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  1. #1
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    Predefinito Operai cinesi in sciopero, Pechino teme l'effetto domino

    Due grossi impianti della giapponese Honda, nella provincia cinese del Guandong, sono chiusi a causa di uno sciopero degli operai, che chiedono migliori condizioni di lavoro e un aumento di stipendio. Dopo anni a lavorare 12 ore al giorno per sei giorni a settimana hanno deciso di incrociare le braccia.

    I giornali e le tv locali ne hanno parlato per due giorni, anche facendo leva sul sentimento anti-giapponese che, dalla seconda guerra mondiale, non è mai del tutto scomparso. Poi, improvvisamente è arrivato il contrordine delle autorità: dello sciopero non si parla. Perché? Perché il governo vuole imporre il silenzio su una mobilitazione che riguarda appena 1900 operai? Il motivo è presto detto: bisogna evitare fenomeni di emulazione in altre parti del paese. A quanto si sa, neppure la polizia è intervenuta. Lo scopo è evidente: evitare il clamore. Evitare di accendere una miccia che possa far esplodere le contraddizioni di un paese la cui economia cresce a ritmi ultra sostenuti, senza che il reddito di garn parte dei suoi abitanti faccia lo stesso.

    La maggior parte degli scioperanti della fabbrica della Honda sono ventenni. Rappresentano la nuova generazione di lavoratori appena usciti dalle scuole superiori. Gente che non era neanche nata quando l'esercito della Repubblica popolare reprimeva nel sangue gli scontri di Piazza Tienanmen nel 1989. Allora si chiedeva più democrazia. Nella Cina turboindustriale di oggi la richiesta, sopita dal silenzio dei media, è maggiori salari e migliori condizioni di lavoro.

    Nella Cina comunista la grande contraddizione è la sperequazione economica: pochi super ricchi nelle grandi metropoli, tanti poveri nelle periferie e nelle campagne. Questa condizione poi diventa sempre più gravosa se si considera la crescita galoppante dell'inflazione (gli ultimi dati parlano di prezzi al consumo e prezzi alla produzione in rialzo rispettivamente del 2,8 e del 6,8% rispetto all'anno scorso).

    Tutto questo rende così importante la questione dei salari di 1.900 dipendenti degli impianti Honda. Il suo possibile effetto a catena nel resto del paese è visto con preoccupazione da Pechino. Perché rischia di mettere in crisi un modello rodato basato su prezzi ultracompetitivi grazie al bassissimo costo del lavoro. Vista dalla prospettiva delle economie occidentali invece, una sollevazione degli operai cinesi per chiedere migliori salari potrebbe essere la chiave di volta tanto attesa. Potrebbe portare a una riduzione del dumping, le esportazioni a prezzi imbattibili, che ha messo in ginocchio tanta impresa manifatturiera italiana ed europea per aprire finalmente l'immenso mercato cinese alle merci occidentali. In poche parole creare le premesse per una ripresa più equilibrata dell'economia mondiale, che la crisi dei debiti sovrani in Europa ha contribuito ad azzoppare.

    Operai cinesi in sciopero, Pechino teme l'effetto domino - Il Sole 24 ORE
    Dannato Barone Rosso.

  2. #2
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    Predefinito Rif: Operai cinesi in sciopero, Pechino teme l'effetto domino

    credo che dovranno rivalutare lo yuan per calmierare l'inflazione (riducendo la bolletta energetica in primis) ed effettuare quella transizione economica che attualmente è bloccata da questa politica economica interamente votata all'export.

  3. #3
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    Predefinito Rif: Operai cinesi in sciopero, Pechino teme l'effetto domino

    Dal quotidiano del Popolo:
    Workers at Honda Foshan plant go on strike again over low wages15:49, May 27, 2010
    - On May 17, nearly 100 workers at one of Honda's China branches, Honda Auto Parts Manufacturing Company, went on strike for one day because they were deeply dissatisfied with low wages and benefits. The company promised to work out a solution within one week.

    - On May 21, there were rumors the company had already sent recruiters to cities like Zhanjiang for new workers and would not raise wages at all, so workers went on strike for a second time.

    - On May 22, the company announced the termination of labor contracts with two workers who "engaged in work-to-rule and striking and disobeyed company orders without warrant." The workers returned to work on that afternoon.

    - On May 24, the company provided a solution to the strike, and said they would give employees a pay raise ranging from 120 to 155 yuan (around 17 to 22 U.S. dollars).

    According to reports by Guangzhou media, the work stoppage that started May 17 in Honda Auto Parts Manufacturing Company has become even worse. Although the company offered a settlement on May 24, there is still wide disagreement about the details of the settlement among its employees.

    Reporters asked Honda Motor (China) Investment Corporation about the strike by telephone, but have not received any replies.

    There is a large gap between the pay increases the company offered and the workers' expected results, and most of the workers said they did not participate in the settlement negotiation.

    Honda Auto Parts Manufacturing Company is located at Nanhai Shihan Industrial Park in Foshan, Guangdong province, and has a total investment of 98 million U.S. dollars. It began operations in March 2007 and is Honda's fourth overseas factory able to produce automatic transmissions through complete assembly lines.

    An employee of the company posted a message about his wages on the Internet and disclosed that their first-level wage is only 1,211 yuan (around 180 U.S. dollars) per month. Generally speaking, they have to spend 250 yuan paying rent, 300 yuan on food, 100 yuan paying cell phone bills, 100 yuan on articles for daily use, and five yuan paying labor union membership fees each month, so they only have 456 yuan left every month.

    "In the first year, we only got a pay raise of 28 yuan because the company just opened and lots of projects had not received investments. In the second year, we got a raise of 29 yuan because the company still had certain projects awaiting investments. In the third year, all projects had received investments, but we only got a raise of 40 yuan," another employee wrote on the Internet regarding the annual increases in their wages.

    By People's Daily Online
    Workers at Honda Foshan plant go on strike again over low wages - People's Daily Online

    A me sembrano strane le 12 ore al gorno per 6 giorni lavorativi. sarebbe illegale.
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  4. #4
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    Predefinito Rif: Operai cinesi in sciopero, Pechino teme l'effetto domino

    La cosa più strana è che la stampa cinese non ne parli dato che il Global Times, organo semiufficale del governo, ha pubblicato un articolo al giorno, l'ultimo ieri anzi siccome l'articolo è stato pubblicato quasi alla mezzanotte di eiri possiamo dire oggi!!!!! Come al solito le notizie dalla Cina sono gonfiate.... per fare notizia!! Io quando vedo un articolo sulla Cina, credo solo ad un terzo di quello che leggo.
    L'artcolo del Sole è del 29 maggio, la stampa cinese ne parla il 29 e anche il 30!!!

    Strike hits Honda's supply Source: Global Times [233 May 30 2010] Comments By Chen Xiaomin

    Workers at a Honda parts maker in Foshan, Guangdong province, go on a strike on Wednesday after their demand for higher pay was rejected. The strike continued on Thursday.
    A strike at its sole supplier of transmissions and engine parts forced Japan's second-largest automaker Honda Motor to halt production last week in all of its four assembly plants in China, revealing weak points in Honda's supply chain.
    "The production stoppage shows the disadvantages of 'just-in-time,' an inventory strategy that reduces in-process inventory and closed supply chain purchases by most Japanese and Korean automakers," Zeng Zhiling, a senior market analyst with Global Insight's global automotive group, told the Global Times.
    Workers went on strike over a wage dispute in Guangdong-based Honda Auto Parts Manufacturing starting May 17. The production suspension continued May 21 and 22. As of Sunday, workers, local governments and the company hadn't worked out a solution.
    Founded solely by Honda in 2005, Honda Auto Parts Manufacturing is the only supplier of transmissions and other key auto parts forHonda's two Chinese joint ventures, Guangqi Honda and Dongfeng Honda.
    Due to a supply stoppage and limited inventory, production at Guangqi Honda, Dongfeng Honda and an export-only factory was suspended in succession starting May 24.
    Zhu Linjie, a Beijing-based Honda spokesman, told the Global Times that Honda will resume production in its export-only factory in Guangzhou today and hoped production at Honda Auto Parts Manufacturing would also be resumed today.
    However, Yang Guang, a spokesman with Guangqi Honda, told the Global Times he hadn't received any notice about a resumption of production. "All we can do is wait for labor negotiations to be settled," Yang told the Global Times in a phone interview.
    Unlike their peers in Europe and the US, Japanese and Korean automakers have independent auto part supply chains. Most Japanese and Korean automakers bring their domestic suppliers with them when they open facilities in another country.
    Zhu refuted possibilities Honda would increase its auto part inventories and auto part suppliers in the future as a contingency plan.
    "If the production stoppage lasts only one week or so, the plants might make up production through working extra hours. But if the situation lasts more than one month, it will bring about a huge loss to Honda's business in China. China's auto market will be oversupplied in the second half. Consumers will switch to other brands if they cannot get Honda cars," Zeng said.
    Zeng said transnational enterprises are facing increasing pressure from their Chinese employees for wage increases.

    Global Times - Strike hits Honda's supply
    Ultima modifica di Red Shadow; 31-05-10 alle 10:45
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  5. #5
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    Predefinito Rif: Operai cinesi in sciopero, Pechino teme l'effetto domino

    Gli articoli pubblicati nell'ultima settimana da Global Times:
    Honda's China plants halt production as workers strike for higher salaries (ripreso dal ChinaDaily del 28 maggio, ossia lo stesso giorno della pubblicazione sul Sole)
    Honda forced to close auto plants
    Honda suffers from strikes

    Insomma le solite notizie manipolate. Le 12 ore e i 6 giorni lavorativi sono normali nella stampa occidentale che però fino a ieri sosteneva che i cinesi lavorassero 28 ore al giorno per 8 giorni la settimana.
    Ultima modifica di Red Shadow; 31-05-10 alle 11:11
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  6. #6
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    Predefinito Rif: Operai cinesi in sciopero, Pechino teme l'effetto domino

    Comunque l'Honda sarebbe disponibile ad aumentare gli stipendi di oltre il 10%. In Italia gli stipendi stanno diminuendo e non è che ci siano poi tanti scioperi...anzi.
    Comunque l'affitto costa in media di 50 euro il mese!!! naturalmente tutto deve essere rapportato al costo della vita.
    Ultima modifica di Red Shadow; 31-05-10 alle 11:24
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  7. #7
    Super Troll
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    Predefinito Rif: Operai cinesi in sciopero, Pechino teme l'effetto domino

    La nostra unica speranza è che la Cina entri in crisi per eccesso di crescita e che i disordini sociali lascino un pò di ossigeno a tutti i nostri comparti con le spalle al muro o sull'orlo del fallimento.
    "... e accenderemo un altro rogo il 4, al "fante ignoto" che non vuol più stare a Roma divenuta una Bisanzio putrefatta sempre più gonfia della sua putrefazione"

    (G. D'Annunzio)

  8. #8
    email non funzionante
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    Predefinito Rif: Operai cinesi in sciopero, Pechino teme l'effetto domino

    Se gli operai cinesi si "occidentalizzano" la Cina ha finito.

    carlomartello
    Ultima modifica di carlomartello; 31-05-10 alle 12:16

  9. #9
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    Predefinito Rif: Operai cinesi in sciopero, Pechino teme l'effetto domino

    Citazione Originariamente Scritto da carlomartello Visualizza Messaggio
    Se gli operai cinesi si "occidentalizzano" la Cina ha finito.

    carlomartello
    Cioè se smettono di scioperare e di chiedere aumenti di stipendio?
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  10. #10
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    Predefinito Rif: Operai cinesi in sciopero, Pechino teme l'effetto domino

    Citazione Originariamente Scritto da Boba Fett Visualizza Messaggio
    credo che dovranno rivalutare lo yuan per calmierare l'inflazione (riducendo la bolletta energetica in primis) ed effettuare quella transizione economica che attualmente è bloccata da questa politica economica interamente votata all'export.
    L'inflazione non è altissima in Cina attorni al 2,8% in aprile con sviluppo del 9%. Le importazioni energetiche (altro mito) incidono per l'8% contro l'80% dell'Italia. Il differenziale export-import per il 6-7% del PIL (anche questo è un'altro mito).
    Militia est vita nostra super terram.
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