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POL
Matteo Renzi, l’uomo nuovo del centro sinistra italiano. Intervistato presso
Porta a Porta e da
Radio Montecarlo racconta i prossimi traguardi da raggiungere. Facendo anche autocritica.
“Nel 2013 non fummo il primo partito. Vinse il
Movimento 5 Stelle allora”. E’ il primo ad ammetterlo nel
Partito Democratico, Matteo Renzi. Stavolta, però, promette una sinfonia diversa, puntando su uno sfondamento al centro del Pd: “scommetto che questa volta i risultati saranno diversi. Per i 5 Stelle dire ‘vinciamo noi’ è training autogeno”. Quindi le osservazioni su Grillo: “rispetto il M5S, ho grande rispetto per chi vuole votare
Grillo. Ma votare Grillo è come abbaiare alla luna. Mentre qui dobbiamo cambiare l’Italia. Abbiamo bisogno di gente competente, non che fa show”, rievocando i passati dell’ex comico genovese che, secondo molte forze politiche, continua i suoi show mascherandoli da iniziative politiche.
Renzi ha un obiettivo: cambiare.
Cambiare tutto se necessario. “Il nemico è chi non vuole cambiare – afferma – e ce ne sono a sinistra come a destra. Non è un problema di Pd o di Forza Italia, io voglio aiutare l’Italia a diventare un Paese diverso, con meno posti per la politica”. Quindi difende gli 80 euro in busta paga che dovrebbero arrivare a maggio: “contesto che qualcuno pensi che 80 euro non servano a niente. A Grillo dico che
80 euro non son niente per lui ma per una persona che non arriva alla fine del mese fanno la differenza, anche in termini di dignità”, difendendo poi la candidata Pd al Parlamento Europeo
Pina Picerno al centro delle polemiche per le parole sulla spesa di due settimane: “Pina vive da sola: una famiglia non ci fa la spesa con 80 euro”.
Ed il cambiamento passa anche per le riforme strutturali: “quella del
Senato si voterà il 10 giugno in aula”, afferma Renzi a Porta a Porta. Oggi quella sulla
Pubblica Amministrazione. Ed entra nello specifico: “dare a tutti un pin. Il pin vuol dire mai più code per un certificato e non pagare più in un certo modo la bolletta”. Poi sarà caccia ai fannulloni: “servono dirigenti che facciano i dirigenti, non è possibile poi che il premio di produzione aumenti con l’indennità e a prescindere dai risultati e dalla situazione del Paese. Se il Paese va male, anche i dirigenti devono stringere la cinghia. L’obiettivo è beccare i fannulloni e farli smettere e valorizzare i tanti non fannulloni incentivando gli scatti di carriera e magari lo stipendio”. Sugli esuberi nella PA, infine, Renzi calma le acque: “Non faccio gli esuberi del povero dipendente, nessuno verrà licenziato perché il governo ha da tagliare. I dipendenti non li dobbiamo far lavorare di meno, ma di più”.
Daniele Errera
Scritto da: Daniele Errera
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