prima. 4. Mi meravigliai in me stesso dicendo: "Come mai dopo il taglio di tanti rami l'albero è rimasto integro?". Mi risponde il pastore: "Non ti meravigliare se l'albero è rimasto integro dopo il taglio di tanti rami. Lascia che tu veda tutto, mi dice, e ti sarà spiegata ogni cosa". 5. L'angelo richiedeva di nuovo i rami che aveva distribuito al popolo. Come ognuno l'aveva ricevuto, così veniva chiamato dall'angelo e gli dava il ramo. L'angelo del Signore li prendeva e li osservava. 6. Da alcuni riaveva i rami secchi e rosi come dal tarlo. L'angelo dispose che i consegnatari di tali rami fossero messi in disparte. 7. Altri li consegnavano secchi ma non erano rosi dal tarlo; dispose che anche loro fossero messi in disparte. 8. Altri li ridiedero mezzi secchi; anche questi furono messi in disparte. 9. Altri rendevano i rami mezzo secchi con delle fessure; anche questi furono messi in disparte. 10. Altri consegnavano i rami verdi con delle fessure; anche questi messi in disparte. 11. Altri ridavano i rami per metà secchi e metà verdi; anche questi messi in disparte. 12. Altri poi riportarono i rami per due parti verdi e per una terza secchi; anche questi messi in disparte. 13. Altri li consegnarono per due parti secchi e per una terza verdi; anche questi messi in disparte. 14. Altri rendevano i rami quasi tutti verdi, mentre era secca una piccolissima parte, la punta e con fessure; anche questi messi in disparte. 15. Altri rami avevano una piccolissima parte verde, il resto, invece, era secco; anche questi messi in disparte. 16. Altri vennero a consegnare i rami verdi come li avevano ricevuti dall'angelo. La maggior parte consegnava tali rami e l'angelo se ne rallegrò molto; anche questi messi in disparte. 17. Altri ridavano i loro rami verdi e con germogli; anche questi in disparte. L'angelo pure per loro si rallegrò. 18. Altri consegnarono i loro rami verdi e con germogli che portavano quasi il frutto. Gli uomini di questi rami erano molto gioiosi. L'angelo si rallegrava nei loro riguardi, e con lui era pure lieto il pastore.

    Il salice ama la vita
    LXVIII (2), 1. L'angelo del Signore comandò che si portassero delle corone. Furono portate corone intrecciate come di palma e incoronò gli uomini che avevano consegnato i rami con i germogli e i frutti e li mandò alla torre. 2. Mandò alla torre anche gli altri, quelli che avevano consegnato i rami con germogli ma senza il frutto, e diede loro un sigillo. 3. Tutti quelli che andavano alla torre avevano una veste bianca come la neve. 4. Mandò alla torre anche quelli che avevano consegnato i rami verdi come li avevano ricevuti, dando loro una veste bianca e il sigillo. 5. Dopo aver compiuto queste operazioni, l'angelo disse al pastore: "Io vado e tu mandali alle mura come uno è degno di abitare. Osserva con cura i loro rami e così licenziali. Esamina bene. Sta' attento che nessuno resti fuori e che qualcuno non ti sfugga; li proverò io sull'altare". Detto questo al pastore, andò via. 6. Dopo che l'angelo partì, il pastore mi disse: "Prendiamo i rami di tutti e piantiamoli, se mai qualcuno potrà riprendere". Gli faccio notare: "Signore, come potranno riprendere i rami secchi?". 7. Mi risponde: "L'albero è un salice che ama la vita. Se noi piantiamo i rami ed essi prendono un po' di umidità, molti potranno riprendere; proveremo poi ad innaffiarli. Se qualche ramo potrà riprendere me ne rallegrerò; diversamente, se non riprenderà, non sarò stato negligente". 8. Il pastore mi ordinò di chiamare i consegnatari dei rami, secondo il posto in cui erano stati assegnati. Vennero gruppo a gruppo e consegnarono al pastore i rami. Il pastore prendeva i rami e secondo i gruppi li piantava. Dopo averli piantati versò su di essi molta acqua, tanto che i rami non ne emergevano. 9. Dopo aver innaffiato i rami, mi dice: "Andiamo via, e tra pochi giorni ritorneremo ad ispezionarli tutti. Chi fece nascere quest'albero vuole che tutti quelli che hanno da esso preso i rami vivano. Io pure spero che questi rami, prendendo umidità e imbevuti d'acqua, per la maggior parte riprendano".

    I rami del salice sotto la legge
    LXIX (3),1. Gli dico: "Signore spiegami che cosa è quest'albero. Su di esso sono perplesso perché, dopo il taglio di tali rami, l'albero è integro e nulla appare da esso tagliato. Per questo sono esitante". 2. "Ascolta, mi dice, questo grande albero che copre piani e monti e tutta la terra è la legge di Dio data a tutto il mondo. Questa legge è il Figlio di Dio che fu annunziato sino ai confini della terra. I popoli che sono sotto l'ombra sono quelli che hanno ascoltato la predicazione e creduto in Lui. 3. L'angelo grande e glorioso è Michele che ha il potere su questo popolo e lo governa. Egli pone la legge nel cuore dei credenti e scruta se quelli cui la diede l'hanno osservata. 4. Osserva i rami di ciascuno: i rami sono la legge. Vedi che molti rami sono inservibili e vi riconoscerai quelli che non hanno osservato la legge; di ognuno noterai la posizione". 5. Gli chiedo: "Signore, perché alcuni mandò alla torre e altri affidò a te?". Mi risponde: "Quelli che trasgredirono la legge da lui ricevuta li lasciò in mio potere per la penitenza; quelli poi che furono nella legge e la osservarono sono a lui soggetti". 6. Chiedo: "Signore chi sono gli incoronati che si dirigono alla torre?". Mi risponde: "Gli incoronati sono quelli che lottarono contro il diavolo e lo sconfissero. Essi hanno sofferto per la legge. 7. Gli altri che hanno consegnato i rami verdi, con i germogli senza il frutto, sono quelli che hanno sofferto per la legge. Non avendola rinnegata non sono stati torturati. 8. Quelli che hanno consegnato i rami verdi come li hanno ricevuti, sono santi e giusti. Hanno molto camminato con il cuore puro, osservando i precetti del Signore. 9. Conoscerai il resto quando ispezionerò i rami piantati e innaffiati".

    La consegna dei rami
    LXX (4), 1. Dopo alcuni giorni ritornammo sul luogo, il pastore si sedette al posto dell'angelo di grande altezza ed io vicino a lui. Mi disse: "Mettiti un grembiule e servimi". Cinsi il grembiule di sacco che era pulito. 2. Visto che avevo il grembiule e che ero pronto a servirlo, mi disse: "Chiama gli uomini per gruppi, come ognuno consegnò i rami che abbiamo piantato". Andai alla pianura e li chiamai tutti e si disposero per gruppi. 3. Disse loro: "Ognuno prenda il proprio ramo e me lo porti". 4. Li consegnarono per primi quelli che li avevano secchi e mutili. Perché secchi e mutili, ordinò che fossero messi in disparte. 5. Poi consegnarono quelli che li avevano secchi e non mutili. Altri consegnarono i rami verdi, altri ancora i rami secchi e rosi come dal tarlo. Ordinò che fossero messi in disparte quelli che avevano consegnato i rami verdi e quelli, invece, che li avevano consegnati secchi e mutili, fossero posti con i primi. 6. Poi li consegnarono quelli che avevano i rami mezzo secchi e con fessure; molti poi li consegnarono verdi e senza fessure; alcuni, invece, verdi e con germogli che avevano il frutto, come li avevano coloro che incoronati erano andati alla torre. Altri, invece, li consegnarono secchi e rosi, altri ancora secchi e non rosi; alcuni erano mezzo secchi e con fessure. Dispose che ognuno fosse messo separatamente, chi presso il suo gruppo, chi in disparte.

    Continua la consegna
    LXXI (5), 1. Poi consegnarono quelli che avevano i rami verdi con le fessure. Tutti questi li davano verdi e si fermavano nel loro gruppo. Il pastore si rallegrò con loro perché tutti si erano trasformati e avevano eliminato le fessure. 2. Consegnarono poi quelli che li avevano una metà verde e una metà secca. I rami di alcuni furono trovati completamente verdi, di altri mezzo secchi, di altri ancora secchi e rosi, di altri verdi e con i germogli. Di questi ognuno andava nel proprio gruppo. 3. Poi consegnarono quelli che li avevano due parti verdi e la terza secca. Molti li consegnarono verdi, altri metà secchi, altri secchi e rosi. Di tutti questi ognuno era mandato al proprio gruppo. 4. Consegnarono quelli che avevano i rami per due parti secchi e una terza verde. Molti di loro li consegnarono mezzo secchi, altri secchi e rosi, altri meta secchi e con fessure, pochi verdi. Tutti questi si misero nel proprio gruppo. 5. Consegnarono quelli che avevano i rami verdi, una piccolissima parte secca e con fessure; tra questi alcuni li consegnarono verdi, altri verdi e con germogli. Essi andarono al proprio gruppo. 6. Poi consegnarono quelli che li avevano per una piccolissima parte verdi e il resto mezzo secchi. I loro rami erano per la maggior parte mezzo verdi e con germogli che portavano il frutto, gli altri erano tutti verdi. Per questi rami il pastore si rallegrò assai, perché trovati così. Ognuno di loro andò nel proprio gruppo.

    Il pentimento salva la vita
    LXXII (6), 1. Dopo aver ispezionato i rami di tutti, il pastore mi parlò: "Ho detto che quest'albero è vitalissimo. Vedi quanti fecero penitenza e si salvarono?". "Li vedo, signore". "Sappi, mi disse, che la misericordia del Signore, grande e gloriosa, ha concesso lo spirito di penitenza a coloro che erano degni di pentirsi". 2. "Come mai, chiedo, tutti non si pentirono?". "Il Signore concesse pentimento a quelli il cui cuore vede che sta per diventare puro e sta per servirlo dal profondo. A quelli, invece, di cui vede l'inganno e la malizia e che si sarebbero pentiti ipocritamente non concesse pentimento per non far bestemmiare di nuovo la legge di Dio". 3. Gli chiesi: "Signore, spiegami ora chi sono quelli che hanno consegnato i rami e il loro posto. Il motivo è che, dopo averlo inteso, quelli che hanno creduto e ricevuto il sigillo, che hanno rovinato invece di conservare integro, riconoscendo le loro azioni si pentano". "Essi poi ricevendo da te il sigillo, glorificheranno il Signore che ha avuto pietà di loro e inviò te a rinnovare i loro spiriti. 4. Ascolta, disse: i rami secchi e rosi dal tarlo sono gli apostati e i traditori della Chiesa. Bestemmiando nei loro peccati il Signore, si vergognarono del nome del Signore invocato su di loro. Questi per sempre sono morti a Dio. Vedi che nessuno si pentì, sebbene essi avessero sentito le parole che dicesti loro e che io ti ordinai. Da loro la vita si è allontanata. 5. Quelli che li hanno consegnati secchi e non guasti sono vicini ai precedenti. Erano ipocriti e portavano dottrine estranee e pervertirono i servi di Dio, principalmente perché non lasciavano che si pentissero quelli che avevano peccato, mentre li persuadevano con stolte opinioni. Questi hanno speranza di pentirsi. 6. Vedi che molti di essi si sono pentiti da quando hai parlato loro dei miei precetti e altri ancora si pentiranno. Quanti non si pentiranno hanno perduto la vita. Quelli che si pentirono, diventando buoni, hanno la loro dimora nelle prime mura. Altri salirono nella torre. Vedi dunque, mi dice, che il pentimento dei peccatori salva la vita, mentre il mancato pentimento è la morte".

    La dimora dentro la torre
    LXXIII (7), 1. "Ascolta di quelli che consegnarono i rami mezzo secchi e con le fessure. I rami di quelli che erano mezzo secchi sono i dissociati che né vivono né sono morti. 2. Quelli che li hanno mezzo secchi e con fessure sono i dissociati e i calunniatori, che non trovano mai pace in sé e sono sempre in discordia. Anche per questi, dice, c'è ancora possibilità di penitenza. Vedi, disse, che alcuni si sono già pentiti. In loro c'è speranza di pentimento. 3. Quelli che si sono pentiti hanno dimora entro la torre, quelli, invece, che si pentiranno molto tardi, abiteranno nelle mura. Quanti poi non si pentiranno, persistendo nelle loro azioni, morranno sicuramente. 4. Quelli che hanno consegnato i rami verdi con fessure furono sempre fedeli e buoni. Hanno avuto qualche invidia tra loro per i primi posti e per qualche onore. Stolti sono quelli che hanno una tale invidia! 5. Anche questi avendo ascoltato i miei precetti ed essendo buoni si purificarono e si pentirono subito. La loro dimora era dentro la torre. Però se qualcuno tornerà alla discordia, sarà cacciato dalla torre e rovinerà la sua vita. 6. La vita è di coloro che osservano i precetti del Signore. Nei precetti non è da parlare di priorità o di onore, ma di pazienza e di umiltà dell'uomo. In questi c'è la vita del Signore; nei sediziosi e nei trasgressori, invece, la morte".
    Metà vivi e metà morti
    LXXIV (8), 1. "Quelli che consegnarono i rami mezzo secchi e mezzo verdi sono gli immersi negli affari e distaccati dalle cose sante. Perciò una metà è viva, una metà è morta. 2. Molti avendo inteso i miei precetti si pentirono. Quelli che si pentirono, hanno la loro dimora nella torre. Alcuni, però, si separarono completamente e non hanno avuto pentimento. Per i loro affari hanno bestemmiato e rinnegato il Signore. Perdettero la loro vita per la cattiveria che fecero. 3. Molti di essi furono indecisi. Hanno ancora modo di pentirsi se si danno subito alla penitenza. La loro dimora sarà entro la torre. Se invece indugiano a pentirsi abiteranno nelle mura; se non si pentono affatto perdono la loro vita. 4. Quelli che hanno consegnato i rami per due parti verdi, e per una terza secchi sono i rinnegatori, di varie specie, del Signore. 5. Molti si pentirono e sono entrati ad abitare nella torre, molti altri, invece, si staccarono completamente da Dio perdendo irrimediabilmente la loro vita. Alcuni sono incerti e discordi ed hanno possibilità di pentirsi se si convertono rapidamente e non permangono nei loro piaceri. Se persistono nelle loro cose si procurano la morte".

    Il pentimento sollecito
    LXXV (9), 1. "Quelli che hanno consegnato i rami per due parti secchi e un terzo verdi sono i fedeli arricchiti e onorati presso i pagani. Si rivestirono di una grande superbia e divennero sfrontati. Abbandonarono la verità, non si unirono ai giusti, e vissero con i pagani. Questa fu la via loro più gradita. Tuttavia non si distaccarono da Dio, ma rimasero nella fede, senza compiere le opere della fede. 2. Molti di essi fecero penitenza e la loro dimora fu entro la torre. 3. Altri poi, vivendo sino alla fine con i pagani e trascinati dalla vanagloria di costoro, si separarono da Dio. Agirono da pagani e furono annoverati tra questi. 4. Altri, invece, rimasero incerti, senza la speranza di salvarsi per le azioni compiute. Alcuni, rimasti nella dissociazione, gettavano discordie tra loro. Anche per questi dissociati delle loro azioni c'è pentimento; ma deve essere sollecito perché abitino nella torre. Per quelli, invece, che non si pentono, ma persistono nei loro piaceri, la morte è vicina".
    (Gv 3, 20-21)
    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio

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    Predefinito Re: letteratura subapostolica ( thread di sola lettura)

    La sofferenza piacevole
    LXXVI (10), l. "Quelli che hanno consegnato i rami verdi, con le punte secche e le fessure, furono sempre buoni, fedeli e gloriosi presso Dio, ma peccarono di poco, per vani desideri e piccole cose tra loro. Dopo aver ascoltato le mie parole, la maggior parte subito si pentì, e la loro dimora fu entro la torre. 2. Alcuni di essi furono incerti, altri nell'incertezza suscitarono grossi dissensi. In loro c'è ancora speranza di penitenza perché furono sempre buoni. Difficilmente qualcuno di loro morrà. 3. Quelli che hanno consegnato i rami secchi con pochissimo verde, sono coloro che ebbero solo fede, compiendo poi opere di ingiustizia. Non apostatarono mai da Dio, e ne portarono volentieri il Nome accogliendo affabilmente nelle loro case i servi di Dio. All'annunzio di questa penitenza si convertirono subito, praticando ogni virtù di giustizia. 4. Alcuni di essi, conoscendo le azioni che fecero, soffrono e soffrono con piacere. Per tutti questi la dimora è entro la torre".

    La chiamata per mezzo del Figlio di Dio
    LXXVII (11), 1. Dopo aver terminato la spiegazione su tutti i rami, mi disse: "Va' e riferisci a tutti che si pentano e vivano in Dio. Il Signore ha avuto pietà e mi ha mandato per dare a tutti la penitenza, sebbene alcuni non siano degni di essere salvati per le loro opere. Ma il Signore, poiché è magnanimo, vuole che sia viva la chiamata per mezzo di suo Figlio". 2. Gli dissi: "Spero che tutti, Signore, ascoltando queste cose si pentiranno. Sono convinto che ognuno, conoscendo le proprie opere e temendo Dio, si pentirà". 3. Rispondendo mi disse: "Quanti si pentono con tutto il cuore e si purificano dalle loro malvagità anzidette, senza accrescere di più i loro peccati, riceveranno dal Signore la guarigione delle loro colpe precedenti, se non sono indecisi in questi precetti, e vivranno con Dio. Invece, quelli che accrescono le iniquità e camminano nei desideri di questo mondo, condannano se stessi alla morte. 4. Tu cammina nei miei precetti e vivrai in Dio. E vivrà in Dio chiunque cammina in essi e agirà rettamente". 5. Dopo avermi manifestato questo e parlato di tutto, mi disse: "Ti mostrerò il resto tra pochi giorni".
    .
    Nona similitudine
    Lo Spirito Santo
    LXXVIII (1), 1. Dopo che io scrissi i precetti e le similitudini del pastore, angelo della penitenza, egli venne da me e mi disse: "Voglio mostrarti quanto ti manifestò lo Spirito Santo nella figura della chiesa. Lo Spirito è il figlio di Dio. 2. Eri molto debole nella carne e non ti fu rivelato per mezzo dell'angelo. Quando ti irrobustisti nello spirito e fosti forte della tua forza, in modo da poter vedere anche l'angelo, allora ti fu manifestata, mediante la chiesa, la costruzione della torre. Hai visto bene e con venerazione ogni cosa come da parte di una vergine. Ora da parte di un angelo vedi per mezzo dello stesso spirito. 3. Bisogna che tu ora impari con maggiore precisione ogni cosa da me. L'angelo glorioso mi ha indotto ad abitare nella tua casa perché tu vedessi tutto con coraggio e non con timore come prima". 4. Mi portò in Arcadia, su un monte a forma di mammella. Mi fece sedere sulla cima e mi mostrò una grande pianura e nel suo orizzonte dodici monti, dei quali chi aveva un aspetto chi un altro. 5. Il primo nero come la fuliggine; il secondo spoglio, senza erbe; il terzo pieno di spine e di triboli; 6. il quarto con erbe mezzo secche, verdi nella parte superiore, secche nella parte verso le radici; certe erbe quando il sole scottava divenivano secche. 7. Il quinto monte era assai scabroso e aveva erbe verdi. Il sesto monte era pieno di crepacci grandi e piccoli. I crepacci avevano le erbe che non erano molto rigogliose ma come appassite. 8. Il settimo monte aveva erbe floride e tutto il monte era fiorente e vi pasceva ogni specie di animali e di uccelli. Più vi pascevano animali ed uccelli più crescevano le erbe del monte. L'ottavo monte era pieno di sorgenti, e si abbeverava ogni specie di creature del Signore alle sorgenti di questo monte. 9. Il nono monte non aveva assolutamente acqua ed era del tutto deserto. Vi abitavano fiere e serpenti mortiferi che uccidevano gli uomini. Il decimo monte aveva alberi giganti ed era del tutto ombroso e all'ombra degli alberi le pecore giacevano riposandosi e ruminando. 10. L'undecimo monte era molto alberato. Gli alberi erano fruttiferi e coperti di frutti diversi e chi li vedeva desiderava mangiarli. Il dodicesimo monte era bianco, con una vista ridente. In sé il monte era meraviglioso.
    Guardare avanti
    LXXIX (2), 1. Mi mostrò in mezzo alla pianura una grande roccia bianca che vi emergeva. La roccia, più alta delle montagne, era quadrangolare, tale da poter contenere tutto il mondo. 2. La roccia era antica ed aveva una porta scavata; lo scavo della porta sembrava recente. La porta splendeva più del sole, ed io mi meravigliai di tale splendore. 3. Intorno alla porta vi erano dodici vergini. Le quattro che occupavano gli angoli sembravano più gloriose; anche le altre erano gloriose. Stavano alle quattro parti della porta a due a due le vergini a mezza distanza. 4. Vestivano una tunica bianca ed erano cinte splendidamente con la spalla destra fuori, come per portare qualche peso. Così erano pronte, molto liete e volenterose. 5. Nell'osservare ciò stupivo in me stesso, perché vedevo cose grandi e gloriose. Ero ancora perplesso per quelle vergini che essendo delicate si comportavano virilmente, come se dovessero sostenere tutto il cielo. 6. Il pastore mi dice: "Che vai in te pensando preoccupandoti e attirandoti tristezza? Le cose che non puoi capire non trattarle come se tu fossi pieno di senno, ma prega il Signore di ottenere l'intelligenza per comprenderle. 7. Tu non puoi vedere quello che è dietro di te, guarda quello che ti è davanti. Non ti tormenti quello che non puoi vedere. Domina le cose che vedi e non ti angustiare delle altre. Ti spiegherò tutte le cose che ti mostrerò. Considera il resto".
    La costruzione della torre
    LXXX (3), 1. Vidi che erano arrivati sei uomini alti, venerabili e simili di aspetto. Chiamarono una moltitudine di persone e quelli che venivano erano alti, molto belli e forti. I sei uomini comandarono loro di costruire una torre sulla roccia. Si ebbe un grande frastuono tra gli uomini che erano venuti a costruire la torre e che correvano intorno alla porta. 2. Le vergini che stavano intorno alla porta esortavano gli uomini a costruire la torre. Esse stendevano le mani come se dovessero ricevere qualche cosa dagli uomini. 3. I sei uomini comandarono che dal fondo si estraessero delle pietre e si portassero alla costruzione della torre. Vennero estratte dieci pietre quadrate, lucenti e non ritagliate. 4. I sei uomini chiamarono le vergini e comandarono loro di portare tutte le pietre da sistemare nella costruzione della torre, di passare per la porta e di porgerle agli uomini che stavano costruendo la torre. 5. Le vergini mettevano l'una sull'altra le prime dieci pietre estratte dal fondo e, insieme, una per volta le trasportavano.

    Non affaticarsi invano
    LXXXI (4), 1. Come stavano intorno alla porta, così portavano le pietre le vergini che apparivano vigorose e che erano piazzate agli angoli della roccia. Le altre si erano messe dai lati e trasportavano tutte le pietre. Attraverso la porta, come era stato comandato, le porgevano agli uomini che le ricevevano per la costruzione della torre. 2. La costruzione della torre aveva luogo sopra la grande roccia e la porta. Le dieci pietre furono adattate e riempirono tutta la roccia, divenendo il fondamento della costruzione della torre. La roccia e la porta sostenevano tutta la torre. 3. Dopo le dieci pietre, si estrassero dal fondo venticinque pietre che ugualmente furono adattate alla costruzione della torre, portate dalle vergini come le precedenti. Dopo queste si estrassero trentacinque pietre che ugualmente furono adattate alla costruzione della torre. Dopo queste si estrassero quaranta altre pietre e furono impiegate nella costruzione della torre. Si fecero quattro file nelle fondamenta della torre. 4. Si cessò allora di estrarle dal fondo e i costruttori si riposarono un poco. Di nuovo i sei uomini comandarono alla moltitudine di popolo di portare dai monti le pietre per la costruzione della torre. 5. Da tutti i monti le pietre di vari colori tagliate venivano portate dagli uomini e consegnate alle vergini. Poi le vergini le passavano attraverso la porta e le porgevano per la costruzione della torre. E quando le varie pietre furono messe in opera divennero uguali di color bianco, cambiando i colori di prima. 6. Alcune furono consegnate dagli uomini per la costruzione e non diventavano lucenti. Come furono poste, così furono trovate. Non erano state consegnate dalle vergini né passate per la porta. Queste erano pietre che non si addicevano alla costruzione della torre. 7. I sei uomini videro che queste pietre non erano adatte alla costruzione ed ordinarono che fossero tolte e riportate nel luogo ove erano state estratte. 8. Dissero alle persone che trasportavano le pietre: "Assolutamente non consegnate pietre per la costruzione. Collocatele vicino alla torre affinché le vergini, facendole passare attraverso la porta, le utilizzino nella costruzione. Se non sono recapitate dalle mani delle vergini attraverso la porta, non possono cambiare i loro colori. Dunque non vi affaticate invano".
    Andiamo alla torre
    LXXXII (5), 1. Si terminò in quel giorno la costruzione, ma la torre non fu finita. La costruzione doveva riprendere e ci fu una sospensione di lavoro. I sei uomini comandarono che tutti i costruttori si ritirassero un poco e si riposassero e che le vergini non si allontanassero dalla torre. Mi sembrava che le vergini fossero lasciate a custodire la torre. 2. Dopo che tutti si allontanarono a riposare, dissi al pastore: "Perché, signore, non è stata compiuta la costruzione della torre?". Mi rispose: "Giammai può essere finita la torre se non viene il suo padrone ed esamina la costruzione. Se si trovano pietre rovinate egli le cambia. La torre si costruisce secondo la sua volontà". 3. "Signore, volevo sapere che cosa significa la costruzione di questa torre, la roccia, la porta, i monti, le vergini, le pietre scavate dal fondo e non ritagliate, ma messe così in opera nella costruzione. 4. Inoltre, perché furono poste nelle fondamenta prima dieci pietre, poi venticinque, poi trentacinque, poi quaranta e cosa significano le pietre entrate nella costruzione e di nuovo tolte e rimesse al loro posto. Su queste cose appaga l'anima mia e fammele conoscere". 5. "Se non sarai curioso, dice, conoscerai tutto. Tra pochi giorni verremo qui e vedrai il resto che accadrà in questa torre e conoscerai con esattezza tutte le similitudini". 6. Dopo pochi giorni venimmo nel luogo, dove ci eravamo seduti, e mi disse: "Andiamo alla torre, sta venendo ad esaminarla il padrone". Andammo alla torre e non vi era nessuno, solo le vergini. 7. Il pastore chiese alle vergini se c'era il padrone della torre. Esse risposero che sarebbe venuto ad esaminare la costruzione.
    Le pietre della costruzione
    LXXXIII (6), 1. Ecco che vedo poco dopo venire una schiera di uomini ed in mezzo a loro uno tanto alto che sovrastava la torre. 2. I sei uomini che dirigevano la costruzione camminavano con lui a destra e a sinistra. Insieme si trovavano anche tutti quelli che avevano lavorato alla costruzione e l'attorniavano molti altri uomini insigni. Le vergini che custodivano la torre gli corsero incontro, lo baciarono e incominciarono a camminare con lui intorno alla torre. 3. Quell'uomo osservava accuratamente la costruzione e toccava una ad una le pietre. Con una verga in mano le percuoteva. 4. Quando toccava le pietre, alcune divenivano nere come fuliggine, altre o scabrose, o con fessure, o mutile, o né bianche né nere, o ruvide e non combacianti con le altre, infine altre con molte macchie. Tali erano le varietà delle pietre trovate difettose nella costruzione. 5. Comandò che tutte queste fossero tolte dalla torre e depositate vicino e che fossero invece portate altre pietre da collocare al loro posto. 6. I costruttori gli chiesero da quale monte volesse che si portassero per rimpiazzarle. Non ordinò che fossero estratte dai monti, ma da una pianura vicina. 7. Fu scavata la pianura e si trovarono pietre lucenti quadrangolari e alcune tonde. Le pietre che erano nella pianura furono tutte estratte e portate dalle vergini attraverso la porta. 8. Furono ritagliate le pietre quadrangolari e situate al posto di quelle scartate. Le tonde non venivano utilizzate nella costruzione, perché dure e si facevano lentamente tagliare. Furono depositate vicino alla torre perché dovevano essere ritagliate e adoperate nella costruzione. Erano molto splendenti.
    Le pietre scartate dalla costruzione
    LXXXIV (7), 1. Ciò terminato, l'uomo glorioso, il signore di tutta la torre, chiamò a sé il pastore e gli affidò tutte le pietre depositate presso la torre e che erano state scartate dalla costruzione e gli disse: 2. "Pulisci diligentemente queste pietre e poni in opera, nella costruzione della torre, quelle che possono combaciare con le altre, e quelle che non combaciano gettale lontano dalla torre". 3. Ordinato questo al pastore, con tutti quelli che erano venuti con lui, andò via dalla torre. Le vergini rimanevano intorno alla torre per custodirla. 4. Chiesi al pastore: "Dopo che sono state scartate, in che modo queste pietre possono entrare nella costruzione?". Egli rispondendo mi disse: "Vedi queste pietre?". "Le vedo, signore". "Io, riprese l'altro, lavorerò la maggior parte di queste pietre, le getterò nella costruzione e combaceranno con le altre". 5. "In che modo, chiesi, risquadrate possono occupare lo stesso spazio?". Rispondendo mi disse: "Quelle che si trovano piccole saranno situate nel mezzo della costruzione, quelle più grandi saranno poste dalla parte esterna e cementeranno le altre". 6. Avendomi spiegato questo, mi disse: "Andiamo e, tra due giorni, ritorniamo e puliremo queste pietre e le metteremo nella costruzione. Bisogna che sia ripulito tutto ciò che si trova intorno alla torre. Se all'improvviso ritorna il padrone, trovando tutto sporco intorno alla torre, si sdegnerà. Queste pietre non entreranno nella costruzione della torre e agli occhi del padrone sembrerò negligente". 7. Dopo due giorni ritornammo alla torre e mi disse: "Ispezioniamo tutte le pietre e vediamo quelle che possono entrare nella costruzione". Acconsentii: "Signore, esaminiamole".
    L'esame delle pietre nere
    LXXXV (8), 1. Ad incominciare, esaminammo prima le pietre nere. Come furono scartate dalla costruzione, così le trovammo. Il pastore dispose che fossero portate via dalla torre e messe in disparte. 2. Esaminò le scabrose e ne prese a squadrare molte, ordinando che le vergini le pigliassero e le sistemassero nella costruzione. Le vergini le presero e le collocarono nel mezzo della costruzione della torre. Ordinò che le rimanenti fossero sistemate con le nere, poiché furono trovate anch'esse nere. 3. Poi esaminò quelle con le fessure; ne squadrò molte e dispose che mediante le vergini fossero portate alla costruzione. Furono collocate dalla parte esterna, perché si trovavano più sane. Le altre, per il numero grande delle fessure, non potevano essere squadrate e, per questa ragione, furono scartate dalla costruzione della torre. 4. Ispezionò poi le pietre mutile, molte di esse furono trovate nere, altre avevano fatto grandi fessure e ordinò che anche queste fossero poste tra le scartate. Dopo aver pulito e squadrato le pietre di avanzo, dispose di porle nella costruzione. Le vergini le presero e le adattarono nel mezzo della costruzione della torre; erano, infatti, molto deboli. 5. Poi ispezionò le mezzo bianche e le mezzo nere; di queste molte furono trovate nere. Dispose che anche queste fossero portate con quelle scartate. Le rimanenti furono prese dalle vergini; essendo bianche furono adattate dalle stesse vergini alla costruzione. Furono poste all'esterno, perché erano sane e potevano reggere quelle che erano nel mezzo. Nulla fu da esse tagliato. 6. Poi esaminò le dure e scabrose e poche di esse furono rigettate perché non potevano essere squadrate. Erano troppo dure. Le altre furono squadrate, portate dalle vergini e situate nel mezzo della costruzione della torre; erano, infatti, assai deboli. 7. Poi ispezionò quelle con le macchie e di queste pochissime erano nere e furono deposte presso le altre. Le rimanenti erano lucenti e forti. Furono adattate alla costruzione dalle vergini e, per la loro compattezza, furono poste dalla parte esterna.
    La torre come un monolito
    LXXXVI (9), 1. Poi venne ad esaminare le pietre bianche e tonde e mi disse: "Che facciamo di queste pietre?". "Che so io, signore?" gli risposi. "Nulla proprio ne pensi?", mi replicò. 2. Gli dissi: "Signore, non ho quest'arte, non sono tagliapietre e non posso intendermene". "Non le vedi, mi soggiunse, che sono troppo tonde? Se voglio renderle quadrangolari, molto bisogna tagliarne. D'altra parte per forza bisogna situarle nella costruzione". 3. "Signore, se è per forza, perché sei imbarazzato, e non scegli per la costruzione quelle che vuoi e le adatti allo scopo?". Scelse le più grandi e splendenti e le squadrò. Le vergini, presele, le adattarono alla parte esterna della costruzione. 4. Quelle di avanzo furono prese e riposte nel piano ove furono estratte. Non furono rigettate, perché, disse, rimane un po' della torre da ricostruire. Il padrone della torre assolutamente vuole che queste pietre si adattino alla costruzione perché sono lucenti. 5. Furono chiamate dodici donne, di tipo distintissimo, vestite di nero, cinte con le spalle in fuori e i capelli sciolti. A me pareva che queste donne fossero selvagge. Il pastore comandò loro di prendere le pietre scartate dalla costruzione e di riportarle sui monti, da dove erano state estratte. 6. Esse, liete, tolsero e portarono via tutte le pietre e le posero ove erano state prese. Dopo che furono tolte tutte le pietre e non più una rimaneva intorno alla torre, il pastore mi disse: "Giriamo intorno alla torre e vediamo che non ci sia qualche cosa di difettoso". Ed io girai con lui. 7. Il pastore era molto allegro perché vedeva che la torre era di magnifica struttura. Davvero, la torre era di una costruzione tale che io vedendola la invidiavo. Era costruita come se fosse di una sola pietra non avendo nessuna giuntura. La pietra pareva come scavata dalla roccia. Sembrava che fosse un monolito.
    La pulizia intorno alla torre
    LXXXVII (10), 1. Camminavo con lui ed ero lieto nel vedere cose tanto belle. Il pastore mi disse: "Va', e portami la calce viva e il coccio sottile per riempire le forme delle pietre asportate e messe in opera nella costruzione. Bisogna che intorno alla torre sia tutto uguale". 2. E feci come ordinò e gli recai tutto. "Aiutami, mi disse, e subito il lavoro sarà compiuto". Riempì le forme delle pietre messe in opera e dispose che si scopasse intorno alla torre e si facesse pulizia. 3. Le vergini presero le scope, spazzarono e tolsero tutte le immondizie dalla torre e sparsero l'acqua. Il posto della torre divenne ridente e grandioso. 4. Mi disse il pastore: "Tutto è stato pulito; se viene il padrone a vedere la torre non avrà nulla da rimproverarci". Ciò detto voleva partire. 5. Gli presi la bisaccia e cominciai a scongiurarlo per amore del Signore che mi spiegasse quello che mi aveva mostrato. Mi disse: "Ho da fare un poco e poi ti spiegherò tutto. Aspettami sino a quando torno". 6. Gli dissi: "Signore, stando solo qui, cosa farò?". "Non sei solo, mi replicò, con te sono queste vergini". "Allora affidami ad esse". Il pastore le chiamò e disse loro: "Vi affido lui sino a quando torno" e partì. 7. Io fui solo con le vergini. Esse erano molto gioiose e ben disposte nei miei riguardi. Specialmente le quattro più onorate.
    Ho mangiato le parole del Signore
    LXXXVIII (11), 1. Le vergini mi dissero: "Oggi il pastore non ritorna qui". "Che cosa farò io?". "Aspettalo sino a questa sera. Se ritorna parlerà con te, se non viene resterai con noi sino a quando ritorna". 2. "Lo aspetterò sino a sera. Se non viene me ne andrò a casa e ritornerò la mattina". Rispondendo mi dissero: "Fosti a noi consegnato e non potrai andartene". 3. "Ma dove mi fermerò?". "Dormirai con noi come fratello, non come marito. Sei nostro fratello e ormai abiteremo con te, troppo ti amiamo". Io mi vergognavo di rimanere con loro. 4. Quella che pareva il loro capo incominciò a baciarmi e ad abbracciarmi. Le altre, nel vedere quella che mi abbracciava, incominciarono anch'esse a baciarmi e a condurmi intorno alla torre e a scherzare con me. 5. Diventato quasi più ringiovanito, incominciai anch'io a scherzare con loro. Alcune facevano danze corali, altre ballavano, altre ancora cantavano. Io in silenzio con loro camminavo intorno alla torre e gioivo. 6. Fattosi tardi volevo ritornarmene a casa, esse non permisero e mi trattennero. Rimasi con loro la notte e dormii vicino alla torre. 7. Le vergini distesero a terra le loro tuniche di lino e mi fecero adagiare vicino a loro. Altro non facevano che pregare, ed io pregavo senza interruzione e non meno di loro. Le vergini erano contente che io pregassi. Rimasi lì con le vergini sino alla seconda ora dell'indomani. 8. Venne poi il pastore e disse alle vergini: "Gli avete fatto violenza?". "Interroga lui, risposero". Gli dissi: "Signore, sono stato contento di rimanere con loro". Mi domandò: "Che cosa hai mangiato?". "Ho mangiato le parole del Signore, tutta la notte". "Ti hanno trattato bene?". "Sì, bene". 9. "Ora, disse, cosa vuoi ascoltare prima?". "Nell'ordine che mi hai fatto vedere da principio. Ti prego, signore, come ti interrogherò così tu chiarisci". "Come tu vuoi, mi disse, così ti spiegherò e assolutamente nulla ti nasconderò".
    La roccia e la porta
    LXXXIX (12) 1. "Prima di tutto, signore, spiegami questo: chi è la roccia e la porta". "La roccia e la porta sono il figlio di Dio". "Come mai, gli chiesi, la roccia è antica e la porta è nuova?". "Ascolta, insensato, e comprendi. 2. Il figlio di Dio è generato prima di ogni creatura, per essere consigliere del Padre nella creazione. Per questo la roccia è antica". "Ma la porta, domandai, perché è nuova?". 3. "Perché si manifestò negli ultimi giorni della fine. Per questo ci fu una porta nuova, perché quelli che devono salvarsi entrino nel regno di Dio attraverso di essa. 4. Hai visto che le pietre fatte passare per la porta furono messe nella costruzione della torre e che quelle non fatte passare di nuovo sono state riportate al loro posto?". "Ho visto". "Così, disse, nessuno entrerà nel regno di Dio, se non prende il suo santo nome. 5. Se tu vuoi entrare in una città e la città è cinta intorno dalla fortezza di mura e non ha che una sola porta, puoi entrare nella città senza passare per la porta che ha?". Risposi: "E come può essere diversamente?". "Se non puoi entrare nella città che per quella porta, così nel regno di Dio l'uomo non può entrare diversamente, se non mediante il nome del suo amato Figlio. 6. Hai visto la moltitudine che costruiva la torre?". "L'ho vista". "Quelli sono tutti angeli gloriosi; per mezzo loro il Signore è stato cinto da una fortezza di mura. La porta è il figlio di Dio, essa è il solo accesso al Signore. Nessuno diversamente potrà andare da Lui se non attraverso suo Figlio. 7. Hai visto i sei uomini e in mezzo a loro l'uomo glorioso e grande che camminava intorno alla torre ed esaminava le pietre della costruzione?". "L'ho visto". 8. "L'uomo glorioso è il figlio di Dio e i sei sono gli angeli gloriosi che lo rafforzano a destra e a sinistra. Nessuno di questi angeli gloriosi arriverà a Dio senza di lui. Chi non prende il Suo nome non entrerà nel regno di Dio".
    La torre è la Chiesa
    XC (13), 1. "La torre, chiedo, chi è?". "La torre è la Chiesa". 2. "Le vergini chi sono?". "Sono gli spiriti santi. Diversamente l'uomo non può trovarsi nel regno di Dio, se non lo rivestono della loro veste. Se tu prendi solo il nome e non prendi la loro veste, nulla ti gioverà. Queste vergini sono le potenze del figlio di Dio. Se porti il nome e non porti la sua fortezza, invano sarai portatore del suo nome. 3. Le pietre che hai visto rigettare - egli aggiunse - portavano il nome, ma non indossavano l'abito delle vergini". "Come, signore, è l'abito loro?". "I nomi stessi sono l'abito loro. Chi porta il nome del figlio di Dio, deve anche portare il nome di esse. Il figlio di Dio porta il nome di queste vergini. 4. Le pietre che vedesti entrare nella costruzione della torre consegnate dalle loro mani e situate nella costruzione, sono quelli rivestiti della fortezza di queste vergini. 5. Perciò vedi la torre divenuta una pietra sola con la roccia. Così anche quelli che hanno creduto al Signore, per mezzo di suo figlio, ed hanno rivestito questi spiriti saranno un solo spirito, un corpo solo e di un solo colore delle loro vesti. La dimora nella torre è di questi che portano il nome delle vergini". 6. "Signore, perché le pietre scartate furono scartate? Passarono attraverso la porta e per le mani delle vergini furono messe in opera nella costruzione della torre". "Poiché ti sta a cuore tutto e vuoi sapere con diligenza, ascoltami sulle pietre scartate. 7. Questi presero tutti il nome del figlio di Dio e presero la virtù di queste vergini. Ricevuti questi spiriti furono rafforzati e con i servi di Dio costituivano un solo spirito, un sol corpo e un solo abito. Pensavano le stesse cose e praticavano la giustizia. 8. Dopo un certo tempo furono persuasi dalle donne che hai visto vestite di nero, con le spalle in fuori, i capelli sciolti e di belle fattezze. Vedendole, le desiderarono e si rivestirono della loro indole, ma smisero l'abito e la virtù delle vergini. 9. Questi furono respinti dalla casa di Dio e consegnati a quelle. Quelli che non si lasciarono ingannare dalla bellezza di queste donne rimasero nella casa di Dio. Ecco la spiegazione delle pietre scartate".
    II figlio di Dio ci sorregge
    XCI (14), 1. Gli dissi: "Se questi uomini che sono stati tali si pentono, cacciano i desideri di quelle donne, si rivolgono alle vergini e camminano nella loro virtù e nelle loro opere, non potranno entrare nella casa di Dio?". 2. Rispose: "Entreranno se rinunziano alle opere di quelle donne, assumono la fortezza delle vergini e camminano nella via delle loro opere. Appunto c'è stato il rinvio dei lavori della costruzione, perché, se si pentono, possono partecipare alla costruzione della torre. Invece, se non si pentono, allora altri parteciperanno ed essi saranno respinti per sempre". 3. Di ogni cosa ringraziai il Signore perché ha avuto misericordia di tutti quelli che sono chiamati col suo nome, ed ha inviato l'angelo della penitenza a noi che abbiamo peccato contro di lui. Inoltre perché ha rinnovato il nostro spirito, mentre eravamo già corrotti e ha ringiovanito la nostra vita, mentre non avevamo più speranza di vivere. 4. "Ora, signore, spiegami perché la torre non è stata costruita sul terreno, ma sulla roccia e sulla porta". Mi disse: "Sei ancora sciocco e insensato?". "Ma io avverto la necessita di interrogarti su tutto perché non riesco a capire assolutamente nulla. Sono cose straordinariamente grandi, gloriose e non comprensibili dagli uomini!". 5. "Ascoltami, mi disse: il nome del figlio di Dio è grande, infinito e regge tutto il mondo. Se ogni creatura è sorretta dal figlio di Dio, che ti pare di quelli che sono chiamati da Lui e portano il suo nome e camminano nella via dei suoi comandamenti? 6. Vedi, dunque, chi sostiene? Quelli che con tutto il cuore portano il suo nome. Egli è divenuto il loro fondamento e li regge con amore, poiché non si vergognano di portare il suo nome".
    I nomi delle vergini e delle donne vestite di nero
    XCII (15), 1. "Dimmi, signore, i nomi delle vergini e di quelle donne vestite di nero". "Ascolta, mi fece, i nomi delle vergini più forti che stanno agli angoli. 2. La prima è Fede, la seconda Continenza, la terza Fortezza, la quarta Pazienza. Le altre che stanno in mezzo a queste si chiamano: Semplicità, Innocenza, Castità, Gioia, Verità, Intelligenza, Concordia, Carità. Chi porta questi nomi e il nome del figlio di Dio potrà entrare nel regno di Dio. 3. Ascolta, disse, i nomi delle donne vestite di nero. Tra queste sono più forti quattro: la prima è Infedeltà, la seconda Intemperanza, la terza Disobbedienza, la quarta Inganno. Le altre che seguono si chiamano: Tristezza, Malvagità, Libidine, Ira, Menzogna, Stoltezza, Maldicenza, Odio. Il servo di Dio che porta questi nomi vedrà il regno di Dio ma non vi entrerà". 4. "E le pietre, signore, scavate dal fondo e adattate alla costruzione chi sono?". "Le prime dieci, quelle situate nelle fondamenta, sono la prima generazione; le venticinque, la seconda generazione dei giusti; le trentacinque, i profeti di Dio e i suoi servi; le quaranta, gli apostoli e i maestri della predicazione del figlio di Dio". Perché, signore, le vergini porgevano anche queste pietre per la costruzione della torre, portandole per la porta?". "Costoro per primi portarono questi spiriti e non si separarono affatto gli uni dagli altri, né gli spiriti dagli uomini, né gli uomini dagli spiriti. Gli spiriti rimasero con loro sino alla morte. Se non avessero avuto con loro questi spiriti, non sarebbero stati utili alla costruzione della torre".
    Il battesimo
    XCIII (16), 1. "Spiegami ancora, signore". "Che vuoi sapere?". "Perché avendo questi spiriti, le pietre estratte dal fondo furono collocate nella costruzione della torre?". 2. "Avevano bisogno, per essere vivificate, di passare per l'acqua. Non potevano entrare altrimenti nel regno di Dio se non morivano alla vita precedente. 3. Questi morti presero il sigillo del figlio di Dio ed entrarono nel regno di Dio. Infatti, disse, l'uomo prima che porti il nome del figlio di Dio è morto. Quando poi prende il sigillo, lascia la morte e riprende la vita. 4. Il sigillo è l'acqua, gli uomini discendono morti nell'acqua e risalgono vivi. Anche ad essi fu annunziato questo sigillo e lo usarono per entrare nel regno di Dio". 5. "Perché, signore, anche le quaranta pietre salirono con loro dal fondo, avendo già ricevuto il sigillo?". "Perché questi, gli apostoli e i maestri che annunziarono il nome del figlio di Dio, addormentati nella potenza e nella fede del figlio di Dio, lo annunziarono anche a quelli che si erano addormentati prima, e diedero loro il sigillo della predicazione. 6. Con loro discesero nell'acqua e di nuovo risalirono. Ma questi discesero vivi e risalirono vivi; quelli, invece, che si erano addormentati prima, scesero morti e risalirono vivi. 7. Per loro mezzo furono vivificati e conobbero il nome del figlio di Dio. Perciò risalirono insieme e insieme furono collocati nella costruzione della torre e collocati senza taglio. Erano morti nella giustizia e nella purezza, soltanto non avevano il sigillo. Ecco la spiegazione di queste cose". "Sì signore".
    Una sola mente e un solo animo
    XCIV (17), 1. "Ora fammi sapere dei monti, perché gli uni sono diversi dagli altri e di aspetti vari". "Ascoltami, disse: questi dodici monti sono le dodici tribù che abitano il mondo intero. Il figlio di Dio fu annunziato loro per mezzo degli apostoli". 2. "Ma spiegami, signore, perché i monti sono vari e di aspetti diversi". "Ascoltami, disse: le dodici tribù che abitano il mondo intero sono dodici popoli di animo e di mentalità diversi. Come sono vari i monti che vedi, così le qualità della mente e l'animo dei popoli. Ti spiegherò il comportamento di ciascuno". 3. "Prima, signore, dimmi questo: perché, nonostante la varietà dei monti quando le pietre furono poste nella costruzione divennero lucenti di un solo colore, come le pietre estratte dal fondo?". 4. Mi rispose: "Perché tutti i popoli che abitano sotto il cielo avendo ascoltato e creduto sono stati chiamati col nome del figlio di Dio. Dopo aver ricevuto il sigillo ebbero una sola mente e un solo animo, ed una fu la loro fede e carità. Col nome portarono anche gli spiriti delle vergini. Per questo la costruzione della torre divenne di un solo colore, lucente come il sole. 5. Dopo essere arrivati allo stesso punto e aver formato un solo corpo, alcuni di loro si contaminarono. Furono esclusi dal novero dei giusti e divennero quali erano prima e piuttosto peggiori".
    Purificare la Chiesa di Dio
    XCV (18), 1. "Come, signore, divennero peggiori avendo conosciuto Dio?". "Chi non ha conosciuto Dio ed agisce male ha un certo castigo per la sua colpa, chi, invece, l'ha conosciuto non deve comportarsi male ma bene. 2. Se opera male chi dovrebbe agire bene, non ti sembra che commette una colpa più grave di quello che non conosce Dio? Perciò quelli che non conoscono Dio ed agiscono male sono condannati a morte, ma quelli che hanno conosciuto Dio ed hanno visto le sue grandezze ed operano male, vengono doppiamente puniti e muoiono per sempre. Così dunque sarà purificata la Chiesa di Dio. 3. Come hai visto togliere dalla torre le pietre e consegnarle agli spiriti malvagi e scartarle, anche delle pietre purificate ci sarà un corpo solo. Appunto la torre divenne come un solo blocco dopo essere stata purificata. Così sarà anche la Chiesa di Dio, dopo essere stata purificata ed aver respinto i malvagi, gli ipocriti, i bestemmiatori, i dissociati e coloro che commisero ogni specie di iniquità. 4. Dopo che questi saranno respinti, la Chiesa di Dio sarà un sol corpo, una sola anima, una sola mente, una sola fede, una sola carità. Il figlio di Dio allora gioirà e si compiacerà con essi trovando il suo popolo puro". "Dissi, Signore, tutto è grande e glorioso. 5. Signore, ripeto, spiegami la virtù e l'azione di ciascuno dei monti, perché ogni anima che crede nel Signore ascoltando glorifichi il suo nome grande, meraviglioso e glorioso". "Ascolta, disse, la diversità dei monti e dei dodici popoli".

    I credenti del primo e secondo monte
    XCVI (19), 1. "I credenti del primo monte nero sono gli apostati, i bestemmiatori contro il Signore e i traditori dei servi di Dio. Per questi non c'è penitenza, ma la morte, e perciò sono neri. La loro razza è iniqua. 2. I credenti del secondo monte, quello spoglio, sono gli ipocriti e i maestri d'iniquità. Essi sono simili ai primi, perché non hanno frutto di giustizia. Infatti, come il loro monte è senza frutto, così tali uomini hanno il nome, ma sono privi di fede, e nessun frutto di verità è in loro. Per loro c'è penitenza, se si pentono subito. Se attendono, la morte loro sarà insieme ai primi". 3. "Perché, signore, gli dissi, per questi c'è penitenza, mentre per i primi no? Tranne in qualche cosa, le loro azioni sono le stesse". "Perciò, rispose, c'è penitenza, in quanto non bestemmiarono il loro Signore, né furono traditori dei servi di Dio. Per desiderio di guadagno hanno agito ipocritamente ed ognuno insegnò secondo le passioni dei peccatori. Tuttavia pagheranno una certa pena. Per loro c'è penitenza poiché non furono né blasfemi, né traditori".
    I credenti del terzo monte
    XCVII (20), 1. "I credenti del terzo monte, che ha spine e rovi, sono i ricchi e le persone coinvolte in molti affari. I rovi sono i ricchi, le spine sono quelli coinvolti nei diversi affari. 2. Gli implicati in diversi affari non si uniscono ai servi di Dio ma se ne tengono lontani soffocati dai loro stessi affari. I ricchi difficilmente si uniscono ai servi di Dio poiché temono che si chieda loro qualche cosa, e pertanto difficilmente entreranno nel regno di Dio. 3. Come tra i rovi è difficile camminare a piedi nudi, così per loro è difficile entrare nel regno di Dio. 4. Ma per tutti loro c'è la penitenza, però subito. Per quello che non operarono nel passato, ora ricuperino i giorni e facciano del bene. Se si pentono e fanno del bene vivranno in Dio; se, invece, permangono nelle loro azioni, saranno consegnati a quelle donne che toglieranno loro la vita".
    I credenti del quarto monte
    XCVIII (21), 1. "I credenti del quarto monte, che ha molte erbe, verdi in cima e secche verso le radici, e alcune inaridite dal sole, sono i dissociati che hanno il Signore sulle labbra, ma non nel cuore. 2. Per questo la loro base è secca e non ha forza. Solo le loro parole vivono, mentre le loro opere sono morte. Essi né vivono né sono morti e sono pertanto simili ai dissociati. I dissociati, invero, non sono né verdi né secchi, né vivono né sono morti. 3. Come le erbe vedendo il sole si disseccano, così anche i dissociati, quando sentono la persecuzione, per la loro viltà sacrificano agli idoli e si vergognano del nome del loro Signore. 4. Questi non vivono e non sono morti. Tuttavia, se fanno presto penitenza potranno vivere. Se non si pentono, sono già consegnati a quelle donne che toglieranno loro la vita".
    I credenti del quinto monte
    XCIX (22), 1. "I credenti del quinto monte, che ha erbe verdi ed è scabroso, sono i fedeli duri di comprendonio, arroganti, pieni di sé, che si piccano di sapere tutto e assolutamente nulla conoscono. 2. Per questa loro arroganza perdettero il senno e subentrò in loro, con la insensatezza, la demenza. Lodano se stessi come se avessero intelligenza e desiderano essere maestri, mentre sono stolti. 3. Per questa esaltazione, molti innalzando se stessi si resero vani. Un gran demonio è l'arroganza e la vana presunzione! Di essi molti furono respinti, altri si pentirono, credettero e si sottomisero a quelli che hanno saggezza, riconoscendo la propria stoltezza. 4. Anche per altri, come questi, c'è penitenza. Non furono cattivi, ma piuttosto stolti e insulsi. Essi se si pentono, vivranno in Dio, se non si pentiranno abiteranno con le donne che esercitano il male contro di loro".
    I credenti del sesto monte
    C (23), 1. "I credenti del sesto monte, che ha crepacci grandi e piccoli e nei crepacci erbe inaridite, sono quelli che 2. hanno piccole rotture, cioè, ce l'hanno tra loro, e per le maldicenze sono divenuti aridi nella fede. Di questi però molti si pentirono. Anche gli altri quando ascolteranno i miei precetti si pentiranno. In realtà piccole sono le loro maldicenze e subito si pentiranno. 3. Quelli che hanno grandi crepacci sono gli ostinati nelle loro maldicenze, vendicativi e furibondi tra loro. Essi, non ritenuti adatti alla costruzione, furono gettati via dalla torre. Difficilmente potranno vivere. 4. Dio e nostro Signore, che domina su ogni cosa ed ha in suo potere tutto il creato, non ha rancore con quelli che confessano i loro peccati, ma è misericordioso. Perché l'uomo che è mortale e pieno di peccati ha rancore contro l'uomo, come se potesse lui perderlo o salvarlo?. 5. Io, l'angelo della penitenza, vi dico: quanti avete questa tendenza, allontanatela e pentitevi. Il Signore guarirà i vostri peccati precedenti se vi purificherete da questo demonio; altrimenti sarete consegnati a lui per la morte".

    I credenti del settimo monte
    CI (24), 1. "I credenti del settimo monte in cui le erbe erano verdi e ridenti e tutto era fiorente ed ogni specie di animali e di uccelli si pasceva delle erbe che pur consumate divenivano più fiorenti, sono quelli 2. che furono sempre semplici, innocenti e beati, senza alcun disappunto reciproco. Essi, ognora contenti dei servi di Dio, rivestiti del santo spirito di queste vergini e avendo sempre compassione di ogni uomo, con le loro fatiche provvedevano a ciascuno, senza rammarico e senza esitazione. 3. Il Signore, vedendo la loro semplicità e il loro candore, li ha ricolmati nelle fatiche delle loro mani e li ha favoriti in ogni loro azione. 4. Io, angelo della penitenza, dico a voi che tali siete: rimanete così e il vostro seme non si distruggerà per sempre. Il Signore vi ha provato e vi ha scritto nel nostro numero. Tutto il vostro seme abiterà con il figlio di Dio poiché partecipate del suo spirito".
    I credenti dell'ottavo monte
    CII (25), 1. "I credenti dell'ottavo monte, dove erano molte sorgenti ed ogni creatura del Signore vi si dissetava, sono 2. gli apostoli e i maestri che predicarono a tutto il mondo, insegnando con purezza e santità la parola del Signore. Essi non si sono fatti per nulla sviare da passione malvagia, ma hanno sempre camminato nella giustizia e nella verità, secondo lo Spirito Santo che hanno ricevuto. La loro strada è con gli angeli".
    I credenti del nono monte
    CIII (26), 1. "I credenti del nono monte deserto, che aveva in sé rettili e fiere nocive che divorano gli uomini, sono questi. 2. Quelli che hanno macchie sono i diaconi che amministrarono male e derubarono le vedove e gli orfani. Essi fecero un loro profitto della diaconia che presero ad amministrare. Se dunque permangono in questa cupidigia sono morti e non hanno alcuna speranza di vita. Se si convertono e compiono santamente il loro ministero, potranno vivere. 3. Gli scabbiosi sono quelli che, rinnegandolo, non si convertirono al loro Signore. Essi, inariditi e divenuti solitari, non si sono uniti ai servi di Dio, ma isolati rovinano le loro anime. 4. Come una vite abbandonata in qualche parte, caduta nella incuria, si rovina e, isolata dalle erbacce, col tempo diventa selvatica e non è più utile al suo padrone, così questi uomini, non avendo più fiducia in sé e inselvatichiti, diventano inutili al loro Signore. 5. Per loro c'è penitenza, se non vengono trovati rinnegatori dal profondo del cuore. Ma se qualcuno viene trovato rinnegatore dal profondo del cuore, non so se potrà vivere. 6. Non dico questo per i nostri giorni perché qualcuno, avendo rinnegato, si penta. È impossibile che si salvi chi vorrà ora rinnegare il Suo Signore. Sembra esserci penitenza per quelli che hanno rinnegato nel passato. Se qualcuno vuole convertirsi sia tempestivo, prima che la torre sia terminata. Diversamente sarà rovinato a morte dalle donne. 7. I mutili sono gli ingannatori e i maldicenti. Essi sono le fiere che vedesti sul monte. Come le fiere con il loro veleno contagiano l'uomo e l'ammazzano, così le parole di tali uomini contagiano e ammazzano. 8. Questi sono mutili nella fede per la condotta che hanno in sé. Alcuni si pentirono e si salvarono. Gli altri come sono possono salvarsi, se si pentiranno. Se non si pentiranno, morranno da parte di quelle donne di cui hanno lo spirito".
    I credenti del decimo monte
    CIV (27), 1. "I credenti del decimo monte, dove c'erano alberi che facevano ombra alle pecore, sono 2. i vescovi e persone ospitali che sempre volentieri ricevettero nelle loro case i servi di Dio, senza ipocrisia. I vescovi con il loro ministero protessero continuamente i bisognosi e le vedove, diportandosi sempre con purezza. 3. Questi sono tutti eternamente protetti dal Signore. Quelli che ciò operarono sono gloriosi presso il Signore. Il loro posto è già con gli angeli, se nel servire il Signore persistono sino alla fine".
    I credenti dell'undecimo monte
    CV (28), 1. "I credenti dell'undecimo monte, dove c'erano alberi pieni di frutti di varie specie, sono 2. quelli che hanno sofferto per il nome del figlio di Dio e che patirono coraggiosamente con tutto il cuore, dando la loro anima". 3. Chiesi: "Perché, signore, tutti gli alberi hanno frutti, e dei frutti alcuni sono più belli?". "Ascolta, mi disse: quelli che un giorno patirono per il Nome sono gloriosi presso Dio e i peccati di tutti loro furono rimessi, in quanto patirono per il nome del figlio di Dio. Ascolta perché i loro frutti sono diversi e alcuni migliori. 4. Quelli che tradotti alle autorità furono interrogati e non negarono, ma soffrirono volentieri, sono molto più gloriosi presso il Signore; il loro frutto è il migliore. Di quelli che furono timorosi e, nel dubbio, patirono, pensando nel loro cuore se rinnegare o confessare, i frutti sono inferiori, perché nel loro animo salì una tale intenzione. Cattiva è questa intenzione che il servo rinneghi il suo Signore. 5. State bene attenti voi che pensate ciò, che mai una tale intenzione rimanga nei vostri cuori per morire a Dio. Voi che soffrite per il Nome, dovete glorificare Dio. Egli vi ha stimato degni di portare questo nome perché siano risanati tutti i vostri peccati. 6. Reputatevi felici dunque. Credete pure di aver realizzato un'opera grande, se qualcuno di voi soffrisse per Dio. Non considerate che il Signore ci dona la vita? I vostri peccati vi comprimevano e, se non aveste sofferto per il nome del Signore, sareste morti a Dio per i vostri peccati. 7. Dico questo a quelli che sono incerti sulla negazione o affermazione. Confessate che avete un Signore, perché, negandolo, non siate affidati alla prigione. 8. Se i pagani puniscono i loro servi, se qualcuno rinnega il suo padrone, che pensate farà a voi il Signore onnipotente? Allontanate questi pensieri dai vostri cuori per vivere eternamente a Dio".
    I credenti del dodicesimo monte
    CVI (29), 1. "I credenti del dodicesimo monte bianco sono come i bambini innocenti che nessuna malvagità hanno nel cuore, né conobbero cosa essa sia, ma rimasero sempre nell'innocenza. 2. Essi abiteranno certamente nel regno di Dio in quanto non violarono i suoi comandamenti in cosa alcuna. Con innocenza essi permasero tutti i giorni della loro vita nella stessa saggezza. 3. Quanti, dunque, persevererete e sarete come bambini senza malizia, dice, sarete più onorati di tutti quelli prima ricordati. Tutti i bambini sono onorati da Dio e sono i primi presso di lui. Beati voi se estirpate la cattiveria e vi rivestite dell'innocenza! Primi fra tutti vivrete in Dio". 4. Dopo aver terminato le similitudini dei monti gli dico: "Signore, dimmi ora delle pietre asportate dalla pianura e messe in opera in sostituzione delle pietre tolte dalla torre, delle rotonde che furono poste nella costruzione, e delle rotonde che ancora rimangono".
    Tutte le pietre
    CVII (30), 1. "Ascolta, disse, intorno a tutte queste pietre. Le pietre estratte dalla pianura e poste nella costruzione della torre, al posto di quelle scartate, sono le radici di questo monte bianco. 2. Tutti i credenti di questo monte bianco furono trovati innocenti e il Signore della torre dispose che dalle radici di questo monte essi fossero posti nella costruzione della torre. Sapeva che, se queste pietre fossero situate nella costruzione della torre, sarebbero rimaste lucenti e nessuna di esse si sarebbe annerita. 3. Se avesse preso pietre dagli altri monti, sarebbe stato costretto a visitare di nuovo la torre e a purificarla. Sono tutti candidi e quelli che hanno creduto e quelli che crederanno; sono dello stesso genere. Beato questo genere, perché innocente. 4. Ascolta ora intorno alle pietre rotonde e splendide che sono tutte di questo monte bianco. Ascolta perché sono state trovate rotonde. Le loro ricchezze li oscurarono un pochino nella verità e li offuscarono. Da Dio però non si allontanarono mai, né uscì della loro bocca parola malvagia, ma ogni giustizia, virtù e verità. 5. Il Signore pertanto vide il loro animo. Poiché potevano seguire la verità e rimanere anche buoni, dispose che le loro sostanze fossero diminuite, ma non tolte del tutto. Essi potevano fare qualche bene con quello che fu loro lasciato e vivere in Dio, poiché d'indole buona. Perciò furono un po' ritagliate ed usate nella costruzione di questa torre".
    (Gv 3, 20-21)
    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio

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    Predefinito Re: letteratura subapostolica ( thread di sola lettura)

    Innocenti come bambini
    CVIII (31), 1. "Le altre che sono rimaste ancora rotonde e non sono state messe in opera nella costruzione, poiché non hanno ricevuto il sigillo, sono state rimesse al loro posto. Sono state trovate assai rotonde. 2. Occorre, invece, che essi si taglino fuori da questo secolo e dalla vanità delle sue ricchezze, e allora converranno nel regno di Dio. È necessario che essi entrino nel regno di Dio. Il Signore benedisse questo genere innocente. Di questo genere nessuno perirà. Ammettiamo pure che qualcuno di loro, tentato dal diavolo infame, abbia peccato in qualche cosa: egli subito ricorrerà al suo Signore. 3. Io angelo della penitenza vi reputo tutti beati. Siete innocenti come i bambini, perché la vostra stirpe è buona ed onorata presso Dio. 4. Dico poi a voi tutti che avete ricevuto questo sigillo, di osservare la semplicità, di non essere vendicativi, di non persistere nella vostra malizia o nel ricordo dell'amarezza delle offese, di diventare ognuno un solo spirito, di riparare e togliere da voi le permalose scissioni, perché il padrone delle pecore ne abbia a godere. 5. Se le troverà tutte sane e nessuna sviata, godrà. Se poi ne troverà qualcuna sviata, guai ai pastori. 6. Se gli stessi pastori saranno trovati sviati, che cosa potranno dire al padrone del gregge? Potranno forse dire di essere stati sviati dal gregge? Non si presterà loro fede. È incredibile che il pastore abbia sofferto qualche cosa da parte del gregge. Sarà punito di più per la sua menzogna. Anche io sono pastore e bisogna che renda un rigoroso conto di voi".

    Il Signore ama la pace
    CIX (32), 1. "Curatevi, dunque, finché la torre si sta costruendo. 2. Il Signore abita negli uomini che amano la pace. A Lui, invero, è cara la pace. È invece, lontano dai litigiosi e dai maliziosi. Rendetegli lo spirito integro come lo avete ricevuto. 3. Se tu dai alla lavanderia un vestito nuovo e non strappato, lo vuoi riavere sano. Se la lavanderia te lo darà strappato, lo riprenderai? Non ti riscalderai con male parole dicendo: ti ho dato un abito sano, perché lo hai lacerato rendendolo inutile? Per lo squarcio che vi hai fatto, non può essere usato. Dunque, per lo strappo nel tuo abito non dirai tutte queste parole alla lavanderia? 4. Se ti duoli del tuo abito e ti lagni che non l'hai ricevuto sano, che cosa pensi che ti farà il Signore? Egli ti diede lo spirito sano, e tu lo rendesti del tutto inutile, in modo che non può servire affatto al suo Signore. L'uso di esso incomincia ad essere inutile, se da te viene corrotto. Il padrone dello spirito per questo fatto non ti colpirà a morte?". 5. "Certo, dissi, colpirà tutti quelli che serbano rancore". "Non calpestate la sua clemenza, ma piuttosto onoratelo perché è tanto paziente per i vostri delitti. Egli non è come voi. Fate, dunque, una penitenza utile per voi".
    La forma delle pietre
    CX (33), 1. "Io pastore, angelo della penitenza, ho manifestato e detto ai servi di Dio tutte queste cose che sono state scritte sopra. Potrete vivere se crederete e udirete le mie parole, camminando in esse e raddrizzando le vostre vie. Se poi permarrete nella malizia e nella vendetta, nessuna di tali persone potrà vivere in Dio. Tutte le cose che dovevo dirvi sono state dette". 2. Mi disse lo stesso pastore: "Mi hai interrogato su tutto?". Gli risposi: "Sì, signore". "Perché non mi hai interrogato intorno alla forma delle pietre messe in opera nella costruzione dopo averle perfezionate?". "Me ne sono dimenticato, signore". 3. "Ascoltami ora intorno a queste. Sono coloro che, ora, hanno ascoltato i miei precetti ed hanno fatto penitenza con tutto il cuore. Il Signore, avendo visto che la loro penitenza era buona e pura e che potevano perseverare in essa, ordinò che i precedenti peccati fossero cancellati. Quelle forme, infatti, erano i loro peccati e furono spianate perché non risultassero".

    Decima similitudine
    Vincere ogni cupidigia e dolcezza del mondo
    CXI (1), 1. Dopo aver scritto questo libro l'angelo che mi aveva consegnato a questo pastore venne nella casa in cui ero. Si sedette sul letto e il pastore rimase alla destra. Mi chiamò e mi disse: 2. "Ho affidato te e la tua casa a questo pastore, perché tu possa essere protetto da lui". "Sì, dissi, signore". "Se vuoi essere protetto da ogni vessazione e da ogni violenza, se vuoi avere successo in ogni opera buona e parola e avere ogni virtù di giustizia, cammina nei precetti che ti diedi, e potrai superare ogni malvagità. 3. Se tu osservi i suoi precetti, vincerai ogni cupidigia e dolcezza di questo secolo, e ti seguirà il successo in ogni buona impresa. Accogli in te la sua santità e la sua modestia e fai sapere a tutti che egli è in grande onore e dignità presso il Signore. Egli detiene una grande potenza e la sua funzione è forte. A lui solo per tutto il mondo è stato conferito il potere della penitenza. Non ti sembra potente? Ma voi disprezzate la sua prudenza e moderazione che ha nei vostri riguardi".
    Le grandezze del Signore
    CXII (2), 1. Gli dissi: "Interrogalo, signore, se da quando è in casa mia io ho fatto qualche cosa contraria che l'abbia offeso". 2. "So, disse, che tu nulla hai fatto e farai in contrario. Ti dico questo perché tu possa perseverare. Egli mi ha parlato bene e con stima di te. Tu fai sapere agli altri queste parole, perché quelli che fecero o staranno per fare penitenza abbiano gli stessi sentimenti tuoi. Egli ne sarà interprete presso di me ed io presso il Signore". 3. "Ed io, gli dissi, manifesterò ad ogni uomo le grandezze del Signore. Spero che tutti quelli che prima peccarono, se odono queste cose, per recuperare la vita, volentieri faranno penitenza". 4. "Permani in questo ministero e portalo a termine. Quelli che poi praticano i suoi precetti avranno vita e avranno un grande onore presso il Signore. Quanti, invece, non osservano i suoi precetti, si allontanano dalla vita e lo disprezzano. Ma lui presso Dio ha il suo onore. Quelli che lo disprezzano, non seguendo i suoi precetti, si consegnano alla morte e ciascuno diviene reo del proprio sangue. Ti raccomando di ubbidire a questi precetti, e avrai il rimedio dei peccati".

    La casa pulita
    CXIII (3), 1. "Ti ho inviato le vergini perché abitino con te ed ho notato che ti sono affabili. Le tieni come ausiliarie perché tu possa osservare meglio i Suoi precetti. Non può accadere che senza di queste vergini siano osservati. Vedo pure che esse volentieri stanno con te. Ma io pregherò loro che non si allontanino dalla tua casa. 2. Soltanto pulisci la tua casa, perché volentieri abiteranno in una casa pulita. Esse, invero, sono pure, caste e industriose ed hanno ogni grazia presso il Signore. Pertanto se avranno la tua casa pulita rimarranno con te; se ci sarà un po' di sporcizia subito si allontaneranno dalla tua casa. Queste vergini non amano affatto sporcizia alcuna". 3. Gli dissi: "Spero, signore, di piacere ad esse perché abitino sempre volentieri nella mia casa. Come questo a cui mi hai affidato non si lagna di me, neppure esse si lagneranno di me". 4. Disse a quel pastore: "Noto che il servo di Dio vuol vivere. Egli osserverà questi precetti e porrà le vergini in un'abitazione pulita". 5. Avendo detto ciò, mi affidò di nuovo al pastore, e chiamate le vergini disse loro: "Poiché vedo che voi abitate volentieri nella casa di costui, vi affido lui e la casa sua e non allontanatevene mai". Esse, invero, ascoltarono volentieri queste parole.
    Operare incessantemente il bene
    CXIV (4), 1. Poi mi disse: "Sii forte in questo compito, mostra ad ogni uomo le grandezze del Signore, e ne avrai grazia. Chiunque camminerà in questi principi vivrà e sarà felice nella sua vita. Chiunque, invece, li trascurerà, non vivrà e sarà infelice nella vita sua. 2. Di' a tutti che non cessino di operare il bene quanti lo possono. Per loro è vantaggioso compiere le buone opere. Affermo pure che ogni uomo va sottratto ai disagi. Colui che è stretto dal bisogno e soffre nella vita quotidiana è in grande tormento e angustia. 3. Chi sottrae un'anima dalle angustie, si procura una grande gioia. Chi è vessato da un disagio è afflitto da un tormento e si angoscia come chi è in catene. Molti, infatti, per tali disgrazie che non possono sopportare, si danno la morte. Chi conosce la sventura di un uomo simile e non lo sottrae, commette un grande peccato e diventa reo del suo sangue. 4. Fate opere buone voi che avete ricevuto dal Signore e non tardate a farle quando sia terminata la costruzione della torre. Per voi fu interrotta l'opera della sua costruzione. Se non vi affrettate a fare il bene, la torre sarà ultimata e ne sarete esclusi". 5. Dopo aver parlato con me, si alzò dal letto e preso il pastore e le vergini se ne andò. Mi disse però che mi avrebbe rimandato in casa mia il pastore e le vergini.
    (Gv 3, 20-21)
    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio

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    Predefinito Re: letteratura subapostolica ( thread di sola lettura)

    anche la lettera di Barnaba è del II secolo quindi difficilmente può essere scritta dal vero Barnaba, sebbene alcuni studi fanno pensare che sia del 70 dc, sicuramente non è scritto oltre il 132 dc.

    tale scritto sebbene non possiamo essere certi dell'autore ebbe molta importanza nel cristianesimo primitivo, tanto che venne considerato di fatto canonico fino al IV secolo

    Lettera di Barnaba

    Il saluto

    Figli e figlie, nel nome del Signore che ci ha amati, vi saluto nella pace. Grandi e ricchi sono i decreti di Dio su di voi. Al di sopra di ogni cosa mi rallegro immensamente per le vostre anime beate e gloriose. Avete ricevuto la grazia del dono spirituale che si è così radicata in voi. Perciò ancor di più mi rallegro nella speranza di essere salvato perché vedo veramente che lo spirito della sorgente abbondante si è diffuso su di voi. Mi ha veramente colpito la vostra visita da me desiderata. Sono convinto e persuaso intimamente di ciò perché ho parlato molto con voi. Il Signore ha camminato con me nella via della giustizia e mi sento spinto anch'io a questo, ad amarvi, cioè, più della mia stessa anima. Una grande fede e amore abitano in voi nella speranza della vita. Considerando, dunque, che se mi preoccupo di parteciparvi ciò che ho ricevuto avrò ricompensa per il ministero prestato, mi sono premurato di mandarvi una breve lettera perché voi oltre la fede possiate avere una precisa conoscenza. Tre sono i precetti del Signore: speranza di vita, inizio e fine della nostra fede; giustizia, inizio e fine del giudizio; carità, testimonianza di gioia e di letizia delle opere compiute nella giustizia. Il Signore mediante i profeti ha fatto conoscere le cose passate e le presenti facendoci assaporare le future. Noi, vedendo che si realizzano una ad una le cose, come egli aveva detto, dobbiamo progredire nel suo timore nella forma più generosa e più elevata. Non come un maestro, ma come uno di voi, vi spiegherò poche cose per le quali potrete rallegrarvi nelle attuali circostanze.

    I sacrifici giudaici
    Mentre i giorni sono duri e chi esercita il potere è attivo, noi dobbiamo per il nostro vantaggio cercare i decreti del Signore. Il timore e la pazienza sono i difensori della nostra fede, la magnanimità e la continenza sono i nostri alleati. Rimanendo santamente presso il Signore tali cose, si rallegrano la sapienza, l'intelligenza, la scienza e la conoscenza. Mediante tutti i profeti il Signore ci ha dimostrato che non ha bisogno né di sacrifici, né di olocausti, né di offerte. Egli disse: “A che la quantità dei vostri sacrifici? Ne ho abbastanza di olocausti e non voglio grasso di agnelli né sangue di tori e di capri e non venite davanti ai miei occhi. Chi ha chiesto ciò dalle vostre mani? Non accostatevi a calpestare il mio atrio. Se mi portate la semola, è inutile. L'incenso è per me un orrore e non sopporto le vostre novene e i vostre sabati". Dunque, ha rifiutato queste cose, perché la nuova legge di nostro Signore Gesù Cristo, che é senza il giogo della necessità, non avesse un sacrificio fatto per l'uomo. Dice ancora loro il Signore: "Non io prescrissi ai vostri padri quando uscirono dalla terra d'Egitto di portarmi olocausti e sacrifici. Questo, invece, comandai loro: Nessuno di voi nel suo cuore serbi rancore contro il prossimo ed ami il falso giuramento”.
    Dobbiamo comprendere, se non siamo sciocchi, il disegno della bontà del Padre nostro perché ci parla. Vuole che noi cerchiamo il modo di avvicinarci a lui, senza cadere egualmente nell'errore di quelli. A noi, dunque, dice così: “Il sacrificio al Signore è un cuore contrito, profumo di soave odore per il Signore è il cuore che glorifica chi l'ha creato”. Dunque, fratelli, dobbiamo avere cura della nostra salvezza, perché il maligno, introducendo in noi l'errore, non ci scagli lontano dalla nostra vita.

    Il digiuno
    Di nuovo sull'argomento dice loro: “Perché digiunate per me, - dice il Signore - se oggi si ode nel litigio la vostra voce? non è questo il digiuno che voglio, - dice il Signore - né che l'uomo umili la sua anima. Neanche se piegaste il vostro collo come un cerchio e vi vestiste di sacco e vi distendeste sopra la cenere, non è questo che chiamerete digiuno gradito”. A noi dice: “Ecco il digiuno che ho scelto, dice il Signore: sciogli ogni nodo di iniquità, sciogli i lacci di contratti forzati, rimetti in libertà gli oppressi e straccia ogni patto ingiusto. Spezza il tuo pane agli affamati e se vedi l'ignudo, coprilo; accogli nella tua casa i senza tetto e se vedi un povero non guardarlo dall'alto, e non allontanarti dai parenti del tuo sangue. Allora la tua luce spunterà come l'aurora, le tue vesti subito risplenderanno, camminerà la giustizia davanti a te e ti circonderà la gloria di Dio”. Allora griderai e Dio ti ascolterà e mentre tu parli ti dirà: Eccomi, se tu allontani ogni cospirazione, le mani alzate (per la testimonianza), la parola di mormorazione, dai col cuore il pane all'affamato e hai misericordia di un'anima affranta”. Prevedendo questo, o fratelli, (Egli che è) misericordioso ci ha manifestato tutte le cose in anticipo, perché il popolo che egli preparò credesse nel suo diletto con sincerità e noi non ci infrangessimo come proseliti contro la loro legge.

    Gli ultimi tempi
    Bisogna che consideriamo con attenzione gli avvenimenti presenti e cerchiamo ciò che può salvarci. Fuggiamo decisamente ogni opera di iniquità per non esserne travolti. Odiamo l'errore del presente per essere amati nel futuro. Non diamo alla nostra anima la libertà di correre con i peccatori e gli scellerati, per non diventare simili a loro. È vicino il grande scandalo di cui sta scritto secondo Enoch: “Per questo il Signore ha abbreviato i tempi e i giorni affinché il suo prediletto si affrettasse a giungere all'eredità”. Così dice anche il profeta: “Dieci regni domineranno sulla terra e dopo di essi sorgerà un piccolo re che umilierà tre dei re in una volta”. Del pari sull'argomento dice Daniele: “Vidi la quarta bestia, feroce e forte, più terribile di tutte le bestie del mare e come da essa spuntare dieci corna e da queste un piccolo corno rampollo che con un solo colpo abbatté tre corna grandi”. Dovete comprendere. Inoltre vi chiedo questo come se fossi uno di voi, amandovi particolarmente tutti più della mia anima, (vi chiedo) di badare a voi stessi e di non somigliare a certi che accumulano le colpe dicendo che l'alleanza nostra è nostra. È nostra; ma essi (i giudei) perdettero completamente l'alleanza ricevuta da Mosè. Dice infatti la Scrittura: “E Mosè stette sul monte digiunando per quaranta giorni e quaranta notti e ricevette l'alleanza dal Signore, cioè le tavole di pietra scritte col dito della mano del Signore. Ma quando essi ritornarono agli idoli, la perdettero. Il Signore dice così: “Mosè, Mosè, scendi presto, poiché il tuo popolo che hai condotto fuori dalla terra d'Egitto ha prevaricato”. Mosè comprese e gettò via dalle sue mani le due tavole; la loro alleanza si spezzò affinché quella dell'amato Gesù fosse incisa nel nostro cuore, con la speranza della fede in lui. Volendo dirvi molte cose, non come maestro, ma come si conviene a chi ama, e di non tralasciare nulla di ciò che possediamo, mi affrettai e scrivere come fossi un rifiuto. Stiamo attenti in questi ultimi giorni. Nulla ci gioverà tutto il tempo della vita e della nostra fede se ora, nel momento duro e nell'imminenza degli scandali, non resistiamo come si addice ai figli di Dio.
    Perché il diavolo non penetri di nascosto, fuggiamo ogni vanità e detestiamo definitivamente le opere della via cattiva. Non isolatevi ripiegandovi in voi stessi come se già foste giustificati; invece, riunitevi per ricercare l'interesse comune. Infatti dice la Scrittura: “Guai a coloro che si credono intelligenti e saggi ai loro occhi”. Diveniamo spirituali, diveniamo un tempio compiuto per Dio. Per quanto è in noi curiamo il timore di Dio e lottiamo per osservare i suoi comandamenti, per gioire nei suoi giudizi. Il Signore giudicherà il mondo senza preferenze. Ciascuno riceverà nella misura che avrà operato. Se è stato buono, la giustizia camminerà davanti a lui; se fu cattivo, davanti a lui ci sarà il compenso della sua malvagità. Non facciamo che, restando tranquilli come chiamati, ci addormentiamo sui nostri peccati e il principe del male impadronendosi di noi ci allontani dal regno del Signore. Considerate anche questo, fratelli miei: quando vedete che, dopo tanti segni e miracoli avvenuti in Israele, (i giudei) sono stati così abbandonati, stiamo attenti che giammai come è scritto siamo trovati "molti chiamati ma pochi eletti".

    La Nuova Alleanza
    Per questo il Signore sopportò di consegnare la sua carne alla distruzione perché fossimo santificati con la remissione dei peccati, vale a dire con la effusione del suo sangue. Sia per Israele sia per noi la Scrittura dice di Lui così: “Fu colpito per le nostre iniquità e fu straziato per i nostri peccati e dalla sua lividura fummo guariti; come pecora fu condotto al macello e come agnello muto davanti al tosatore”. Bisogna ringraziare il Signore che ci ha fatto conoscere il passato, ci ha resi edotti del presente e siamo capaci di intuire il futuro. Dice la Scrittura: “Non ingiustamente si tendono le reti agli uccelli”. Ciò significa che giustamente perirà l'uomo che, avendo conosciuto la via della giustizia, prende invece la via delle tenebre. Ancora questo, fratelli miei: se il Signore volle patire per la nostra anima, perché, egli che è il Signore di tutto il mondo - al quale Dio dopo la creazione del mondo disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza" - perché tollerò di patire per mano dell'uomo?
    Imparate. I profeti che da lui hanno ricevuto la grazia profeteranno per lui. Egli doveva incarnarsi e soffrire per abolire la morte e per provare la risurrezione dei morti. Per compiere la promessa fatta ai padri, prepararsi un popolo nuovo e dimostrare, stando sulla terra, che egli stesso operando la risurrezione giudicherà. Poi, insegnando e compiendo grandi miracoli e portenti, predicò a Israele che amò immensamente. Quando scelse i suoi apostoli per propagandare il vangelo, li scelse tra quelli che erano più gravati di ogni peccato per dimostrare che "non era venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori". Allora manifestò di essere il Figlio di Dio. Se non fosse venuto nella carne, come gli uomini si sarebbero salvati nel vederlo, se non sono capaci nemmeno di guardare il sole, destinato a scomparire, opera delle Sue mani, e fissare gli occhi nei suoi raggi? Dunque, per questo il Figlio di Dio si incarnò, per il colmo dei peccati di coloro che avevano perseguitato e ucciso i Suoi profeti. Perciò ha patito. Dio dice che la piaga della carne di lui è colpa loro. “Quando colpiranno il proprio pastore allora periranno le pecore del gregge”. Egli stesso volle patire così; bisognava che patisse su di un legno. Dice il profeta di lui: “Risparmia l'anima mia dalla spada” e: “Trafiggi con chiodi le mie carni, perché le turbe dei malvagi si sono a me ribellate”. E ancora: “Ecco, ho offerto le mie spalle ai flagelli e le mie guance agli schiaffi: ho reso il mio volto come dura pietra ”.

    Vittoria di Cristo
    Del tempo in cui venne a compiere la sua missione, (la Scrittura) che cosa dice? “Chi è che mi giudica? Si presenti davanti a me. Chi vuole giustificarsi davanti a me? Si avvicini al servo del Signore. Guai a voi perché tutti invecchierete come un vestito e il tarlo vi corroderà”. E di nuovo il profeta parla, poiché (Gesù) come dura pietra fu posto per schiacciare: “Ecco, io introdurrò nei fondamenti di Sion una pietra preziosa, scelta, angolare e di gran pregio”. Poi che dice? “E chi crede in essa vivrà in eterno”. Sulla pietra è la nostra speranza? No; ma dice che il Signore ha reso forte la sua carne. Dice, infatti: e "mi pose come dura pietra". Dice ancora il profeta: “La pietra che i costruttori hanno scartata è divenuta testata d'angolo”. E ancora aggiunge: “Questo è il giorno grande e meraviglioso fatto dal Signore ha”. Io, rifiuto della vostra carità, vi scrivo con molta semplicità perché possiate comprendere. Cosa dice ancora il profeta?
    “Un gruppo di malvagi mi ha circondato, e mi ha avviluppato come le api il favo” e: “Gettarono la sorte sul mio vestito”. Egli doveva manifestarsi e soffrire nella carne, ma la passione fu rivelata in anticipo. Dice il profeta di Israele: “Guai alla loro anima, perché presero un iniquo consiglio contro sé stessi dicendo: Leghiamo il giusto perché ci è molesto“. Che dice loro un altro profeta, Mosè? “Ecco quello che dice il Signore Dio: Entrate nella terra buona che il Signore ha promesso con giuramento ad Abramo, Isacco e Giacobbe e prendetene possesso come vostra eredità: una terra da cui sgorga latte e miele”. Che cosa dice la Sapienza? Apprendete: “Sperate in Gesù che sta per manifestarsi a voi nella carne”. L'uomo è terra che soffre; Adamo fu plasmato dalla terra. Che significa "nella terra buona, terra sgorgante latte e miele"? (Si indica) Nostro Signore benedetto, o fratelli, che ha posto in noi la sapienza e l'intelligenza dei suoi segreti. Il profeta parla del Signore: chi comprenderà la parabola del Signore se non chi è saggio, intelligente ed ama il Signore? Dopo averci rinnovati col perdono dei peccati, ci ha plasmati con un'altra forma, come se avessimo l'anima dei fanciulli, e ci ha di nuovo creati. Di noi parla la Scrittura quando riferisce al Figlio: “Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza, ed essi (gli uomini) dominino sulle fiere della terra, sugli uccelli del cielo, e sui pesci del mare”. Il Signore, vedendo la nostra bella forma, disse: “Crescete e moltiplicatevi e riempite la terra”. Questo per il Figlio. Ti mostrerò, poi, come parla a noi. Negli ultimi tempi fece una seconda creazione. Dice il Signore: “Ecco, io faccio le ultime cose come le prime”. In questo senso parlò il profeta: “Entrate in una terra sgorgante latte e miele e siatene padroni”. Dunque, noi fummo creati una seconda volta, e lo dice (la Scrittura) in un altro profeta: “Ecco, dice il Signore, io toglierò a costoro - cioè a quelli che lo Spirito del Signore ha previsti, - il cuore di pietra e darò loro un cuore di carne”. Egli stesso doveva manifestarsi nella carne e abitare in noi. Fratelli miei, l'abitazione del nostro cuore è per il Signore un tempio santo. Dice di nuovo il Signore: “Dove apparirò dinanzi al Signore mio Dio e dove sarò glorificato?”. E dice: “Lo confesserò a te nell'assemblea dei miei fratelli e canterò te in mezzo all'assemblea dei santi”. Noi siamo coloro che introdusse nella terra buona. Perché, dunque, latte e miele? Perché il bambino cresce nella vita prima col miele, poi con il latte. Così anche noi, vivificati nella fede della promessa e nella parola, crescendo vivremo dominando la terra. Prima ha detto: “Crescano, si moltiplichino e dominino sui pesci”. Chi ora è capace di dominare sulle fiere o sui pesci o sugli uccelli? Dobbiamo avvertire che il dominare è avere il potere, perché uno ordinando padroneggia. Se ciò non avviene ora, ci fu detto quando (avverrà): quando saremo perfetti per essere gli eredi del testamento del Signore.

    Prefigurazione del Signore
    Considerate, figli della gioia, che il Signore buono ci manifestò in anticipo ogni cosa perché conoscessimo chi dobbiamo sempre ringraziare. Se il Figlio di Dio che è Signore e che dovrà giudicare i vivi e i morti, patì perché la sua piaga ci vivificasse, crediamo che il Figlio di Dio non poteva patire che per noi. Ma posto sulla croce gli fu dato a bere aceto e fiele. Ascoltate come su questo si sono espressi i sacerdoti del tempio. Era scritto il comandamento: “Chi non avrà digiunato nel giorno del digiuno sarà condannato a morte”. Il Signore aveva così ordinato perché anche lui per i nostri peccati avrebbe offerto in sacrificio il suo corpo in modo che si compisse la figura manifestatasi in Isacco offerto sopra l'altare. Che dice nel profeta?
    “Mangino la carne del capro offerto durante il digiuno per i peccati di tutti”. Notatelo bene: “E i soli sacerdoti mangino le viscere non lavate con aceto”. Perché? “Perché darete a bere fiele e aceto a me che sto per offrire il mio corpo per i peccati del mio popolo nuovo. Voi soltanto ne mangerete, mentre il popolo digiunerà e si flagellerà nel sacco e nella cenere, per mostrare che per la loro colpa bisogna soffrire. Attenzione a quanto fu ordinato: “Prendete due capri belli e uguali, offriteli, e il sacerdote prenda uno di quelli come olocausto per i peccati”. E dell'altro che faranno? Maledetto, dice, sarà uno. Attenzione a come viene rivelata la figura di Gesù. “E tutti sputate su quello, trafiggetelo e ponete intorno al suo capo la lana rossa, e così sia cacciato nel deserto”. Così è avvenuto. Chi porta il capro lo conduce nel deserto, gli toglie la lana rossa e la pone sopra un cespuglio chiamato rovo, di cui usiamo mangiare i frutti quando li troviamo in campagna; solo i frutti del rovo sono così dolci.
    Che significa questo? Attenzione: “L'uno (dei due capri) sarà portato sull'altare, l'altro sarà maledetto”; e perché quello maledetto viene coronato? Perché un giorno lo vedranno con la veste rossa intorno al corpo e diranno: non è colui che abbiamo crocifisso, oltraggiato e sputacchiato? Veramente era lui che allora diceva di essere Figlio di Dio. Come mai è simile all'altro?
    Per questo (è scritto) capri simili, belli, uguali, perché quando i malvagi lo vedranno venire, siano colpiti dalla somiglianza del capro. Ecco la figura di Gesù che doveva patire. E perché hanno messo la lana in mezzo alle spine? È la figura di Gesù per la Chiesa. Chiunque voglia prendere la lana rossa bisogna che patisca molto per la paura delle spine e dolorante potrà prenderla. “Così, - dice - quelli che desiderano vedermi e raggiungere il mio regno devono seguirmi nelle tribolazioni e nelle sofferenze”.

    Il sacrificio della giovenca
    Quale figura pensate che si rappresenti, quando ad Israele fu ordinato che gli uomini imputabili di colpe gravissime offrissero una giovenca, la sgozzassero e la bruciassero? Inoltre, che i fanciulli ne raccogliessero le ceneri, le ponessero in vasi e legassero intorno al legno la lana rossa (di nuovo l'immagine della croce e la lana rossa) e l'issopo, e che con esso i fanciulli aspergessero uno ad uno tutto il popolo perché sia purificato dai suoi peccati? Considerate la semplicità con cui vi parla. La giovenca è Gesù; i peccatori che la offrono sono coloro che lo condussero al sacrificio. Basta con questi uomini, basta con la gloria dei peccatori!
    I fanciulli che aspergono sono quelli che ci hanno annunziato la remissione dei peccati e la purificazione del cuore. Ad essi fu conferita la facoltà di predicare il vangelo, e sono dodici a testimonianza delle tribù, poiché dodici erano le tribù di Israele. Perché sono tre i fanciulli che aspergono? Per testimonianza ad Abramo, Isacco e Giacobbe, grandi presso Dio. Perché la lana sul legno? Perché il regno di Gesù è sul legno e chi spera in lui vivrà in eterno. Perché insieme la lana e l'issopo? Perché durante il suo regno vi saranno giorni tristi e torbidi, durante i quali noi saremo salvati. Chi soffre nella carne viene curato dalla corteccia dell'issopo. Questi fatti appaiono chiari a noi, invece sono oscuri per quelli che non hanno ascoltato la voce del Signore.

    La circoncisione dell'udito
    A proposito degli orecchi dice come ha circonciso il nostro cuore. Parla il Signore nel profeta: “Mi hanno ubbidito con il loro orecchio”, e dice ancora: “Con l'udito ascolteranno i lontani e conosceranno le mie opere”; e “circoncidete i vostri orecchi”, aggiunge il Signore. E ancora: “Ascolta, Israele, queste cose dice il Signore Dio tuo”. “Chi è colui che vuol vivere in eterno? Ascolti con attenzione la voce del mio figlio”. E ancora: “Ascolta, o cielo, e tu, o terra, porgi l'orecchio, poiché il Signore disse questo a testimonianza per voi”. E ancora: “Udite la parola del Signore, voi principi di questo popolo”. E ancora: “Ascoltate o figli la voce di colui che grida nel deserto”. Dunque, ha circonciso i nostri orecchi, perché, ascoltando la parola, noi crediamo.
    Invece, viene abolita la circoncisione in cui essi hanno posto fiducia. (Il Signore) aveva parlato di una circoncisione da non fare nella carne. Ma essi trasgredirono, perché l'ingannò un angelo cattivo. Riferisce loro: “Questo dice il Signore Dio nostro” (qui trovo il precetto): “Non seminate tra le spine, ma circoncidetevi per il Signore vostro”. Che cosa poi aggiunge? “Circoncidete la durezza del vostro cuore”. E ancora: “Ecco, dice il Signore, tutti i popoli gentili sono circoncisi nel prepuzio, questo popolo è incirconciso nel cuore”. Ma tu dirai: “Il popolo si circoncide per un sigillo”. Però si circoncidono ogni siro e ogni arabo e tutti i sacerdoti degli idoli. Dunque, appartengono all'alleanza. Anche gli egizi sono circoncisi. Apprendete, figli dell'amore, più particolareggiatamente queste cose. Abramo, praticando per primo la circoncisione, prevedeva nello spirito Gesù, conoscendo i simboli delle tre lettere. (La Scrittura) infatti, dice: “Abramo circoncise trecentodiciotto uomini della sua casa”. Quale era il significato a lui rivelato? Lo comprendete perché dice prima diciotto e, fatta una separazione, aggiunge trecento. Diciotto si indica con iota = dieci ed eta = otto. Hai Gesù. Poiché la croce è raffigurata nel tau che doveva comportare la grazia, aggiunge anche trecento. Indica Gesù nelle due prime lettere e la croce nell'altra. Chi ha posto in noi il dono della sua dottrina lo sa. Nessuno ha imparato da me parola più sincera, ma so che voi ne siete degni.

    Le carni proibite
    Mosè nel dire: “Non mangiate né maiale, né aquila, né sparviero, né corvo, né pesci che non abbiano squame” aveva in mente tre precetti. Infine dice loro nel Deuteronomio: “Comunicherò al mio popolo le mie decisioni”. Dunque, non è precetto divino il non mangiare, e Mosè parlava nello spirito. Quanto alla carne di maiale è da intendere: non unirti agli uomini che sono tali da rassomigliare ai porci. Quando gozzovigliano si dimenticano del Signore, quando, invece, hanno bisogno si ricordano di lui. Proprio come il maiale che quando mangia non conosce il padrone, quando poi ha fame grugnisce, e smette se riceve. “Non mangerai l'aquila, né lo sparviero, né il nibbio, né il corvo” significa: non unirti, né essere simile a uomini tali che non sanno procurarsi il cibo con la fatica e il sudore, ma rubano iniquamente la roba d'altri e stanno spiando mentre sembrano camminare con aria innocente e osservano chi spogliare per cupidigia. Sono come questi uccelli, i soli che non si procurano il nutrimento, ma oziosi, appollaiati, cercano di divorare la carne altrui, pestiferi per la loro malvagità. Inoltre: “Non mangerai né murena, né polipo, né seppia”. Significa: non sarai simile, né ti unirai agli uomini che sino alla fine sono empi e vengono giudicati per la morte, come questi pesci, i soli che nuotano nelle profondità e non emergono come gli altri, ma vivono nei fondali giù nell'abisso. Ma anche: “Non mangerai la lepre”. Come mai? Vuol dire di non farti corruttore, né simile ad essi, perché la lepre ogni anno cambia sesso. Quanti anni vive, tanti fori ha. “Non mangiare la iena”: significa non diventare adultero né seduttore né simile ad essi. Perché? Questo animale cambia natura e diventa ora maschio ora femmina. Ha detestato a ragione anche la faina. E significa che non devi essere di quelli che sappiamo commettere impurità con la bocca, né unirti alle donne perverse che commettono tali impurità. Questo animale, invero, concepisce con la bocca. Mosè, avendo ricevuto tre precetti sui cibi, parlò in senso spirituale. Quelli, invece, li ricevettero secondo la passione della carne, nel senso materiale di alimento. David comprese il senso dei tre comandamenti e dice similmente: “Beato l'uomo che non ha camminato nel consiglio degli empi”, come i pesci che camminano nell'oscurità degli abissi, e non si ferma nella via dei peccatori, come coloro che mostrano di temere il Signore e poi peccano come il maiale, e non si è seduto sulla cattedra delle pestilenze, come i volatili appollaiati per la rapina. Avete il significato pieno sul nutrimento. Mosè dice pure: “Nutritevi di ogni animale che ha il piede diviso e che rumina”. Perché lo dice?: (è l'animale) che quando prende il cibo conosce chi lo nutre e quando riposa sembra che gioisca in lui. Disse bene guardando al precetto. Cosa dice dunque? Siate uniti a quelli che temono il Signore, a quelli che meditano nel cuore il senso esatto della parola che hanno appreso, che parlano dei comandamenti del Signore e li osservano, che sanno che la meditazione è di letizia e che ruminano la parola del Signore. Quale il senso del piede diviso? Che il giusto cammina in questo mondo e aspetta la beata eternità. Considerate come ebbe a legiferare saggiamente Mosè. Ma come è possibile per loro cogliere e penetrare tutto ciò? Noi, avendo capito esattamente i precetti, li esprimiamo come ha inteso il Signore. Per questo ha circonciso i nostri orecchi e i nostri cuori, perché comprendessimo queste cose.

    L'acqua
    Indaghiamo se il Signore ebbe intenzione di parlare in anticipo dell'acqua (battesimale) e della croce. In quanto all'acqua è scritto che Israele non avrebbe ricevuto il battesimo che porta alla remissione dei peccati, ma ne avrebbe costituito uno per sé. Dice, infatti, il profeta: “Stupisci, o cielo, e ancora di più tremi la terra, perché questo popolo commise due delitti: abbandonò me fonte di vita e si scavò una cisterna di morte”. “Non è pietra arida il sacro monte di Sion. Voi sarete come gli uccellini che volano privati del nido”. Ancora dice il profeta: “Io camminerò davanti a te, spianerò i monti, spezzerò le porte di bronzo, romperò le sbarre di ferro e ti darò tesori segreti, nascosti, invisibili, perché riconoscano che io sono il Signore Dio. Abiterai in un'alta caverna di roccia forte e la sua acqua è certa. Vedrete il re nella gloria e la vostra anima mediterà il timore del Signore”.
    Ancora in un altro profeta dice: “Chi agisce così sarà come un albero piantato lungo i corsi d'acqua e che darà frutto a suo tempo e le sue fogli non cadranno mai. Riusciranno tutte le sue opere. Non così, non così gli empi, ma come pula che il vento disperde dalla faccia della terra. Per questo gli empi non si alzeranno nel giudizio, né i peccatori nell'assemblea dei giusti, perché il Signore conosce la via dei giusti e la via degli empi andrà in rovina”. Notate che ha designato nel contempo l'acqua e la croce.
    Egli vuol significare questo: beati coloro che, avendo sperato nella croce, scesero nell'acqua, e indica la mercede con "a suo tempo". Allora, promette, darò. Per il presente dice che le foglie non cadranno, a significare che ogni parola che uscirà dalla loro bocca nella fede e nell'amore, sarà per la conversione e la speranza di molti. E di nuovo un altro profeta dice: “E la terra di Giacobbe era celebrata sopra ogni terra”, per dimostrare che Dio glorifica il vaso del suo spirito. Poi, che dice? “E vi era un fiume che scorreva da oriente e dal quale si alzavano alberi fiorenti; chiunque mangerà dei loro frutti vivrà in eterno”. Questo significa che noi discendiamo nell'acqua pieni di peccati e di lordura e ne risaliamo portando il frutto nel cuore, avendo nello spirito il timore e la speranza in Gesù. “E chi mangerà di essi vivrà in eterno” vuol dire: chiunque ascolterà queste parole e crederà, vivrà in eterno.

    La croce
    Ugualmente riparla della croce in un altro profeta: “E quando tali cose si compiranno?”. Dice il Signore: “Quando il legno sarà steso a terra e poi risollevato, e quando dal legno il sangue stillerà”. Ecco ancora che si parla della croce e di chi doveva essere crocifisso. (Il Signore) parla un'altra volta a Mosè, quando Israele combatteva contro i nemici, per ammonirli, mentre erano in guerra, che per i loro peccati erano stati consegnati alla morte. Lo Spirito parla al cuore di Mosè di rappresentare la figura della croce e di chi avrebbe dovuto patire (su di essa), per significare che se non crederanno in Lui saranno in guerra eterna. Mosè in mezzo al combattimento ammucchiò armi su armi, e postosi più in alto di tutti distese le braccia, e così Israele vinceva nuovamente. Quando le abbassava, di nuovo venivano uccisi. Perché? Perché sapessero che non si potevano salvare, se non sperando in Lui. Ancora, dice in un altro profeta: “Per tutto il giorno ho steso le mie braccia verso un popolo disubbidiente e che si oppone al mio retto cammino”. Ancora una volta mentre Israele soccombeva, Mosè rappresenta la figura di Gesù, perché Egli doveva patire e proprio quello che credevano morto sulla croce avrebbe dato la vita. Il Signore fece che ogni sorta di serpenti li mordesse e morivano (invero la prevaricazione di Eva avvenne per mezzo del serpente), per convincerli che a causa della loro prevaricazione erano stati consegnati alla tortura della morte. Del resto lo stesso Mosè aveva ordinato: “Nessun oggetto fuso o scolpito sarà vostro dio”, ma egli ne compose uno per mostrare la figura di Gesù. Mosè fece un serpente di bronzo, lo innalzò solennemente e chiamò con un bando il popolo. Quando convennero allo stesso luogo pregarono Mosè che facesse una preghiera per la loro guarigione. Disse loro Mosè: “Quando uno di voi viene morsicato, venga vicino al serpente che è sopra il legno e speri credendo che, pur essendo morto, può dare la vita e subito sarà salvato”. E così fecero. Hai di nuovo anche in ciò la gloria di Gesù, poiché ogni cosa è per lui e in lui. Che cosa dice ancora Mosè di Gesù figlio di Nave, che era profeta, dopo che egli gli ebbe imposto il nome, solo perché tutto il popolo ascoltasse che il Padre rivela ogni cosa intorno al Figlio suo Gesù? Dice Mosè intorno a Gesù figlio di Nave, appena gli diede questo nome e lo mandò quale esploratore della regione: “Prendi un libro nelle tue mani, e scrivi ciò che il Signore dice, e cioè che il Figlio di Dio negli ultimi giorni taglierà dalle radici tutta la casa di Amalech”. Ecco, di nuovo Gesù, non figlio dell'uomo, ma Figlio di Dio, apparso in figura nella carne. Poiché avrebbero detto che Cristo è figlio di David, lo stesso David temendo e prevedendo l'errore dei peccatori, profetizza: “Disse il Signore al mio Signore: siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi”. Ancora Isaia dice così: “Disse il Signore al Cristo mio Signore, del quale io presi la destra: lo ascoltino le genti, ed io distruggerò il potere dei re”. Vedi come David lo chiama Signore e non lo chiama figlio.

    I due popoli
    Vediamo se eredita questo popolo o il primo e se l'alleanza è per noi o per loro. Ascoltate dunque che cosa dice la Scrittura del popolo: “Isacco pregava per la moglie Rebecca perché era sterile. Essa concepì”. E poi: “Rebecca uscì per interrogare il Signore, e il Signore le disse: Due nazioni sono nel tuo ventre e due popoli nel tuo cuore, e un popolo vincerà l'altro e il maggiore servirà il minore”. Bisogna comprendere chi è Isacco e chi è Rebecca e per chi ha mostrato che questo popolo è più grande dell'altro. E in un'altra profezia Giacobbe parla più chiaramente a Giuseppe suo figlio: “Ecco, il Signore non mi privò della tua presenza: conduci a me i tuoi figli perché li benedirò”. E condusse Efraim e Manasse, volendo che fosse benedetto Manasse che era più vecchio; Giuseppe l'aveva condotto alla destra del padre Giacobbe che vide nello spirito la figura del popolo futuro. E cosa dice? “E Giacobbe incrociò le mani e pose la destra sulla testa di Efraim, il secondo e più giovane, e lo benedisse. E Giuseppe parlò a Giacobbe: "Porta la tua destra sul capo di Manasse che è il figlio primogenito". E Giacobbe rispose a Giuseppe: "Lo so, figlio, lo so, ma il maggiore servirà il minore e questo sarà benedetto”. Vedete per chi fu stabilito che questo è il primo e l'erede dell'alleanza. Se ciò fu ancora ricordato, da Abramo ne abbiamo una conoscenza perfetta. Che cosa dice ad Abramo, che per avere da solo creduto gli fu computato a giustizia? “Ecco, posi te, Abramo, quale padre dei popoli che pur non circoncisi credono in Dio”.

    L'alleanza
    Certamente. Ma indagando, vediamo se l'alleanza che (Dio) giurò ai padri, la diede effettivamente al popolo. La diede, sì, ma essi per i loro peccati non furono degni di riceverla. Dice il profeta: “E Mosè per quaranta giorni e quaranta notti digiunando rimase sul monte Sinai per ricevere il testamento del Signore per il popolo. E Mosè ricevette dal Signore le due tavole scritte nello spirito dal dito della mano del Signore”. Ricevutele, Mosè le portava al popolo per consegnarle. Il Signore disse a Mosè: “Mosè, Mosè, scendi subito perché il tuo popolo, che portasti dall'Egitto, ha prevaricato. E Mosè comprese che avevano di nuovo fabbricato gli idoli di metallo fuso e gettò a terra con le mani le tavole, e così si spezzarono le tavole dell'alleanza del Signore”. Mosè la ricevette, ma essi non ne furono degni. Sappiate come noi la ricevemmo. Mosè da servitore l'aveva ricevuta, il Signore stesso, invece, la diede a noi, al popolo erede, avendo sofferto per noi. Egli apparve al mondo, perché essi colmassero la misura dei peccati e noi ricevessimo l'alleanza mediante Gesù Signore che è l'erede. Egli si preparò a questo, a manifestarsi per liberare dalle tenebre i nostri cuori consunti e consegnati alla morte dall'iniquità della colpa e stabilire con la parola l'alleanza con noi. Sta scritto infatti che il Padre gli impose di liberarci dalle tenebre e di prepararsi un popolo santo. Dice, dunque, il profeta: “Io sono il Signore Dio tuo, ti ho chiamato nella giustizia e prenderò la tua mano e la fortificherò; ti posi come alleanza per il popolo, come luce delle nazioni, per aprire gli occhi dei ciechi e per liberare i prigionieri dalle catene e dal carcere quelli che sono nelle tenebre”. Conosciamo, dunque, da dove fummo liberati. Ancora il profeta parla: “Ecco, ti ho posto come luce dei popoli per essere la salvezza sino ai confini della terra. Così dice il Signore, il Dio che ti ha liberato”.
    Ancora dice il profeta: “Lo Spirito del Signore è sopra di me, perciò mi ha unto per predicare agli umili la grazia e mi ha mandato a risanare quelli che hanno il cuore contrito, per annunziare ai prigionieri la libertà e ai ciechi la vista, a proclamare l'anno accetto al Signore e il giorno della retribuzione, a consolare tutti gli afflitti”.

    Il sabato
    Inoltre del sabato è scritto nei dieci comandamenti quando (Dio) parlò a Mosè di persona sul monte Sinai: “Santificate il sabato del Signore con mani pure e con cuore puro”. E in un'altra parte dice: “Se i miei figli osserveranno il sabato, allora stenderò la mia misericordia su di loro”. Parla del sabato al principio della creazione: “E Dio fece in sei giorni le opere delle sue mani e le terminò nel settimo giorno e in quello si riposò e lo santificò”. Osservate, o figli, che cosa significa “terminò in sei giorni”.
    Questo dice che in seimila anni il Signore compirà ogni cosa. Un giorno, per lui, infatti, vale mille anni. Egli stesso, secondo me, lo testimonia dicendo: “Ecco, un giorno del Signore sarà come mille anni”. Dunque, o figli, in sei giorni, ossia in seimila anni saranno compiute tutte le cose. “E riposò nel settimo giorno” che significa: quando, venuto il Figlio suo, distruggerà il tempo dell'iniquo e giudicherà gli empi e muterà il sole, la luna e le stelle, allora ben riposerà nel settimo giorno. Poi dice: “Lo santificherai con mani pure e con cuore puro”. Se ci fosse uno che puro di cuore potesse santificare il giorno che Dio ha santificato ci inganneremmo del tutto. Se non ora, lo potremo però noi stessi quando riposando gloriosamente lo santificheremo, giustificati e in possesso della promessa; non ci sarà più l'ingiustizia, poiché tutte le cose sono state rinnovate dal Signore. Allora lo potremo santificare, essendo stati noi prima santificati. Infine, disse loro: “Non gradisco le novene e i sabati”. Vedete come dice: “Non mi sono ora accetti i sabati, ma quello che ho stabilito, nel quale, ponendo fine a tutte le cose, farò il principio dell'ottavo giorno che è l'inizio del nuovo mondo. Per questo passiamo nella gioia l'ottavo giorno in cui Gesù risorse dai morti e manifestatosi salì ai cieli.

    Il tempio
    Ancora per quanto concerne il tempio, vi dirò che quei miseri, ingannandosi, sperarono in un edificio come se fosse la casa di Dio, e non nel Dio che li aveva creati. Lo hanno quasi relegato in un tempio come i pagani. Ma imparate come parla il Signore per averlo abrogato: “Chi ha misurato il cielo con la spanna o la terra con la mano? Non io, dice il Signore. Il cielo è il mio trono e la terra lo sgabello dei miei piedi. Quale casa potreste edificarmi, o in quale il luogo sarà il mio riposo?”. Vedete come era vana la loro speranza. Inoltre dice: “Ecco quelli che hanno distrutto questo tempio, essi lo edificheranno”. E si avvera. Durante la loro guerra fu distrutto dai nemici. Ora gli stessi servitori dei nemici lo riedificheranno. Era stato ancora preannunziato che la città, il tempio e il popolo di Israele sarebbero stati consegnati (ai nemici). Dice infatti la Scrittura: “E avverrà che negli ultimi giorni il Signore consegnerà alla rovina le greggi del pascolo, l'ovile e la loro torre””. E accadde come aveva detto il Signore. Indaghiamo se esiste il tempio di Dio. Esiste dove egli stesso dice di costruirlo e portarlo a termine.

    Infatti sta scritto: “Avverrà che, compiuta la settimana, il tempio glorioso di Dio sarà edificato nel nome del Signore”. Trovo dunque che il tempio c'è. Ora imparate come sarà edificato nel nome del Signore. Prima che noi avessimo creduto in Dio, l'abitacolo del nostro cuore era corruttibile e debole come tempio veramente edificato dalla mano. Era pieno di idolatria ed era la casa dei demoni per l'operare quanto era contrario a Dio. “Sarà edificato nel nome del Signore”: riflettete perché il tempio del Signore sarà gloriosamente edificato. In che modo? Imparate. Ottenuta la remissione dei peccati e sperando nel suo nome siamo divenuti nuovi, rigenerati dal principio. Perciò Dio abita veramente nella nostra dimora, in noi. Come? La sua parola di fede, la chiamata della sua promessa, la sapienza delle sue leggi, i precetti della dottrina ed egli stesso profetizzando in noi, abitando in noi e aprendoci la porta del tempio che è la nostra bocca, e dandoci il pentimento, ci porta da schiavi della morte nel tempio incorruttibile. Chi desidera salvarsi non guarda all'uomo, ma a chi abita e parla in lui, meravigliato di non aver udito chi dice tali parole né di aver desiderato di udirle. Questo è il tempio spirituale edificato dal Signore.

    Conclusione della prima parte
    Ho spiegato a voi quanto era nella semplicità possibile, e l'anima mia spera di non aver tralasciato nulla. Se vi scrivo delle cose presenti o future, non mi comprenderete perché sono avvolte nell'allegoria.

    Le due vie
    Basta così. Passiamo ad un'altra conoscenza e dottrina. Due sono le vie dell'insegnamento e della libertà; quella della luce e quella delle tenebre. Grande è la differenza tra queste due vie. Per l'una sono disposti gli angeli di Dio apportatori di luce, per l'altra gli angeli di Satana. L'uno è il Signore dei secoli nei secoli, l'altro è principe di questo tempo di iniquità.

    La via della luce
    Questa, pertanto, è la via della luce. Se qualcuno vuole pervenire ad un luogo determinato non risparmi le sue fatiche. Questa è l'indicazione dataci per camminare su tale via. Amerai chi ti ha creato, temerai chi ti ha plasmato, glorificherai chi ti ha liberato dalla morte. Sarai semplice di cuore e ricco di spirito e non ti unirai a coloro che camminano sulla strada della morte. Odierai tutto ciò che non piace a Dio ed ogni ipocrisia e non abbandonerai i precetti del Signore. Non ti vanterai, sarai, invece, umile in tutto senza cercare gloria per te. Non adotterai un malvagio proposito contro il tuo prossimo e non darai arroganza alla tua anima. Non fornicherai, non sarai adultero né corromperai i fanciulli. Non esca da te la parola di Dio frequentando i depravati.
    Non considerare la persona nel riprendere qualcuno per la caduta. Sarai mansueto, tranquillo e temerai le parole che hai ascoltato. Non avrai rancore contro tuo fratello. Non dubitare se avverrà o non avverrà l'una o l'altra cosa. Non pronunzierai il nome del Signore. Amerai il prossimo tuo più della tua anima. Non ucciderai il bambino con l'aborto e non lo farai morire appena nato. Non allontanare la mano da tuo figlio e da tua figlia, ma dall'infanzia insegnerai loro il timore di Dio. Non essere desideroso dei beni del tuo prossimo, né essere avaro. Non ti legare nell'anima ai superbi, ma frequenterai gli umili e i giusti.
    Accetta gli avvenimenti che ti capitano come un bene, sapendo che nulla avviene senza Dio. Non sarai doppio nel pensiero e nella parola; laccio di morte è la doppiezza della parola. Sii sottomesso ai padroni come ad immagine di Dio con rispetto e timore. Non comanderai con asprezza al tuo servo e alla tua serva che sperano nello stesso Dio, perché non abbiano a perdere il timore di Dio che è sugli uni e sugli altri. Egli non venne a chiamare secondo la persona, ma quelli che lo Spirito ebbe a preparare. Renderai comune ogni cosa col tuo prossimo e non dirai che è tua. Se avete in comune ciò che è incorruttibile, quanto più quello che è corruttibile. Non essere loquace, laccio di morte è la bocca. Per quanto potrai, sarai casto per la tua anima. Non avere le mani larghe nel prendere, e strette nel dare. Amerai come la pupilla del tuo occhio chi ti dice la parola di Dio. Giorno e notte ti ricorderai del giudizio. Cercherai sempre di affaticarti con la predicazione andando ad esortare e preoccupandoti di salvare l'anima con la parola, o di lavorare con le mani per espiare le tue colpe. Non esitare nel concedere e non brontolare nel dare e conoscerai chi è il tuo buon rimuneratore. Custodirai ciò che hai ricevuto senza aggiungere e senza togliere. Odierai il male sino alla fine.
    Giudicherai con giustizia. Non creare divisioni, cerca, invece, la pace riconciliando i contendenti. Confesserai i tuoi peccati e non ti recherai alla preghiera con coscienza agitata.

    La via delle tenebre
    La via del nero è tortuosa e piena di maledizioni. È la via della morte eterna nel castigo, in cui si hanno le cose che rovinano l'anima: idolatria, arroganza, superbia di potere, ipocrisia, doppiezza di cuore, adulterio, omicidio, rapina, disprezzo, trasgressione, inganno, malizia, alterigia, veneficio, magia, avarizia, mancanza di timore di Dio. coloro che vessano i buoni, odiano la verità, amano la menzogna, non riconoscono il guadagno della giustizia, non aderiscono al bene né al giudizio giusto, non si curano della vedova e dell'orfano, non vegliano per il timore di Dio, ma per il male, e da essi sono assai lontano la mansuetudine e la pazienza, amano la vanità e si procacciano la ricompensa. Sono crudeli verso il povero, indolenti verso il sofferente, facili alla maldicenza, ingrati verso il loro creatore, uccisori dei figli, distruttori del plasma creato da Dio, incuranti del bisogno, oppressori del tribolato, avvocati dei ricchi, giudici cattivi dei poveri, peccatori in tutto.

    Conclusione e subscriptio
    È bene, dunque, imparare i comandamenti del Signore, quali sono stati scritti per seguirli. Chi fa questo sarà glorificato nel regno di Dio; chi sceglie, invece, le altre cose perirà con le sue opere. Per questo c'è una risurrezione, per questo c'è un premio. Prego voi che siete superiori di accettare un consiglio dalla mia benevolenza. In mezzo a voi avete per chi operare il bene, non trascuratelo. È vicino il giorno in cui periranno tutte le cose con il maligno. “È vicino il Signore e la sua ricompensa”.
    Ancora vi chiedo: siate buoni legislatori di voi stessi, rimanete vostri fedeli consiglieri, allontanate da voi ogni ipocrisia. Dio che domina tutto l'universo vi conceda sapienza, intelligenza, scienza, conoscenza dei suoi precetti, costanza. Siate discepoli di Dio cercando che cosa il Signore vuole da voi e operate per trovarvi pronti nel giorno del giudizio. Se vi ricordate del bene, ricordatevi di me quando meditate queste cose, perché il mio zelo e la mia vigilanza portino a qualche vantaggio. Ve lo chiedo come una grazia. Sino a quando il bel vaso è con voi, non trascurate nulla delle cose vostre, ma ricercatele continuamente e adempite ogni precetto. Sono cose degne. Per questo mi sono affrettato a scrivervi quello che potevo per darvi gioia.
    Vi saluto, figli dell'amore e della pace. Il Signore della gloria e di ogni carità sia col vostro spirito.
    Ultima modifica di Haxel; 27-03-14 alle 16:13
    (Gv 3, 20-21)
    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio

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    Predefinito Re: letteratura subapostolica ( thread di sola lettura)

    ci sono altre lettere di Paolo che non vennero messe nel canone, le riportiamo

    TERZA LETTERA DI PAOLO AI CORINZI

    1. Paolo, in ceppi per Gesù Cristo, turbato da così tanti errori, ai suoi fratelli corinzi, salve!
    2. Per nulla mi stupisco che i predicatori del male abbiano compiuto tali progressi.
    3. Poiché il Signore Gesù Cristo sta per realizzare la sua venuta, in verità per questo motivo certi uomini travisano e disprezzano le sue parole.
    4. Ma io, in verità, sin dal principio, vi ho insegnato solo ciò che io stesso ho ricevuto dai precedenti apostoli, che sono sempre rimasti con il Signore Gesù Cristo.
    5. e ora io vi dico che il Signore Gesù Cristo nacque dalla Vergine Maria, che era del seme di Davide.
    6. Secondo l'annunciazione dello Spirito Santo, inviatole dal Padre nostro dal cielo.
    7. Affinché Gesù potesse essere introdotto nel mondo e liberasse la nostra carne per mezzo della sua carne e affinché potesse risorgere dai morti.
    8. Anche quanto a questo egli stesso divenne un esempio.
    9. Affinché potesse essere manifesto che l'uomo fu creato dal Padre.
    10. Egli non è rimasto nella perdizione non cercato.
    11. Ma egli è cercato, affinché possa rivivere tramite adozione.
    12. Poiché Dio, che è il Signore di tutto, il Padre di nostro Signore Gesù Cristo, che ha creato il cielo e la terra, inviò, in primo luogo, i profeti agli Ebrei.
    13. Affinché egli potesse assolverli dai loro peccati, e portarli al suo giudizio.
    14. Poiché desiderava salvare, in primo luogo, la casa di Israele, egli concesse e riversò il suo Spirito sui profeti.
    15. Affinché essi potessero, per lungo tempo, predicare il culto di Dio e la natività di Cristo.
    16. Ma colui che era il principe del male, quando desiderò farsi Dio, pose le mani su di loro.
    17. E legò tutti gli uomini nel peccato.
    18. Perché era imminente il giudizio del mondo.
    19. Ma Dio onnipotente, quando volle giustificare, fu restio ad abbandonare la sua creatura.
    20. Ma quando vide la sua afflizione, ebbe pietà di lui.
    21. E alla fine di un tempo egli inviò lo Spirito Santo nella Vergine preannunciata dai profeti.
    22. Che, poiché prontamente credette, fu resa degna di concepire e generò nostro Signore Gesù Cristo.
    23. Affinché da questo corruttibile corpo, in cui era glorificato lo spirito malvagio, egli fosse espulso e fosse reso manifesto.
    24. Che Egli non era Dio: poiché Gesù Cristo nella sua carne aveva richiamato e salvato questa corruttibile carne e l'aveva attirata alla vita eterna per mezzo della fede.
    25. Perché nel suo corpo potesse preparare un puro tempio di giustizia per tutte le età.
    26. In cui anche noi, se crediamo, saremo salvati.
    27. Perciò sappiate che questi uomini, non sono figli della giustizia, ma i figli della collera.
    28. Che hanno allontanato da se stessi la pietà di Dio.
    29. Che dicono che né cieli né la terra sono stati opere create completamente dalla mano del Padre di tutte le cose.
    30. Ma questi uomini maledetti hanno la dottrina del serpente.
    31. Ma voi, per mezzo della potenza di Dio, tenetevi lontano da essi e bandite tra di voi la dottrina dei malvagi.
    32. Perché voi non siete i figli della ribellione ma i figli dell'amata Chiesa.
    33. E per questo motivo il tempo della resurrezione è predicato a tutti gli uomini.
    34. Perciò coloro che affermano che non c'è resurrezione della carne, essi in verità non saranno resuscitati alla vita eterna.
    35. Ma per il giudizio e la condanna i miscredenti risorgeranno nella carne.
    36. Poiché a quel corpo che nega la resurrezione del corpo, verrà negata la resurrezione: perché si scopre che costoro rifiutano la resurrezione.
    37. Ma anche voi, Corinzi!, sapete, dai semi del grano, e da altri semi.
    38. Che un chicco cade secco in terra ed entro di essa dapprincipio muore.
    39. E dopo risorge, per volontà del Signore, dotato dello stesso corpo.
    40. Né in verità sorge con lo stesso semplice corpo, ma multiforme e ricolmo di benedizione.
    41. Ma noi abbiamo l'esempio non solo dai semi ma dai degni corpi degli uomini.
    42. Voi sapete anche di Giona, il figlio di Amittai.
    43. Poiché egli indugiava a predicare ai Niniviti, fu inghiottito nella pancia di un esce per tre giorni e tre notti.
    44. E dopo tre giorni Dio udì la sua supplica e lo portò fuori dall'abisso profondo.
    45. E nessuna parte del suo corpo era guasta , né erano abbassate le sue ciglia.
    46. E quanto di più di voi, o uomini di poca fede.
    47. Se credete in nostro Signore Gesù Cristo, egli resusciterà, esattamente come a sua volta è risorto.
    48. Se le ossa del profeta Eliseo, cadendo sui morti, hanno riportato in vita i morti.
    49. Quanto più di voi, che siete sostenuti dalla carne e sangue e dallo Spirito di Cristo, risorgerete quel giorno con un corpo perfetto?
    50. Il profeta Elia abbracciando il Figlio della vedova, lo resuscitò dai morti.
    51. Quando più Gesù Cristo vi riporterà in vita, quel giorno, con un corpo perfetto, esattamente come a sua volta egli è risorto?
    52. Ma se ricevete altre cose invano.
    53. D'ora in poi nessuno farà si che io mi dia pena: poiché porto sul mio corpo questi ceppi.
    54. Per ottenere Cristo; e subisco con pazienza queste afflizioni per diventare degno della resurrezione dei morti.
    55. E ognuno di voi, avendo ricevuto la legge dalle mani dei beati profeti e dal santo Vangelo, la conservi saldamente.
    56. Al fine di poter essere ricompensati con la resurrezione dei morti e col possesso della vita eterna.
    57. Ma se qualcuno di voi, non credendo, trasgredirà, sarà giudicato con i malfattori, e punito con coloro che hanno false credenze.
    58. Perché costoro sono la generazione di vipere, e i figli di draghi e basilischi.
    59. Scacciateli lontano da voi, e fuggite da costoro, con l'aiuto di nostro Signore Gesù Cristo.
    60. E la pace e la grazia del diletto Figlio siano su di voi. Amen.

    1. LETTERA AI LAODICESI
    [1] Paolo (eletto) non da uomini né per mezzo di un uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo, ai fratelli di Laodicea:
    [2] grazia e pace a voi da Dio Padre e dal Signore Gesù Cristo.
    [3] In ogni mia preghiera ringrazio Cristo per la vostra permanenza in lui, per la vostra perseveranza nelle sue opere, nell'attesa della promessa per il giorno del giudizio.
    [4] Non lasciatevi distogliere dalle vane parole di certi uomini che intendono allontanarvi dalla verità del vangelo da me predicato.
    [5] Ed ora Dio conceda che i miei discepoli contribuiscano al progresso della verità del vangelo... e pratichino la bontà e le opere salvifiche della vita eterna.
    [6] Le catene, che sopporto in Cristo, nelle quali godo e mi rallegro, sono ora pubbliche:
    [7] ciò contribuisce alla mia eterna salvezza, insieme all'aiuto delle vostre preghiere, con l'assistenza dello Spirito santo, sia per la vita sia per la morte.
    [8] La mia vita, infatti, è in Cristo e il morire è per me una
    [9] gioia. Egli mostrerà in voi la sua misericordia, facendo sì che abbiate lo stesso amore e nutriate sentimenti unanimi.
    [10] Dunque, carissimi, mantenete saldamente quanto avete udito quand'ero presente: come ricordate, così agite nel timore di Dio e avrete la vita per sempre,
    [11] giacché è Dio che agisce in voi.
    [12] Tutto quello che fate, fatelo senza rimpianto.
    [13] Del resto, carissimi, gioite nel Signore e guardatevi da coloro che sono alla ricerca di sordidi guadagni.
    [14] Tutte le vostre preghiere siano davanti a Dio e voi siate perseveranti nel pensiero di Cristo.
    [15] Fate tutto ciò che è integro, vero, pudico, giusto, ama
    [16-17] Conservate nel vostro cuore quanto avete udito e ricevuto, e sarà con voi la pace.
    [18] Vi salutano tutti i santi.
    [19] La grazia del Signore Gesù Cristo sia con il vostro spirito.
    [20] Fate in modo che questa lettera sia letta dai Colossesi e quella dei Colossesi da voi.

    2. LETTERA (DI PAOLO) AGLI ALESSANDRINI * (Sacram. e lezion. di Bobbio)
    [1] Fratelli, noi che siamo sotto l'autorità del Signore, dobbiamo osservare il comandamento di Dio.
    [2] Coloro che osservano i precetti del Signore, hanno la vita eterna, coloro invece che rifiutano i suoi comandamenti si attirano una rovina e in ciò (consiste) la seconda morte.
    [3] Il precetto del Signore è questo: non spergiurare, non rubare, non commettere adulterio, non dire falsa testimonianza, non ricevere doni contro la verità né a motivo della tua autorità.
    [4] A colui che è in autorità e rinnega la verità sarà rifiutato il regno di Dio e sarà calpestato nell'inferno: ove non si entra due volte.
    [5] Quanto siamo fragili e prevaricatori, allorché commettiamo il peccato!
    [6] Non ogni giorno facciamo penitenza, ma ogni giorno aggiungiamo peccato a peccato.
    [7] Affinché sappiate, fratelli carissimi, che le vostre azioni... in questo libro sta scritto: "Nel giorno del giudizio ci si ricorderà (delle vostre azioni)".
    [8] Allora non ci saranno testimoni, né correi, né per quel giudizio i doni avranno alcun peso! Giacché non c'è nulla al di sopra della fede, della verità, della castità, del digiuno e dell'elemosina che estingue tutti i peccati.
    [9] E non fare a un altro ciò che non vuoi sia fatto a te.
    [10] Impegnati formalmente per il regno di Dio, e avrai la corona del Signore Gesù Cristo!
    (Gv 3, 20-21)
    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio

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    Predefinito Re: letteratura subapostolica ( thread di sola lettura)

    l'Apocalisse di Giovanni non è l'unica Apocalisse scritta, l'Apocalisse di Pietro è forse la più conosciuta tra gli apocrifi e fino al IV secolo venne considerato addirittura canonico, anche più di quello di Giovanni. pare sia scritto alla metà del II secolo e l'inizio del III e sembra che tali parole sia state narrate davvero dall'Apostolo Pietro

    APOCALISSE DI PIETRO

    [187] Allora il Tesbite discenderà dal cielo in terra, montando sul carro celeste e darà tre segni agli uomini, che abitano sulla terra, i segni della vita che sta per finire. [190] Guai a tutte quelle che in quel giorno saranno incinte, guai alle madri che avranno al seno bambini lattanti, guai anche a quelle che viaggiano verso il lago sulle onde del mare! Guai agli infelici, guai a quelli che vedranno quel triste giorno!
    Una densa caligine, infatti, avvolgerà l'infinito orbe terrestre, [195] dall'Oriente all'Occidente, dal Meridione al Settentrione. Un fiume di fuoco impetuoso scorrerà giù dal cielo distruggendo il magnifico creato: la terra arida e il mare, il grande oceano e il tetro mare, i laghi, i fiumi, le sorgenti, l'implacabile ade [200] e la volta celeste. La luna e il sole splendente si infrangeranno insieme e tutto sarà deserto e solitudine: le stelle, infatti, cadranno dal cielo nell'oceano. Gli uomini viventi strideranno i denti, senza eccezione, bruciando nel fiume pieno di zolfo, dalla violenza del fuoco [205] nell'ardente pianura: e le ceneri copriranno ogni cosa. Ogni elemento del mondo sarà distrutto, aria, terra, mare, luce, cielo, giorno e notte. L'aria non sarà solcata da volatili senza numero d'ogni specie, non guizzeranno più tra i flutti le schiere dei pesci. [210] Nessuna nave da carico dondolerà più sulle onde, più non areranno la terra i buoi che tiran dritto l'aratro.
    Cesserà il fruscio degli alberi agitati dai venti. Ma egli fonderà tutte le cose in una sola purificandole.
    Quando gli immortali messaggeri del Dio eterno,
    [215] Barachiel, Ramiel, Uriel, Samiel, e Azael,
    che conoscono bene tutte le azioni cattive di ogni uomo,
    condurranno fuori dell'oscurità nebbiosa tutte le anime
    per il giudizio davanti al tribunale del grande
    eterno Dio e Signore, l'unico che non tramonterà mai,
    [220] egli, sovrano di tutto, egli, giudice degli uomini,
    allora il Celeste, anima, alito e voce elargirà agli avvolti nella
    notte.
    Le ossa saranno riunite con tutte le loro giunture,
    carne e tendini tutti, vene e pelle,
    la quale sarà ricoperta di capelli come prima.
    [225] I corpi degli abitanti del sottoterra, in un unico giorno
    saranno mossi e sorgeranno, uniti insieme.
    Inesorabili, indivisibili e inflessibili
    sono le mostruose chiusure dell'Ade, porte tutte di piombo.
    Ma Uriel, inviato gagliardo, le spezza e apre
    [230] e conduce al giudizio di Dio tutte le immagini piene di
    dolore,
    quelle immagini ombratili dei Titani d'un tempo,
    dei giganti e di quelli che furono sommersi dal diluvio,
    e tutti coloro che le onde del mare annienteranno nelle acque
    o furono sbranati dalle bestie, dai serpenti e dagli uccelli:
    [235] convocherà tutti coloro davanti al trono del giudice
    divino;
    ed ancora tutte le immagini che il fuoco, divoratore delle
    carni,
    aveva bruciato, egli convocherà davanti al seggio di Dio.
    Vinto il destino e risuscitati i morti
    sul suo celeste trono si siederà, una grande colonna
    [240] innalzerà Adonai Sabaot, l'alto tonante,
    poi verrà sulle nubi, eterno verso l'Eterno,
    Cristo stesso in tutto il suo splendore con tutti i suoi angeli
    santi:
    siederà alla destra del Grande e dal trono giudicherà
    la vita dei pii e la condotta degli empi.
    [245] Apparirà Mosè, il grande, l'amico dell'Altissimo, vestito di carne; verrà pure il grande Abramo, ed anche Isacco e Giacobbe, Elia, Giosuè, Daniele, Giona e Abacuc, e quanti furono uccisi dagli Ebrei. Tutti gli Ebrei che vennero dopo Geremia davanti al trono [250] egli annienterà, e così riceveranno degna ricompensa del loro agire ed espieranno quanto fecero nella loro vita mortale.
    Poi tutti gli uomini attraverseranno il fiume di fuoco
    e la fiamma inestinguibile: tutti i giusti
    saranno salvi, mentre perduti per sempre, saranno
    [255] tutti quanti vissero nei peccati, fecero del male
    e compirono omicidi, e anche i loro complici, i bugiardi,
    i ladri, gli impostori, i crudeli distruttori di case,
    i detestabili, i parassiti, gli adulteri, i detrattori,
    i pessimi insolenti, i senza legge e gli idolatri;
    [260] tutti quanti apostatarono dal Dio grande e immortale;
    tutti i bestemmiatori, quanti perseguitarono i pii,
    i fedifraghi, quelli che attentarono alla vita dei giusti,
    quanti con perfidia, astuzia e doppia faccia
    Ä reverendi sacerdoti e diaconi -
    [265] giudicarono ingiustamente tenendo conto delle persone e della loro ricchezza,
    quanti giudicarono ingiustamente con false lingue
    peggiori dei lupi e dei leopardi
    quanti ostentarono arroganza senza limiti, gli usurai
    che raccolsero usura su usura di casa in casa,
    [270] portando a rovina orfani e vedove;
    quanti alle vedove e agli orfani diedero solo il frutto di ingiusti guadagni,
    e quando diedero il frutto del loro onorato lavoro,
    aggiunsero contumelie; quanti i loro genitori nella vecchiaia
    abbandonarono senza dar nulla; quanti ai genitori
    [275] non diedero neppure il necessario per vivere;
    quanti non obbedirono, ed anzi proferirono parole dure contro
    i genitori; quanti ricevettero pegni, e poi lo negarono; anche i servi che insorsero contro i loro padroni; quanti contaminarono la loro carne con lussuria;
    [280] quanti sciolsero la cintura della verginità e di nascosto
    si accoppiarono; e le donne che fecero abortire il frutto del
    loro seno,
    o contro ogni diritto gettarono via i loro figli;
    stregoni e streghe con questi,
    l'ira del Dio celeste e immortale
    [285] porterà affianco alla colonna, che tutt'intorno
    ha un'inestinguibile fiume di fuoco.
    Tutti costoro gli angeli incorruttibili del Dio immortale ed
    eterno
    con fruste infuocate e catene di fuoco,
    puniranno terribilmente dall'alto,
    dopo averli legati con catene che non si strappano.
    [290] Poi, verranno gettati nel terribile buio notturno
    del Tartaro tra molte terribili fiere,
    nella Geenna ove regna un'impenetrabile oscurità.
    Dopo che tutti avranno subìto molteplici pene,
    quelli il cui cuore era radicalmente perverso, una ruota di
    fuoco,
    [295] uscendo dall'impetuoso fiume, li avvolgerà e stringerà,
    giacché ogni loro intento era rivolto ad azioni stolte.
    Ognuno poi si lamenterà, uno da una parte e l'altro dall'altra,
    del suo miserabile destino: padri e teneri bimbi,
    madri e lattanti piangenti.
    [300] Non si stancheranno di piangere, ma nessuno
    accoglierà il pianto e la lamentazione, che si eleveranno qua
    e .
    Laggiù nel vasto e oscuro Tartaro
    grideranno tra i tormenti, in luoghi impuri sconteranno
    tre volte ogni malvagità compiuta da loro con cattiveria
    [305] bruciando in un ardore eterno. Tutti strideranno i denti,
    afflitti da una terribile sete divorante e da fame straziante.
    Invocheranno una morte benevola, ma essa li fuggirà;
    poiché né la morte né la notte darà loro sollievo.
    Invano invocheranno spesso Dio, che sovrasta dall'alto:
    [310] non v'è dubbio che egli allora distoglierà da loro il suo
    volto misericordioso.
    E' ormai trascorso sette volte il limite di sette anni che, per
    la conversione e la penitenza, egli concesse agli erranti per intercessione della Vergine pura.
    Ma gli altri uomini che compirono azioni giuste e buone camminando nella rettitudine con intenzioni buone, [315] da angeli saranno estratti dal fiume di fuoco e portati nella luce e nella vita senza pene, dove si trova il sentiero immortale del Dio possente, e zampilla una triplice fonte di vino, di latte e di miele. La terra uguale per tutti, da mura e da siepi [320] non divisa, produrrà allora abbondanti frutti spontaneamente, vita e benessere saranno comuni e indivisi. Non vi sarà più né povero né ricco, né tiranno né schiavo, non grande né piccolo, né re né principe, tutti gli uomini saranno uguali davanti all'Altissimo. [325] Non si dirà più: "E notte" né "domani"; non si parlerà più di ieri, né si conterà la quantità dei giorni, non ci si curerà più della primavera o dell'autunno, dell'estate
    o dell'inverno,
    né del matrimonio o della morte, della compra o della vendita,
    del mattino o della sera: ci sarà un giorno continuo.
    [330] Il sovrano ed eterno Dio darà ancora qualcosa a quei pii, quando lo chiederanno al Dio immortale: dal fuoco violento e dal perpetuo stridore dei denti egli concederà la salvezza. Egli farà anche questo! Li convocherà, infatti, di nuovo, fuori del fuoco perpetuo,
    [335] li collocherà altrove, inviandoli, per amore del suo po
    polo, verso un'altra vita eterna e immortale nella piana della beata Alisia dove, senza posa, s'agitano le lunghe onde del lago Acherusio dall'eterna e insondabile profondità.
    Alcuni codici aggiungono qui alcune righe esprimenti il pensiero di qualche lettore, di data incerta, a proposito della dottrina della apocatastasi, così cara al grande Origene:
    "Tutto falso! Poiché il fuoco non cesserà mai di tormentare i dannati. Certo, anch'io posso pregare che sia così, avendo il corpo segnato da profonde cicatrici, causate da trasgressioni, che hanno bisogno della più grande bontà. Ma Origene si vergogni delle sue parole bugiarde con le quali asserisce che i tormenti avranno un termine".
    Ultima modifica di Haxel; 27-03-14 alle 16:26
    (Gv 3, 20-21)
    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio

 

 
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