User Tag List

Pagina 1 di 64 121151 ... UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 632
  1. #1
    email non funzionante
    Data Registrazione
    09 Jul 2012
    Messaggi
    16,123
     Likes dati
    11,791
     Like avuti
    6,196
    Mentioned
    125 Post(s)
    Tagged
    3 Thread(s)

    Predefinito Focus - Fine del predominio del dollaro.

    Visto che l'argomento è interessante, ma molto frammentato ho pensato di riunire tutto in una discussione unica.

  2. #2
    email non funzionante
    Data Registrazione
    09 Jul 2012
    Messaggi
    16,123
     Likes dati
    11,791
     Like avuti
    6,196
    Mentioned
    125 Post(s)
    Tagged
    3 Thread(s)

    Predefinito Re: Focus - Fine del predominio del dollaro.

    Verso la fine del predominio del dollaro e la morte dell?occidente | Informare per Resistere
    Verso la fine del predominio del dollaro e la morte dell’occidente



    - di Attilio Folliero -
    #Barack #Obama lunedi (24/03/2014) comincia un giro per l’#Europa e l’#Arabia #Saudita. Mentre i #media ufficiali parlano dell’incontro di Obama con il papa e del vertice del #G7 per aumentare la pressione sulla #Russia e risolvere la situazione dell’#Ucraina, noi riteniamo che i veri motivi di questa visita siano ben altri.
    Lunedi ci sarà il vertice del G7, ma prima Obama incontrerà il leader ciñese Xi Jinping, presente in Olanda per partecipare alla riunione sulla sicurezza nucleare. Il giorno dopo ci sarà un incontro trilaterale tra Obama, la presidente sudcoreana Park Geun-hye ed il primo ministro giapponese, Shinzo Abe. Sempre martedi Obama incontrerà il príncipe ereditario degli Emirati Arabi, Mohamed Bin Zayed Al Nahyan.
    Il giro di Obama, dopo aver visitato Olanda, Belgio e Italia, terminerà in Arabia Saudita dove incontrerà il re Abdalá Bin Abelaziz per parlare ufficialmente e come sempre dei negoziati di pace in Medio Oriente e l’appoggio all’opposizone siriana. Ma facciamo un passo indietro.
    Lo scorso 13 marzo, il presidente cinese Xi Jinping si è riunito a Pechino col príncipe ereditario dell’Arabia Saudita, Salman Bin Abdulaziz Al Saud. L’incontro è servito per fortificare le relazioni bilaterali tra i due paesi ed ampliare il commercio bilaterale. Tradotto in pratica significa petrolio dell’Arabia alla Cina in cambio di manufatti e tecnologia cinese. L’incontro è servito anche per accelerare le conversazioni per la realizzazione di un’Area di Libero Commercio fra Cina ed il Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG).
    Nel frattempo, l’Unione Europea dice di voler incontrare fonti alternative al gas russo.Perchè? E’ imminenete l’aumento del 40% del prezzo del gas russo venduto all’Ucraina. Fino ad ora l’Ucraina godeva di prezzi privilegiati per essere un alleato della Russia; ma dopo il colpo di stato in Ucraina con l’arrivo al governo di partiti antirussi e filo europeisti, la Russia cesserà di fornire gas a prezzi ridotti all’Ucraina. Questo è solo un anticipo di quello che potrà succedere anche col gas fornito all’Europa. In sostanza l’Unione Europea sa perfettamente che la Russia può dimunire le forniture del gas o aumentare il prezzo. Di fronte alle possibili sanzioni per l’annessione della Crimea, la Russia ovviamente reagirà ed alla fine a rimetterci saranno gli europei, che sprofonderanno sempre più nel baratro della crisi.
    Non solo. Presto assistiremo all’annuncio di un accordo energetico tra Russia e Cina, ossia la fornitura a Cina di gas russo. Questo accordo, dopo anni di negoziazioni, potrebbe firmarsi durante la prossima visita di Putin a Pechino, nel prossimo mese di maggio.

    Ciò determinerà un grande shock economico e geopolítico. Non solo aumenterà il prezzo del gas per gli europei, ma l’accordo apre le porte alla caduta del valore del dollaro. Questo accordo prevederà probabilmente l’abbandono del dollaro nell’intrecambio commerciale tra Cina e Russia, per utilizzare il Rublo e lo Yuan, od anche l’oro, di cui i due paesi possiedono grandi quantità. Negli ultimi anni entrambi i paesi hanno comprato, infatti grandi stock di oro, anche se si disconosce l’esatta quantità.
    A questa decisione di commercializzare in moneta alternativa al dollaro di Cina e Russia, si uniranno anche Iran, India, Irak e presto anche l’Arabia Saudita, il principale fornitore di petrolio alla Cina. Nella riunione di Xi Jinping con l’emisssario del re saudita, di cui sopra, sicuramente si è trattato anche della possibilità di abbandonare l’uso del dollaro negli intercambi commerciali tra Cina e Arabia. La fine del petrodollaro sembra ormai vicina.
    Il tentativo degli occidentali (statunitensi ed europei) di isolare la Russia determinerà un boomerang, ossia alla fine a rimetterci saranno europei e statunitensi.
    I media ufficiali dell’occidente stanno buttando fumo nell’occhio alla propia opinione pubblica parlando dell’aereo malese scomparso e di una Unione Europea che cerca fonti energetiche alternative al gas russo, ovviamente insesistenti! Quale paese potrebbe mai fornire il gas che potrebbe venire a mancare dalla Russia?
    Obama che alza la voce, tuonando sanzioni contro la Russia, in realtà da un lato sta cercando di impedire una più stretta allenza tra Cina e Russia e quindi pensa ad isolare internazionalmente i due paesi. L’incontro del G7 ha proprio la finalità di tentare di isolare la Russia e l’incontro trilaterale di Obama con Sud Corea e Giappone è per accerchiare la Cina. Infine l’incontro con i rappresentanti dei paesi arabi (Emirati Arabi e Arabia saudita) è per tentare di frenare l’alleanza di questi con la Cina e dissuadere l’abbandono del dollaro.
    La missione di Obama, però appare ardua. Sul fronte europeo, anche se tutti sono fedeli alleati degli USA, alla fine la Germania farà prevalere i propri interessi, che necessariamente passano per una “amicizia” con Russia e finiranno per riconoscere la situazione creatasi, ossia finiranno per riconoscere la riunificazione della Crimea con Russia. Non è un caso che proprio oggi, alla vigilia del vertice del G7, Der Spiegel pubblica un sondaggio di opinione in cui la maggioranza dei tedeschi accetta la riunificazione di Crimea con Russia.
    Quindi per Obama tutto sarà vano per la semplice ragione che alla fine prevarranno gli interessi personali. Ne’ Europa, ne’ Usa potranno impedire l’alleanza tra Cina e Russia; inoltre l’Arabia sa bene che la Cina rappresenta il futuro ed un socio commerciale sempre più importante per cui volente o nolente dovrà accettare l’abbandono del dollaro negli scambi col gigante cinese.
    Gli USA, malgrado il loro immenso potere militare, con la crescente perdita del potere economico e l’impossibilità di continuare a trovare paesi disponibili a finanziare il proprio debito pubblico perderanno sempre più importanza a livello mondiale ed in Medio Oriente.
    In definitiva il tracollo del valore del dollaro è vicno. In questi ultimi anni, la Cina ha avvertito spesso gli USA di cambiare politica economica, ma gli USA hanno fatto finta di non sentire. Fino ad ora la Cina, il principale creditore degli USA, aveva cercato di tenere su il valore del dollaro proprio perchè avendo una enorme quantità di dollari, un suo forte deprezzamente avrebbe significato forti perdite anche per lei. Adesso però ha decisamente cambiato política: ha cominciato a vendere i titoli del debito pubbblico USA (vedasi “La crisi irreversibile degli Stati Uniti”), ha utilizzato le montagne di dollari in suo possesso per investimenti in America Latina ed Africa, sta fortificando le relazioni con la Russia e si sta avvicinando sempre più all’Arabia Saudita, principale riserva di petrolio del Golfo e seconda riserva mondiale dopo il Venezuela.
    Con la caduta del valore del dollaro, ci sarà l’inevitabile tracollo economico degli USA e in definitiva anche il tracollo degli europei, la cui unione (Unione Europea) comincia a traballare. La crisi economica in atto non solo potrebbe accelerare la disgregazione dell’Unione Europea e la fine dell’Euro, ma potrebbe accelerare anche la disgregazione di molti singoli stati. Sono a rischio disgregazione sicuramente il Regno Unito, la Spagna, il Belgio e l’Italia, dove esistono importanti regioni secessioniste.
    Tutti gli Stati europei presentano forti differenze economiche e sociali al proprio interno; storicamente è dovuto al fatto che in ogni Stato, alcune regioni si sono sviluppate più delle altre; quelle meno sviluppate hanno avuto il compito di fornire manodopera economica alle regioni più evolute.
    L’esempio tipico è proprio l’Italia, dove il Sud, dopo l’annessione al Piemonte e la susseguente decennale guerra civile, oltre che essere depredato delle proprie ricchezze è stato volutamente tenuto arretrato, appunto per fornire manodopera economica alle fabbriche del nord e fornire alla “patria” gli uomini per l’ordine pubblico interno e la difesa nazionale.
    L’accordo tacito di questa situazione prevedeva che lo stato trasferisse risorse economiche al sud, mediante la spesa pubblica. Si è sempre trattato di briciole derivanti dagli enormi guadagni prodotti al nord. Ora che la caduta del saggio di guadagno e la crisi economica produce appunto meno guadagni, stanno emergendo in Italia e negli altri stati gli egoismi delle regioni più ricche che non vogliono più trasferire alle regioni meno sviluppate neppure le briciole e pertanto chiedono la separazione. Inoltre, con la globalizzazione le grandi imprese delle regioni sviluppate europee da un lato possono contare su una manodopera ancora più economica proveniente dai paesi più poveri del mondo e dall’altro possono anche decidere di trasferire la loro propduzione direttamente nei paesi che offrono manodopera più economica e tassi di guadagni più alti. Insomma non avendo più necessità delle regioni meno sviluppate all’interno dei propri stati cercano di scaricarle. Se a questo aggiungiamo risentimenti storici come nel caso della Scozia, nel Regno Unito, che vuole l’indipendenza non certo perchè ricca si comprende che praticamente tutti gli stati europei sono a rischio disgregazione, inclusa Francia e Germania. La morte del dollaro e dell’occidente è inevitabile

  3. #3
    email non funzionante
    Data Registrazione
    09 Jul 2012
    Messaggi
    16,123
     Likes dati
    11,791
     Like avuti
    6,196
    Mentioned
    125 Post(s)
    Tagged
    3 Thread(s)

    Predefinito Re: Focus - Fine del predominio del dollaro.

    La Cina ha le mani sulla gola del dollaro
    Di Mike Whitney
    Sito originale www.informationclearinghouse.info
    Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da VICHI

    “E’ un colpo mortale per il dollaro,” è stato il commento di Peter Grandich, editore della Grandich Letter.
    Giovedì scorso, la Repubblica Popolare cinese ha sparato la prima salva in quella che può diventare una Apocalisse economica. Ha annunciato che inizierà a diversificare le proprie riserve monetarie in dollari.
    Gulp!
    Oggi la Cina ha in riserva 769 miliardi di dollari, che costituiscono la maggior parte delle proprie riserve. E’ una cifra esorbitante, qualunque criterio di misura si voglia adottare, e corrisponde al 30% circa del PIL cinese. Purtroppo le spese pazze dell’amministrazione Bush hanno reso il dollaro un cattivo investimento a lungo termine, per questo motivo la Cina deve scegliere fra cambiare strategia o sostenere grosse perdite. Si tratta di una questione spinosa che la Cina deve trattare con la dovuta delicatezza in quanto un comportamento troppo aggressivo può scatenare una corsa alla vendita del dollaro con conseguente svalutazione.
    E’ improbabile che la Cina si comporti avventatamente ma il solo annuncio del suo cambiamento di strategia ha messo in subbuglio i mercati finanziari.
    I futuri sull’oro sono già aumentati del 4% in una settimana dal momento che i grandi acquirenti istituzionali hanno riconosciuto che il dollaro è destinato a finire nella spazzatura. Dalla nomina di Bush l’oro è passato da 200 dollari a 540 dollari, segno sicuro che gli investitori hanno perso la speranza che Washington sia in grado di controllare la spesa.
    Anche se la Cina non si mette a vendere i propri dollari c’è da aspettarsi una considerevole volatilità nei mercati di lunedì.
    La Federal Reserve ha anticipato l’azione della Cina. Ecco perché il comitato dei direttori della Federal Reserve ha annunciato, all’inizio dell’anno, che non renderanno più pubblichi gli aggregati monetari M3 (che comprendono i seguenti componenti: depositi a lunga scadenza, accordi di riacquisto, e eurodollari). In questo modo la Fed può stampare una quantità di carta moneta tale da assorbire le onde d’urto derivanti da improvvise grosse vendite di dollari, senza che il pubblico venga a conoscenza di cosa stia accadendo. Si tratta di un bel trucchetto capace di espropriare gli americani dei loro sudati risparmi mentre il dollaro continua a scavare la propria tomba.
    Greenspan sapeva che questo giorno sarebbe arrivato, ecco perché, probabilmente, è andato in pensione in anticipo; godendosela alle Barbados mentre il peggio sta per arrivare. Ecco che cosa ha riferito in aprile al comitato senatoriale del bilancio:
    “Il bilancio federale si trova in un sentiero insostenibile, perché i grossi deficit provocano un aumento dei tassi di sconto i quali, a loro volta, provocano un aumento dei pagamenti per gli interessi, che provocano ancora più grossi deficit. Se non si cambia strada tutti questi deficit provocheranno il blocco o peggio dell’economia.”
    “Un sentiero insostenibile”?!?
    E’ stato proprio Greenspan e Bush che si sono incamminati sul “sentiero insostenibile”. E’ stato lui a sostenere con entusiasmo il taglio delle tasse del presidente, 450 miliardi annui, andati a favore dell’1% della popolazione che dovrebbe rappresentare. Il taglio delle tasse, da solo, ha messo il paese sulla strada della catastrofe. Con l’azione congiunta di Greenspan e Bush il debito pubblico ha raggiunto l’incredibile cifra di 3 mila miliardi di dollari. Sempre lui ha favorito pratiche finanziarie dubbie (mutui a tasso variabile, ratei a tasso zero, prestiti con solo gli interessi) che hanno gonfiato la bolla immobiliare con una un onda di acquisti speculativi senza precedenti. Mentre la Fed continua ad aumentare i tassi e a stringere i cordoni dei prestiti, la bolla si sta lentamente avviando verso l’abisso portandosi con sé il futuro economico dell’America.
    Greenspan ha anestetizzato il paese con la politica dei tassi a basso interesse mentre Bush e Co. hanno fatto ricorso al massimo del credito possibile caricando la nave con tutto quello che vi era nelle casse pubbliche. Intanto l’economia ha cominciato ad arrancare proprio mentre Greenspan teneva nascosti gli effetti a lungo termine dei grossi deficit dietro una montagna di denaro a basso costo. Adesso il pozzo è asciutto e l’America si troverà di fronte a interessi sempre crescenti, a una economia stagnante e a un dollaro in caduta.
    La mossa della Cina ci segnala che stiamo entrando in un periodo di instabilità economica, nel quale il futuro dell’America si troverà alla mercè dei suoi creditori. I tassi di interesse sui mutui americani verranno stabiliti dalla politica economica della Cina.
    Benvenuto nel nuovo mondo, compagno.
    La Fed pensa di poter gestire la cosa manipolando l’offerta di denaro di nascosto della pubblica opinione.
    Si vedrà.
    L’ultima volta che Greenspan ha messo in atto questo trucco ha diminuito i tassi di 12 volte in un anno e mezzo mentre la pressione della borsa diminuiva lasciando l’economia col salvagente.
    Greenspan sa che gli interessi bassi (“soldi facili”) non possono prevenire sempre il disastro.
    Se la Cina comincia a vendere i suoi dollari è la fine per il biglietto verde. Anche il Giappone sarà costretto a vendere, con a poca distanza anche la Germania. Le nazioni minori si accoderanno alla frenesia di vendita, seguiti dai fondi pensione e altro. Si tratterà di una passeggiata nella Repubblica di Weimar degli anni 30.
    E allora?
    Lunedì la Fed inietterà “preventivamente” miliardi di miliardi nel sistema per far aumentare la liquidità e soffocare sul nascere una possibile corsa al dollaro. In questo modo si può far finta di una apparente normalità mentre quel poco di ricchezza che è rimasta ancora alla classe media verrà deviata nelle tasche di flanella dei banchieri centrali grazie all’inflazione. Questo spingerà l’economia americana verso una traiettoria discendente con alla fine una penuria da terzo mondo.
    L’America è sulla strada di una iperinflazione; che farà a pezzi la classe media, minerà i programmi popolari sociali, schiaccerà i sindacati, privatizzando tutte le aree del governo federale, si “pareggeranno” i posti di lavoro (per usare la terminologia di un guru della globalizzazione, Tom Friedman) e gli americani saranno costretti a competere con i lavoratori meno pagati del mondo.
    Gli effetti dei grossi deficit sono ben noti. Alla fine le galline torneranno nel pollaio mentre i poveri e la classe media soffriranno terribilmente. Stavolta non sarà diverso.
    Mike Whitney
    Fonte: INFORMATION CLEARING HOUSE. NEWS, COMMENTARY & INSIGHT
    Link: Bush's Con Jobs


  4. #4
    email non funzionante
    Data Registrazione
    09 Jul 2012
    Messaggi
    16,123
     Likes dati
    11,791
     Like avuti
    6,196
    Mentioned
    125 Post(s)
    Tagged
    3 Thread(s)

    Predefinito Re: Focus - Fine del predominio del dollaro.

    La Fine della Supremazia Occidentale (Ovvero la Fine del Dollaro) - Rischio Calcolato
    La Fine della Supremazia Occidentale (Ovvero la Fine del Dollaro)


    4 marzo 2014 Di FunnyKing


    Signore e signori, forse non ve ne siete accorti ma ieri è accaduto un fatto epocale. Qualcosa che non si vedeva dal dopoguerra ovvero da quando il dollaro e gli Stati Uniti (e l’occidente alleato) hanno esteso il loro dominio sul mondo.
    Capita infatti che la Russia (ex Unione Sovietica, tanto per rivangare vecchi nomi) abbia invaso uno stato confinante in apparente conflitto con gli interessi “occidentali”. Truppe (ex)Sovietiche si sono prima infiltrate in territorio Ucraino e poi aerei, mezzi di assalto e carri armati hanno preso la Crimea peraltro senza sparare un colpo. E’ probabile che la stessa scena si ripeta in altre zone russofone dell’Ucraina, e certamente il lavoro di intelligence e di infiltrazione è già stato fatto vista la “casuale” sollevazione popolare pro-Russia in alcune zone chiave dell’Est Ucraina.
    Ma non è questo il punto.
    Capita anche che “l’occidente” esattamente come in Siria sia stato sconfitto ancora prima di partecipare, o meglio, “l’occidente” finanzia i gruppi politici e armati sul territorio da partare nella sua sfera di influenza, provoca un certo grado di disordine, ma il giochino finisce quando i Russi ci vanno giù diretti e pesanti, con l’Armata Rossa. A quel punto “l’occidente” è automaticamente sconfitto, semplicemente perchè ha troppo da perdere, troppi interessi delle multinazionali occidentali in pericolo, troppo grande la bolla finanziaria che può scoppiare da un momento all’altro, e poi parliamoci chiaro: un conto e muovere guerra contro Gheddafi un altro è spendere prezioso denaro pubblico (e rinunciare a lauti contratti) per una riedizione della guerra fredda.
    Ma neppure questo è il punto.
    Il punto è questo:


    Mai vista in vita mia una cosa del genere. E non venitemi a raccontare che il mercato sconta una soluzione pacifica e nessun reale pericolo di destabilizzazione mondiale.
    Balle.
    E’ successo che i mercati si sono destabilizzati ma il dollaro non se lo è cagato nessuno come bene rifugio.
    Ecco questo è il punto.
    La pietra angolare del sistema di potere occidentale, il dollaro, NON è piu il luogo dove ripararsi dalla pioggia, troppo indebolito dalla fed e francamente esiste dell’altro.
    Altre valute come il Franco Svizzero per esempio (se la Banca Centrale Svizzera smettesse di tenerlo agganciato all’Euro, ne vedreste delle belle), poi c’è l’Oro altre materie prime, persino i Bitcoin (occhio che ieri si sono davvero comportati come l’Oro, tenetelo presente…. no dico i Bitcoin??)
    Quindi l’intervento Russo ha mostrato due cose, l’occidente è impotente su scala internazionale. Se messo di fronte ad un reale sforzo bellico, e il dollaro non più interessante come valuta rifugio.
    Faccio la mia previsione: ora comincia il balletto, Putin darà ordini alternativamente di distensione e guerra e si prenderà l’Est dell’Ucraina attraverso un capillare lavoro di intelligence (ora sta prendendo tempo rafforzando con discrezione la sua posizione sul campo), finanziamento di gruppi politici e di moral suasion dei gruppi economici Ucraini che si rendono ben conto di non avere alternative reali.
    Ci saranno una serie di referendum pro Russia e di fatto l’Ucraina si spaccherà, il resto del paese continuerà comunque ad essere dipendente e per molto tempo dalle forniture di energia di Mosca.
    E’ molto probabile che l’arma utilizzata da Mosca sarà il default Ucraino e la chiusura del mercato Russo se l’Europa non ubbidirà e se ne starà buona nel suo cantuccio, forse avrete notato la “cautela” italiana. Abbiamo 5 miliardi di crediti con l’Ucraina e una serie di progetti di Stato (Eni, Enel) con la Russia, di fatto la guerra fredda è la nostra opzione peggiore.
    p.s. e non fatevi troppe pippe sulla “signora Merkel” la Russia è un mercato fondamentale anche per la Germania. Per concludere gli americani stanno per scoprire di essere isolati.

  5. #5
    email non funzionante
    Data Registrazione
    09 Jul 2012
    Messaggi
    16,123
     Likes dati
    11,791
     Like avuti
    6,196
    Mentioned
    125 Post(s)
    Tagged
    3 Thread(s)

    Predefinito Re: Focus - Fine del predominio del dollaro.

    Il mondo intende rinunciare ai pagamenti in dollari

    © Collage: «La Voce della Russia»


    Le notizie degli ultimi giorni parlano di conflitti locali ed internazionali, degli avvenimenti in Mali, Iran, Afghanistan, Ucraina… Alla luce di questi avvenimenti vengono in mente le parole di Cicerone “Il denaro è il nervo della guerra”. La questione dei pagamenti reciproci diventa sempre più attuale.


    Sullo sfondo della minaccia di sanzioni da parte dell’America la Russia e la Cina discutono la possibilità di introdurre un proprio sistema di pagamenti. Possono essere sostenute in questo dall’India e dagli altri paesi BRICS. I paesi europei sono perplessi dalle azioni dell’America, loro vecchio partner che persegue sempre più palesemente solo i propri interessi egoistici.
    L’Europa si chiede preoccupata se il dollaro resterà o meno l’unica valuta dei pagamenti reciproci. Stando all’economista francese Jacques Sapir, direttore della Scuola superiore delle scienze sociali, ciò rappresenta un problema europeo in quanto il cambio dell’euro rispetto al dollaro è troppo elevato. Ciò incide negativamente sulla competitività dell’economia europea:
    Ma esiste anche un problema ancor più globale. È il ruolo del dollaro come unica valuta di riserva e come strumento di pagamenti internazionali. Proprio in questa sfera devono avvenire nei prossimi anni cambiamenti cardinali.
    Circa il 60% di tutta la valuta di riserva internazionale esiste in equivalente in dollari. Nelle riserve private la quota del dollaro è ancor più alta. Jacques Sapir precisa:
    Ciò è legato all’affidabilità del dollaro come valuta. È noto infatti che quando c’è bisogno di convertire il dollaro in un’altra valuta, è molto facile farlo.
    Il dollaro viene usato storicamente come unità dei pagamenti e come valuta converrtibile per molte sfere. In particolare, i prezzi sui mercati degli idrocarburi, ossia del petrolio e del gas, sono legati al dollaro. Ciò permette a tutti i partecipanti all’attività imprenditoriale di vedere istantaneamente lo stato del mercato. Ovviamente, il consumatore potrebbe pagare al produttore le forniture del petrolio e del gas in qualsiasi valuta, ma in pratica ciò viene sempre fatto in dollari. Viviamo nel mondo unito intorno al dollaro. Tale unità del mondo non è però assoluta e molti paesi hanno indicato a loro tempo i difetti di questa unità. Tuttavia, secondo il parere dell’esperto
    La situazione potrebbe cambiare solo se alcuni paesi prendessero la decisione politica di creare un mercato parallelo. Su questo mercato potrebbe essere adottata un’altra valuta. Lo possono fare, in primo luogo, i paesi produttori di materie prime. Secondo me, tale processo può iniziare nei prossimi anni.
    Per saperne di più: Il mondo intende rinunciare ai pagamenti in dollari - Notizie - Attualita' - La Voce della Russia

  6. #6
    email non funzionante
    Data Registrazione
    09 Jul 2012
    Messaggi
    16,123
     Likes dati
    11,791
     Like avuti
    6,196
    Mentioned
    125 Post(s)
    Tagged
    3 Thread(s)

    Predefinito Re: Focus - Fine del predominio del dollaro.

    LA NOTIZIA DELL'ANNO ? LA GERMANIA SFANCULA IL DOLLARO E APRE AL COMMERCIO DIRETTO IN YUAN


    DI FUNNYKING
    rischiocalcolato.it

    Nota di Rischio Calcolato: direi che la seguente è la notizia dell’anno, la Germania ha preso accordi con la Cina per commerciare direttamente in Yuan senza passare dal dollaro. Ovviamente l’accordo prevede da parte di Pechino una maggiore apertura dello sterminato mercato interno cinese. Ora comincio a comprendere meglio a chi fosse rivolto il “fuck the EU” recentemente pronunciato da un funzionario USA.
    Signore e signori, è tempo di grandi cambiamenti, il dollar standard è certamente sulla via del tramonto e si intravede un mondo multipolare anche per quanto riguarda le valute. Sono pronto a scommettere che si scoprirà a breve che in realtà la vera sede di al-Qaeda è proprio la Germania e che la Merkel in realtà è la sorella segreta di Bin Laden.
    Siate MOLTO consapevoli e siate preparati.


    p.s. Germania vuole dire Europa, dunque non mi stupirei se a breve anche Ignazio Visco volerà a Pechino.
    da Kappa di Picche
    BANK OF CHINA E BUNDESBANK SI ACCORDANO SULLO YUAN (nel frattempo, Obama va in Arabia saudita)
    Via Liberty Blitzkrieg blog:
    Non ho prestato troppa attenzione al ritardo degli accordi tra la Cina e le altre nazioni riguardo l’estensione dell’uso dello yuan (renminbi) a livello internazionale, perche’ a riguardo le valutazioni dei commentatori del mercato sulle implicazioni a breve termine mi sono sempre sembrate esagerate. Detto questo, data l’importanza della Germania all’interno dell’economia globale, e della UE in particolare, l’accordo tra la Banca Popolare della China (PBOC) e la Bundesbank tedesca mi sembra abbastanza significativo:
    Via BusinessWeek:
    “La Bundesbank tedesca e la PBOC cinese hanno accettato di cooperare nella compensazione e nella liquidazione dei pagamenti in renmimbi, spianando la strada a Francoforte per accaparrarsi una quota del mercato off-shore. Le due banche centrali hanno firmato un memorandum d’intesa oggi a Berlino, quando il presidente cinese Xi Jinping ha incontrato il cancelliere tedesco Angela Merkel, da Francoforte la Bundesbank ha rilasciato una dichiarazione ufficiale via email.
    La capitale finanziaria della Germania ha prevalso su Parigi e Lussemburgo in una gara all’interno della zona euro per conquistarsi la leadership del commercio di renminbi, moneta che secondo la “Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication” superera’ in ottobre l’euro come seconda moneta piu’ usata nella finanza e nel commercio globale.
    Il Ministero del Tesoro del Regno Unito il 26 marzo ha dichiarato che la Banca d’Inghilterra avrebbe firmato per il 31 marzo un accordo iniziale con la PBOC per chiarire e regolare a Londra le transazioni in yuan.
    «Francoforte è uno dei centri finanziari piu’ importanti d’Europa ed e’ la sede di due banche centrali, che ne fanno un luogo particolarmente adatto» – ha detto Joachim Nagel, membro del comitato esecutivo della Bundesbank, e poi ha aggiunto: «Regolare qui il renminbi rafforzera’ gli stretti legami economici e finanziari tra la Germania e la Repubblica Popolare Cinese».
    Secondo l’Ufficio Federale di Statistica di Wiesbaden, l’anno scorso la Cina era il terzo partner commerciale estero della Germania, con 140 miliardi di euro di interscambio commerciale tra i due paesi. La Cina si colloca al quinto posto tra gli importatori di merci tedesche ed e’ il secondo piu’ grande esportatore verso la Germania.
    Le aziende tedesche, tra cui la Siemens AG, la piu’ grande societa’ di ingegneria del paese, e la Volkswagen AG, stanno integrando il renmimbi come terza valuta per le transazioni commerciali trans-frontaliere. «il potenziale e’ enorme» – ha detto Stefan Harfich, il Manager per i Servizi Finanziari della Siemens, che a ottobre ha gestito l’introduzione dello yuan nella societa’ di Monaco di Baviera, e poi ha aggiunto: «l’introduzione del renmimbi come valuta ufficiale della societa’ avra’ un impatto importante sugli affari della Siemens dei prossimi anni».
    Daimler AG, il produttore della Mercedes che ha venduto 235.644 auto in Cina l’anno scorso, il 14 marzo ha emesso 500 milioni di yuan nell’economia piu’ grande dell’Asia, nel cosidetto panda-bond di una societa’ estera non finanziaria.”
    Tenendo questo a mente, non dimentichimoci che Obama adesso e’ in Arabia Saudita a cercare di ripristinare i legami col regno medievale, ovvero, sta cercando di trovare un modo per armare Al-Queda in Siria senza che l’opinione pubblica americana lo sappia:
    Via Wall Street Journal:
    “La visita di Barack Obama in Arabia Saudita e’ il tentativo di riaccendere rapporti che i regnanti sauditi sperano si concretizzino nell’impegno da parte del Presidente degli Stati Uniti di aumentare la fornitura di armi sofisticate ai ribelli siriani. La sosta di Obama dopo il tour europeo siglera’ la sua prima visita al Regno Saudita da quando le relazioni USA-Arabia Saudita erano state messe a dura prova dalla scelta americana di rinnovare i contatti statunitensi d’alto livello con l’Iran e di cancellare gli attacchi aerei pianificati contro il regime del presidente siriano Bashar Al-Assad.
    I funzionari sauditi sperano anche che Obama porterà ad una svolta nell’opposizione di USA e Giordania ad armare i ribelli siriani con armi piu’ tecnologicamente avanzate, inclusi lanciamissili a spalla – conosciuti come manpads – che secondo i Sauditi, un diplomatico occidentale e degli analisti della sicurezza regionale che conoscono la situazione in Siria, sarebbero capaci di abbattere i caccia dell’aviazione siriana.
    La Giordania ha bloccato la consegna di armi supplementari ai ribelli attraverso il suo territorio per paura di ritrovarsi ancora piu’ coinvolta nel conflitto siriano (uno dei motivi per cui le forze governative stanno recuperando terreno, ndt).
    Un diplomatico occidentale e due funzionari dell’opposizione siriana hanno detto che il governo ad Amman e’ in attesa che gli Stati Uniti approvino la distribuzione dei lanciamissili a spalla acquistati dai sauditi e attualmente sono custoditi nei magazzini giordani. I reali sauditi hanno smesso con la rabbiosa retorica dalla spaccatura di autunno.
    Il principe Turki Al Faisal, la cui critica della politica dell’amministrazione Obama sull’Iran e la Siria ha fatto il giro delle prime pagine nel mese di dicembre, non ha praticamente fatto menzione del Governo Americano durante il discorso sull’Iran che ha fatto questo mese negli Stati Uniti. L’ambasciatore saudita che a dicembre ha scritto sul New York Times che l’Arabia Saudita dovrebbe rompere le relazioni con gli Stati Uniti e’ stato pubblicamente messo a tacere.
    Sembra che l’ipotesi di invischiarsi di piu’ nella Guerra Civile Siriana sia ancora seriamente sul tavolo… Ci sono un sacco di cose sul cammino del fronte Macro in questo momento, i prossimi mesi dovrebbero essere molto interessanti, per non dire altro. Per la Liberta’
    MICHAEL KRIEGER (tradotto da @FedericoNero)
    Rischio Calcolato

    Link: CLAMOROSO: La Germania SFANCULA il Dollaro e Apre al Commercio diretto in Yuan - Rischio Calcolato
    30.03.2014

  7. #7
    email non funzionante
    Data Registrazione
    09 Jul 2012
    Messaggi
    16,123
     Likes dati
    11,791
     Like avuti
    6,196
    Mentioned
    125 Post(s)
    Tagged
    3 Thread(s)

    Predefinito Re: Focus - Fine del predominio del dollaro.

    LA NOTIZIA DELL'ANNO ? LA GERMANIA SFANCULA IL DOLLARO E APRE AL COMMERCIO DIRETTO IN YUAN


    DI FUNNYKING
    rischiocalcolato.it

    Nota di Rischio Calcolato: direi che la seguente è la notizia dell’anno, la Germania ha preso accordi con la Cina per commerciare direttamente in Yuan senza passare dal dollaro. Ovviamente l’accordo prevede da parte di Pechino una maggiore apertura dello sterminato mercato interno cinese. Ora comincio a comprendere meglio a chi fosse rivolto il “fuck the EU” recentemente pronunciato da un funzionario USA.
    Signore e signori, è tempo di grandi cambiamenti, il dollar standard è certamente sulla via del tramonto e si intravede un mondo multipolare anche per quanto riguarda le valute. Sono pronto a scommettere che si scoprirà a breve che in realtà la vera sede di al-Qaeda è proprio la Germania e che la Merkel in realtà è la sorella segreta di Bin Laden.
    Siate MOLTO consapevoli e siate preparati.


    p.s. Germania vuole dire Europa, dunque non mi stupirei se a breve anche Ignazio Visco volerà a Pechino.
    da Kappa di Picche
    BANK OF CHINA E BUNDESBANK SI ACCORDANO SULLO YUAN (nel frattempo, Obama va in Arabia saudita)
    Via Liberty Blitzkrieg blog:
    Non ho prestato troppa attenzione al ritardo degli accordi tra la Cina e le altre nazioni riguardo l’estensione dell’uso dello yuan (renminbi) a livello internazionale, perche’ a riguardo le valutazioni dei commentatori del mercato sulle implicazioni a breve termine mi sono sempre sembrate esagerate. Detto questo, data l’importanza della Germania all’interno dell’economia globale, e della UE in particolare, l’accordo tra la Banca Popolare della China (PBOC) e la Bundesbank tedesca mi sembra abbastanza significativo:
    Via BusinessWeek:
    “La Bundesbank tedesca e la PBOC cinese hanno accettato di cooperare nella compensazione e nella liquidazione dei pagamenti in renmimbi, spianando la strada a Francoforte per accaparrarsi una quota del mercato off-shore. Le due banche centrali hanno firmato un memorandum d’intesa oggi a Berlino, quando il presidente cinese Xi Jinping ha incontrato il cancelliere tedesco Angela Merkel, da Francoforte la Bundesbank ha rilasciato una dichiarazione ufficiale via email.
    La capitale finanziaria della Germania ha prevalso su Parigi e Lussemburgo in una gara all’interno della zona euro per conquistarsi la leadership del commercio di renminbi, moneta che secondo la “Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication” superera’ in ottobre l’euro come seconda moneta piu’ usata nella finanza e nel commercio globale.
    Il Ministero del Tesoro del Regno Unito il 26 marzo ha dichiarato che la Banca d’Inghilterra avrebbe firmato per il 31 marzo un accordo iniziale con la PBOC per chiarire e regolare a Londra le transazioni in yuan.
    «Francoforte è uno dei centri finanziari piu’ importanti d’Europa ed e’ la sede di due banche centrali, che ne fanno un luogo particolarmente adatto» – ha detto Joachim Nagel, membro del comitato esecutivo della Bundesbank, e poi ha aggiunto: «Regolare qui il renminbi rafforzera’ gli stretti legami economici e finanziari tra la Germania e la Repubblica Popolare Cinese».
    Secondo l’Ufficio Federale di Statistica di Wiesbaden, l’anno scorso la Cina era il terzo partner commerciale estero della Germania, con 140 miliardi di euro di interscambio commerciale tra i due paesi. La Cina si colloca al quinto posto tra gli importatori di merci tedesche ed e’ il secondo piu’ grande esportatore verso la Germania.
    Le aziende tedesche, tra cui la Siemens AG, la piu’ grande societa’ di ingegneria del paese, e la Volkswagen AG, stanno integrando il renmimbi come terza valuta per le transazioni commerciali trans-frontaliere. «il potenziale e’ enorme» – ha detto Stefan Harfich, il Manager per i Servizi Finanziari della Siemens, che a ottobre ha gestito l’introduzione dello yuan nella societa’ di Monaco di Baviera, e poi ha aggiunto: «l’introduzione del renmimbi come valuta ufficiale della societa’ avra’ un impatto importante sugli affari della Siemens dei prossimi anni».
    Daimler AG, il produttore della Mercedes che ha venduto 235.644 auto in Cina l’anno scorso, il 14 marzo ha emesso 500 milioni di yuan nell’economia piu’ grande dell’Asia, nel cosidetto panda-bond di una societa’ estera non finanziaria.”
    Tenendo questo a mente, non dimentichimoci che Obama adesso e’ in Arabia Saudita a cercare di ripristinare i legami col regno medievale, ovvero, sta cercando di trovare un modo per armare Al-Queda in Siria senza che l’opinione pubblica americana lo sappia:
    Via Wall Street Journal:
    “La visita di Barack Obama in Arabia Saudita e’ il tentativo di riaccendere rapporti che i regnanti sauditi sperano si concretizzino nell’impegno da parte del Presidente degli Stati Uniti di aumentare la fornitura di armi sofisticate ai ribelli siriani. La sosta di Obama dopo il tour europeo siglera’ la sua prima visita al Regno Saudita da quando le relazioni USA-Arabia Saudita erano state messe a dura prova dalla scelta americana di rinnovare i contatti statunitensi d’alto livello con l’Iran e di cancellare gli attacchi aerei pianificati contro il regime del presidente siriano Bashar Al-Assad.
    I funzionari sauditi sperano anche che Obama porterà ad una svolta nell’opposizione di USA e Giordania ad armare i ribelli siriani con armi piu’ tecnologicamente avanzate, inclusi lanciamissili a spalla – conosciuti come manpads – che secondo i Sauditi, un diplomatico occidentale e degli analisti della sicurezza regionale che conoscono la situazione in Siria, sarebbero capaci di abbattere i caccia dell’aviazione siriana.
    La Giordania ha bloccato la consegna di armi supplementari ai ribelli attraverso il suo territorio per paura di ritrovarsi ancora piu’ coinvolta nel conflitto siriano (uno dei motivi per cui le forze governative stanno recuperando terreno, ndt).
    Un diplomatico occidentale e due funzionari dell’opposizione siriana hanno detto che il governo ad Amman e’ in attesa che gli Stati Uniti approvino la distribuzione dei lanciamissili a spalla acquistati dai sauditi e attualmente sono custoditi nei magazzini giordani. I reali sauditi hanno smesso con la rabbiosa retorica dalla spaccatura di autunno.
    Il principe Turki Al Faisal, la cui critica della politica dell’amministrazione Obama sull’Iran e la Siria ha fatto il giro delle prime pagine nel mese di dicembre, non ha praticamente fatto menzione del Governo Americano durante il discorso sull’Iran che ha fatto questo mese negli Stati Uniti. L’ambasciatore saudita che a dicembre ha scritto sul New York Times che l’Arabia Saudita dovrebbe rompere le relazioni con gli Stati Uniti e’ stato pubblicamente messo a tacere.
    Sembra che l’ipotesi di invischiarsi di piu’ nella Guerra Civile Siriana sia ancora seriamente sul tavolo… Ci sono un sacco di cose sul cammino del fronte Macro in questo momento, i prossimi mesi dovrebbero essere molto interessanti, per non dire altro. Per la Liberta’
    MICHAEL KRIEGER (tradotto da @FedericoNero)
    Rischio Calcolato

    Link: CLAMOROSO: La Germania SFANCULA il Dollaro e Apre al Commercio diretto in Yuan - Rischio Calcolato
    30.03.2014

  8. #8
    email non funzionante
    Data Registrazione
    09 Jul 2012
    Messaggi
    16,123
     Likes dati
    11,791
     Like avuti
    6,196
    Mentioned
    125 Post(s)
    Tagged
    3 Thread(s)

    Predefinito Re: Focus - Fine del predominio del dollaro.

    http://www.investireoggi.it/economia...asse-anti-usa/

    Attacco al dollaro, l’Iran si unisce alla Russia nell’asse anti-USA

    Ultimo aggiornamento 03 aprile 2014 , ore 10:29
    La Russia ha stipulato con l'Iran un accordo di 20 miliardi di dollari per importare petrolio da Teheran in cambio di cibo e altri beni industriali. Si allarga in Asia il fronte contro l'uso del dollaro nelle transazioni internazionali.


    PER APPROFONDIRE: banche russecircuiti di pagamentogold standardpagamenti trans-nazionaliriserve ufficialitensioni Ucrainatensioni USA Russiatransanzioni internazionalivaluta cinese
    ingrandisci immagine

    #
    Economia Usa
    #
    Crisi Ucraina




    Le tensioni tra USA e Russia sul caso Ucraina hanno accelerato la creazione di un fronte asiatico contrario agli americani e che punta a sostituire con maggiore rapidità delle previsioni il dollaro come valuta di scambio per le transazioni internazionali.
    La guerra delle sanzioni

    E’ accaduto che le sanzioni imposte dagli USA contro singole personalità dell’estabilishment russo si sono tradotte in un allentamento dei rapporti anche sul piano finanziario, tanto che i circuiti di pagamento Visa e MasterCard hanno sospeso il servizio a clienti delle banche russe. Ciò ha scatenato le ire del Cremlino, che adesso studia ufficialmente un piano per creare un circuito nazionale e per fare a meno del dollaro per i pagamenti trans-nazionali.

    APPROFONDISCI - Russia, Putin studia addio al dollaro per i pagamenti internazionali

    Accordo Russia-Iran

    Adesso, giunge la notizia che la Russia e l’Iran hanno raggiunto un accordo per scambiare petrolio in cambio di cibo e altri beni industriali, tra cui metalli. L’intesa varrebbe 20 miliardi di dollari. In sostanza, Mosca comprerebbe da Teheran fino a 500 mila barili di greggio al giorno per un periodo di 2-3 anni. In cambio, fornirebbe all’Iran cibo e altri beni industriali per un controvalore, appunto, di 20 miliardi di dollari, sulla base di un prezzo del petrolio al barile non molto dissimile dalle quotazioni internazionali, anche se un pò più basso.
    L’accordo consentirebbe all’Iran di aggirare in parte le sanzioni imposte dall’Occidente contro le sue esportazioni, in seguito alla mancata cooperazione del paese sul fronte delle ricerche sull’uranio per scopi apparentemente militari.
    Già nelle scorse settimane era stato raggiunto un asse anche tra la Russia da una parte e Cina e India dall’altra, che vede coinvolto sempre il settore petrolifero, nonché la possibilità di regolare gli scambi in valute locali.
    Il ruolo della Cina

    Decisivo sarà il ruolo dello yuan. Per quanto in queste ultime settimane, la valuta cinese sembra avere perso un pò di smalto, dopo il raddoppio della banda di oscillazione quotidiana al 2%, bisogna considerare che essa è pur sempre ai massimi da molti anni contro il dollaro. Se nel 2006 ci volevano oltre 8 yuan per un dollaro, oggi siamo a un tasso di cambio di 6,20.
    Ma cosa più importante, la Cina si è trasformata nel più grande importatore di oro al mondo, pur essendo il maggiore produttore del pianeta. Nel solo 2013, Pechino ha comprato dall’estero 1.075 tonnellate di lingotti e avrebbe in programma di acquistarne altre 5.000 tonnellate. Cosa dovrebbe farci con tutto questo oro? Nonostante l’assenza di notizie ufficiali (le riserve ufficiali di oro sono aggiornate al dato del 2009), è evidente che i cinesi vogliano crearsi una base di metallo, tale da supportare lo yuan sui mercati internazionali, a garanzia del suo valore. Una sorta di ritorno al “gold standard system”, ma in salsa asiatica, con la valuta cinese a sostituirsi al dollaro su pezzi importanti dei mercati mondiali.

    APPROFONDISCI - Crisi Ucraina, ecco l’alleanza pericolosa tra Cina e Russia contro l’Occidente

    Non dimentichiamoci, infine, che proprio in questi giorni la Cina ha raggiunto un accordo con la Bundesbank per regolare le transazioni in yuan ed euro e non più in dollari. Un accordo simile è stato siglato anche con il Regno Unito. Si tratta del segnale più evidente che persino nell’Eurozona si stia mettendo in forse il ruolo del dollaro come valuta di riserva mondiale. E sempre il fondo sovrano cinese da 3.660 miliardi di dollari si accinge a buttarsi sul comparto immobiliare europeo, al fine di diversificare le sue riserve.
    La crisi ucraina, quindi, ha accelerato un trend sotto traccia da tempo. Le sanzioni americane contro la Russia sembrano aver funto da liberazione per gli istinti anti-petrodollari imperanti in Asia.

    di Giuseppe Timpone


  9. #9
    email non funzionante
    Data Registrazione
    09 Jul 2012
    Messaggi
    16,123
     Likes dati
    11,791
     Like avuti
    6,196
    Mentioned
    125 Post(s)
    Tagged
    3 Thread(s)

    Predefinito Re: Focus - Fine del predominio del dollaro.

    L`Aquila bicipite e il crollo di dollaro ed euro

    – Posted 1 week agoPosted in: Esteri/Geopolitica



    In Italia la notizia non è praticamente circolata. I cosiddetti mezzi di “informazione”, preferiscono infatti – come imparato dalle media-corporations angloamericane – offrire notizie minori “drogate” e rimuovere quelle che potrebbero turbare l’asservimento dei popoli e mettere a rischio l’egemonia degli oligarchi della finanza internazionale. Veniamo al fatto.
    Nei giorni seguenti alla crisi ucraina e alla riunificazione della Crimea con la madre patria russa, come si sa, l’Occidente, su spinta di Washington, non soltanto ha “allertato” la Nato, con minacce di intervento per una presunta ma mai avvenuta “invasione dell’Ucraina”, ma ha applicato “sanzioni” sia contro personalità politiche russe e sia rispetto a – si diceva – “minori” collaborazioni economiche tra i due blocchi. Mosca aveva replicato con una leggera ritorsione sui visti di alcuni responsabili occidentali.
    Ma una piccola “ritorsione” Usa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
    La potente JPMorgan (la maggiore banca privata Usa che con la collegata Morgan Stanley vende “derivati” e rastrella interessi a usura sui prestiti globali e anche all’Italia: la stessa subito beneficata da Monti, appena diventato presidente del Consiglio, con un “rimborso” di oltre 2 miliardi e mezzo di euro – il controvalore della poi decisa “riforma” delle pensioni – di cui ha gioito il rampollo Giovanni Monti, figlio dell’ex rettore della Bocconi e dirigente della MS) ha infatti con estrema solerzia subito bloccato un pagamento di meno di 5000 dollari alla società di assicurazioni Sogaz di Astana (Kazakhstan), società partecipata dalla Bank Rossiya, con la scusa che quest’ ultimo istituto era presente nell’elenco degli enti russi “sanzionabili” dall’Occidente.
    Il blocco di tale versamento ha irritato il governo russo, ritenendolo un segnale di “ostilità” gratuita.
    E’ così intervenuto lo stesso presidente Vladimir Putin che ha ordinato il conio immediato di una moneta da 5 rubli d’oro (ognuna contenente 0,1244 once di oro puro) decorato da una aquila bicipite. Tale moneta – la Russia detiene le seconde maggiori riserve auree del mondo pari a 12.500 tonnellate (oltre 400 milioni di once) e lo sfruttamento delle riserve Natalka, a Magadan, potrebbe diventare la prima potenza produttrice di oro nel pianeta – secondo i piani russi – è destinata a diventare la valuta di scambio per gli acquisti di materie prime.
    Quando tutta l’energia globale sarà acquistata in oro verrà posto così fine al regno del dollaro statunitense – una moneta di carta straccia iperinflazionata – come valuta di riserva globale e in particolare per le forniture di energia, determinando palesemente il collasso delle economie degli Stati Uniti e dell’Unione europea.
    Il “Progetto Aquila Bicipite”, questa la definizione, prevede la creazione di un nuovo “sistema di pagamento nazionale” che consentirà alla Russia di costruire le fondamenta per offrire un’alternativa alla Società per le telecomunicazioni finanziarie interbancarie mondiali (swift) del sistema bancario – che impone transazioni esclusivamente con il dollaro Usa come moneta di riferimento – e permettere alle nazioni di tutto il mondo la possibilità di allontanarsi dal dollaro americano e dall’egemonia degli Stati Uniti.
    Oltre al via all’operazione “aquila bicipite”, Putin ordinato alla Sberbank, la più grande banca della Russia e di tutta l’Europa orientale, di interrompere l’emissione di prestiti al consumo in valuta estera. “E’ stata accesa così una miccia – hanno subito avvertito gli analisti finanziari Usa – che rende obbligatorio, per la Russia, abbandonare il sistema detto dei “petrodollari”: con las conseguenza che il sistema russo basato sull’oro “distruggerebbe tutto in una quindicina di giorni”.
    E ciò accadrà tanto più rapidamente se al sistema russo si uniranno le altre nazioni BRICS (Brasile, India, Cina e Sud Africa) che oltre ad aver negoziato già da anni la fuoriuscita dal sistema-dollaro, non a caso hanno all’unanimità e con forza sostenuto la posizione della Russia in Crimea contro gli Stati Uniti e l’UE.
    Si metta poi in relazione come all’Unione europea (e all’Italia in particolare) un blocco delle importazioni di gas russo – unica contromossa possibile, pagando dal 2018 quasi il doppio del costo della materia prima se importata dagli Usa con il metodo ancora in esecuzione delle forniture di gas da scisto liquefatto – costerebbe immediatamente 215 miliardi dollari, oltre alle sopravvenienze passive sugli aumenti dei costi.
    La moneta aurea in sostituzione di una carta stampata priva di valore e oltretutto sfornata dalla Federal Reserve Usa almeno cento volte in più rispetto al reale valore della ricchezza degli Stati Uniti, provocherà al dollaro un’accelerata svalutazione con il crollo dell’intero sistema di interscambio valutario mondiale fondato oggi sul biglietto verde.
    Un colpo mortale per i Paesi europei occidentali per la gran parte, come l’Italia, dipendenti dalle forniture russe per il proprio fabbisogno di energia.
    Ma anche un colpo terminale per la superpotenza atlantica. Quale investitore preferirebbe un pezzo di carta che si svaluta velocemente ad un bene concreto che non può che aumentare di valore?
    E lo scenario ulteriore sarà giocoforza che i vecchi debiti – di Stato o privati – essendo espressi in dollari o euro si svaluteranno radicalmente; la Federal Reserve e tutte le banche ad essa legate (praticamente tutte) saranno portate al fallimento e poi alla bancarotta.
    Allo stato, l’unica incognita è data dalla questione-Cina. Pechino, che ha i suoi forzieri zeppi di banconote Usa, di pezzi di carta, e che sta usando questa moneta per rastrellare la proprietà produttive di mezzo mondo (si pensi alla recentissima acquisizione di oltre il 2% di Eni ed Enel), non guarda naturalmente con favore, nel breve termine, alla sostituzione del dollaro con una moneta aurea. Di qui il rallentamento dei negoziati con gli altri membri del cartello Brics sul conio della moneta alternativa al dollaro. Ma la Cina dipende anche da una forte importazione di energia dall’estero. E la Russia è il maggior esportatore mondiale di gas (come pure è forte esportatore anche di petrolio). E così è anche vero che una cooperazione più stretta tra Pechino e Mosca, dopo i contraccolpi negativi iniziali, permetterebbe anche alla Cina non soltanto di ripristinare il suo sviluppo su basi più sane, ma di recuperare la propria sovranità fin qui ceduta ai padroni del dollaro.
    Si badi bene. Qui stiamo tracciando non uno “scenario” probabile, ma un evento già in atto. La decisione russa di accelerare la produzione di una moneta aurea convertibile è già in esecuzione. Gli Usa stanno per questo “spacciando” l’alternativa delle forniture di gas da scisto. E stanno per questo operando un crescendo di provocazioni militari alle frontiere di Mosca.
    E noi? E gli italiani? Siamo costretti a seguire gli spacciatori di promesse di governo e dei partiti occidentalisti ancora portatori tetragoni delle alleanze coloniali al dollaro, all’euro e alla finanza di Wall Street e della City.
    Corriamo allegramente, cioè, verso il crollo finale.
    Svegliamoci, finché è ancora possibile. Restituiamo alla nostra nazione uno straccio di sovranità, lasciamo l’euro e il suo mentore-carta-straccia, il dollaro. Diamo uno schiaffo ai Signori del denaro. Lorenzo Moore su Rinascita

  10. #10
    Forumista assiduo
    Data Registrazione
    16 Nov 2011
    Località
    Roma
    Messaggi
    9,898
     Likes dati
    2,981
     Like avuti
    2,133
    Mentioned
    34 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Focus - Fine del predominio del dollaro.

    TUTTE CAZZATE METABO, ora rriverà l'onnipotente e onniscente Amati il cazzaro e ti scriverà che sei un igniorante Somaro, LUI NO, lui è solo disonesto e scrive minchiate aureferenziali, tipo quella su Nixon e sulle presunte motivazioni dell'uscita dalla convertibilità aurea.
    Tu, io e tutti quelli che hanno scritto gli articoli qui sopra sono ignoranti, complottisti, fascisti e somari, noi tutti, LUI no, lui è il portatore dell'unica verità.
    W gli ammericani.
    Non troverai mai la verità se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspetti.
    Eraclito


    VUOI SAPERE COS'E' L'ANTIFASCISMO? E' non avere cura del Creato, disboscando, inquinando, cementificando tutto nel nome dello Sviluppo.

 

 
Pagina 1 di 64 121151 ... UltimaUltima

Tag per Questa Discussione

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito