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  1. #1
    Fiamma dell'Occidente
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    Lightbulb La vergogna solare - abitanti in rivolta




    IN PROVINCIA DI VITERBO - Gli investimenti sul turismo, la protezione dell’Unesco. E ora ettari di schermi tra la riserva del monte Rufeno e il parco della Val d’Orcia


    L’energia verde che inquina il paesaggio della valle etrusca


    Abitanti in rivolta, lite tra sindaci Tutta colpa dei pannelli fotovoltaici




    Acquapendente. 3 Aprile 2010. «O’ che fai?». «Spiano ». «Per la vigna?». «Noo. Pannelli solari. Tredici ettari ». La storia della vallata ferita inizia così. Con la ruspa che mastica in zolle una distesa di fiori gialli. E con l’operazione di intelligence di Carletti Finaldo, contadino. È lui a lanciare l’allarme, in quella porzione di verde e di pace annessa all’antico borgo medievale immerso in un’atmosfera senza tempo: le viuzze del centro, battute per secoli dai pellegrini della via Francigena; i ruderi delle mura che videro soggiornare in città Ottone il Grande di Sassonia; la cripta romanica di San Sepolcro con la leggendaria pietra segnata dal sangue di Gesù. Ma il grido di Finaldo arriva il giorno di sabato santo. E i vicini, tutti intenti a sfornare pizze di Pasqua, non prendono troppo sul serio quell’omone dal volto scolpito che gira con un codazzo di dodici minuscoli cani. Una distesa di pannelli solari? Proprio in questa vallata etrusca stretta tra due parchi: la riserva naturale del monte Rufeno e il Parco della Val d’Orcia patrimonio dell’Umanità protetto dall’Unesco? «Suvvia, non è possibile», gli risponde Aimone Bisacchi, allevatore di cavalli. «Ma se ci fanno una testa così con la vocazione del turismo naturale. Ci hanno dato i fondi per restaurare i ruderi. E adesso fanno una bruttura là in mezzo?», aggiunge scuotendo la testa. Il tarlo però comincia a diffondersi tra gli abitanti di Acquapendente, località Trevinano, podere San Luca: due agriturismi, un paio di fattorie, qualche antico casale, prati a perdita d’occhio pettinati dal vento, farfalle, un piccolo stagno con polifonia di rane, e, quando il sole affonda dietro il monte Amiata, un passeggio di istrici, cinghiali e caprioli.
    Tempo di ripensarci e la scampagnata di Pasquetta si trasforma in riunione operativa. La verità viene fuori pian piano. Ed è quella temuta da Finaldo: l’impianto fotovoltaico si farà. Il progetto prevede un grande lago di schermi neri di 5 chilometri di lato prodotto dalla Green Consulting srl di Terni. Il più infuriato è il signor Ivano che si scopre «collaborazionista». A lui avevano solo chiesto di far passare un cavo sul proprio terreno. Nessuno aveva spiegato perché. E lui si era fidato del vicesindaco presente, Claudio Colonnelli. Chiederà indietro il permesso. Intanto scatta l’allarme rosso. E alla testa del neonato comitato spontaneo si mette Andrea Bonsignori, ex sindaco di Radicofani e ora consigliere comunale, che spiega: «Questa parte di terra aveva cominciato a configurarsi come perfetta per investimenti agrituristici: vicina al territorio toscano ed umbro, campagna con vista mozzafiato, strade sterrate difficili per le automobili ma perfette per le camminate». Lesley Bowles, guida turistica inglese, mostra lo sterrato indignata: «C’è gente che ha investito denaro. E ora viene beffata senza essere nemmeno avvisata?». Tutti si domandano chi ha autorizzato l’avvio dei lavori. Sindaco e vicesindaco della frazione fanno a scaricabarile. Anche l’assessore all’Ambiente del Comune di Acquapendente, Claudio Speroni, dice di non saperne niente. A guardare le carte, invece, questa vicenda comincia il 25 settembre del 2009 quando la Green Consulting richiede all’Ufficio Amministrativo Pubblicazione Albo Pretorio del Comune di Acquapendente (Viterbo) di pubblicare un avviso pubblico per un’istanza di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale di un impianto fotovoltaico da realizzarsi in località San Luca. La pubblicazione termina il 12 novembre. Nessuno si fa vivo. Del resto nessuno ne sa nulla. Il 15 dicembre c’è una prima conferenza servizi. Lo stesso giorno il sindaco di Acquapendente, Alberto Bambini, in un fax alla Provincia di Viterbo esprime parere favorevole. Con una sola condizione (già offerta nel progetto): un perimetro di rampicanti per mitigare l’impatto visivo.
    A domanda precisa ora il sindaco Bambini dice di aver sospeso il giudizio: «Verificheremo. Non credo sia devastante. Certo un cambio di paesaggio c’è. Ma non è invasivo. E poi tecnicamente è difficile dire di no. Si punta sulle energie rinnovabili. Ma abbiamo già rifiutato l’eolico, e le biomasse. I Comuni e le Regioni, come la Puglia, che ci hanno provato hanno avuto torto alla Corte Costituzionale. E poi è un investimento da 3 milioni di euro: dà posti di lavoro». L’ingegner Francesco Saverio Guarino, della Green Consulting, concorda e fornisce una stima francese allettante: «Ogni 10 Mgw, pari a 20 ettari di terreno impegnati, danno lavoro fino a 18 persone, tra giardinieri, personale di manutenzione eccetera. Ogni ettaro, che oggi ai contadini rende 500 euro scarsi l’anno, col solare rende tra i 3.000 e i 3.500». Per non parlare di chi acquisterà l’impianto. OgniMgw vale 3 milioni di euro. In 7 anni l’investitore si rifà dell’intera somma investita e comincia a guadagnare con la vendita dell’energia. Altro che Bot e Cct, le percentuali di rendita sono pari al 15-20%». È proprio quel ricco margine di guadagno che in tutta Italia non è sfuggito a speculatori, truffatori e criminalità organizzata. Tutti al lavoro a reinventarsi maghi della green economy. Per tipi senza scrupoli rende di più e fa più chic di altri traffici meno politically correct. Ognuno ci ha messo del suo. C’è chi ha fatto incetta di terreni agricoli per un pugno di euro, rivendendoli a prezzi maggiorati ai produttori di energia, senza avere uno straccio di permesso. E c’è chi ha lucrato sugli incentivi per le energie rinnovabili. Nettamente superiori alla media europea. Nel 2009 avrebbero superato i 2 miliardi di euro. Quest’anno i 3. Nel 2015 dovrebbero salire a 5. A 7 nel 2020. Tutti pagati dai contribuenti in bolletta. Un affare che ha scatenato anche appetiti mafiosi come testimoniano clamorose inchieste recenti. Così si è scoperto che il business «pulito », tutto raggi di sole e soffi di vento, nasconde insidie pesanti e possibili giri di mazzette per far chiudere gli occhi ad amministratori distratti o compiacenti pronti a sposare la tesi (che convince però anche molti in buonafede) dell’urgenza delle energie rinnovabili ad ogni costo. Anche di devastare il paesaggio.

    Ma lassù, aldilà del crinale verde punteggiato da fiori rubino, c’è chi la vede in modo opposto. E Acquapendente si riscopre terra di frontiera. Lì, dove finiva lo Stato Pontificio e iniziava il Granducato di Toscana, è provincia di Siena. E la musica è totalmente diversa. Il sindaco di Radicofani è già sul piede di guerra. Teme che quella distesa di schermi neri possa mettere a rischio il patrocinio dell’Unicef. E in una lettera di fuoco inviata al sindaco di Acquapendente lo mette nero su bianco chiedendo garanzie: «Ci troviamo nei fatti nella paradossale situazione di scontare gli effetti». E, ritenendo che in un territorio «di grande pregio ma particolarmente vulnerabile » il fotovoltaico vada limitato all’autoconsumo o collocato in zone extragricole, chiede una «valutazione interregionale sull’impatto ». L’ingegner Guarino minimizza: «L’impianto potrebbe anche essere di minori dimensioni. Consente all’erba di crescere sotto i pannelli e agli animali di passarci tranquillamente. Siamo agli sgoccioli delle procedure. Aspettiamo la valutazione di impatto ambientale che per questo genere di opere è semplificata. Contiamo per giugno di avere il via libera». Ma un assaggio di ciò che accadrà in località San Luca si può avere a un paio di chilometri dal centro di Acquapendente. Basta porsi sul patio della signora Caterina Bartolini. Sotto tranquillanti da venti giorni. Da quando, a ridosso del suo muro di cinta, sono giunte le ruspe. Manco a dirlo: fotovoltaico senza preavviso. Invano ha chiesto aiuto ai vigili. Ora si dispera: «Sono dei pazzi. Montano questi schermi neri di silicio che si vedono benissimo nonostante la recinzione. E possono raggiungere una temperatura di 70 gradi: gli animali che passeranno sotto li faranno fritti e noi arrosto ».




    Virginia Piccolillo
    30 maggio 2010


    L’energia verde che inquina il paesaggio della valle etrusca - Corriere della Sera












    ------------------------------------------------------------------------------


    Commento:




    E' del tutto palese che una qualche forma di produzione d'energia debba esserci. D'altra parte è altresì palese che l'inquinamento del paesaggio a cui "tocca" sia proporzionale alla densità di potenza installata dell'impianto. Questo concetto significa "
    più la potenza è concentrata in strutture piccole, meno c'è inquinamento del paesaggio".




    ESEMPIO per capirci





    Questa centrale atomica appena costruita in Cina da una azienda Canadese (Qinshan III, PHWR, AECL-CANDU 6 700x2, costruita in 52 mesi cioè quattro anni e qualcosa) ha in termini di potenza installata 1400 MWe ovvero 1,4 GWe. E' un po' meno di quanto un EPR monoreattore di dimensioni strutturali inferiori ad essa produrrebbe se costruito in Italia (1.6 GWe ca). Osservandola, vi rendete conto di cosa vuol dire "elevata concentrazione di potenza". Per capirci questa centrale "visivamente piccola" (200m x100m, ovvero circa 20.000 mq) da sola potrebbe accendere 1/40esimo dell'Italia nella fase di pieno consumo.


    Adesso facciamo un raffronto...



    Nell'articolo, riferendosi alla tecnologia di questo impianto solare, si afferma che 10 MWe occupano 20 ettari. Benissimo: 20 ettari = 200.000 Mq. Per fare 1400 MWe basta fare 140 x 200.000. 28.000.000 Mq. Ventotto milioni di metri quadri. Un kmq = 1.000.000 Mq. Ventotto km2.

    Avete idea di cosa voglia dire ventotto kilometri quadri? Ve l'assicuro, è tanto. L'isola di Paxos in Grecia è di 19.000 Mq.



    ora guardate questa foto di una ridente località di mare:





    IMMAGINATELA TUTTA, INTERAMENTE, SENZA UN VUOTO, RIVESTITA DI QUESTA COSA QUI:




    Bello vero?????? E' l'isola di Paxos coperta di "green economy".

    Immaginate il giardino di casa vostra, il vostro parco pubblico, il panorama della vostra località di vacanza.

    Immaginatelo nel mondo "Green economy".






    Chi è verde inquina anche te. Digli di smettere!

    Ultima modifica di Ronnie; 30-05-10 alle 13:05
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  2. #2
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    Predefinito Rif: La vergogna solare - abitanti in rivolta

    Grande Ronnie!!! Finalmente la grande bufala succhiasoldi del solare si sta rivelando per quello che è.

    Sottolineo che dove ci sono pannelli la luce del sole non arriva alle piante che non possono svilupparsi. Ve lo immaginate cosa vuol dire questo per un ecosistema distribuito in una superficie così grande?
    Ultima modifica di Alexandri Magni; 30-05-10 alle 13:27

  3. #3
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    Predefinito Rif: La vergogna solare - abitanti in rivolta

    Il solare è la distruzione organizzata dell'ambiente, dell'ecosistema, del paesaggio, e del vostro portafoglio, perchè gli immaginifici tassi di profitto del 15-20% dipendono da una incentivazione pubblica che è nel complesso pari quasi al 100% del prezzo di mercato delle altre fonti. In pratica lo Stato paga per produrre due volte, purchè si produca col solare.

    Poi ti stupisci che la cricca fa affari appunto nelle rinnovabili (vedi inchieste sull'eolico), e ti credo: si è disposta gli incentivi apposta per farli. E noi continuiamo con i mattacchioni che dicono che il nucleare è pericoloso perchè lo infiltra la mafia o perchè incentiva a consumare energia visto che costa poco...
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    Predefinito Rif: La vergogna solare - abitanti in rivolta

    Tutte cose che la gente un minimo informata sa già da una vita, però evidentemente tocca ripeterle.

    Fossimo gli USA o il Canada, con una superficie per abitante spropositata, potremmo fare quel che ci parrebbe. Purtroppo il nostro territorio è piccolo e come se non bastasse la nostra urbanizzazione neppure è verticale (che vi farebbe risparmiare spazio) ma orizzonatale.

    Ci manca solo che i pochi spazi rimasti li copriamo da inutili e improduttivi pannelli solari.

    20mila metri quadri di nucleare che a parità di installato diventano 28 milioni di solare.


    E poi Ronnie, mi sbaglio o non hai considerato che a parità di installato il nucleare produce l'anno 5 volte la quantità di energia del solare? (7500 ore nucleari vs 1500 solari l'anno)
    Ultima modifica di maeda; 30-05-10 alle 13:35
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    Predefinito Rif: La vergogna solare - abitanti in rivolta

    Perchè quello che conta non è la potenza installata ma quella erogata in un anno. E rifacendo i conti si avrebbero quindi 20mila mq di nucleare= 140milioni di mq di solare.
    Ultima modifica di maeda; 30-05-10 alle 13:53
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    Predefinito Rif: La vergogna solare - abitanti in rivolta

    Sì, preferivo tenermi sul semplice e non introdurre l'argomento disp. però visto che l'hai fatto tu lo faccio: una centrale (di qualsiasi tipo) non produce in linea tutte le 8760 ore in un anno perchè ha delle manutenzioni. A differenza delle centrali nucleari (la cui III gen + è arrivata a un 90% almeno ogni anno pari a 7884 ore) le centrali solari funzionano per forza la metà del tempo perchè manca il sole, e poi ancora la metà perchè esiste il maltempo, e poi scontano la manutenzione e la diminuzione d'efficienza dovuta alla temperatura, sicchè alla fine producono per pochissimo tempo la potenza che hanno di targa. Questo vuol dire che bisogna costruire altre centrali termiche che funzionino la notte o comunque altre centrali che compensino quando c'è poco sole ad esempio con bacini di pompaggio. E' dunque necessario, ipotizzando una disponibilità del 15%, moltiplicare per 6 volte il parco installato per avere una disponibilità al 100%, laddove col nucleare è sufficiente aumentare di pochissimo. I ventotto km2, dunque, vanno moltiplicati per 5 volte almeno, per avere una produzione da stoccare comparabile con quella del nucleare.

    Una delle cose che i verdi non dicono, è proprio che potrebbe essere ben integrabile col nucleare (che ha una potenza stabile e una piccola capacità di variarla in fretta) un piccolo parco solare.

    Questa cosa la diciamo noi, per fargli capire quanto sono sciocchi ad avercela col nucleare. Ma c'è poco da fare: ci nascono.
    Ultima modifica di Ronnie; 30-05-10 alle 13:49
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    Predefinito Rif: La vergogna solare - abitanti in rivolta

    Quindi per produrre l'energia di un reattore da 1400MW (i nostri saranno da 1600) occorre coprire di pannelli solari una superficie pari a quasi una volta e mezzo tutto il comune di Firenze, o un po' meno del comune di Milano.

    Il che vuol dire che l'equivalente in SOLARE degli otto reattori che servirebbero per soddisfare il 20-25% di fabbisogno elettrico italiano, distruggerebbero una dozzina di città italiane come Firenze.
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    Predefinito Rif: La vergogna solare - abitanti in rivolta

    Esattamente Maeda

    stupisce il silenzio dei verdonzi
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  9. #9
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    Predefinito Rif: La vergogna solare - abitanti in rivolta

    la green economy è la truffa degli ultimi anni, uno specchietto per le allodole, una roba inutile costosa e inquinante. voglio vedere poi come smaltirli i centinaia di ettari coperti dai pannelli..
    follia e criminalità verde
    La verità produce effetti anche quando non può essere pronunciata.

    L. von Mises

    SILENDO LIBERTATEM SERVO

  10. #10
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    Predefinito Rif: La vergogna solare - abitanti in rivolta

    Ronnie, ma dei costi di questa montagna di schifezza non ne vogliamo parlare?
    I vincenti hanno sempre una soluzione ad ogni problema, i no(n)euro hanno sempre una scusa.

 

 
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