A fare notizia era stato l’incontro fra Renzi e Berlusconi, l’altro ieri. “Il patto tra Pd e Forza Italia” sulle riforme tiene, era trapelato dagli ambienti vicini al rottamatore. Ma un altro incontro, passato indisturbato, ha tenuto impegnato il premier lo scorso weekend. A chiamare Renzi anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. *Un lungo faccia a faccia, quello fra le due più altre cariche dello Stato. Al centro del colloquio, il nodo riforme e il ruolo del Capo dello Stato.
In una nota successiva all’incontro, l’inquilino del Quirinale si è affrettato a smentire le voci di una possibile ingerenza sulle nomine dei vertici delle società partecipate (su cui il governo si è espresso nel tardo pomeriggio di lunedì). Ma, a preoccupare davvero Napolitano, è la bozza di riforma del Senato. Il Capo dello Stato ha già firmato il disegno di legge presentato dal Ministro per le riforme e i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi. Ora attende di seguire l’iter parlamentare. La strada verso l’approvazione del disegno di revisione costituzionale che trasforma il Senato in una camera alta (un’assemblea delle autonomie con rappresentati non eletti, senza indennità, a cui non spetterà di votare le leggi di bilancio e la fiducia al governo) turba non poco Giorgio Napolitano. Se la legge andrà in porto vorrà dire che il patto con Forza Italia avrà resistito alle intemperie delle vicende personali del leader Berlusconi e alle onde che agitano le acque in casa del Partito Democratico.
Fonti presidenziali riferiscono che a non convincere Napolitano (che promuove l’impianto generale del disegno di riforma) sono i 21 senatori di nomina presidenziale previsti dal ddl. Una libertà troppo grande, sproporzionata, per il primo rappresentante della Repubblica italiana, che ha già attirato le critiche dei più autorevoli costituzionalisti, anche di quelli favorevoli alla riforma. Un messaggio che Napolitano non può permettersi di far passare. Il suo consenso fra gli Italiani è ai minimi storici. E una nuova botta d’immagine, come quella legata ai nuovi poteri di nomina del Presidente della Repubblica (sia esso l’attuale capo dello Stato sia esso il suo successore) per il futuro senato, sarebbe difficile da gestire per Napolitano.
Impegnato a fronteggiare gli attacchi quotidiani del leader cinque stelle Beppe Grillo e a svolgere il delicato compito di traghettare fino alla fine il progetto di riforme strutturali, presentato anche all’UE, Napolitano ha incontrato Renzi per fare il punto della situazione. Nel corso dell’incontro avrebbe consigliato a Renzi di adottare una precisa strategia per portare a casa il pacchetto di riforme (abolizione del *senato, legge elettorale e riforma del Titolo V) a cui lo stesso premier ha legato il suo personale destino politico: negoziare su tutto, con la minoranza dem e con il nemico Forza Italia. Per il resto, Renzi deve seguire i suoi piani.
Nessuna nota ufficiale dagli uffici del Quirinale. Nessuna smentita né conferme alle indiscrezioni trapelate nelle scorse ore. Quello fra Renzi e Napolitano resta un colloquio privato. “Cautela” avrebbe consigliato il Presidente al premier Renzi.


Scritto da: Carmela Adinolfi
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