In realtà il M5S ha tenuto, è stato sconfitto l'eccessivo ottimismo di Grillo

[King Z.]

Comunque ora a Ballaro l'ennesimo grullino a fare figure di *

[King Z.]

Se mandavano Ronzino (m5s) in tv una settimana fa prendevano meno di Forza Italia

[bator]

Comunque ora a Ballaro l'ennesimo grullino a fare figure di *

L'hanno messo in mezzo ai due direttori di giornalone... che sostengono che non vi è finanziamento all'editoria... e pure floris. Peccato che...


M5S pubblica finanziamenti editoria. top 10 quotidiani finanziati 2012

M5S pubblica finanziamenti editoria. Il Movimento 5 Stelle è stato il primo movimento politico ad intestarsi la battaglia contro il finanziamento pubblico ai partiti. Stessa contrarietà espressa anche per il finanziamento all’editoria. All’indomani della Legge di Stabilità dal blog di Beppe Grillo arriva la denuncia dal M5S delle “ricche elemosine di Stato per il 2013″. I dati dei finanziamento non sono ancora noti nel dettaglio. Per ora si sa che la legge di stabilità per il 2013 stanzia 137 milioni di euro per l’editoria, 175 milioni per il 2014, 119 per il 2015 e 120 milioni per il 2016.

[Enghivuc]

Comunque ora a Ballaro l'ennesimo grullino a fare figure di *

davvero imbarazzante..

[Azael]

davvero imbarazzante..

ed ognuno ha i suoi imbarazzi.....

[bator]

davvero imbarazzante..

imbarazzante davvero...




Fondi all'Editoria, i contribuenti continuano a pagare i contributi - ECONOMIA
Fondi all'Editoria, i contribuenti continuano a pagare i contributi

Nel 2014 stanziati 190 mln. E ne restano 150 da pagare alle Poste. Quanto ci costano i giornali.


SOLDI PUBBLICI
di Gabriella Colarusso


Per il 2014 sono stati stanziati 190 milioni per l'editoria.

La polemica riesplode cicilicamente, soprattutto da quando Beppe Grillo ne ha fatto un suo cavallo di battaglia spesso, però, senza spiegare correttamente cosa significhi davvero: «I giornali prendono soldi dallo Stato».
Sui contributi pubblici all'editoria continua a esserci molta confusione. Quali testate vengono finanziate? In base a quali criteri? Quante risorse ha a disposizione lo Stato per sostenere un settore certo in profonda crisi ma che negli anni in cui le casse ancora lo permettevano non ha saputo né voluto ripensare il proprio futuro?
NEL 2014 A DISPOSIZIONE 190 MLN. Negli ultimi anni gli stanziamenti si sono notevolemente ridotti, ma il flusso di denaro pubblico per il settore continua a essere consistente.
Per il 2014, il dipartimento per l'Editoria della presidenza del Consiglio, come conferma a Lettera43.it il capo della struttura Ferruccio Sepe, ha a disposizione circa 140 milioni di euro. Stessa cifra per il 2015 e per il 2016. Anche se per questi due anni si tratta di risorse iscritte a bilancio previsionale che potrebbero dunque essere tagliate nel caso i conti lo richiedessero.
LA LEGGE DI STABILITÀ. Oltre alla dotazione del dipartimento, l'ultima legge di Stabilità ha stanziato ulteriori risorse per il sostegno all'editoria: 50 milioni per il 2014, 40 per il 2015 e 30 per il 2016, destinati all’avvio di nuove imprese editoriali, alle ristrutturazioni aziendali e agli ammortizzatori sociali.
Solo nel 2014 dunque i contribuenti italiani spenderanno circa 190 milioni di euro. Ma esattamente per finanziare che cosa?
I contributi indiretti e il debito dello Stato con Poste di 150 mln

La sede di Poste italiane.

I contributi diretti riguardano ormai «solo» i giornali organi di partiti politici, delle cooperative di giornalisti, quelli riferibili alle minoranze linguistiche e a «enti morali», quelli per le comunità italiane all'estero. Per ricevere i fondi a disposizione nel 2014, e relativi al 2013, queste testate possono presentare la richiesta fino all'inizio di quest'anno.
Ma «solo una parte dei circa 140 milioni a disposizione del dipartimento andrà in contributi diretti», spiega Sepe (per i 50 milioni aggiuntivi stanziati dalla legge di Stabilità ci saranno altri criteri di ripartizione).
I 21 MLN DI CONVENZIONE CON LA RAI. Il resto servirà per pagare la convenzione con la Rai, circa 21 milioni di euro e soprattutto per versare la quota annuale di rimborso dello Stato a Poste italiane.
Già, proprio così. Ogni anno, dal 2010 e fino al 2016, lo Stato deve pagare a Poste italiane 50 milioni di euro come rimborso per le agevolazioni sulle tariffe postali che l'azienda oggi guidata da Massimo Sarmi ha concesso agli editori dal 2000 al 2007.
Perché se è vero che i grandi quotidiani non ricevono contributi diretti e che dal 2010 hanno visto ridursi anche i contributi cosiddetti indiretti (agevolazioni postali, credito d'imposta e così via), per le agevolazioni postali che hanno ricevuto fino al 2007 continuano a pagare i cittadini.
IL BILANCIO 2012. Al 31 dicembre 2012, si legge nel bilancio di Poste, l'azienda vantava crediti per circa «251 milioni di euro relativi a integrazioni tariffarie al settore editoriale. Di tali crediti, 203 milioni di euro, relativi a corrispettivi per gli esercizi dal 2001 al 2007, sono stati oggetto di dilazione in base ad apposito Dpcm (decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, ndr) che ne ha previsto l’incasso in quote costanti negli esercizi 2010-2016 e sono iscritti in bilancio in base al relativo valore attuale. Altri 9 milioni di euro circa, riferiti agli esercizi 2009 e 2010, sono tuttora privi di copertura finanziaria nel bilancio dello Stato».
IL GIALLO DEI 9 MILIONI SENZA COPERTURA. Interpellata da Lettera43.it Poste ha specificato che il credito ancora residuo con lo Stato si aggira intorno ai 150 milioni che verranno pagati nei prossimi tre anni. Senza dare ulteriori spiegazioni riguardo ai 9 milioni a cui si fa riferimento nel bilancio e che risulterebbero senza copertura.
Se si considera che le rate vengono versate dal 2010, è facile calcolare come il sostegno indiretto all'editoria, solo per quanto riguarda le spedizioni postali, costerà ai contribuenti più di 300 milioni di euro.
Sono serviti a garantire un futuro a giornali, periodici pubblicazioni di ogni sorta? Non si direbbe.
L'INDAGINE DELL'ANTITRUST. Un'indagine dell'Antitrust del 2007 sottolineava infatti come le agevolazioni postali non avessero «costituito una misura efficace per sviluppare gli abbonamenti» e che fossero servite in realtà solo a «favorire Poste italiane, unico soggetto presso cui è possibile ottenere i benefici, ostacolando lo sviluppo di una piena concorrenza». Il paradosso è che a beneficiare dei contributi indiretti e delle compensazioni sono stati negli anni proprio i giornali con più elevata tiratura, cioè quelli di proprietà dei grandi gruppi editoriali.
Giovedì, 09 Gennaio 2014 © RIPRODUZIONE RISERVATA

[King Z.]

davvero imbarazzante..

Da nascondersi dalla vergogna ma poi prosegue a sparare cazzate e parlare del nulla sorridendo come un babbeo

[King Z.]

Ma perché il Fatto Quotidiano rinuncia alle agevolazioni indirette ?

[Gonfu]

Da nascondersi dalla vergogna ma poi prosegue a sparare cazzate e parlare del nulla sorridendo come un babbeo

Scusa KingZ, non lo sto guardando, ma tu che sei un principe dell'onestà intellettuale () mi spieghi come è la storia dei soldi ai giornali? È vero quello che posta l'amico Bator oppure hanno ragione i giornalisti di ballarò che lo tirano per il culo?
Almeno sembra vada così, da quel che leggo qui..

[King Z.]

Scusa KingZ, non lo sto guardando, ma tu che sei un principe dell'onestà intellettuale () mi spieghi come è la storia dei soldi ai giornali? È vero quello che posta l'amico Bator oppure hanno ragione i giornalisti di ballarò che lo tirano per il culo?
Almeno sembra vada così, da quel che leggo qui..

Ci sono i finanziamenti pubblici diretti ai partiti e quelli non credo li prendano ne la stampa ne repubblica nemmeno il corriere ma dovrei verificare , poi ci sono delle agevolazioni in base al numero delle copie vendute e in generale all'editoria tipo sull'acquisto di carta o sulle spedizioni per questo ho chiesto se Il Fatto ha rinunciato a queste agevolazioni ( finanziamenti indiretti) perché non lo so .