Originariamente Scritto da
Metabo
San Matteo
di Claudio Gibertini
L’Italia, paese di eroi e navigatori ma soprattutto di santi, dopo Andreotti, Craxi e Berlusconi incorona Matteo Renzi suo nuovo patrono. Ed è tutta una corsa a consacrarsi al boy scout di Firenze.
Renzi ha stravinto e stravolto gli assetti politici italiani ad elezioni europee che gli hanno riservato il 40% delle preferenze.
Mai un partito di sinistra in Italia aveva raggiunto tali vette nella storia repubblicana del nostro paese. La Democrazia Cristiana riuscì a mantenere tali percentuali solo per poco più di un decennio dalla fine dell’ultima guerra mondiale.
Renzi, e
non il PD, col sorriso rassicurante da bravo ragazzo ha sbaragliato la concorrenza rappresentata in primis dal Movimento 5 Stelle di
Beppe Grillo. Ma è già tutto un parlare di
“Democrazia Renziana” , il Presidente del Consiglio infatti un uomo di sinistra non lo è mai stato. Tutti si chiedono se sarà politicamente l’erede di
Silvio Berlusconi con quel suo fare da yuppie rampante, oppure di
Ciriaco De Mita con una sua buona dose di rassicurante imperscrutabilità democristiana.
E proprio l’italiano medio ha contribuito allo tsunami Renzi, proprio quello stesso italiano medio che nella prima repubblica negava sempre di votare la Democrazia Cristiana, sempre primo partito fino alla sua dissoluzione negli anni ’90 del secolo scorso. Ma l’italiano medio ha visceralmente bisogno di un Santo al quale votarsi e al quale affidare il proprio destino. E allora che dopo l’erculeo
Mussolini, il rassicurante
Andreotti, il rampante
Craxi e lo spregiudicato (e pregiudicato)
Berlusconi, quale miglior scelta di
Renzi?
In un regime democratico, purtroppo o per fortuna, a rappresentare la maggioranza dell’elettorato è sempre e comunque il cittadino medio essendo i voti tutti di medesimo valore, ed è proprio questo campione di mediocrità che deve essere convinto dalle forze in campo a donargli il suo prezioso voto. Per 20 anni si è discusso di come milioni di casalinghe di una certa età, imbonite da ore e ore di permanenza giornaliera davanti alle televisioni berlusconiane, potessero continuare a votare con religiosa devozione colui che si autodefiniva
“l’Unto dal Signore” ma che tra una frode fiscale e un attacco ai magistrati, un bunga bunga e una legge ad personam, praticamente non ha mai dedicato un secondo del suo prezioso tempo ai problemi del paese, avendone già parecchi da risolvere di propri. L'italiano medio che si vota e che vota il Santo di turno si informa poco e male, guarda qualche trasmissione televisiva, raramente legge un giornale, internet per informarsi lo usa poco per non dire nulla. Chi ha bisogno del Santo vive come un
pagano tutta la settimana, ma la domenica va sempre a
messa per scaricarsi la coscienza, si lamenta delle tasse come se fossero una calamità naturale periodica e inevitabile, scaglia poderose critiche contro il governo sempre ladro, ma si irrita non poco se qualcuno gli fa notare che quel governo l’ha votato anche lui, tanto come ama ripetere: "Sono tutti delinquenti e pensano solo a se stessi". La lamentela del male inevitabile (a dosi sopportabili) è un
masochistico piacere nel quale si crogiola ogni giorno, anzi, è un
piccolo martirio del quale compiacersi.
Berlusconi, che prometteva mari e monti, ha dominato la vita politica italiana per un ventennio. Matteo Renzi ha dato 80 Euro e l’italiano medio che ha bisogno sempre e comunque di un Santo in paradiso, e l’italiano medio l’ha votato e santificato subito.
Beppe Grillo invece come un moderno Prometeo che svelava agli uomini il segreto del fuoco, proponendo partecipazione attiva e democrazia diretta, si è fermato a un 22% di voti.
Nel frattempo la processione dietro al carro di
San Matteo Renzi, che piccole grazie non le nega a nessuno, nemmeno all’ultimo dei peccatori, è già iniziata.
Claudio Gibertini | Fiori del male