L'attenzione mediatica sulla manovra di Tremonti e Berlusconi è già sfumata.
Ma le conseguenze di questa scure che cala sul pubblico impiego, sui consumi e sulle piccole e medie imprese si sentirà. E come. Quando la protesta e il malcontento monteranno e potranno esplodere in una REAZIONE VILENTA.
Le dimensioni dei tagli, del decurtamento degli stipendi, della procrastinazione dei pensionamenti, del blocco ai limiti della legalità dei contratti e del tfr sono spaventose.
Questa manovra attuata dal governo ha dell'incredibile e del folle. E appare incomprensibile e irresponsabile. Oltre che socialmente inaccetabile. Lo scotto della crisi, del peso eccessivo dello stato si farà pagare alla classe più esposta e più fragile. Non basta. E' quella che consuma in misura maggiore e che vive alla fonte. Minori consumi significheranno minori investimenti. Minori investimenti faranno la rovina (come non la si fosse già sfiorata con la recessione) delle piccole imprese di cui il nostro paese e ricchissimo.
Dall'altra parte le grandi industrie, i professionisti evasori, i nullatenenti possessori di panfili e ville superlusso continueranno a non sentire il peso della fiscalità (che inevitabilemente si abbatterà anche in conseguenza del taglio delle spese per le amministrazioni: quindi cancellazione di spese sociali che vanno a beneficio dei più indigenti). Il paese sarà ancora più spaccato in due, il divario si farà più ampio e la protesta o la violenza potrà seriamente esplodere. Nuovi anni di piombo non sono una prospettiva irrealizzabile o molto lontana, grazie a questo governo.