Putin è uno di noi?
Pubblichiamo qui di seguito la traduzione in italiano dell’articolo “Putin is one of us?” scritta dal politico ed opinionista americano Patrick “Pat” Buchanan ed apparso sul suo sito il 3 dicembre 2013. Buchanan, cattolico, consigliere dell’Amministrazione Reagan, è l’esponente più famoso del paleo-conservatorismo, corrente della Destra americana che si distingue apertamente, tra, gli altri, dal più famoso neo-conservatorismo, per il fatto di criticarne lo sciovinismo. A partire da questo articolo ha iniziato una seria riflessione che lo ha portato a schierarsi con sempre maggior decisione dalla parte di Putin. Lo pubblichiamo come invito alla riflessione per quegli orfani di Giorgione Dàbliu (sempre nei nostri cuori) che si attardano su posizioni filo-atlantiste senza accorgersi che quella che stiamo vivendo è una vera e propria ora X.
Vladimir Putin è un paleo conservatore?
Nella guerra culturale per il futuro dell’umanità, è uno di noi?
Nonostante una simile domanda possa sembrare blasfema nei circoli occidentali, consideriamo il contenuto del discorso del presidente russo sullo stato dell’unione.
Con l’America chiaramente in mente, Putin ha dichiarato: “In molti paesi, oggi, le norme morali ed etiche vengono riconsiderate. Ora non si sta chiedendo solo il giusto riconoscimento della libertà di coscienza, opinioni politiche e vita privata, ma anche il riconoscimento vincolante dell’uguaglianza fra bene e male”.
Traduzione: mentre la privacy e la libertà di pensiero, religione e parola sono diritti protetti, equiparare il matrimonio tradizionale al matrimonio fra persone dello stesso sesso è equiparare il bene al male.
Qui non c’è confusione morale, questa è chiarezza morale, prendere o lasciare.
Una volta il presidente Raegan chiamò il vecchio impero sovietico “il polo del male nel mondo moderno”. Il presidente Putin sta spiegando che l’America di Barack Obama potrebbe ricoprire il titolo nel ventunesimo secolo.
Non che gli manchino gli argomenti, se pensiamo che l’America abbraccia l’aborto a piacere, il matrimonio omosessuale, la pornografia, la promiscuità e tutta l’impalcatura di valori di Hollywood.
I nostri nonni non riconoscerebbero l’America in cui viviamo.
Soprattutto, asserisce Putin, la nuova immoralità è stata imposta in maniera non democratica.
La “distruzione dei valori tradizionali” in questi Paesi, dice, viene "dall’alto" ed è “intrinsecamente non democratica perché è basata su idee astratte e va contro la volontà della maggioranza della popolazione”.
Non ha colto il punto?
Magistrature non elette hanno dichiarato l’aborto e gli atti omosessuali diritti costituzionali protetti. I giudici sono diventati la forza guida dietro l’imposizione del matrimonio fra persone dello stesso sesso. L’Attorney General Eric Holder ha rifiutato di far rispettare l’Atto di Difesa del Matrimonio.
L’America è stata scristianizzata nella seconda metà del ventesimo secolo per ordine delle corti, passando sopra le veementi obiezioni di una forte maggioranza che era in misura schiacciante cristiana.
E il matrimonio fra persone dello stesso sesso è infatti un’idea astratta non radicata nella storia dell’Occidente. Da dove viene?
Persone in tutto il mondo, proclama Putin, supportano la “difesa dei valori tradizionali” della Russia contro una “cosiddetta tolleranza” che è “senza distinzioni di genere e sterile”.
Anche se le sue posizioni come difensore dei valori tradizionali hanno attirato la derisione dei media occidentali e delle élite culturali, Putin non ha torto nel dire che può parlare a nome di gran parte dell’umanità.
I matrimoni fra persone dello stesso sesso sono supportati dalla parte giovane dell’America, ma molti stati ancora resistono, con pastori neri visibili all’avanguardia della controrivoluzione. In Francia, un milione di persone è scesa nelle strade di Parigi per denunciare l’imposizione da parte dei socialisti del matrimonio omosessuale.
Solo 15 nazioni su 190 lo hanno riconosciuto.
In India, la più grande democrazia del mondo, la Corte Suprema ha cassato una decisione di una corte inferiore che faceva del matrimonio fra persone dello stesso sesso un diritto. E il parlamento, in questa nazione socialmente conservatrice di più di un miliardo di persone non è verosimilmente prossimo a ribaltare il verdetto dell’alta corte.
Nelle quattro dozzine di nazioni a prevalenza musulmana, che fanno un quarto dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ed un quinto dell’umanità, i matrimoni omosessuali non sono nemmeno sul tavolo. E Papa Francesco ha riaffermato la dottrina cattolica sulla questione per più di un miliardo di cattolici.
Mentre la gran parte dei media americani ed occidentali lo liquidano come un autoritario ed un reazionario, uno con lo sguardo rivolto al passato, Putin vede il futuro con maggiore chiarezza degli americani ancora imprigionati in un paradigma da guerra fredda.
Così come lo scontro decisivo della seconda metà del ventesimo secolo fu verticale, Oriente contro Occidente, lo scontro del ventunesimo secolo sarà orizzontale, con i conservatori ed i tradizionalisti in tutti i paesi schierati contro il secolarismo militante di un’élite multiculturale e transnazionale.
E se l’élite dell’America si trova nell’epicentro dell’anti-conservatorismo e dell’antitradizionalismo, il popolo americano non è mai stato più alienato o più diviso culturalmente, socialmente e moralmente.
Noi ora siamo due Paesi.
Putin dice che sua madre lo battezzò segretamente da bambino e professa di essere cristiano. E quanto dice a proposito di questo è ambizioso, addirittura audace.
Sta tentando di ridefinire il conflitto globale del futuro “Noi contro Loro” come uno in cui conservatori, tradizionalisti e nazionalisti di tutti i continenti e paesi sono schierati contro l’imperialismo culturale ed ideologico di quello che vede come un Occidente decadente.
“Noi non infrangiamo l’interesse di nessuno”, ha detto Putin, “né tentiamo di insegnare a nessuno come vivere”. L’avversario che ha identificato non è l’America in cui siamo cresciuti, ma l’America in cui viviamo, che Putin vede come pagana e selvaggiamente progressista.
Senza nominare alcun Paese, Putin ha attaccato “tentativi di imporre modelli di sviluppo più progressisti” in altri paesi, che sono state condotte verso “declino, barbarie e spargimento di sangue”, un chiaro riferimento agli interventi americani in Afghanistan, Irak, Libia ed Egitto.
Nel suo discorso, Putin ha citato il filosofo russo Nikolaj Berdjaev, che Solzenicyn ha lodato per il suo coraggio nel difendersi dai suoi inquisitori bolscevichi. Anche se il nome non è familiare, Berdjaev è studiato favorevolmente al Russell Kirk Center for Cultural Renewal.
Il che fa sorgere questa domanda: chi sta scrivendo i discorsi di Putin?
Putin è uno di noi? ~ CampariedeMaistre