Originariamente Scritto da
POL
Il Premier turco, il “sultano”
Recep Tayyip Erdogan, continua a stringere la morsa nei confronti di ogni tipo di dissidenza: domenica la
Turchia affronterà una tornata elettorale che potrebbe essere decisiva sia per
Erdogan stesso, che vorrebbe presto succedere ad
Abdullah Gul nel ruolo di Presidente della Repubblica, sia per il suo partito l’
Akp, al potere dal 2002.
Domenica 50 milioni di turchi saranno, infatti, chiamati a
rinnovare consigli comunali e provinciali in tutto il paese: le sfide decisive, di quello che sembra aver assunto i toni di un vero e proprio
“referendum sul premier”,* si giocheranno a
Istanbul,
Ankara e
Smirne.
Erdogan è preoccupato per un calo di consensi che dura da ancora prima delle proteste di
Piazza Taksim, scoppiate nel Giugno scorso e ancora non definitivamente messe a tacere: la dissidenza nei confronti del governo turco, che appare sempre più nella sua veste autoritaria, repressiva e corrotta, si muove sulle frequenze wifi, libere o meno, che in
Turchia “funzionano benissimo” perché “siamo un paese moderno e sviluppato” ha detto il capo dello Stato
Gul.
Il “sultano” ha provato negli scorsi giorni, quindi, a bloccare
Twitter: in poche ore gli utenti turchi avevano già trovato il modo di aggirare il blocco – determinato dal fatto che la piattaforma di microblogging era stata il canale di diffusione di alcune intercettazioni che mettevano in difficoltà premier e governo a proposito di un grave
“sistema di corruzione, frode e riciclaggio” venuto fuori a metà Dicembre – successivamente i giudici della
15a corte di Ankara avrebbero giudicato “illegale” il blocco stesso – che semmai avrebbe dovuto riguardare soltanto alcuni link – ordinando all’
authority per le telecomunicazioni turca di rimuoverlo.
Fallito il blocco di
Twitter,
Erdogan ha ordinato di applicare “misure restrittive” nei confronti di
Youtube, da qualche ora completamente bloccato: sul sito più importante di condivisione video a livello mondiale sarebbe apparso un video in cui si sentono un alto funzionario dei servizi informativi e un generale delle forze armate discutere di un presunto
piano di attacco nei confronti dei jihadisti siriani.
Fa pensare che, giusto pochi giorni fa, un
Mig siriano sia stato
abbattuto al confine con la
Turchia: lo stesso
Erdogan aveva dato l’annuncio affermando che “chi sconfina riceve uno schiaffo”, quasi per montare l’onda di quel
nazionalismo che ha sempre giovato, proprio a Erdogan ma non solo, sul piano elettorale.
Adesso le autorità turche stanno cercando si scoprire come tali materiali segreti possano essere finiti su
Youtube: il ministro degli Esteri
Davutoglu, a tal proposito, ha dichiarato che ”si è trattato di un atto di spionaggio e di un’aperta dichiarazione di guerra contro la Repubblica turca”.
In questo quadro di alta tensione sembra che i votanti
“indecisi” siano il
15-20%, per
Erdogan l’obiettivo è raggiungere il
38,8%, risultato raggiunto nelle amministrative del 2009: ma secondo importanti istituti di ricerca, tra scandalo corruzione e blocco
Twitter, l’
Akp avrebbe perso almeno 10 punti di percentuale.
Guglielmo Sano
Scritto da: Guglielmo Sano
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