Se per convenzione nella storica classica si indica il passaggio tra storia e preistoria con l'invenzione della scrittura, la dialettica di marx ed engels per quanto sia nota rispetto alla direzione della storia, poco è conosciuta negli scritti che trattano l'inizio di essa.
La fase iniziale dell'uomo nota come urkommunismus è caratterizzata da attività di caccia, pesca, e raccolta.
La rivoluzione dell'agricoltura, come quella dei cereali tanto cari ai vegetariani, è l'inizio invece dell'epoca della produzione.
Essa si caratterizza come principio di tutti i mali, dall'accumulo di cibo (quindi dalla nascita della proprietà), al concetto di lavoro e alla subordinazione di esso: il fenomeno dello schiavismo reale o istituzionalizzato nella servitù della gleba inizia proprio con l'ingresso nell'epoca agricola per finire, salvo 'liberazioni per contingenze storico-religiose', solo con l'ingresso nell'epoca industriale.
Inizia anche lo sfruttamento ambientale, con la trasformazione del paesaggio per le necessarie opere idriche e disboscamenti necessari per ottenere nuove terre coltivabili.
La stratificazione e la specializzazione dei lavori da il via alle classi sociali (chi produce il cibo e chi lo consuma) e il conflitto tra queste.
Per tali ragioni la coscienza storica non si può porre che in maniera antagonista rispetto l'imposizione vegetariana, che non a caso viene come moda proprio dai paesi del nord del mondo, un altro esempio tipico dei falsi miti di progresso che distolgono le masse dalla lotta di classe.
Non posso quindi che concludere con viva la doppietta, viva la caccia e viva la selvaggina!