cambiamo testo: Crepuscolo degli idoli, § 40
"La questione operaia. ‑ La stupidità, in fondo la degenerazione degli istinti che è causa di ogni stupidità, sta nel fatto che esista una questione operaia. Di certe cose non sifa questione: primo imperativo dell'istinto. Non riesco assolutamente a prevedere cosa si voglia fare dell'operaio europeo, dopo aver fatto di lui un problema. Egli si trova troppo bene per non chiedere via via sempre di più, con sempre maggiore impudenza. Egli ha infine, a suo vantaggio il grande numero. Non esiste più alcuna speranza che una specie di uomo umile e modesta, sul tipo cinese, si sviluppi qui in classe sociale: e questo sarebbe stato ragionevole, questo sarebbe stato addirittura una necessità. Che cosa si è fatto invece? ‑ Si è fatto di tutto per distruggere in germe ogni premessa del genere, ‑ con la più irresponsabile spensieratezza si sono completamente distrutti gli istinti in virtù dei quali un operaio diventa possibile come classe, diventa possibile a se stesso. Si è fatto l'operaio abile alla leva, gli si è dato il diritto di associazione, il diritto di voto: perché stupirsi se l'operaio già oggi sente la sua esistenza come uno stato di bisogno (in termini morali, come una ingiustizia ‑)? Ma che cosa si vuole? torniamo a chiedere. Se si vuole uno scopo, allora bisogna volere anche i mezzi: se si vogliono degli schiavi, si è pazzi a educarli da padroni."