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  1. #11
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    Predefinito Re: il direttore generale di Gazprom vuole abbandonare il dollaro?

    Adesso faranno la fila in europa per andare contro la Russia.

  2. #12
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    Predefinito Re: il direttore generale di Gazprom vuole abbandonare il dollaro?

    Citazione Originariamente Scritto da Metabo Visualizza Messaggio
    Gazprom pensa di "spostare" i contratti dai dollari all'euro - Europlot - L'Antidiplomatico
    Gazprom pensa di "spostare" i contratti dai dollari all'euro










    Il Financial Times ha riportato ieri come Gazprom stia considerando la possibilità di spostare i pagamenti dei contratti dal dollaro all'euro per aggirare le sanzioni imposte dagli Stati Uniti.

    Il presidente di Gazprom Alexei Miller ha poi lanciato un monito preciso all'Unione Europea. "E' illegale" il piano dell'Ue di rifornire di gas l'Ucraina attraverso flussi importati dalla Russia, i cosiddetti "reverse flow".
    A parte che gia' lo fanno (che novità'… chissa' come mai la Russia ha riserve in Euro…..), e dove sarebbe l'illegalità'?

    L'Ucraina lo stava gia' facendo, anche se con volumini contenuti, dato che RISPARMIA piuttosto che comprarlo direttamente alla Russia (pure con lo sconto)

    Del resto una volta che il gas arriva a destinazione e preso in possesso dal ricevente, diventa di propieta' del ricevente che ne tara' elle che cacchio vuole, e se vuole rivenderlo all' Ucraina, non vi e' nulla che Gazprom possa fare.

    Potrebbe teoricamente "chiudere" i rubinetti, con la conseguenza che manda a puntane i propri conti e quelli dello stato Russo, che al netto di tali voci delle export ha un deficit strutturale dell' 11%.
    Globalizzazione..... si grazie.

  3. #13
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    Predefinito Re: il direttore generale di Gazprom vuole abbandonare il dollaro?

    Il Petro-Rublo russo sfida l’egemonia del dollaro USA. La Cina sviluppa il commercio eurasiatico

    aprile 10, 2014 Lascia un commento

    Peter Koenig Global Research, 8 aprile 2014 La Russia ha appena lanciato un’altra bomba, annunciando non solo il disaccoppiamento del commercio dal dollaro, ma anche che la commercializzazione dei suoi idrocarburi avverrà in rubli e nelle valute dei suoi partner commerciali, non più in dollari, vedasi La Voce della Russia. Il commerciale della Russia degli idrocarburi ammonta a circa un trilione di dollari all’anno. Altri Paesi, in particolare BRICS e BRICS-associati (BRICSA) potrebbe presto seguirne l’esempio e unirsi alla Russia, abbandonando il ‘petro-dollaro’ come unità per il trading di petrolio e gas. Ciò potrebbe ammontare a decine di miliardi di perdite nella domanda annuale di petrodollari (il PIL degli Stati Uniti era circa 17 miliardi di dollari nel dicembre 2013), togliendo quanto meno un dente importante all’economia degli Stati Uniti. A ciò si aggiunge la dichiarazione di Press TV secondo cui la Cina riapre la vecchia Via della Seta come nuova rotta commerciale collegando Germania, Russia e Cina e permettendo di collegare e sviluppare nuovi mercati, specialmente in Asia centrale, dove il nuovo progetto porterà stabilità economica e politica, e nelle province occidentali della Cina, dove verranno create “nuove aree” di sviluppo. La prima sarà la Lanzhou New Area nel Gansu, una delle regioni più povere della Cina nordoccidentale. “Durante la sua visita a Duisburg, il presidente cinese Xi Jinping ha compiuto un colpo da maestro da diplomazia economica contrastando direttamente lo sforzo della fazione neo-conservatrice di Washington per suscitare un nuovo confronto tra NATO e Russia.” (Press TV, 6 aprile 2014)
    Sfruttando il ruolo di Duisburg quale maggiore porto interno del mondo, snodo storico dei trasporti in Europa e centro dell’industria siderurgica della Ruhr in Germania, propone che Germania e Cina cooperino nella costruzione di una nuova “via della Seta economica” che colleghi Cina ed Europa. Le implicazioni della crescita economica per tutta l’Eurasia sono impressionanti“. Curiosamente i media occidentali hanno finora ignorato entrambi gli eventi. Sembra che ci sia il desiderio di accompagnare la falsità delle illusione e arroganza occidentali assieme al silenzio. La Germania, il motore economico d’Europa e quarta economia del mondo (PIL da 3600 miliardi dollari US), all’estremità occidentale del nuovo asse commerciale sarà la calamita che attirerà altri partner commerciali europei della Germania verso la Nuova Via della Seta. Ciò che appare come un futuro vantaggio per Russia e Cina, comporterà anche sicurezza e stabilità, ciò sarebbe una sconfitta letale per Washington. Inoltre, i BRICS si preparano a lanciare una nuova moneta, composta dal paniere di loro valute locali, da utilizzare nel commercio internazionale, nonché una nuova valuta di riserva, sostituendo un dollaro gravato dal debito e piuttosto inutile, una prodezza benvenuta nel mondo. Insieme con la valuta dei nuovi Paesi BRICS (A) arriverà un nuovo sistema di pagamento internazionale, sostituendo negli scambi SWIFT e IBAN, rompendo così l’egemonia della famigerata manipolatrice di oro e valuta di proprietà privata Banca dei regolamenti internazionali (BRI) di Basilea, in Svizzera, detta anche banca centrale di tutte le banche centrali. Per esserne sicuri, la BRI è un’istituzione di proprietà privata a scopo di lucro creata nei primi anni ’30, durante la grande crisi economica del 20° secolo. La BRI fu costituita proprio per questo scopo, controllare il sistema monetario mondiale insieme alla FED, anch’essa di proprietà privata dei Banksters di Wall Street, l’epitome della proprietà privata non regolamentata. La BRI è nota ospitare almeno una mezza dozzina di riunioni segrete all’anno, in cui partecipa l’élite mondiale per decidere il destino di Paesi e intere popolazioni. La sua scomparsa sarebbe un altro gradito nuovo sviluppo.
    Con la nuova via commerciale e il nuovo sistema monetario in formazione, altri Paesi e nazioni, finora presi dagli artigli della dipendenza dagli Stati Uniti, accorreranno verso il ‘nuovo sistema’, isolando man mano l’economia industriale militare (sic) di Washington e la sua macchina da guerra della NATO. Questo mutamento economico potrà mettere l’impero in ginocchio senza spargere una goccia di sangue. Lo spazio per una nuova speranza di giustizia e maggiore uguaglianza, la rinascita di Stati sovrani, può sorgere trasformando la spirale delle tenebre in una di luce. Peter Koenig è un economista ed ex-impiegato della Banca Mondiale. Ha lavorato a lungo nel mondo dell’ambiente e delle risorse idriche. Scrive regolarmente per Global Research, ICH, Voce della Russia e altri siti Internet. È autore di Implosion, racconto basato sui fatti e su 30 anni di esperienza in tutto il mondo.
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  4. #14
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    Predefinito Re: il direttore generale di Gazprom vuole abbandonare il dollaro?

    Russia prepares to attack the petrodollar

    Фото: РИА Новости


    The US dollar's position as the base currency for global energy trading gives the US a number of unfair advantages. It seems that Moscow is ready to take those advantages away.


    The existence of "petrodollars" is one of the pillars of America's economic might because it creates a significant external demand for American currency, allowing the US to accumulate enormous debts without defaulting. If a Japanese buyer wants to buy a barrel of Saudi oil, he has to pay in dollars even if no American oil company ever touches the said barrel. Dollar has held a dominant position in global trading for such a long time that even Gazprom's natural gas contracts for Europe are priced and paid for in US dollars. Until recently, a significant part of EU-China trade had been priced in dollars.
    Lately, China has led the BRICS efforts to dislodge the dollar from its position as the main global currency, but the "sanctions war" between Washington and Moscow gave an impetus to the long-awaited scheme to launch the petroruble and switch all Russian energy exports away from the US currency .
    The main supporters of this plan are Sergey Glaziev, the economic aide of the Russian President and Igor Sechin, the CEO of Rosneft, the biggest Russian oil company and a close ally of Vladimir Putin. Both have been very vocal in their quest to replace the dollar with the Russian ruble. Now, several top Russian officials are pushing the plan forward.
    First, it was the Minister of Economy, Alexei Ulyukaev who told Russia 24 news channel that the Russian energy companies must ditch the dollar. "They must be braver in signing contracts in rubles and the currencies of partner-countries," he said.
    Then, on March 2, Andrei Kostin, the CEO of state-owned VTB bank, told the press that Gazprom, Rosneft and Rosoboronexport, state company specialized in weapon exports, can start trading in rubles. " I've spoken to Gazprom, to Rosneft and Rosoboronexport management and they don't mind switching their exports to rubles. They only need a mechanism to do that ", Kostin told the attendees of the annual Russian Bank Association meeting.
    Judging by the statement made at the same meeting by Valentina Matviyenko, the speaker of Russia's upper house of parliament, it is safe to assume that no resources will be spared to create such a mechanism. " Some ‘hot headed' decision-makers have already forgotten that the global economic crisis of 2008 - which is still taking its toll on the world - started with a collapse of certain credit institutions in the US, Great Britain and other countries. This is why we believe that any hostile financial actions are a double-edged sword and even the slightest error will send the boomerang back to the aborigines," she said.
    It seems that Moscow has decided who will be in charge of the "boomerang". Igor Sechin, the CEO of Rosneft, has been nominated to chair the board of directors of Saint-Petersburg Commodity Exchange, a specialized commodity exchange. In October 2013, speaking at the World Energy Congress in Korea, Sechin called for a "global mechanism to trade natural gas" and went on suggesting that " it was advisable to create an international exchange for the participating countries, where transactions could be registered with the use of regional currencies ". Now, one of the most influential leaders of the global energy trading community has the perfect instrument to make this plan a reality. A Russian commodity exchange where reference prices for Russian oil and natural gas will be set in rubles instead of dollars will be a strong blow to the petrodollar.
    Rosneft has recently signed a series of big contracts for oil exports to China and is close to signing a "jumbo deal" with Indian companies. In both deals, there are no US dollars involved. Reuters reports, that Russia is close to entering a goods-for-oil swap transaction with Iran that will give Rosneft around 500,000 barrels of Iranian oil per day to sell in the global market. The White House and the russophobes in the Senate are livid and are trying to block the transaction because it opens up some very serious and nasty scenarios for the petrodollar. If Sechin decides to sell this Iranian oil for rubles, through a Russian exchange, such move will boost the chances of the "petroruble" and will hurt the petrodollar.
    It can be said that the US sanctions have opened a Pandora's box of troubles for the American currency. The Russian retaliation will surely be unpleasant for Washington, but what happens if other oil producers and consumers decide to follow the example set by Russia? During the last month, China opened two centers to process yuan-denominated trade flows, one in London and one in Frankfurt. Are the Chinese preparing a similar move against the greenback? We'll soon find out.

    Valentin Mândrăşescu
    Alexei Ulyukayev, Valentina Matviyenko, oil prices, Igor Sechin, currency wars, ruble, ruble-yuan trading, reality_check_top, US dollar, Reality Check
    Read more:
    Russia prepares to attack the petrodollar - News - Reality Check - The Voice of Russia: News, Breaking news, Politics, Economics, Business, Russia, International current events, Expert opinion, podcasts, Video

  5. #15
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    Predefinito Re: il direttore generale di Gazprom vuole abbandonare il dollaro?

    Citazione Originariamente Scritto da Metabo Visualizza Messaggio
    Il Petro-Rublo russo sfida l’egemonia del dollaro USA. La Cina sviluppa il commercio eurasiatico

    aprile 10, 2014 Lascia un commento

    Peter Koenig Global Research, 8 aprile 2014 La Russia ha appena lanciato un’altra bomba, annunciando non solo il disaccoppiamento del commercio dal dollaro, ma anche che la commercializzazione dei suoi idrocarburi avverrà in rubli e nelle valute dei suoi partner commerciali, non più in dollari, vedasi La Voce della Russia. Il commerciale della Russia degli idrocarburi ammonta a circa un trilione di dollari all’anno. Altri Paesi, in particolare BRICS e BRICS-associati (BRICSA) potrebbe presto seguirne l’esempio e unirsi alla Russia, abbandonando il ‘petro-dollaro’ come unità per il trading di petrolio e gas. Ciò potrebbe ammontare a decine di miliardi di perdite nella domanda annuale di petrodollari (il PIL degli Stati Uniti era circa 17 miliardi di dollari nel dicembre 2013), togliendo quanto meno un dente importante all’economia degli Stati Uniti. A ciò si aggiunge la dichiarazione di Press TV secondo cui la Cina riapre la vecchia Via della Seta come nuova rotta commerciale collegando Germania, Russia e Cina e permettendo di collegare e sviluppare nuovi mercati, specialmente in Asia centrale, dove il nuovo progetto porterà stabilità economica e politica, e nelle province occidentali della Cina, dove verranno create “nuove aree” di sviluppo. La prima sarà la Lanzhou New Area nel Gansu, una delle regioni più povere della Cina nordoccidentale. “Durante la sua visita a Duisburg, il presidente cinese Xi Jinping ha compiuto un colpo da maestro da diplomazia economica contrastando direttamente lo sforzo della fazione neo-conservatrice di Washington per suscitare un nuovo confronto tra NATO e Russia.” (Press TV, 6 aprile 2014)
    Sfruttando il ruolo di Duisburg quale maggiore porto interno del mondo, snodo storico dei trasporti in Europa e centro dell’industria siderurgica della Ruhr in Germania, propone che Germania e Cina cooperino nella costruzione di una nuova “via della Seta economica” che colleghi Cina ed Europa. Le implicazioni della crescita economica per tutta l’Eurasia sono impressionanti“. Curiosamente i media occidentali hanno finora ignorato entrambi gli eventi. Sembra che ci sia il desiderio di accompagnare la falsità delle illusione e arroganza occidentali assieme al silenzio. La Germania, il motore economico d’Europa e quarta economia del mondo (PIL da 3600 miliardi dollari US), all’estremità occidentale del nuovo asse commerciale sarà la calamita che attirerà altri partner commerciali europei della Germania verso la Nuova Via della Seta. Ciò che appare come un futuro vantaggio per Russia e Cina, comporterà anche sicurezza e stabilità, ciò sarebbe una sconfitta letale per Washington. Inoltre, i BRICS si preparano a lanciare una nuova moneta, composta dal paniere di loro valute locali, da utilizzare nel commercio internazionale, nonché una nuova valuta di riserva, sostituendo un dollaro gravato dal debito e piuttosto inutile, una prodezza benvenuta nel mondo. Insieme con la valuta dei nuovi Paesi BRICS (A) arriverà un nuovo sistema di pagamento internazionale, sostituendo negli scambi SWIFT e IBAN, rompendo così l’egemonia della famigerata manipolatrice di oro e valuta di proprietà privata Banca dei regolamenti internazionali (BRI) di Basilea, in Svizzera, detta anche banca centrale di tutte le banche centrali. Per esserne sicuri, la BRI è un’istituzione di proprietà privata a scopo di lucro creata nei primi anni ’30, durante la grande crisi economica del 20° secolo. La BRI fu costituita proprio per questo scopo, controllare il sistema monetario mondiale insieme alla FED, anch’essa di proprietà privata dei Banksters di Wall Street, l’epitome della proprietà privata non regolamentata. La BRI è nota ospitare almeno una mezza dozzina di riunioni segrete all’anno, in cui partecipa l’élite mondiale per decidere il destino di Paesi e intere popolazioni. La sua scomparsa sarebbe un altro gradito nuovo sviluppo.
    Con la nuova via commerciale e il nuovo sistema monetario in formazione, altri Paesi e nazioni, finora presi dagli artigli della dipendenza dagli Stati Uniti, accorreranno verso il ‘nuovo sistema’, isolando man mano l’economia industriale militare (sic) di Washington e la sua macchina da guerra della NATO. Questo mutamento economico potrà mettere l’impero in ginocchio senza spargere una goccia di sangue. Lo spazio per una nuova speranza di giustizia e maggiore uguaglianza, la rinascita di Stati sovrani, può sorgere trasformando la spirale delle tenebre in una di luce. Peter Koenig è un economista ed ex-impiegato della Banca Mondiale. Ha lavorato a lungo nel mondo dell’ambiente e delle risorse idriche. Scrive regolarmente per Global Research, ICH, Voce della Russia e altri siti Internet. È autore di Implosion, racconto basato sui fatti e su 30 anni di esperienza in tutto il mondo.
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    Ma cme fa questo sito Aurora ha sparare cosi impunemente cifre ed informazioni a casaccio?

    Il commercio estero della Russia degli idrocaruri non arriva ad un trillione di dollari neanche se Metabo & company si mettono in ginocchio a pregare...

    Le esportazioni TOTALI della Russia sono di 526 mld di dollari, di queste aprox il 70% sono idrocarburi, aprox 368 mld di dollari, prima di arrivare ad un Trillione... AH VOGLIAAAAAAA....
    Altra cacchiata.. la FED non e' privata, solito luogo comune dei disinformati perenni.


    Cmq, dato che tanto Metabo non rispondera', comw al solito, mi fermo qui non voglio riovinargli il suo copia&incolla da siti "alternativi"
    Globalizzazione..... si grazie.

  6. #16
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    Predefinito Re: il direttore generale di Gazprom vuole abbandonare il dollaro?

    Il "petro-rublo" !!!!!!!!!!!!!!!!!!







  7. #17
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    Predefinito Re: il direttore generale di Gazprom vuole abbandonare il dollaro?

    Guerra delle sanzioni USA-Russia: che succede se l?Asia attacca i petrodollari? - Economia - Investireoggi.it
    Guerra delle sanzioni USA-Russia: che succede se l’Asia attacca i petrodollari?


    Ultimo aggiornamento 07 aprile 2014 , ore 109
    In Asia, Russia e Cina stanno studiando il modo per evitare di passare dal dollaro per gli scambi bilaterali. Il ruolo del biglietto verde è ormai apertamente messo in discussione nel mondo.


    PER APPROFONDIRE: accordi commercialibeni industrialiconvertibilità dello yuaneconomia americanaeconomia emergenteguerra sanzionipetrodollarirendimenti dei treasuriessanzioni USA Russiavalute locali

    #
    Economia Usa




    La guerra delle sanzioni tra USA e Russia, che tocca anche la stessa Europa, potrebbe avere effetti indesiderati per l’economia americana. Da settimane, Mosca minaccia più o meno palesemente di volere mettere in dubbio l’uso del dollaro nelle transazioni internazionali. Ma se agli inizi dello scontro diplomatico sulla Crimea, si trattava solo di parole, successivamente il Cremlino ha iniziato a passare ai fatti.
    Le mosse del Cremlino

    E’ accaduto, infatti, che in poche settimane, il governo russo abbia stretto diversi accordi commerciali con Cina, India e Iran, finalizzati a dribblare il dollaro quale mezzo di regolamento degli scambi. La scorsa settimana, ad esempio, tra Mosca e Teheran è stato stipulato un accordo con cui la prima importa petrolio e si impegna a pagarlo con l’invio di cibo e di altri beni industriali per un controvalore simile a quello delle quotazioni internazionali dei barili di greggio.

    APPROFONDISCI - Le sanzioni alla Russia partono dal petrolio? Ecco la mossa degli USA

    Nello stesso tempo, la Cina ha formalizzato due accordi con Francoforte e Londra, che consentiranno alle parti di fare a meno del dollaro per le transazioni bilaterali. Si avvarranno solo dell’uso rispettivamente di sterlina ed euro contro yuan.
    E sempre la Cina sembra intenzionata a importare altre 5 mila tonnellate di oro, che servirebbe da base per garantire in futuro lo yuan come valuta per effettuare transazioni con l’estero.
    Ad oggi, infatti, il dollaro USA è utilizzato anche per gli scambi di materie prime tra paesi che nulla hanno a che vedere con l’America e che non vedono alcuna presenza di società americane. Ad esempio, se una società italiana vuole acquistare un barile di petrolio dall’Arabia Saudita, il pagamento avverrà in dollari, nonostante questi non siano la valuta né dell’Italia, né di Riad.
    Gli effetti sull’America

    L’uso del dollaro negli scambi internazionali ha un effetto dirompente sull’economia americana: le consente di accumulare deficit di bilancio, senza timori reali di default, visto che la forte domanda di biglietti verdi al di fuori degli USA ne tengono alto il valore e, addirittura, in caso di crisi internazionali, il dollaro è considerato un bene-rifugio, di fatto comprimendo i rendimenti dei Treasuries.
    Se da un giorno all’altro, però, la Cina, la Russia, l’India, l’Iran e qualche altra economia emergente di rilevanti dimensioni dovessero annunciare di volere regolare gli scambi bilaterali nelle valute locali (se i cinesi comprano un bene russo, pagheranno in rubli, e viceversa) e se, addirittura, la Cina – vera superpotenza rivale agli USA – dovessero assicurare agli investitori la convertibilità dello yuan in oro, similmente al sistema di Bretton Woods, messo in piedi dall’Occidente tra il 1944 e il 1971, il dollaro sarebbe trafitto nel giro di poche ore e il mondo sarebbe messo davanti a un evento epocale dalle conseguenza drastiche sul nostro modo di concepire l’economia del pianeta.
    A quel punto, non sarebbe più scontato che petrolio, oro, argento e altre commodities continueranno ad essere quotati nella valuta americana, anche se ciò potrebbe portare a una fase di boom dei prezzi di questi beni, per compensare il tracollo dei petrodollari sui mercati valutari.
    Per l’America, poi, finirebbe l’era della cicala e inizierebbe quella obbligata della formica, perché il forte indebitamento pubblico e privato della sua economia non potrebbe essere più sostenuto quasi automaticamente dalla domanda estera di dollari e Treasuries, nonché di altri bond privati USA. Sarebbe la caduta degli dei.

    di Giuseppe Timpone


  8. #18
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    Predefinito Re: il direttore generale di Gazprom vuole abbandonare il dollaro?

    http://www.investireoggi.it/economia...-petrodollari/
    Guerra delle sanzioni USA-Russia: che succede se l’Asia attacca i petrodollari?


    Ultimo aggiornamento 07 aprile 2014 , ore 109
    In Asia, Russia e Cina stanno studiando il modo per evitare di passare dal dollaro per gli scambi bilaterali. Il ruolo del biglietto verde è ormai apertamente messo in discussione nel mondo.


    PER APPROFONDIRE: accordi commercialibeni industrialiconvertibilità dello yuaneconomia americanaeconomia emergenteguerra sanzionipetrodollarirendimenti dei treasuriessanzioni USA Russiavalute locali

    #
    Economia Usa




    La guerra delle sanzioni tra USA e Russia, che tocca anche la stessa Europa, potrebbe avere effetti indesiderati per l’economia americana. Da settimane, Mosca minaccia più o meno palesemente di volere mettere in dubbio l’uso del dollaro nelle transazioni internazionali. Ma se agli inizi dello scontro diplomatico sulla Crimea, si trattava solo di parole, successivamente il Cremlino ha iniziato a passare ai fatti.
    Le mosse del Cremlino

    E’ accaduto, infatti, che in poche settimane, il governo russo abbia stretto diversi accordi commerciali con Cina, India e Iran, finalizzati a dribblare il dollaro quale mezzo di regolamento degli scambi. La scorsa settimana, ad esempio, tra Mosca e Teheran è stato stipulato un accordo con cui la prima importa petrolio e si impegna a pagarlo con l’invio di cibo e di altri beni industriali per un controvalore simile a quello delle quotazioni internazionali dei barili di greggio.

    APPROFONDISCI - Le sanzioni alla Russia partono dal petrolio? Ecco la mossa degli USA

    Nello stesso tempo, la Cina ha formalizzato due accordi con Francoforte e Londra, che consentiranno alle parti di fare a meno del dollaro per le transazioni bilaterali. Si avvarranno solo dell’uso rispettivamente di sterlina ed euro contro yuan.
    E sempre la Cina sembra intenzionata a importare altre 5 mila tonnellate di oro, che servirebbe da base per garantire in futuro lo yuan come valuta per effettuare transazioni con l’estero.
    Ad oggi, infatti, il dollaro USA è utilizzato anche per gli scambi di materie prime tra paesi che nulla hanno a che vedere con l’America e che non vedono alcuna presenza di società americane. Ad esempio, se una società italiana vuole acquistare un barile di petrolio dall’Arabia Saudita, il pagamento avverrà in dollari, nonostante questi non siano la valuta né dell’Italia, né di Riad.
    Gli effetti sull’America

    L’uso del dollaro negli scambi internazionali ha un effetto dirompente sull’economia americana: le consente di accumulare deficit di bilancio, senza timori reali di default, visto che la forte domanda di biglietti verdi al di fuori degli USA ne tengono alto il valore e, addirittura, in caso di crisi internazionali, il dollaro è considerato un bene-rifugio, di fatto comprimendo i rendimenti dei Treasuries.
    Se da un giorno all’altro, però, la Cina, la Russia, l’India, l’Iran e qualche altra economia emergente di rilevanti dimensioni dovessero annunciare di volere regolare gli scambi bilaterali nelle valute locali (se i cinesi comprano un bene russo, pagheranno in rubli, e viceversa) e se, addirittura, la Cina – vera superpotenza rivale agli USA – dovessero assicurare agli investitori la convertibilità dello yuan in oro, similmente al sistema di Bretton Woods, messo in piedi dall’Occidente tra il 1944 e il 1971, il dollaro sarebbe trafitto nel giro di poche ore e il mondo sarebbe messo davanti a un evento epocale dalle conseguenza drastiche sul nostro modo di concepire l’economia del pianeta.
    A quel punto, non sarebbe più scontato che petrolio, oro, argento e altre commodities continueranno ad essere quotati nella valuta americana, anche se ciò potrebbe portare a una fase di boom dei prezzi di questi beni, per compensare il tracollo dei petrodollari sui mercati valutari.
    Per l’America, poi, finirebbe l’era della cicala e inizierebbe quella obbligata della formica, perché il forte indebitamento pubblico e privato della sua economia non potrebbe essere più sostenuto quasi automaticamente dalla domanda estera di dollari e Treasuries, nonché di altri bond privati USA. Sarebbe la caduta degli dei.

    di Giuseppe Timpone


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    Predefinito Re: il direttore generale di Gazprom vuole abbandonare il dollaro?

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    Economia Usa




    La guerra delle sanzioni tra USA e Russia, che tocca anche la stessa Europa, potrebbe avere effetti indesiderati per l’economia americana. Da settimane, Mosca minaccia più o meno palesemente di volere mettere in dubbio l’uso del dollaro nelle transazioni internazionali. Ma se agli inizi dello scontro diplomatico sulla Crimea, si trattava solo di parole, successivamente il Cremlino ha iniziato a passare ai fatti.
    Le mosse del Cremlino

    E’ accaduto, infatti, che in poche settimane, il governo russo abbia stretto diversi accordi commerciali con Cina, India e Iran, finalizzati a dribblare il dollaro quale mezzo di regolamento degli scambi. La scorsa settimana, ad esempio, tra Mosca e Teheran è stato stipulato un accordo con cui la prima importa petrolio e si impegna a pagarlo con l’invio di cibo e di altri beni industriali per un controvalore simile a quello delle quotazioni internazionali dei barili di greggio.

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    Nello stesso tempo, la Cina ha formalizzato due accordi con Francoforte e Londra, che consentiranno alle parti di fare a meno del dollaro per le transazioni bilaterali. Si avvarranno solo dell’uso rispettivamente di sterlina ed euro contro yuan.
    E sempre la Cina sembra intenzionata a importare altre 5 mila tonnellate di oro, che servirebbe da base per garantire in futuro lo yuan come valuta per effettuare transazioni con l’estero.
    Ad oggi, infatti, il dollaro USA è utilizzato anche per gli scambi di materie prime tra paesi che nulla hanno a che vedere con l’America e che non vedono alcuna presenza di società americane. Ad esempio, se una società italiana vuole acquistare un barile di petrolio dall’Arabia Saudita, il pagamento avverrà in dollari, nonostante questi non siano la valuta né dell’Italia, né di Riad.
    Gli effetti sull’America

    L’uso del dollaro negli scambi internazionali ha un effetto dirompente sull’economia americana: le consente di accumulare deficit di bilancio, senza timori reali di default, visto che la forte domanda di biglietti verdi al di fuori degli USA ne tengono alto il valore e, addirittura, in caso di crisi internazionali, il dollaro è considerato un bene-rifugio, di fatto comprimendo i rendimenti dei Treasuries.
    Se da un giorno all’altro, però, la Cina, la Russia, l’India, l’Iran e qualche altra economia emergente di rilevanti dimensioni dovessero annunciare di volere regolare gli scambi bilaterali nelle valute locali (se i cinesi comprano un bene russo, pagheranno in rubli, e viceversa) e se, addirittura, la Cina – vera superpotenza rivale agli USA – dovessero assicurare agli investitori la convertibilità dello yuan in oro, similmente al sistema di Bretton Woods, messo in piedi dall’Occidente tra il 1944 e il 1971, il dollaro sarebbe trafitto nel giro di poche ore e il mondo sarebbe messo davanti a un evento epocale dalle conseguenza drastiche sul nostro modo di concepire l’economia del pianeta.
    A quel punto, non sarebbe più scontato che petrolio, oro, argento e altre commodities continueranno ad essere quotati nella valuta americana, anche se ciò potrebbe portare a una fase di boom dei prezzi di questi beni, per compensare il tracollo dei petrodollari sui mercati valutari.
    Per l’America, poi, finirebbe l’era della cicala e inizierebbe quella obbligata della formica, perché il forte indebitamento pubblico e privato della sua economia non potrebbe essere più sostenuto quasi automaticamente dalla domanda estera di dollari e Treasuries, nonché di altri bond privati USA. Sarebbe la caduta degli dei.

    di Giuseppe Timpone



    Oramai rispondere agli articoli di MEtabo no ha piu' senso, posta articoli che non capiscono il punto fondamentale del Forex.

    Metabo, facciamo una scommessa io e lei?

    Il Dollaro rimarra' valuta di riferimento per anni a venire.

    Che vuole scomettere?

    Co
    Globalizzazione..... si grazie.

  10. #20
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    Predefinito Re: il direttore generale di Gazprom vuole abbandonare il dollaro?

    Citazione Originariamente Scritto da Amati75 Visualizza Messaggio


    Oramai rispondere agli articoli di MEtabo no ha piu' senso, posta articoli che non capiscono il punto fondamentale del Forex.

    Metabo, facciamo una scommessa io e lei?

    Il Dollaro rimarra' valuta di riferimento per anni a venire.

    Che vuole scomettere?

    Co
    Non si direbbe proprio, sai ci sono persone che non passano le giornate su internet milantando crediti fasulli che la pensano in modo diverso, poi ci sono i troll da forum...

 

 
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