NON E? UN PAESE PER GIOVANI: 4 SU 5 CERCANO LA RACCOMANDAZIONE | Il Contagio
NON E’ UN PAESE PER GIOVANI: 4 SU 5 CERCANO LA RACCOMANDAZIONE


Pubblicato il maggio 29, 2014 di ABATE FARIA




Accanto al 40,8% di questi giorni, chiederei a tutti di prestare attenzione massima ai numeri emersi nell’ultimo rapporto Istat.
Alcuni li trovate nel mio post Altro che 40%..Ecco i veri numeri sull’Italia. Raddoppiati i disoccupati, boom di laureati in fuga
Sono numeri impressionanti, che testimoniano l’agonia che sta vivendo il paese, la povertà crescente, l’assenza di prospettive di crescita.
Ma accanto a questi numeri, ve ne è uno che vorrei sottolineare: 81,9%.
E’ la percentuale dei giovani che, per trovare lavoro, ha dovuto chiedere la "raccomandazione".
Questo numero dice tantissimo, sopratutto se accostato all’esodo dei "migliori".
In sostanza, nel nostro paese molti fuggono, quelli che restano si rassegnano all’idea che, senza entrare in qualche partito-gruppo-sindacato-consorteria o senza "avere santi in paradiso", NON CE LA PUOI FARE.
E, per esperienza personale, posso testimoniare che è così.
Ce la fa 1 su 100, ma a prezzi altissimi, impiegando più tempo del dovuto, producendo sforzi immani.
Gli altri 99:
- o sono disoccupati
- o devono cercare la raccomandazione
- o devono accettare salari bassi
- o devono beccarsi il demansionamento
Oppure, un mix di tutto ciò.
Il nostro paese è bloccato da tempo anche per questo.
E’ questo che dovrebbero capire gli illustrissimi cialtroni che governano questo paese.
Se i figli degli avvocati-notai-farmacisti, etc, etc faranno i lavori dei padri…
Se l’economia è al tracollo e vengono garantiti solo i "vecchi"…
Se gli stipendi dei giovani sono bassi rispetto a quelli dei loro coetanei si altri paesi…
Se il lavoro lo trovi solo se conosci qualcuno o se ti "prostituisci"…(stesso discorso per fare "carriera")
Mi spiegate perchè un giovane talentuoso dovrebbe rimanere qui?
Per passare la vita a subire umiliazioni e vedere altri, magari incapaci, andare avanti?
Ecco, vedete, quando si discute di PIL, forse bisognerebbe anche considerare questo.
Solo un sistema premiante e meritocratico farà in modo che "i migliori" possano restare qui.
Proprio ieri sera ne discutevo su twitter con in mio amico Giacomo Oliveri.
Ecco, è fondamentalmente, per questa ragione, caro amico, che i miei figli li voglio lontani da questo inferno di paese.
Ho visto molti miei coetanei perdersi in questi anni, proprio perchè non hanno mai trovato la possibilità di esprimersi liberamente.
Io stesso ho vissuto queste cose.
E credo non vi sia nulla di più demotivante per un giovane che capire che …."tanto, da solo, con le mie forze, con le mie capacità, con i miei studi, non vado da nessuna parte".
Signori, ho visto persino medici fare carriera perchè avevano la tessera del partito.
Vi rendete conto?
Magari un domani siete operati in ospedale non da uno bravo, ma da un paraculato della politica.
Molti giovani, mentre studiano, sanno già che, tanto, col solo merito non sfonderanno.
Lo hanno capito da tempo.
E, infatti, i migliori scappano.
Alcuni altri restano ed invecchieranno tra frustrazioni, rimpianti, incazzature.
Resteranno i peggiori (spesso i più premiati rispetto al loro reale valore in questo sistema), quelli che cercano la raccomandazione, quelli che fanno parte di qualche casta, quelli che hanno "il papà, lo zio o l’amico" che li sistema…
Anche per questo, ve lo dico, sono disgustato dal nostro Premier.
Pensavo e speravo potesse davvero dare un segnale in questa direzione.
Invece, no.
Premiate sempre le solite persone incapaci e leccaculo (il caso Madia è clamoroso) o vecchi (guardate i candidati alle europee) o "ladri"/collusi con il malaffare…
Il messaggio è devastante.
Anche chi ha un lavoro, cercherà sempre di dare il "minimo", perchè, tanto, il merito conta poco o nulla.
Perchè è inutile dare di più, sbattersi.
Perchè non fai carriera così.
Già hai uno Stato che ti divora tutto in tasse.
Perchè uno si deve sbattere e deve farsi il culo in Italia?
Quando leggo della riforma della Pa, mi chiedo: ma davvero qualcuno puo’ pensare che questa sia la riforma necessaria?
La prova dei dirigenti per 3 anni…
Ma siamo matti?
Ma i dirigenti chi li nomina?
I concorsi?
Ecco…
Senza merito..senza "ascensore sociale"..il paese resterà bloccato ed anche il pil (al netto delle nuove modalità per calcolarlo ed abbellirlo) resterà al palo.
Senza meritocrazia non c’è produttività.
Certo…
Se precarizzi tutto al limite della schiavitù, potrai forse ottenere qualcosa.
Perchè se uno è "costretto" a produrre, produce qualcosa.
Ma sarà sempre meno di quello che avrebbe fatto se fosse stato spinto da un sogno realizzabile, da un premio raggiungibile.
E molti continueranno ad andarsene.
e comunque…
Se non è il merito, ma la "conoscenza" e la raccomandazione, a far trovare un fottuto posto di lavoro ad oltre 4/5 dei giovani, me lo spiegate cosa dovrebbe insegnare un padre al proprio figlio?
Io spesso me lo domando.
Mai vorrei vedere i miei figli studiare ed impegnarsi per poi trovarsi le solite "porte chiuse", salvo abbassarsi a mendicare un posto di lavoro, o sottostando alla logica partitocratica-lobbististica-corporativa italiana.
Ho diversi amici all’estero.
Sono medici, psicologi, professori.
Sono tutti scappati da questo inferno che tarpava loro le ali.
Alcuni sono tornati e ci hanno provato.
Ma poi sono scappati di nuovo.
Quando li sento, in cuor mio, so di aver fatto la scelta sbagliata restando qui.
Ne ho discusso 2-3 anni fa con mia moglie.
Ho capito che, se me ne fossi andato, avrei perso lei ed i miei figli.
E sono rimasto, consapevole che mi stavo "sacrificando".
Però, sono rimasto perchè le ho strappato una promessa: quella che i miei figli (se non cambia nulla) se ne andranno.
In questo trovo il senso del blog.
In questo trovo il senso per farmi il culo.
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Dunque…
Da tempo che ho preso la mia decisione: fornirò ai miei due figli un bagaglio formativo (migliore rispetto a quello che possono dare le malandate scuole italiane) e poi…VIA!!
Via da questa Italia fallita, corrotta, coorporativa, regno delle clientele, delle lobbies, della partitocrazia, delle consorterie e dei ladri.
Via da un paese di vecchi che non sa più pensare al proprio futuro.
Via da un paese che uccide i sogni dei suoi figli, che li divora, che li stupra ogni giorno.
Facciano ciò che ritengono più opportuno.
Ci provino, si migliorino, studino, sognino.
Ma soprattutto: che se la possano giocare in un sistema meritocratico, dove i migliori vengono premiati, lontano da questa Italia che ti soffoca, fino quasi a strozzarti.
Ragazzi, cercate di realizzare i vostri sogni!
E per farlo avete una sola cosa da fare: mollare questa Italia vecchia, fallita e irriformabile.

LA CRISI ha allungato anche i tempi di ricerca, per chi il lavoro lo sta cercando: dai 17,7 mesi del 2008 oggi un giovane impiega 19 mesi per trovare un impiego. Tra i fortunati che il lavoro riescono a trovarlo, però, i dati fotografano una situazione tutt’altro che rosea: l’81,9%, infatti, dichiara che per trovare un posto si è rivolto a reti di conoscenza informale di parenti e conoscenti, e un terzo dei giovani neo-occupati riconosce l’importanza di questi contatti per ottenere l’agognata busta paga. Non solo, chi viene assunto deve accontentarsi di un ruolo inferiore rispetto alla propria qualifica professionale e anche i laureati – che pure risentono meno della crisi – devono accettare il demansionamento. La cosiddetta “sovraistruzione” riguarda il 34,2% degli under 35, e i più penalizzati sono i dottori in scienze sociali e umanistiche, anche se la crisi ha colpito ancheingegneri e medici, sempre considerate categorie ad impiego sicuro.
Dati, questi, che ci allontanano sempre di più dagli obiettivi europei, che fissano per il 2020 il raggiungimento dell’82% di occupazione per i giovani tra i 20 e i 34 anni, che hanno concluso il loro percorso di formazione. In Italia si parla di circa un milione di ragazzi, il cui tasso di occupazione è sceso al 48,8%, lontanissimo dall’obiettivo e 27 punti in meno rispetto alla media europea.
NON SORPRENDE, quindi, l’impennata dell’emigrazione giovanile: negli ultimi cinque anni hanno detto addio all’Italia 94mila ragazzi, 26mila solo nel 2012. Una perdita netta di 18mila giovani, di cui ben 4mila laureati, che preferiscono cercare fortuna lavorativa in Regno Unito, Germania, Svizzera e Stati Uniti. L’esodo però non è solo verso oltreconfine: la crisi ha aggravato il divario tra nord e sud Italia, che sta diventando sempre più vecchia perchè i giovani risalgono la penisola in cerca di lavoro. Il tasso di occupazione nelle regioni meridionali, infatti, è sceso al 42%, contro il 64,9% del nord-est e 14 punti in meno rispetto al dato nazionale, con Sicilia, Calabria e Campania fanalino di coda.
I giovani sono la categoria più maltrattata, ma ad essere bloccato è l’intero mercato del lavoro. I disoccupati nel 2013 sono poco più di 3 milioni, ma il numero più che raddoppia se si calcolano anche le forze di lavoro potenziali ma inattive: 6,3 milioni di senza lavoro, e i dati più preoccupati si registrano nelle regioni del sud. Se in Italia il tasso di disoccupazione è del 12,2% – quasi il doppio rispetto al 2008 – nel sud Italia si arriva al 19,7%, meglio solo di Grecia e Spagna. Un divario evidente anche nel reddito medio, che in Campania è di 15.600 euro – pari a quello della Polonia – contro i 19.600 euro di media nazionale.
La recessione ha fatto aumentare anche il numero delle famiglie monoreddito: nel 2013 sono 7,3 milioni, l’11,7% in più in 5 anni. In questi casi, sono in aumento le donne “capofamiglia”, oggi il 12,2% e cresciute del 34,5% in 5 anni, contro il 26,5% in cui a guadagnare è solo l’uomo. Il fenomeno è diffuso soprattutto al sud, dove le mogli “breadwinner” sono aumentate del 10%, spesso per sopperire alla perdita di lavoro del partner.
Non solo fughe all’estero e disoccupazione giovanile, però. La recessione ha fatto registrare un nuovo minimo storico per le nascite. All’anagrafe sono stati iscritti 515mila bambini, 12mila in meno rispetto al minimo storico del 1995.
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