Tutti sta a quali sono gli obiettivi sul lungo termine: se si pensa di riorganizzare il rapporto stato-regioni-province-comuni allora questa legge va' bene perchė ha come scopo principale quello di evitare la rielezioni dei consigli, se invece si pensa di risistemare l'apparato amministrativo in questo modo qui, allora sta legge ė una emerita merda
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Il sonno della ragione genera mostri.
Divergevano due strade in un bosco, ed io...io presi la meno battuta, e di qui tutta la differenza è venuta.
Il sonno della ragione genera mostri.
Divergevano due strade in un bosco, ed io...io presi la meno battuta, e di qui tutta la differenza è venuta.
lo sapete che gli aumenti di poltrone sono a costo zero? i comuni dovranno ricalcolare al ribasso i gettoni di presenza, quello che spendevano prima continueranno a spendere col ddl delrio. stesso costo di prima, ma maggior rappresentanza politica all'interno dei consigli comunali. oh che orroreeee!
indovinate di cosa si tratta
direi che i grambiulini sono a buon punto
Principali punti:
- La nascita di due partiti: "l'uno, sulla sinistra (a cavallo fra PSI-PSDI-PRI-Liberali di sinistra e DC di sinistra), e l'altra sulla destra (a cavallo fra DC conservatori, liberali e democratici della Destra Nazionale)." Allo scopo di semplificare il panorama politico.
- Controllo dei media. Il piano prevedeva il controllo di quotidiani (quindi l'eliminazione della libertà di stampa e di pensiero)[senza fonte] e la liberalizzazione delle emittenti televisive (all'epoca permesse solo a livello regionale) allo scopo di controllarle, e in questo modo influenzare l'opinione pubblica[senza fonte]; nonché l'abolizione del monopolio della RAI e la sua privatizzazione. L'abolizione del monopolio RAI era avvenuto prima della scoperta della loggia, con la sentenza della Corte Costituzionale del luglio 1974 che liberalizzava le trasmissioni televisive via cavo.
- Progetto Bicamerale del 1997 (Commissione parlamentare per le riforme costituzionali): "ripartizione di fatto, di competenze fra le due Camere (funzione politica alla CD e funzione economica al SR)".
- Riforma della magistratura: separazione delle carriere di P.M. e magistrato giudicante, responsabilità del CSM nei confronti del parlamento, da operare mediante leggi costituzionali (punto I, IV e V degli obiettivi a medio e lungo termine - vedi infra).
- Riduzione del numero dei parlamentari[5].
- Abolizione delle province[5].
- Abolizione della validità legale dei titoli di studio[5].
ORA E SEMPRE NO TAV
NO AI LAGER CHIAMATI CIE
Le plus grand soin d’un bon gouvernement devrait être d’habituer peu à peu les peuples à se passer de lui.
Abolizione delle Province, è una finzione: le poltrone aumentano
Il decano Licio Gelli se la ride: il ‘Piano di rinascita democratica’ della P2, si risveglia dal letargo per godersi una novella primavera. Con il controllo dell’informazione, la realtà soccombe. Gelli lo sapeva bene. La realtà è impotente di fronte a bugie ben orchestrate e martellanti.
Prendiamo il caso delle Province “abolite” da Renzi. I giornali titolano in coro: “Abolizione Province”, “Addio Province”, “Via le Province”. E così le Province sono sparite. Anche se ci sono ancora. Per eliminare sul serio le province bisognerebbe modificare la Costituzione e per Renzi non è possibile farlo così in fretta (cioè in tempo per le elezioni europee).
Ma Renzi, come Gelli, sa che la realtà è insignificante rispetto al racconto che se ne fa. Renzi sa che il grosso della stampa è dalla sua parte, quindi non ha bisogno di fare davvero le cose: gli basta dirle. In ogni reparto dell’astronave mediatica si festeggiano infatti l’abolizione delle province e i 3 mila politici in meno da pagare. E così le Province non ci sono più. Anche se ci sono ancora.
Perché in realtà con il ddl Delrio le province restano e le poltrone aumentano: 1.774 consiglieri eletti vengono fatti fuori (i 3 mila che secondo Renzi resterebbero senza indennità? Un numero random), ma soltanto a beneficio di oltre 26 mila (avete letto bene, ventiseimila) nuovi consiglieri che entrano, più 5 mila assessori.
Senza dimenticare che la Corte dei conti ha già da tempo espresso perplessità sul ddl Delrio, sia per il guazzabuglio istituzionale che architetta (ridondanza di enti che si sovrappongono con le stesse funzioni), sia per il concreto rischio di spendere di più, invece che risparmiare.
L’abolizione delle Province di Renzi e Delrio ricorda l’illusionista de La grande bellezza e la sparizione della giraffa. “Io posso farla sparire, ma mica sparisce davvero – ammette il mago – è solo un trucco”. E in fondo, come gli spettatori di uno spettacolo di magia, anche gli italiani sanno che gli annunci di Renzi sono soltanto un trucco. Ma è così dolce e rassicurante far finta di crederci.
p.s.: far passare per inesistente qualcosa che ancora esiste può però mandare in confusione: così capita all’Unità di titolare “Addio alle Province” (quindi non ci sono più) e nel contempo di elaborare una scheda su come sono cambiate le Province (quindi ci sono ancora?!).
p.p.s: come ha spiegato il senatore Vincenzo Santangelo nel suo intervento, il ddl Delrio prevede un aumento di consiglieri e assessori nei piccoli comuni. Sotto i 1.000 abitanti, oggi il consiglio comunale presenta solo 6 consiglieri. Con il ddl Delrio si passa a 10 consiglieri e spuntano pure 2 assessori. Fra i 1.000 e i 3.000 abitanti oggi abbiamo 6 consiglieri e 2 assessori. I consiglieri diventeranno 10, invariati gli assessori. Nei comuni fra 3.000 e 5.000 abitanti oggi abbiamo 7 consiglieri e 3 assessori. Diventeranno 12 consiglieri e 4 assessori. Fatti i conti, risultano oltre 26.000 consiglieri e 5.000 assessori. Nota di colore: un subemendamento del relatore del testo Francesco Russo (Pd) consente a deputati e senatori di occupare contemporaneamente una carica nei comuni sotto i 15.000 abitanti (attualmente è possibile solo per comuni sotto i 5.000 abitanti).
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014...entano/928533/
Il mio stile è vecchio...come la casa di Tiziano a Pieve di Cadore...
…bisogna uscire dall’egoismo individuale e creare una società per tutti gli italiani, e non per gli italiani più furbi, più forti o più spregiudicati. Ugo La Malfa