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    Predefinito Ttip: nel bene e nel male, basti che (non) se ne parli

    Ttip: nel bene o nel male, basta che (non) se ne parli, Matteo Rovatti
    di Matteo Rovatti - 04/05/2014

    Fonte: Primatonazionale

    Se l’importanza di qualcosa può essere giudicata a partire dal silenzio dei media al riguardo, allora la serie di accordi Usa-Ue che vanno sotto la sigla complessiva di Ttip(Transatlantic Trade and Investment Partnership) sono una vera bomba. I negoziati sono in corso da luglio 2013 e dovrebbero concludersi entro la fine dell’anno corrente. Tuttavia, a parte qualche articolo in ordine sparso nessuno sembra interessarsene in modo particolare. A gestire i suddetti negoziati sono Karel de Gucht, commissario europeo per il commercio e Michael Froman, rappresentante per il commercio nell’executive office del presidente statunitense.
    Nonostante il primo posto nella scaletta degli obiettivi enunciati ufficialmente, la riduzione delle tariffe doganali non è il nocciolo della questione, essendo già molto basse e quasi irrilevanti sui volumi complessivi degli scambi. Lo scopo reale del Ttip è quello di abbattere le “Barriere non tariffarie” al commercio ovvero cioè queivincoli e norme di carattere tecnico, giuridico, commerciale e politico che in qualche modo tutelano a vario titolo i produttori, i lavoratori e i cittadini di una data nazione. Il modello dell’accordo ricalca quello in corso d’adozione sulla sponda pacifica, il Tpp (Trans Pacific Partnership), che insieme al Ttip andrebbe a formare una sorta di monolite economico, finanziario e commerciale capace di influenzare pesantemente la vita di miliardi di persone, in senso ovviamente americanocentrico.
    Ai negoziati per il Ttip partecipano circa 600 lobbisti accreditati come consulenti per conto delle maggiori società multinazionali americane ed europee. Una volta raggiunto l’accordo, non ci sarà altro da fare per gli Stati europei di adeguarsi ai termini del trattato, ossia eliminare o ridimensionare tutto ciò che può essere un ostacolo, anche indiretto, al libero operare delle imprese private sui territori: sicurezza degli alimenti, soglie di tossicità, assicurazione sanitaria, norme sui farmaci (severissime in Europa), la libertà in rete, la previdenza sociale, l’energia, la cultura, ibrevetti e così via.
    Nel caso contravvenissero sarebbero oggetto di azione legale pressotribunali sovranazionali creati allo scopo, con potere di sanzione nei confronti degli stati, dove il collegio giudicante sarà composto da avvocati d’affari che in una causa successiva potrebbero assumere il ruolo di avvocato del querelante. In altre parole grazie al Ttip (ed al Tpp) gli operatori economici assumono il potere di sottomettere direttamente gli Stati nazionali sovrani con cui dovessero trovarsi in conflitto per qualsivoglia motivo. Negli Usa si contano circa 15.000 filiali di imprese europee, e nella Ue vi sono 50.000 filiali di imprese americane: 65.000 soggetti che possono citare in giudizio gli Stati dove hanno investito. Un sistema potenzialmente devastante, tanto più se il diritto su cui giudicare è deliberatamente approssimativo e basato oltretutto su un gigantesco conflitto d’interessi.

    Al lato pratico, gli investitori devono essere messi nelle condizioni di operare “In conformità alle proprie previsioni”. Per essere più chiari:una multinazionale potrà citare in giudizio uno Stato se, successivamente all’apertura per esempio di uno stabilimento nel suo territorio, il governo dovesse decidere di adottare una politica economica diversa da quella precedente, per esempio aumentando i salari minimi, o rendendo più severe le norme ambientali o sulla sicurezza. È il paradiso della globalizzazione perfettamente compiuta e divenuta irreversibile: tanto per dirne una, la Digital Trade Coalition spinge affinché in rete vengano eliminate le barriere che limitano l’accesso al flusso di dati personali per l’utilizzo a fini pubblicitari o commerciali.
    E questa è solo una delle immense possibilità che si dischiudono al capitale transnazionale, una volta che questi accordi divenissero operativi. In un mondo del genere, lo Stato cesserebbe finalmente di avere uno scopo, perfetta incarnazione dell’egemonia del capitale sulla politica, sul lavoro, financo sulla vita umana.
    Ultima modifica di Avanguardia; 05-05-14 alle 11:13
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    Predefinito Re: Ttip: nel bene e nel male, basti che (non se ne) parli

    Smascherata la truffa ideologica del PS francese - Stato & Potenza


    Pubblicato il:
    23 maggio, 2014

    Europa

    Smascherata la truffa ideologica del PS francese

    La truffa ideologica del Partito Socialista smascherata in pieno giorno dopo le discussioni sulla risoluzione delle trattative transatlantiche. Marion Maréchal-Le Pen


    Comunicato stampa di Marion Maréchal-Le Pen (Marion Lepen) – giovedì 22 maggio 2014

    Giovedì 22 maggio è stata discussa in assemblea pubblica la risoluzione del gruppo comunista sul progetto di accordo di libero scambio fra gli Stati Uniti e l’Unione Europea. Preoccupati dell’interesse generale, al di là delle linee di partito, in un primo momento avevamo deciso di prendere in considerazione il fatto di votare questa risoluzione. Purtroppo, il testo è stato totalmente svuotato della sua sostanza dal voto degli emendamenti socialisti in commissione.
    Il punto centrale della risoluzione, che domanda la sospensione dei negoziati, è stata soppressa. Il PS mostra il suo vero volto: quello di un ultraliberalismo che sostiene, mano nella mano con l’UMP, l’abolizione delle nostre frontiere economiche a beneficio delle grandi firme multinazionali. Questo chiarimento fa luce su di partito che da più di 35 anni ci incanta con i suoi slogan a favore di un’Europa sociale dove il mercato si sarebbe messo al servizio dei lavoratori.
    Il PS ha anche respinto le disposizioni che avrebbero dovuto imporre agli Stati Uniti la fine dello spionaggio massiccio dei nostri cittadini, delle nostre istituzioni e dei nostri capi di Stato, con la giustificazione che ciò fosse irrilevante. Argomentazione divertente, sapendo che questi metodi particolarmente scandalosi da parte di un paese alleato inclinano totalmente i rapporti di forza di queste negoziazioni.
    La maggioranza e il governo non smettono di giurarci la loro opposizione alla creazione di una risoluzione arbitraria dei conflitti che possa permettere a un’impresa privata di trascinare uno Stato sovrano davanti alla giustizia e di farlo condannare per una legislazione che compromette i suoi profitti. Questo metodo esiste attualmente in diversi paesi stranieri, tra cui il Canada, ad esclusivo beneficio dei privati contro la sovranità dello Stato. Tuttavia il PS ha eliminato il paragrafo che chiede la sua esclusione definitiva dai negoziati per rimpiazzarlo con una semplice formula concernente la sospensione provvisoria delle negoziazioni su questo punto (cosa peraltro falsa). Questa precauzione è evidentemente un’abile concessione politica!
    Al fine di calmare l’opposizione, il governo ci promette il rispetto di alcune «linee rosse» che, se superate, impediscono la messa in atto del trattato. Tra queste, la difesa dell’eccezione culturale. Così, il protezionismo è propagandato quando riguarda i loro amici, ma avversato, populista e pericoloso quando è a beneficio degli agricoltori e degli operai! Ci assicurano che possiamo contare su di loro per il mantenimento delle nostre norme sanitarie, sociali e ambientali, quando le negoziazioni prevedono l’abolizione delle norme dette non tariffarie, cioè la concorrenza diretta con una legislazione americana molto meno restrittiva rispetto alla nostra, soprattutto nel settore agricolo (utilizzo degli OGM, buoi allevati con gli ormoni, polli morti lavati nel cloro, trasporto di animali poco regolamentato etc.).
    Io non ripongo alcuna fiducia nei commissari europei incaricati né nei grandi campioni del dumping sociale, ambientale, salariale, della deindustrializzazione e delle delocalizzazioni, che sono l’UMP e il PS, per difendere gli interessi della Francia, la cui voce si perde in mezzo a quella dei suoi 28 partner. Gli appelli alla vigilanza hanno fatto di questa risoluzione un documento dal contenuto non veritiero. Di conseguenza non c’era più bisogno di prendere posizione su di un testo che non conteneva più alcuna garanzia concreta. Per tutte queste ragioni, ho deciso di astenermi sul testo della risoluzione europea.
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
    "Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
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    Predefinito Re: Ttip: nel bene e nel male, basti che (non se ne) parli

    Ventriloqui, pupazzi e accordo commerciale Usa-Ue, Sonia Savioli
    di Sonia Savioli - 29/06/2014

    Fonte: Il Cambiamento

    Le grandi imprese multinazionali, che dominano oggi il mondo del capitalismo globalizzato, si potrebbero paragonare a un ventriloquo. Stanno nell’ombra, invisibili dietro il sipario della falsa rappresentazione mostrata ai nostri occhi e gridata alle nostre orecchie, e danno voce alle marionette. Benché il loro testone deforme si possa facilmente intravedere al di sopra del telo disegnato per ingannare il pubblico.


    Così pochi giorni fa abbiamo udito le voci del ventriloquo uscire dalle bocche dei nostri governanti. L’ineffabile Renzi, colui che il più delle volte parla senza dire alcunché (è anche questa una capacità molto importante per i politici di oggi, ma bisogna dare a lui il merito di averla portata alle vette del sublime), stavolta, animato dal ventriloquo, ha detto qualcosa di concreto: che bisogna firmare subito il TTIP, il trattato internazionali di libero commercio tra USA ed Europa. “E’ tutto a nostro vantaggio” ha detto il ventriloquo. “Sst!... Guerrino dorme, non risvegliamolo. Vorrei sbagliarmi, ma credo che ogni giorno di più dubita di non esistere, d’essere un’armatura piena di vento…” (Gesualdo Bufalino) Dice che venderemo più facilmente i nostri prosciutti e il nostro parmigiano agli americani. Finalmente. Allora ci metteremo tutti a produrre prosciutti e parmigiano, e cargo di prosciutti e parmigiano, e magari vino Chianti e Brunello, partiranno per l’America, inondando le mense USA e sostituendo hamburger, popcorn, cibi in scatola e in plastica di ogni genere e tipo. Continueremo a importare grano, riso, carne, verdure, sementi, piante da orto e da giardino, soia e mais e farine animali da far mangiare ai maiali per i prosciutti e alle vacche per il parmigiano, pesticidi con cui irrorare i già troppo estesi vigneti del Chianti e del Brunelle, ecc ecc, e molte di queste cose continueremo ad importarle dagli Stati Uniti, come già facciamo. Con una piccola differenza, però, rispetto ad ora: non potremo più rifiutare nulla. Non potremo più escludere ormoni, OGM, veleni di qualsiasi genere dal nostro commercio e consumo, non potremo nemmeno più essere avvertiti della loro presenza da un’etichetta (e nemmeno da un articolo pubblicato su un giornale) perché sarebbe “concorrenza sleale”, punita con gravi sanzioni pecuniarie, se non peggio. Diventerebbe illegale anche un’etichetta che specificasse “esente da OGM”: sarebbe sempre concorrenza sleale. “Sleale”! Ma dov’è finito il significato delle parole? Il TTIP (trattato di libero commercio), libererebbe le multinazionali USA (e non solo) da ogni limite e vincolo che oggi la nostra legislazione prevede, e che abbiamo conquistato a seguito di tante lotte, mobilitazioni, impegno e lavoro di associazioni, gruppi e gente varia. Libererebbe le multinazionali e incatenerebbe noi. Ogni passo avanti nel cammino della globalizzazione imperialista è un passo avanti nella sottomissione dei popoli. Mentre quelli che ci stanno rendendo schiavi sventolano la bandiera della Santa Democrazia ogni volta che devono dare l’assalto a qualche paese refrattario e recalcitrante al farsi “globalizzare”. Il TTIP è un piano con cui le grandi Corporations vogliono accaparrarsi tutto l’accaparrabile, controllare tutto il commercio, imporre a tutti i loro prodotti. Viene discusso in segreto, tenendone all’oscuro, con la complicità dei governi, i popoli che ne saranno vittime. E’ un’altra rapina di risorse naturali ed economiche, aumenterà la povertà dei molti e la ricchezza dei dominatori del mondo, accelererà la distruzione della terra e della nostra salute. Se verrà approvato. Intanto, non lasciamo che a berciare sia solo il ventriloquo attraverso le sue marionette: la maggior parte dei cittadini non ne ha mai sentito parlare, se non da Renzi & C. Informiamoci ed informiamo, facciamo conoscere la verità e gli obiettivi di questo trattato commerciale. Tutti devono capire, tutti quelli che sanno e hanno capito devono informare coloro che “cadono dalle nuvole” ma che pesano, eccome, sul piatto della bilancia. Il Trattato prevede che le legislazioni dei singoli stati si pieghino alle norme di libero scambio stabilite dalle multinazionali, pena gravi sanzioni commerciali e risarcimenti (alle multinazionali) degli stati contravventori. O delle Regioni, o dei Comuni. Sicurezza alimentare, norme sulle sostanze tossiche, sanità, medicinali, energia, cultura, risorse naturali, formazione professionale, appalti pubblici… tutto verrebbe piegato e ridisegnato secondo gli interessi delle multinazionali. Sarebbero creati appositi tribunali internazionali per tutelarne gli interessi. I servizi pubblici diventerebbero merce di libero scambio. Stiamo parlando di scuole, ospedali, ferrovie, musei, opere pubbliche, foreste e terreni, energia elettrica. Tutto “liberamente scambiabile”! Tutto arraffabile, accaparrabile, rapinabile dalle grandi industrie USA ed europee. Nella delegazione americana che sta conducendo le trattative ci sono più di seicento (600!) rappresentanti mandati dalle multinazionali. Seicento loro lacché, funzionari, mercenari: dopotutto, è una guerra, e quei seicento si batteranno fino all’ultimo: per loro è questione di vita o di morte. Cioè di carriera e prestigio o di fallimento, che è tutto ciò che concepiscono della vita. Le istruzioni per tutti i lacché, USA ed europei, politici e non, sono: non far trapelare nulla, fino alla fine, di ciò che si discute. Chissà perché? A noi italiani almeno lo potrebbero dire, dato che il TTIP “è tutto a nostro vantaggio”. Con le monete in una mano, un bel niente nell’altra, persuasero tutti, eccetto il bambino – già sapeva… che, qualsiasi mano avesse toccato delle due tese avanti, sarebbe stata sempre quella vuota. (R.S: Thomas) Peccato che il trattato simile di libero commercio fatto tra USA e Messico non sia stato anche lui a tutto vantaggio dei contadini messicani, che hanno visto inondare il mercato interno di mais USA geneticamente modificato e a prezzi stracciati e, oltre a non riuscire più a vendere il proprio prodotto, vengono denunciati e rovinati dalla Monsanto perché il loro mais è contaminato.

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    Predefinito Re: Ttip: nel bene e nel male, basti che (non se ne) parli

    Adesso alla Rai c'è la pubblicità del TTIP, con la solita voce del "coglione ignoto".
    Cantiere Europa | L'Europa e i trattati commerciali internazionali - Cantiere Europa
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    Predefinito Re: Ttip: nel bene e nel male, basti che (non se ne) parli

    Il pupazzo Renzi ci sta spedendo nell’inferno del Ttip, Sonia Savioli
    di Sonia Savioli - 22/07/2014

    Fonte: Il Cambiamento





    Così pochi giorni fa abbiamo udito le voci del ventriloquo uscire dalle bocche dei nostri governanti. L’ineffabile Renzi, colui che il più delle volte parla senza dire alcunché (è anche questa una capacità molto importante per i politici di oggi, ma bisogna dare a lui il merito di averla portata alle vette del sublime), stavolta, animato dal ventriloquo, ha detto qualcosa di concreto: che bisogna firmare subito il Ttip, il trattato internazionale di libero commercio tra Usa ed Europa. «E’ tutto a nostro vantaggio», ha detto il ventriloquo. «Sst!… Guerrino dorme, non risvegliamolo. Vorrei sbagliarmi, ma credo che ogni giorno di più dubita di non esistere, d’essere un’armatura piena di vento…» (Gesualdo Bufalino). Dice che venderemo più facilmente i nostri prosciutti e il nostro parmigiano agli americani. Finalmente. Allora ci metteremo tutti a produrre prosciutti e parmigiano, e cargo di prosciutti e parmigiano, e magari vino Chianti e Brunello partiranno per l’America, inondando le mense Usa e sostituendo hamburger, popcorn, cibi in scatola e in plastica di ogni genere e tipo.

    Continueremo a importare grano, riso, carne, verdure, sementi, piante da orto e da giardino, soia e mais e farine animali da far mangiare ai maiali per i Renzi con Obamaprosciutti e alle vacche per il parmigiano, pesticidi con cui irrorare i già troppo estesi vigneti del Chianti e del Brunello, ecc ecc, e molte di queste cose continueremo ad importarle dagli Stati Uniti, come già facciamo. Con una piccola differenza, però, rispetto ad ora: non potremo più rifiutare nulla. Non potremo più escludere ormoni, Ogm, veleni di qualsiasi genere dal nostro commercio e consumo, non potremo nemmeno più essere avvertiti della loro presenza da un’etichetta (e nemmeno da un articolo pubblicato su un giornale) perché sarebbe “concorrenza sleale”, punita con gravi sanzioni pecuniarie, se non peggio. Diventerebbe illegale anche un’etichetta che specificasse “esente da Ogm”: sarebbe sempre concorrenza sleale. “Sleale”! Ma dov’è finito il significato delle parole?
    Il Ttip (trattato di libero commercio), libererebbe le multinazionali Usa (e non solo) da ogni limite e vincolo che oggi la nostra legislazione prevede, e che abbiamo conquistato a seguito di tante lotte, mobilitazioni, impegno e lavoro di associazioni, gruppi e gente varia. Libererebbe le multinazionali e incatenerebbe noi. Ogni passo avanti nel cammino della globalizzazione imperialista è un passo avanti nella sottomissione dei popoli. Mentre quelli che ci stanno rendendo schiavi sventolano la bandiera della Santa Democrazia ogni volta che devono dare l’assalto a qualche paese refrattario e recalcitrante al farsi “globalizzare”. Il Ttip è un piano con cui le grandi corporations vogliono accaparrarsi tutto l’accaparrabile, controllare tutto il commercio, imporre a tutti i loro prodotti. Viene discusso in segreto, A rischio l’eccellenza made in Italytenendone all’oscuro, con la complicità dei governi, i popoli che ne saranno vittime.
    E’ un’altra rapina di risorse naturali ed economiche, aumenterà la povertà dei molti e la ricchezza dei dominatori del mondo, accelererà la distruzione della Terra e della nostra salute. Se verrà approvato. Intanto, non lasciamo che a berciare sia solo il ventriloquo attraverso le sue marionette: la maggior parte dei cittadini non ne ha mai sentito parlare, se non da Renzi & C. Informiamoci e informiamo, facciamo conoscere la verità e gli obiettivi di questo trattato commerciale. Tutti devono capire, tutti quelli che sanno e hanno capito devono informare coloro che “cadono dalle nuvole” ma che pesano, eccome, sul piatto della bilancia. Il Trattato prevede che le legislazioni dei singoli Stati si pieghino alle norme di libero scambio stabilite dalle multinazionali, pena gravi sanzioni commerciali e risarcimenti (alle multinazionali) degli Stati contravventori. O delle Regioni, o dei Comuni.
    Sicurezza alimentare, norme sulle sostanze tossiche, sanità, medicinali, energia, cultura, risorse naturali, formazione professionale, appalti pubblici… tutto verrebbe piegato e ridisegnato secondo gli interessi delle multinazionali. Sarebbero creati appositi tribunali internazionali per tutelarne gli interessi. I servizi pubblici diventerebbero merce di libero scambio. Stiamo parlando di scuole, ospedali, ferrovie, musei, opere pubbliche, foreste e terreni, energia elettrica. Tutto “liberamente scambiabile”! Tutto arraffabile, accaparrabile, rapinabile dalle grandi industrie Usa ed europee. Nella delegazione americana che sta conducendo le trattative ci sono più di seicento (600!) rappresentanti mandati dalle multinazionali. Seicento loro lacché, funzionari, mercenari: dopotutto, è una guerra, e quei seicento si batteranno fino all’ultimo: per loro è questione di Brunello di Montalcinovita o di morte. Cioè di carriera e prestigio o di fallimento, che è tutto ciò che concepiscono della vita.
    Le istruzioni per tutti i lacché, Usa ed europei, politici e non, sono: non far trapelare nulla, fino alla fine, di ciò che si discute. Chissà perché? A noi italiani almeno lo potrebbero dire, dato che il Ttip “è tutto a nostro vantaggio”. «Con le monete in una mano, un bel niente nell’altra, persuasero tutti, eccetto il bambino – già sapeva… che, qualsiasi mano avesse toccato delle due tese avanti, sarebbe stata sempre quella vuota» (R. S. Thomas). Peccato che il trattato simile di libero commercio fatto tra Usa e Messico non sia stato anche lui a tutto vantaggio dei contadini messicani, che hanno visto inondare il mercato interno di mais Usa geneticamente modificato e a prezzi stracciati e, oltre a non riuscire più a vendere il proprio prodotto, vengono denunciati e rovinati dalla Monsanto perché il loro mais è contaminato.



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    Predefinito Re: Ttip: nel bene e nel male, basti che (non se ne) parli

    Citazione Originariamente Scritto da Avanguardia Visualizza Messaggio
    Il pupazzo Renzi ci sta spedendo nell’inferno del Ttip, Sonia Savioli
    di Sonia Savioli - 22/07/2014

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    Così pochi giorni fa abbiamo udito le voci del ventriloquo uscire dalle bocche dei nostri governanti. L’ineffabile Renzi, colui che il più delle volte parla senza dire alcunché (è anche questa una capacità molto importante per i politici di oggi, ma bisogna dare a lui il merito di averla portata alle vette del sublime), stavolta, animato dal ventriloquo, ha detto qualcosa di concreto: che bisogna firmare subito il Ttip, il trattato internazionale di libero commercio tra Usa ed Europa. «E’ tutto a nostro vantaggio», ha detto il ventriloquo. «Sst!… Guerrino dorme, non risvegliamolo. Vorrei sbagliarmi, ma credo che ogni giorno di più dubita di non esistere, d’essere un’armatura piena di vento…» (Gesualdo Bufalino). Dice che venderemo più facilmente i nostri prosciutti e il nostro parmigiano agli americani. Finalmente. Allora ci metteremo tutti a produrre prosciutti e parmigiano, e cargo di prosciutti e parmigiano, e magari vino Chianti e Brunello partiranno per l’America, inondando le mense Usa e sostituendo hamburger, popcorn, cibi in scatola e in plastica di ogni genere e tipo.

    Continueremo a importare grano, riso, carne, verdure, sementi, piante da orto e da giardino, soia e mais e farine animali da far mangiare ai maiali per i Renzi con Obamaprosciutti e alle vacche per il parmigiano, pesticidi con cui irrorare i già troppo estesi vigneti del Chianti e del Brunello, ecc ecc, e molte di queste cose continueremo ad importarle dagli Stati Uniti, come già facciamo. Con una piccola differenza, però, rispetto ad ora: non potremo più rifiutare nulla. Non potremo più escludere ormoni, Ogm, veleni di qualsiasi genere dal nostro commercio e consumo, non potremo nemmeno più essere avvertiti della loro presenza da un’etichetta (e nemmeno da un articolo pubblicato su un giornale) perché sarebbe “concorrenza sleale”, punita con gravi sanzioni pecuniarie, se non peggio. Diventerebbe illegale anche un’etichetta che specificasse “esente da Ogm”: sarebbe sempre concorrenza sleale. “Sleale”! Ma dov’è finito il significato delle parole?
    Il Ttip (trattato di libero commercio), libererebbe le multinazionali Usa (e non solo) da ogni limite e vincolo che oggi la nostra legislazione prevede, e che abbiamo conquistato a seguito di tante lotte, mobilitazioni, impegno e lavoro di associazioni, gruppi e gente varia. Libererebbe le multinazionali e incatenerebbe noi. Ogni passo avanti nel cammino della globalizzazione imperialista è un passo avanti nella sottomissione dei popoli. Mentre quelli che ci stanno rendendo schiavi sventolano la bandiera della Santa Democrazia ogni volta che devono dare l’assalto a qualche paese refrattario e recalcitrante al farsi “globalizzare”. Il Ttip è un piano con cui le grandi corporations vogliono accaparrarsi tutto l’accaparrabile, controllare tutto il commercio, imporre a tutti i loro prodotti. Viene discusso in segreto, A rischio l’eccellenza made in Italytenendone all’oscuro, con la complicità dei governi, i popoli che ne saranno vittime.
    E’ un’altra rapina di risorse naturali ed economiche, aumenterà la povertà dei molti e la ricchezza dei dominatori del mondo, accelererà la distruzione della Terra e della nostra salute. Se verrà approvato. Intanto, non lasciamo che a berciare sia solo il ventriloquo attraverso le sue marionette: la maggior parte dei cittadini non ne ha mai sentito parlare, se non da Renzi & C. Informiamoci e informiamo, facciamo conoscere la verità e gli obiettivi di questo trattato commerciale. Tutti devono capire, tutti quelli che sanno e hanno capito devono informare coloro che “cadono dalle nuvole” ma che pesano, eccome, sul piatto della bilancia. Il Trattato prevede che le legislazioni dei singoli Stati si pieghino alle norme di libero scambio stabilite dalle multinazionali, pena gravi sanzioni commerciali e risarcimenti (alle multinazionali) degli Stati contravventori. O delle Regioni, o dei Comuni.
    Sicurezza alimentare, norme sulle sostanze tossiche, sanità, medicinali, energia, cultura, risorse naturali, formazione professionale, appalti pubblici… tutto verrebbe piegato e ridisegnato secondo gli interessi delle multinazionali. Sarebbero creati appositi tribunali internazionali per tutelarne gli interessi. I servizi pubblici diventerebbero merce di libero scambio. Stiamo parlando di scuole, ospedali, ferrovie, musei, opere pubbliche, foreste e terreni, energia elettrica. Tutto “liberamente scambiabile”! Tutto arraffabile, accaparrabile, rapinabile dalle grandi industrie Usa ed europee. Nella delegazione americana che sta conducendo le trattative ci sono più di seicento (600!) rappresentanti mandati dalle multinazionali. Seicento loro lacché, funzionari, mercenari: dopotutto, è una guerra, e quei seicento si batteranno fino all’ultimo: per loro è questione di Brunello di Montalcinovita o di morte. Cioè di carriera e prestigio o di fallimento, che è tutto ciò che concepiscono della vita.
    Le istruzioni per tutti i lacché, Usa ed europei, politici e non, sono: non far trapelare nulla, fino alla fine, di ciò che si discute. Chissà perché? A noi italiani almeno lo potrebbero dire, dato che il Ttip “è tutto a nostro vantaggio”. «Con le monete in una mano, un bel niente nell’altra, persuasero tutti, eccetto il bambino – già sapeva… che, qualsiasi mano avesse toccato delle due tese avanti, sarebbe stata sempre quella vuota» (R. S. Thomas). Peccato che il trattato simile di libero commercio fatto tra Usa e Messico non sia stato anche lui a tutto vantaggio dei contadini messicani, che hanno visto inondare il mercato interno di mais Usa geneticamente modificato e a prezzi stracciati e, oltre a non riuscire più a vendere il proprio prodotto, vengono denunciati e rovinati dalla Monsanto perché il loro mais è contaminato.



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    Questa sarà la vera catastrofe.
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    Predefinito Re: Ttip: nel bene e nel male, basti che (non se ne) parli

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2014...atori/1134656/
    Commercio mondiale, Stiglitz: “No a trattato Usa-Ue, in gioco tutela consumatori”

    Il premio Nobel per l'economia contro la firma del Ttip: "Gli Stati Uniti vogliono un accordo di gestione del com*mer*cio che favorisca spe*ci*fici inte*ressi eco*no*mici" e "in gioco ci sono la sicu*rezza ali*men*tare, la tutela dell’ambiente e dei con*su*ma*tori". Intanto le trattative, fortemente sostenute dal governo Renzi, sono in stallo. E il commissario Ue al commercio ammette: "Sempre più improbabile riuscire a chiudere"


    di Redazione Il Fatto Quotidiano | 26 settembre 2014Commenti (43)




    [COLOR=#0088C3 !important]Più informazioni su: Commercio, Importazioni, Joseph Stiglitz, Unione Europea, Usa.










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    No al trattato di libero scambio tra Unione europea e Stati Uniti. Che potrebbe rivelarsi “molto negativo” per l’Europa perché lascerebbe “campo libero a imprese pro*ta*go*ni*ste di atti*vità eco*no*mi*che nocive per l’ambiente e per la salute umana“. Parola del premio Nobel per l’economiaJoseph Stiglitz, che ha ribadito il suo no alla firma del discusso accordo Trans-Atlantic trade and investiment partnership (Ttip) – i cui negoziati sono peraltro in stallo – in un intervento su Il Manifesto. “Gli Stati Uniti, in realtà, non vogliono un accordo di libero scam*bio, vogliono un accordo di gestione del com*mer*cio che favo*ri*sca alcuni spe*ci*fici inte*ressi eco*no*mici”, scrive l’economista noto per le critiche alle politiche del Fondo monetario internazionale. “La posta in gioco non sono le tariffe sulle impor*ta*zioni tra Europa e Stati uniti, che sono già molto basse. La vera posta in gioco sono le norme per la sicu*rezza ali*men*tare, per la tutela dell’ambiente e dei con*su*ma*tori in genere. Ciò che si vuole otte*nere con que*sto accordo non è un miglio*ra*mento del sistema di regole e di scambi posi*tivo per i cit*ta*dini ame*ri*cani ed euro*pei, ma garan*tire campo libero a imprese pro*ta*go*ni*ste di atti*vità eco*no*mi*che nocive per l’ambiente e per la salute umana”.
    Ed è per questo, secondo Stiglitz, che il Dipar*ti*mento del Com*mer*cio (così come, peraltro, laCommissione Ue) “sta nego*ziando in asso*luta segre*tezza senza infor*mare nem*meno i mem*bri del Con*gresso ame*ri*cano”. Poi l’esempio di quel che potrebbe succedere, per il Nobel, in caso di approvazione: “La Phi*lip Mor*ris ha fatto causa con*tro l’Uruguay che vuol difen*dere i pro*pri cit*ta*dini dalle siga*rette tos*si*che. La Phi*lip Mor*ris nel ten*ta*tivo di con*tra*stare le misure adot*tate in Uru*guay per tute*lare i minori o i malati dai rischi del fumo si è appel*lata pro*prio ai quei prin*cipi di libero scam*bio che si vor*reb*bero intro*durre con il Ttip. Sot*to*scri*vendo un accordo simile l’Europa per*de*rebbe la pos*si*bi*lità di pro*teg*gere i pro*pri cit*ta*dini. Que*sto tipo di accordi, inol*tre aggra*vano le disu*gua*glianze e, in una situa*zione come quella euro*pea, rischie*reb*bero di appro*fon*dire la recessione“.
    Bocciatura su tutta la linea, dunque, per il trattato che prevede la rimozione dei dazi ma soprattutto l’armonizzazione di normative e regolamenti dalle due parti dell’Atlantico, cosa che secondo il Centre for economic policy research di Londra comporterebbe una crescita di 90 miliardi di euro per l’economia Usa e di 120 miliardi per quella europea. La firma dell’accordo è fortemente voluta dal governo italiano, che stando alle anticipazioni del viceministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda farà di tutto perché le trattative si chiudano nei prossimi 12 mesi. Ma, a quanto pare, difficilmente la scommessa di Matteo Renzi sarà vinta: venerdì il commissario Ue uscente al Commercio, Karel De Gucht, ha ammesso in un’intervista al Financial Times che c’è il rischio concreto di uno slittamento sine die. “La mancanza di leadership politica a Washington e a Berlino sta rendendo sempre più improbabile” che il Partenariato trans-atlantico per il commercio e gli investimenti venga siglato entro il prossimo anno. E se non ci sarà un accordo nel 2015 si rischia che la firma del Ttip venga rinviata a tempo indeterminato a causa delle elezioni presidenziali negli Usa. “Questo accordo può essere concluso solamente se c’è una sufficiente guida e volontà politica a farlo”, spiega De Gucht al quotidiano finanziario. “Cosa che da entrambe le parti, sia americana che europea, deve ancora essere dimostrata”. Il commissario Ue riconosce poi che “abbiamo incontrato più ostacoli del previsto e per diverse ragioni. Il commercio è diventato un tema decisamente politico” e “specialmente i partiti di sinistra non sono particolarmente a favore del libero scambio”. Infine, riguardo al ruolo dei gruppi di pressione, De Gucht spiega che “si parla molto delle lobby al Parlamento europeo, ma posso assicurare che al Congresso degli Stati Uniti sono molto più forti”.

    Ultima modifica di Avanguardia; 26-09-14 alle 21:34
    FASCISMO MESSIANICO E DISTRUTTORE. PER UN MONDIALISMO FASCISTA.

    "NELLA MIA TOMBA NON OCCORRE SCRIVERE ALCUN NOME! SE DOVRO' MORIRE, LO FARO' NEL DESERTO, IN MEZZO ALLE BATTAGLIE." Ken il Guerriero, cap. 27. fumetto.

  8. #8
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    Predefinito Re: Ttip: nel bene e nel male, basti che (non se ne) parli

    FASCISMO MESSIANICO E DISTRUTTORE. PER UN MONDIALISMO FASCISTA.

    "NELLA MIA TOMBA NON OCCORRE SCRIVERE ALCUN NOME! SE DOVRO' MORIRE, LO FARO' NEL DESERTO, IN MEZZO ALLE BATTAGLIE." Ken il Guerriero, cap. 27. fumetto.

  9. #9
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    Predefinito Re: Ttip: nel bene e nel male, basti che (non se ne) parli

    Citazione Originariamente Scritto da Avanguardia Visualizza Messaggio
    Prepariamoci ad una società tipo sobborgo da terzo mondo , ci toccherà girare con il giubbotto antiproiettile per andare al bar .
    Ultima modifica di Freezer; 17-10-14 alle 19:36
    Il Silenzio per sua natura è perfetto , ogni discorso, per sua natura , è perfettibile .

  10. #10
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    Predefinito Re: Ttip: nel bene e nel male, basti che (non se ne) parli

    Ieri sera a Rai3 su Report la puntata parlava del TTIP. Io l' ho guardata stamattina. Se volete guardarla eccovi il collegamento:
    Report Il segreto sul piatto

    Non ho simpatia per la Gabanelli in modo particolare per l' esterofilia, però qua di esterofilia ne hanno fatto poca. Vi consiglio la visione, per ancora farvi comprendere quali pericoli comporta questo TTIP per la nostra salute, l' identità culinaria locale e la sovranità delle nazioni.
    FASCISMO MESSIANICO E DISTRUTTORE. PER UN MONDIALISMO FASCISTA.

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