Sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera: alle elezioni europee anche Ncd e Lega superano la soglia di sbarramento
Le elezioni Europee di quest’anno ricoprono un particolare valore, perché ricadono in un momento storico segnato dalla sfiducia degli Italiani nell’Unione Europea (inasprita dall’inizio della crisi in poi) e dalla nascita conseguente di forze dichiaratamente anti-europeiste che basano la propria campagna elettorale proprio sul desiderio di esclusione dall’Europa unita.
In questo contesto, gli Italiani si troveranno a votare per i partiti “classici” andando ad eleggere un Parlamento Europeo di cui spesso sanno poco o nulla, tanto che il voto risulta essere più un indice dell’apprezzamento al Governo ed alle istituzioni locali che una vera presa di posizione riguardo alle politiche comunitarie, e difatti le intenzioni di voto per le europee, rilevate in questo caso da Ipsos per il Corriere della Sera, ricalcano in gran parte quelle per le elezioni politiche, trovando il PD in testa che supera il 33% dei voti mentre il Movimento 5 Stelle e Forza Italia ottengono un risultato praticamente identico intorno al 21%. È sfida dunque per il secondo posto tra Grillo e Berlusconi, ma con queste intenzioni di voto entrambi otterrebbero 18 seggi mentre il PD ne avrebbe 27. A superare la soglia di sbarramento del 4% sarebbero poi il Nuovo Centrodestra di Alfano alleato con Udc ed i Popolari ( per Alfano le elezioni europee sono il primo banco di prova elettorale dopo la separazione dal PDL e da Berlusconi) che otterrebbero il 5,7%, ma anche Lega Nord con il 5,3%, mentre tutti gli altri contendenti rimarrebbero fuori dalla spartizione dei seggi ottenendo un punteggio inferiore al 4%. Tra gli esclusi, il primo è Scelta Civica per l’Europa che ottiene il 3,8%, segue Fratelli d’Italia con il 3,5% e Lista Tsipras che dopo i primi sondaggi in cui era attestata al 5-6% è ora spesso rilevata intorno al 3%.
Il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera sulle elezioni Europee.

Il più grande partito delle elezioni europee rimane comunque quello del non voto, con una quota del 39,1% intenzionata a non votare o fortemente indecisa sul partito a cui dare il proprio voto, rientrando in un contesto di astensione che ha sempre visto le elezioni europee con una media di partecipazione decisamente più bassa rispetto alle elezioni politiche, nonostante l’importanza del voto e della scelta dei rappresentanti europei.


Scritto da: Stefano Silvani
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