Pagina 1 di 3 12 ... UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 26
  1. #1
    Hic Sunt Leones
    Data Registrazione
    26 May 2009
    Località
    Soprattutto Italia
    Messaggi
    23,539
     Likes dati
    212
     Like avuti
    5,183
    Mentioned
    211 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito L'Italia si dimentica 30 miliardi di fondi UE per lo sviluppo

    BRUXELLES, 26 APRILE 2014 - L’ITALIA, per ritardi o errori, rischia di perdere miliardi di euro per mancata erogazione di fondi comunitari. È un calcolo non semplice da fare con precisione, ma dall’esito certo: l’Unione europea stanzia fondi per il finanziamento di progetti e programmi di varia natura, ma l’Italia non si fa trovare pronta. Nel campo della ricerca l’Italia ha contribuito al 14% delle risorse del FP7, il programma quadro di ricerca per il periodo 2007-2013, ma ne ha sfruttato solo l’8%. Tradotto in cifre, in media abbiamo perso circa 500 milioni di euro l’anno tra domande non idonee o consegnate oltre i termini, per un totale di circa 3,5 miliardi di risorse perdute. Praticamente abbiamo incassato la metà di quello che avremmo potuto, dato che nei sette anni di riferimento l’Italia ha ricevuto circa 3,5 miliardi sui 38,5 complessivi del fondo europeo. «Nel complesso per livelli di finanziamento all’Italia non è andata male, ma ci sono comunque margini di miglioramento», sostiene Michael Jennings, portavoce del commissario europeo per la Ricerca, Maire Geoghegan-Quinn.
    PIÙ ALTE rischiano di essere le perdite per i fondi strutturali. Qui il tallone d’achille è noto: l’Italia ottiene i fondi, ma o li spende male o non li spende affatto e deve restituirli. A oggi l’Italia ha perso 33 milioni di euro dal fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr) per la mancata attuazione del programma operativo interregionale “Attrattori culturali”, ma il problema vero è che dopo sette anni dall’avvio del Fesr 2006-2013 l’Italia ha speso solo il 51,9% dei fondi chiesti e ottenuti. Insomma, bisogna spendere poco più di 16 miliardi entro il 2015. A differenza del fondo per la ricerca, i fondi regionali prevedono l’utilizzo dei soldi fino a due anni dopo la fine del ciclo di programmazione.
    PER QUESTO la direzione generale per le Politiche regionali preferisce non sbilanciarsi, anche se fonti interne alla Commissione sostengono che l’Italia rischia di perdere tra uno e due miliardi di euro. Se così fosse, considerati i 3,5 miliardi di soldi già non sfruttati nella ricerca, il saldo negativo dell’Italia potrebbe oscillare tra i 4,5 e 5,5 miliardi. Ma non finisce qui, perché il Fesr non è che uno dei tre fondi strutturali per lo sviluppo regionale: ci sono anche il Fondo di coesione (per la promozione del territorio) e il fondo sociale europeo (per l’occupazione). Complessivamente l’andamento dell’Italia sull’utilizzo dei fondi europei per lo sviluppo regionale parla chiaro: 49,63% contro una media Ue del 66,29%. L’obiettivo è dunque fare meglio per il settennio 2014-2020, tenendo a mente che nel caso dei fondi strutturali l’Ue cofinanzia gli interventi: ciò vuol dire che una parte della somma necessaria la mette l’Europa, e una parte la mette l’Italia. Per cui se per via del patto di stabilità e l’elevato debito pubblico le amministrazioni non possono erogare il denaro, automaticamente si perde la quota europea. La perdita stimata da 5,5 miliardi, di per sé non indifferente, potrebbe crescere ancora di più: si tratta infatti di quote riferite a una parte dei programmi di finanziamento europei, quelli che dipendono dalle direzioni generali Ricerca e Politiche regionali. Complessivamente i fondi ancora inutilizzati ammontano a 30 miliardi di euro, inclusi quelli di cui si è parlato. Cattiva gestione dei fondi, vincoli di bilancio, domande di partecipazione presentate troppo tardi.
    L’ITALIA perde soldi e terreno per questi motivi, ma c’è un fenomeno difficile da mappare che è quello delle risorse non spese perché mai chieste. La Commissione europea non può dire chi in Italia non faccia domanda, in Italia gli enti locali nemmeno, dato che spesso sono i privati (centri di ricerca, fondazioni, imprese, agricoltori) che si attivano. La direzione generale per l’Agenda digitale, pur non fornendo cifre, fa notare che se in Italia c’è forse poca attenzione per i fondi europei sicuramente c’è poca per certe aree quali la banda larga. Siamo ultimi per rete internet veloce (quella che trasmette informazione ad una velocità pari ad almeno 30 Mbps), e solo il 5% delle nostre imprese fa affari vendendo on line (peggio di noi solo la Bulgaria) contro il 26% delle imprese di Danimarca e il 27% di quelle di Svezia, i due esempi d’eccellenza. L’Ue ha appena bandito un concorso da 100.000 euro per lo sviluppo del portale europeo della banda larga. Il bando si trova su internet (European Broadband Portal - Study SMART 2014/0015 - Digital Agenda for Europe - European Commission) e scade il 12 maggio. Un promemoria prezioso, soprattutto per l’Italia.
    di Emanuele Bonini
    Passata la buriana facciamo i conti

  2. #2
    Hic Sunt Leones
    Data Registrazione
    26 May 2009
    Località
    Soprattutto Italia
    Messaggi
    23,539
     Likes dati
    212
     Like avuti
    5,183
    Mentioned
    211 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: L'Italia si dimentica 30 miliardi di fondi UE per lo sviluppo

    Ecco perché a me certi discorsi euroscettici puzzano.
    Il problema è qui, altro che a Bruxelles o a Strasburgo
    Passata la buriana facciamo i conti

  3. #3
    email non funzionante
    Data Registrazione
    23 Sep 2011
    Messaggi
    3,334
     Likes dati
    1,203
     Like avuti
    1,024
    Mentioned
    5 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: L'Italia si dimentica 30 miliardi di fondi UE per lo sviluppo

    Citazione Originariamente Scritto da Canaglia Visualizza Messaggio
    Ecco perché a me certi discorsi euroscettici puzzano.
    Il problema è qui, altro che a Bruxelles o a Strasburgo
    Ma Canaglia ti rendi conto che così (riportando poi sull'articolo "cose strane" come agenda digitale, banda larga, sviluppo IT, innovazione, cultura del saper cogliere le occasioni) demolisci due punti chiave dei partiti della destra radicale e non?
    1) la formazione di una solidarietà civica.
    2) la classe creativa come stato guida della società.
    3) la cultura come organo del sapere e dell'influenza ideologica.
    4) l'istruzione e la scienza come fonti essenziali di competitività.

  4. #4
    Eroe Faustiano
    Data Registrazione
    22 Aug 2012
    Messaggi
    32,221
     Likes dati
    5,631
     Like avuti
    18,070
    Mentioned
    2554 Post(s)
    Tagged
    36 Thread(s)

    Predefinito Re: L'Italia si dimentica 30 miliardi di fondi UE per lo sviluppo

    Citazione Originariamente Scritto da Canaglia Visualizza Messaggio
    Ecco perché a me certi discorsi euroscettici puzzano.
    Il problema è qui, altro che a Bruxelles o a Strasburgo
    Dici? Io pensavo che le cause duravano 200 anni perche' "ce lo chiede l'Europa".

  5. #5
    SMF
    Data Registrazione
    30 Mar 2009
    Messaggi
    134,873
     Likes dati
    20,855
     Like avuti
    32,319
    Mentioned
    1059 Post(s)
    Tagged
    25 Thread(s)

    Predefinito Re: L'Italia si dimentica 30 miliardi di fondi UE per lo sviluppo

    L'inettitudine della nostra classe politica è sotto gli occhi di tutti non da oggi, ma il problema è che la permanenza del nostro paese nell'U.E. non può far altro che aggravare questo difetto di fondo. Io resto un convinto eurocentrico per formazione culturale ed idee politiche, ma mi si deve spiegare come si può fare discorsi del tipo: "Questi sono i veri problemi, altro che la permanenza nell'U.E.".
    E' un po' come quando capziosamente ci si metteva a discutere se fosse prioritario battersi per l'uscita dell'Italia dalla NATO e da quegli organismi internazionali e sovranazionali che ne limitano la capacità autodecisionale o contro l'immigrazione selvaggia.
    Credere - Pregare - Obbedire - Vincere

    "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo" (Ger 17, 5).

  6. #6
    Forumista senior
    Data Registrazione
    25 Jul 2009
    Località
    Campidano
    Messaggi
    3,214
     Likes dati
    69
     Like avuti
    450
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: L'Italia si dimentica 30 miliardi di fondi UE per lo sviluppo

    E' storia vecchia.
    Ma non guardiamo la pagliuzza dimenticandoci della trave.
    Una classe politica di inetti e servi, capace di tradire il proprio Paese svendendone la sovranità monetaria e fiscale, parimenti sarà arrendevole e inetta su questioni "minori" (rispetto a quelle dell'Euro o del Fiscal Compact) come questa dei fondi europei.
    Ma del resto tutto torna, se si guarda con più attenzione al punto di caduta.
    I fondi europei sono gestiti dalle Regioni, vero luogo di inefficienza, clientelismo e spreco nella pubblica amministrazione italiana.
    Per tornare a funzionare, l'Italia deve per l'appunto ricentralizzare funzioni e competenze, riconducendo gli enti locali a funzioni puramente amministrative ed affrancandosi dalle ingerenze della UE e della BCE nella gestione della politica economica nazionale.
    Ultima modifica di Bisentium; 28-04-14 alle 20:43

  7. #7
    Forumista senior
    Data Registrazione
    25 Jul 2009
    Località
    Campidano
    Messaggi
    3,214
     Likes dati
    69
     Like avuti
    450
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: L'Italia si dimentica 30 miliardi di fondi UE per lo sviluppo

    E comunque se i soldi devono andare a Bruxelles per poi tornare (diminuiti e detratte le spese per il mantenimento dell'elefantiaco apparato burocratico della Commissione Europea) in Italia, di modo tale che siamo contributori netti dell'Unione Europea, ben venga la proposta di questo valido collaboratore di Matteo Renzi, l'unico che ha esternato una soluzione alla quale avevo sempre pensato ma che per la prima volta esce dalla bocca di un economista.

    Sacrifichiamo i fondi Ue per ridurre il cuneo fiscale - Il Sole 24 ORE



    Sacrifichiamo i fondi Ue per ridurre il cuneo fiscale

    di Roberto Perotti
    27 febbraio 2014




    Il problema è che molti dei soldi che riceviamo dalla Ue non servono a niente, anzi sono dannosi; faremmo molto meglio a rinunziarvi e chiedere uno sconto equivalente sui contributi che versiamo alla Ue. Potremmo usare questi risparmi per ridurre il cuneo fiscale di almeno 5-6 miliardi all'anno.

    [COLOR=#393939 !important]Il nuovo programma settennale per il 2014-20 prevede che l'Italia riceverà dalla Ue 33 miliardi di fondi di coesione, di cui 22 miliardi per sole 5 regioni: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, e Sicilia. Questi fondi vanno poi cofinanziati per un pari ammontare dallo Stato italiano. In totale almeno 70 miliardi, circa 10 all'anno.
    Questo fiume di denaro porta con sé una gigantesca macchina amministrativa. Si comincia con le migliaia di pagine di piani nazionali e regionali, e poi di sottopiani per ogni obiettivo: questa volta la Ue ha deciso che saranno tredici. Non che questi piani siano necessari, perché un qualunque assessore regionale un po' capace può far passare qualsiasi iniziativa sotto l'etichetta di "innovazione e competitività" oppure "occupazione". Questo spiega le migliaia di bandi, programmi, iniziative, corsi di formazione spesso per pochi milioni o poche centinaia di migliaia di euro; e le decine di migliaia di beneficiari, dal parrucchiere che "forma" una estetista al cinema che prende sovvenzioni per digitalizzarsi.
    In tutto questo vengono coinvolti parecchi ministeri (almeno Economia, Sviluppo Economico, Infrastrutture, Lavoro, Politiche agricole, Affari regionali) e molte direzioni all'interno di ogni ministero. Almeno la metà degli assessorati regionali ha a che fare in qualche modo con i fondi europei. Poi vi sono le migliaia di enti e agenzie nazionali e regionali per la formazione, il lavoro, l'internazionalizzazione delle imprese, e via dicendo.
    [/COLOR]


    [COLOR=#393939 !important]Certe regioni hanno persino diversi fondi pubblici per start-up, ognuno con pochi milioni di euro, e ognuno gestito da un assessorato diverso. Così come vi sono regioni con decine di agenzie o aziende per lo sviluppo, una struttura di partecipazioni incrociate così aggrovigliata che è praticamente impossibile da dipanare.
    Alla fine, migliaia di persone campano nel sottobosco creato da questo fiume di denaro e queste migliaia di enti. E purtroppo ci campano anche la corruzione e la malavita. Nessuno ha più il controllo di questo meccanismo. Sfido chiunque - anche i maggiori esperti ministeriali - a illustrare sinteticamente come è strutturata questa spesa.
    Abbiamo bisogno di tutti questi soldi? Se fossero così urgenti e necessari, sapremmo come spenderli subito. E invece sappiamo bene che non è così. In questi mesi le regioni si stanno arrovellando per inventare i bandi e i programmi più fantasiosi e inverosimili, ma anche più inutili, pur di spendere i fondi del settennio 2007-2013 rimasti inutilizzati.
    Ovviamente, non tutti gli interventi sono inutili. Ma non c'è nessun bisogno di dare i soldi alla Ue per poi farseli ridare con lacci e lacciuoli (per quanto facilmente aggirabili) e quindi rigirarli alle regioni, che spesso non sanno cosa farsene. Dei 10 miliardi all'anno che complessivamente ci verrebbe a costare questa macchina infernale, potremmo utilizzarne diciamo una media di 4 e risparmiarne 6, da utilizzare per contribuire a ridurre il cuneo fiscale, magari con un trattamento di favore per le cinque regioni di cui sopra.
    Ma bisogna fare in fretta, perché in questo periodo si decide il nuovo programma settennale. Bisogna dire alla Ue: grazie, rinunciamo ai soldi, in cambio ci fate uno sconto corrispondente sul nostro contributo. La Ue non ha motivo di lamentarsi, perché il contributo netto dell'Italia rimane esattamente lo stesso; ma si dà un taglio alle tasse e a una delle principali fonti di inefficienza, burocrazia, malcostume, corruzione e malgoverno delle regioni.
    [/COLOR]
    [COLOR=#393939 !important]Roberto Perotti coordina un gruppo di lavoro della segreteria di Matteo Renzi sulla spesa pubblica. Il contenuto di questo articolo rappresenta le idee personali di Roberto Perotti e non è stato in alcun modo sottoposto alla visione né tantomeno al vaglio preventivo di alcun componente del gruppo di lavoro o della segreteria.[/COLOR]

    [/COLOR]
    Ultima modifica di Bisentium; 28-04-14 alle 20:44

  8. #8
    email non funzionante
    Data Registrazione
    23 Sep 2011
    Messaggi
    3,334
     Likes dati
    1,203
     Like avuti
    1,024
    Mentioned
    5 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: L'Italia si dimentica 30 miliardi di fondi UE per lo sviluppo

    Ecco Bisentium, bravo, ottima intuizione quella che avevi avuto, sono parole sacrosante quelle di Perotti.
    In Italia purtroppo a far politica nei partiti tradizionali ci finiscono i peggiori i ciarlatani i ruffiani quelli che capendo di non aver nessuna prospettiva nell' economia privata per la loro manifesta pigrizia e incapacità oppure quelli che entrano in politica per proteggere i loro interessi personali mentre chi sente di aver un valore umano si dedica nel lavoro produttivo o nell'istruzione.
    Tutto quel groviglio di enti, associazioni, agenzie tutte rivolte ai finanziamenti europei per i privati e vari sono solo uno strumento politico in mano a quattro incapaci eletti che lo utilizzano per farsi belli e tenere una posizione sociale di prestigio.
    ne avrei da raccontare episodi, tipo quando ti chiedono di firmare la partecipazione ad un corso finanziato dai fondi europei (4000 euro per un corso di vendita rimborsato dall'ue) anche senza parteciparvi tanto per dar modo all'ente organizzatore di ricevere il fondo, aziende amiche che ricevono migliaia di euro per ristrutturazioni nel contesto agricolo e poi installano coperture in plasticone finto legno da pochi euro, congressi e convegni con hostess in minigonna e rinfreschi da nababbi per discutere non si di che cosa, agenzie private che ti forniscono servizi per accedere ai fondi europei e poi scopri che sono di proprietà o dei stessi politici o dei loro compari o parenti. È per questo caro Bisentium che sono sempre diffidente quando si parla di dare il potere di stampare moneta a questi qua, figurati cosa si mettono a fare se gli dai questa possibilità perché non abbiamo le camice nere al potere ma la democrazia liberale.
    È una casta che fa da filtro tra mondo del lavoro e finanziamenti, meglio come dice Perotti eliminare tutti questi enti, eliminare tutti i finanziamenti alle aziende private, e usare questi schei per tagliare le tasse e poi chi è bravo vivrà e chi ha vissuto di clientelismo e trucchi crepi pure.
    1) la formazione di una solidarietà civica.
    2) la classe creativa come stato guida della società.
    3) la cultura come organo del sapere e dell'influenza ideologica.
    4) l'istruzione e la scienza come fonti essenziali di competitività.

  9. #9
    email non funzionante
    Data Registrazione
    23 Sep 2011
    Messaggi
    3,334
     Likes dati
    1,203
     Like avuti
    1,024
    Mentioned
    5 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: L'Italia si dimentica 30 miliardi di fondi UE per lo sviluppo

    Citazione Originariamente Scritto da Bisentium Visualizza Messaggio
    E' storia vecchia.
    Ma non guardiamo la pagliuzza dimenticandoci della trave.
    Una classe politica di inetti e servi, capace di tradire il proprio Paese svendendone la sovranità monetaria e fiscale, parimenti sarà arrendevole e inetta su questioni "minori" (rispetto a quelle dell'Euro o del Fiscal Compact) come questa dei fondi europei.
    Ma del resto tutto torna, se si guarda con più attenzione al punto di caduta.
    I fondi europei sono gestiti dalle Regioni, vero luogo di inefficienza, clientelismo e spreco nella pubblica amministrazione italiana.
    Per tornare a funzionare, l'Italia deve per l'appunto ricentralizzare funzioni e competenze, riconducendo gli enti locali a funzioni puramente amministrative ed affrancandosi dalle ingerenze della UE e della BCE nella gestione della politica economica nazionale.
    No, qui sbagli, prima si decentralizza perché la centralizzazione è un luogo di inefficienza, clientelismo e spreco nella pubblica amministrazione italiana e ora per lo stesso motivo si ritorna a centralizzare. Si cambiano le carte ma il gioco resta sempre quello.
    Se la classe politica è inetta nel svendere la sovranità monetaria perché dovrebbe diventare efficiente praticandola?
    1) la formazione di una solidarietà civica.
    2) la classe creativa come stato guida della società.
    3) la cultura come organo del sapere e dell'influenza ideologica.
    4) l'istruzione e la scienza come fonti essenziali di competitività.

  10. #10
    Forumista senior
    Data Registrazione
    25 Jul 2009
    Località
    Campidano
    Messaggi
    3,214
     Likes dati
    69
     Like avuti
    450
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: L'Italia si dimentica 30 miliardi di fondi UE per lo sviluppo

    Che in Italia ci sia una classe politica che più sta lontana dalla cassa dell'erario e meglio è, sono perfettamente d'accordo.
    Infatti paradossalmente io il potere di stampare moneta e un ritorno ad un intervento pubblico limitato alle infrastrutture e a pochi settori strategici lo vedrei meglio gestito da un governo liberale che da uno "sociale" (pro domo sua e delle proprie clientele, ovviamente).
    Tipo governi DC-PLI anni '50.
    Che peraltro hanno fatto grandi e meritevoli riforme come il piano INA-Casa e la riforma agraria, hanno lasciato lavorare il grande Enrico Mattei e fondato le PP.SS., hanno anche potenziato lo Stato sociale e le tutele giuslavoristiche e previdenziali, ma sono intervenuti quel tanto e quel giusto che bastava a permettere di sviluppare l'economia privata portando l'Italia al boom.
    E senza le voragini di spesa pubblica e di inefficienza delle regioni.
    Recentemente l'Unione Sarda, quotidiano di Cagliari, ha pubblicato nella collana "pensatori sardi" un libro di scritti di Francesco Cocco Ortu (1912-1969), leader liberale dell'epoca.
    Ho cominciato a leggerlo assolutamente prevenuto.
    Poi ho notato che il suo liberalismo, pieno di senso dello Stato e della Nazione, niente aveva a che fare con l'odierna concezione liberista selvaggia germogliata all'ombra dell'Atto Unico Europeo e del Trattato di Maastricht.
    Era un liberalismo sufficientemente interventista da piacermi.
    Ecco, sono tanto convinto della necessità di affrancarsi dalla dittatura della BCE e della Commissione Europea e del ritorno alla Lira e alla piena sovranità finanziaria, quanto dell'assoluta condanna verso il "sottobosco" dello spreco istituzionalizzato che però proprio sotto il regime europeista, nonostante la restrizione della spesa pubblica e l'avanzo primario realizzati a danno dei molti (utenti della sanità e della previdenza pubblica, mondo della scuola, destinatari delle grandi infrastrutture pubbliche) ha avuto spazi mai immaginati nella vecchia Italia pre-Maastricht.
    Anche la Corte dei Conti, peraltro, testimonia del fatto che da Maastricht a oggi la corruzione è cresciuta in modo geometrico, anzichè diminuire.
    Questo perchè le vecchie e sane regole burocratiche del vecchio Stato Italiano erano molto più difficili da eludere e da piegare a interessi privati rispetto al mefitico e caotico intreccio pubblico-privato del mostro europeista.

 

 
Pagina 1 di 3 12 ... UltimaUltima

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito