oggi 25 aprile festeggiamo la fine del nazifascismo regime molto brutto e gli idioti erano 2: adesso in questa pseudo democrazia di IDIOTI che ci impongono la miseria l'insegnamento GENDER,sono 7 milioni di politici IDIOTI..... l'insegnamento gender sapete cosa dice?


L’arcivescovo di Torino contro le schede lgbt del Comune: insegnanti egenitori si oppongano all’ideologia del gender

aprile 3, 2014CesareNosiglia
L’arcivescovo stigmatizzal’uso strumentale delle citazioni bibliche. E invita i cattolici a «vigilareperché sul tema della sessualità a scuola si proceda sempre e soltanto con ilpermesso esplicito delle famiglie»
L’arcivescovo di Torino evicepresidente della Cei, Cesare Nosiglia, è intervenuto sul settimanalediocesano Lavoce del popolo a proposito delle schedelgbt apparse (poi rimosse e poi di nuovo riapparse) sul sito del Comune diTorino. Come sapete, il caso, sollevatoda tempi.it, era stato al centro diun’interpellanza da parte del consigliere Silvio Magliano(Ncd), poi duramente attaccato dalle associazioni gay. Di seguito riportiamol’intervento dell’arcivescovo.
La lettura ideologica del“genere” è una vera dittatura che vuole appiattire le diversità, omologaretutto fino a trattare l’identità di uomo e donna come pure astrazioni»: èquesto un passaggio della prolusione del presidentedella Conferenza Episcopale Italianaal recente Consiglio episcopale permanente che critica l’iniziativa di treopuscoli – destinatirispettivamente alla scuola primaria, alla scuola secondaria di primo e secondogrado – intitolati «Educare alla diversità a scuola» e recanti linee-guida perun insegnamento più accogliente e rispettoso delle differenze.
Il confronto all’internodel Consiglio Permanente ha messo in risalto la preoccupazione dei vescovi perforzature che rischiano di colpire pesantemente la famiglia, di associare inmaniera indebita religione e omofobia, di presentare come pacifico l’assuntocirca l’indifferenza della diversità sessuale dei genitori per la crescita delfiglio e di spingere verso il matrimonio tra soggetti dello stesso sesso. «Ivescovi – si dice ancora nella prolusione – avvertono la necessità di investirecon generosità e rinnovato impegno nella formazione, risvegliando le coscienzedi genitori, educatori, associazioni, consulte di aggregazioni laicali eistituzioni di ispirazione cristiana in merito a quella che si rivela unaquestione antropologica di rilevante urgenza».
Stiamo assistendo a unadiscriminazione al «contrario». Il modo in cui le citazioni della Bibbia sonopresentate, orienta infatti a giudicare negativamente – e dunque a condannare –proprio chi segue tali insegnamenti, che vengono sottoposti a un’interpretazionestrumentale e ideologicamente unilaterale, distorti nello spirito come nellasostanza. Va ricordato che la Bibbia rappresenta per tutte le Chiese econfessioni cristiane un testo sacro che contiene la rivelazione di Dio stessoper il bene dell’umanità. Il rispetto dovuto a questi credenti cherappresentano una parte rilevante dei cittadini di Torino esige chenell’affrontare i testi sacri sia dell’Antico come del Nuovo Testamento sipresti molta attenzione alla loro corretta interpretazione come migliaia emigliaia di studiosi di tutti i tempi ci hanno offerto nelle loro opere.
La Bibbia è anche il Librofondamento della cultura europea e fonte di ispirazione non solo spirituale macivile e sociale del suo percorso storico e per molti anche attuale. Lastrumentale e ideologica interpretazione che le domande di alcune schede,preparate dall’assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Torino eproposte come serie e motivate in una scuola che della cultura deve fare il suoprimo obiettivo di qualità e scientificità, sono segno di ignoranza e risultanoimproponibili non solo nella prospettiva dei credenti ma ancor più in quelladella laicità che è tenuta a rispettare la libertà religiosa dei cittadini.
Di fronte a talestrumentalizzazione del testo sacro, qualora le schede relative alla omofobiache parlano della omosessualità nella Bibbia vengano offerte agli studentiinsieme alle altre, è necessario che gli insegnanti di religione si faccianocarico di spiegare in modo approfondito agli alunni il significato dei branibiblici indicati, sottolineando la superficialità delle domande che le schedepropongono. Infine si richiamano le famiglie con figli nelle scuole di ogniordine e grado a vigilare perché sul tema della sessualità a scuola si procedasempre e soltanto con il permesso esplicito delle famiglie stesse, dopo cheesse siano state compiutamente informate delle modalità didattiche e deicontenuti che verrebbero proposti.
Tocca infatti previamentea loro – primi responsabili educatori dei propri figli – esercitare il dirittodi approvare o meno ogni insegnamento in materia di sessualità che riguardaaspetti di grande rilevanza educativa per i ragazzi e giovani.
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I libretti Unar sono stati fermati. Gli opuscoli preparati dall’Ufficio anti discriminazione non finiranno sui banchi discuola. Ora è ufficiale. Lo ha comunicato con una circolare il ministerodell’istruzione che ha così bloccato “Educare alla diversità a scuola”, il lavoro realizzato dall’Istituto Beck e di cui tempi.it vi ha spessoparlato, sollevando il caso.
Il direttore generale del Dipartimento per l’Istruzione del Miur, GiovannaBoda, incontrando il Fonags, il Forum nazionale delle associazioni dei genitoridella scuola, ha spiegato – come già ci aveva detto il sottosegretarioall’Istruzione
Gabriele Tocafondi – che tali opuscoli erano stati inizialmente distribuiti senza condividereil progetto col ministero, ma solo con le associazioni lgbt.
FAMIGLIESODDISFATTE. Soddisfatto il coordinatore del Fonags,Roberto Gontero, che il 23 aprile incontrerà il ministro dell’Istruzione,Stefania Giannini: «In quell’occasione chiederemo al ministro di emanare una circolareche renda obbligatorio, per le scuole, ottenere il consenso scritto deigenitori circa la partecipazione dei propri figli a iniziative su temisensibili come la sessualità, l’omosessualità e la lotta alla discriminazione».
PROTESTAGAY. In una nota congiunta Arcigay, Arcilesbica,Certi Diritti, Equality Italia, Famiglie Arcobaleno e il Mit attaccano ladecisione, prendendosela col cardinale Angelo Bagnasco e il governo Renzi. «Unatto di censura che pare raccogliere il perentorio ordine del cardinale AngeloBagnasco, presidente della Cei, e realizzarepedissequamente gli auspici della metodica campagna mistificatrice portataavanti per settimane dal giornale dei vescovi». «Le larghe intese – proseguono– non possono diventare l’altare su cui vengono sacrificati gli indirizziindicati dall’elettorato attraverso il voto e oggi spudoratamente traditi dallasconsiderata retromarcia del governo Renzi. Un testacoda folle, che travolge unambito che richiederebbe attenzioni e tutele particolari, e che rende le buonepratiche messe in campo nei territori prede di veri e propri attacchi squadristi».
Le associazioni chiedono un incontro urgente col ministro. Ma ad oggi esso nonrisulta essere stato messo in agenda.

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