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    Predefinito Enorme e misterioso cratere in Siberia

    Misterioso cratere in Siberia, la rete si scatena: "Ufo, esplosione di gas o fine del mondo?"

    di Marco Franco


    Ci sarà materiale abbondante per complottisti e amanti dei misteri, grazie al video e alle foto provenienti dalla Siberia, già condivisi e commentati in queste ore dal popolo della rete, con tanto di teorie autoprodotte e induzioni a tutto campo più o meno fondate su (vere o presunte) basi scientifiche.

    La suggestiva scoperta di un cratere dalla larghezza di ben 262 metri nella località di Yamal, venuta a galla da poco tempo e puntualmente ripresa sul web da siti e notiziari in ogni parte del mondo, ha infatti acceso a tempo di record la fantasia di milioni di utenti, scatenando un dibattito sulle origini della voragine fotografata dall’alto in tutta la sua impressionante ampiezza.

    In realtà, la meno fantasiosa delle spiegazioni sembra la più probabile, essendovi la non remota possibilità che in una regione come la Siberia da sempre strategica per esperimenti di vario genere, un’esplosione prevista o imprevista di materiale gassoso abbia causato tale strano fenomeno, forse sotto il controllo delle autorità nazionali.
    (Il web si scatena per la strana voragine siberiana: il video del cratere)

    Metano e altri gas sono infatti oggetto di trattamento ed estrazione in vari punti del territorio siberiano, così come in altre parti del pianeta dove talvolta i tecnici hanno perso il controllo della situazione provocando qualche piccolo o grande incidente di percorso.

    Impossibile, di fronte ad un simile spettacolo, fermare la macchina del “complottismo” in rete, con in prima fila i sostenitori della fine del mondo, pronti a fornire una dettagliata serie di ricostruzioni sulla deflagrazione misteriosa in Siberia, ribattezzata da qualcuno per l’occasione “penisola della nuova Apocalisse” non senza riferimenti agli Ufo ed alle invasioni degli alieni.

    Organi d’informazione russi hanno già parlato di una missione di scienziati in partenza per la zona di Yamal col compito di dedicarsi a fondo allo studio del cratere appena formatosi, mentre sui social network continua la gara di “verità” fantasiose sulla natura della voragine da record scoperta in terra siberiana.

    Video Cratere a Yamal in Siberia, ufo o esplosione gas - http://magazine.excite.it/
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 16-07-14 alle 23:15
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  2. #2
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    Predefinito Re: Enorme e misterioso cratere in Siberia

    Siberia, il mistero della voragine: scoperti altri due crateri

    Siberia, il mistero della voragine: scoperti altri due crateri Mentre gli scienziati stanno ancora studiando le cause della gigantesca voragine scoperta in Siberia alcuni giorni fa, altre due 'bocche' di dimensioni minori, sono state fotografate, sempre nel nord della Russia, ma a diverse centinaia di chilometri di distanza. Lo scrive il Siberian Times. Il secondo degli altri due buchi si trova, più a sud del primo, ancora nel distretto di Yamal (che tradotto significa "la fine del mondo") e ha un diametro di circa 15 metri. Il terzo invece è a est dei primi due, nella penisola Taymyr. Il secondo fenomeno avrebbe però dei testimoni. Si sarebbe formato, secondo quanto raccontano i residenti, il 27 settembre 2013 a seguito di una fumata e poi un lampo. Qualcun altro avrebbe visto cadere un oggetto dal cielo. Questo conferma anche l'ipotesi delle autorità russe che nei giorni scorsi avevano dichiarato come il primo buco trovato si fosse formato uno o due anni fa. Le tre voragini hanno caratteristiche simili e alcune differenze. In fondo alla prima (a una profondità di circa 70 metri) è stato trovato un lago mentre il terzo possiede la forma di un perfetto cono. Secondo gli esperti non è verosimile che si tratti di qualcosa causata direttamente dall'uomo, resta in piedi per ora l'ipotesi di una esplosione sotterranea causata dall'enorme presenza di gas in questi territori e connessa con lo scioglimento del permafrost a causa dell'innalzamento delle temperature. Lo studio dei campioni recuperati sul posto continua allo scopo di permettere, una volta individuate le cause, la previsione di questo tipo di eventi che sembrano piuttosto frequenti e destano preoccupazione in una zona molto importante per lo sfruttamento di uno dei più importanti bacini di metano della Russia. (a cura di Matteo Marini)

    Siberia, il mistero della voragine: scoperti altri due crateri - Repubblica.it
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  3. #3
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    Predefinito Re: Enorme e misterioso cratere in Siberia

    In Siberia si aprono voragini. E spunta un lago in Tunisia

    È sorprendente vedere le immagini che testimoniano queste stranezze geologiche, manifestatesi in diverse parti del mondo, quasi in contemporanea

    Sabrina Pieragostini

    Laghi che appaiono all’ improvviso, enormi voragini che spuntano come funghi. Nulla di soprannaturale, certo, ma sorprende vedere le immagini e leggere i resoconti che testimoniano queste stranezze geologiche manifestatesi in due diverse e lontane parti del mondo, quasi in contemporanea.

    L’ultima anomalia riportata dalla stampa internazionale è il bacino scoperto tre settimane fa nel deserto tunisino. Da un giorno all’altro, alcuni allevatori della zona si sono accorti della presenza, tra le sabbia e i ciotoli, di un grande specchio d’acqua. E non si trattava di un miraggio, ma di un vero e proprio lago diventato subito un’attrazione e un mistero.
    I locali lo hanno subito preso d’assalto, con tuffi, nuotate rinfrescanti, immersioni, gite in barca. Tanto che le sponde del nuovissimo “lago di Gafsa”, che nessuna mappa riporta, si sono presto trasformate in una spiaggia libera. “Qualcuno dice che è un miracolo, ma altri parlano di maledizione”, ha affermato a France 24 il giornalista di Tunisia Daily Lakhdar Souid.
    Fino ad oggi, non c’è una spiegazione plausibile per giustificarne la formazione: anche i geologi hanno opinioni divergenti. Alcuni ipotizzano che l'acqua sotterranea di una falda sia emersa in superficie in seguito ad una scossa sismica, ma- come dicevamo- non c’è accordo in merito né una posizione condivisa.
    Fatto sta che questa piscina naturale, che questa piscina naturale, che a quanto pare copre una superficie di un ettaro ed è profonda fino a 18 metri, per un totale di 1 milione di metri cubi, è lì, contro ogni aspettativa. Col passare dei giorni, però, ha già cambiato aspetto: le sue acque cristalline, di un incantevole color turchese, sono diventate torbide, verdognole, e si stanno riempendo di alghe. Prova che il bacino non viene alimentato e che non c’è ricambio.

    Ma non sarebbe questo l’aspetto peggiore. “Il lago si è formato in un’area ricca di giacimenti di fosfato, i cui residui possono essere altamente radioattivi”, ha scritto Souid in un articolo, rilanciando l’allarme diffuso dall’Ufficio di Igiene di Gafsa che ha messo in guardia: l’acqua potrebbe essere contaminata e persino cancerogena. In assenza però di un esplicito divieto di balneazione, la gente continua a cercare refrigerio e relax in questa piscina fuori dal comune.
    Altrettanto insoliti e sorprendenti sono i crateri che sono stati segnalati, a luglio, in Siberia. Il primo, scoperto a metà mese nella penisola di Yamal (“la fine del mondo”, in lingua locale), sarebbe ampio quasi 80 metri. In seguito, ne sono stati individuati altri due: uno nel distretto di Taz, di circa 15 metri, e un altro nella penisola di Taymyr.
    Gli scienziati russi subito arrivati sul posto per studiare il fenomeno hanno escluso che le cavità siano state prodotte dall’impatto di meteoriti. “La mia personale opinione è che si tratti di un qualche tipo di sinkhole”, ha detto a LiveScience.com Vladimir Romanovsky, geofisico specializzato in permafrost presso l’Università dell’Alaska. Per sinkhole o doline si intendono quei pozzi naturali che si formano all’improvviso per sprofondamento in seguito all’ erosione dell’acqua.

    In questo caso, a provocare l’apertura di quei fori impressionanti sarebbe stato lo scioglimento del ghiaccio perenne che solitamente ricopre questa area della Russia, nel Circolo Polare Artico. C’è però un elemento singolare: il terreno, anziché essere collassato all’interno delle voragini, appare sparso attorno ad esse, come per effetto di un’esplosione. “Non ci sono precedenti nella letteratura scientifica. Quello con cui abbiamo a che fare è un caso del tutto nuovo”, ha ammesso Romanovsky.
    Di fatto, l’esperto contraddice quanto affermato, qualche giorno prima, da altri colleghi, come Chris Fogwill, dell’Università del Nuovo Galles del Sud, in Australia, e Kenji Yoshikawa, anche lui docente in Alaska. Entrambi si erano detti convinti che il cratere comparso nella penisola di Yamal fosse stato prodotto dal collasso di un pingo, termine con il quale si definisce un vasto tumulo di ghiaccio, ricoperto di terriccio, che si forma spesso nelle regioni artiche e subartiche.
    “Quella voragine non sembra affatto un tipico pingo collassato: di solito si formano lentamente, nel giro di decenni, e tutto il materiale cade verso l’interno. Dalle foto disponibili, invece, è evidente che il materiale sia stato espulso verso l’esterno del foro”, ha obiettato Romanovsky. Gli scienziati russi con i quali è in contatto gli hanno detto che il terriccio si è accumulato fino ad un metro d’altezza lungo tutto il bordo della voragine.

    A suo avviso, il cratere si è comportato, inizialmente, come un sinkhole, ma poi deve essere successo qualcosa di insolito: forse del gas naturale sottostante, ad esempio il metano, per effetto della pressione è esploso, spargendo tutt’ attorno il materiale di scarto. Un’idea condivisa dalla scienziata russa Anna Kurchatova, del Centro di Ricerca Subartico.
    Ma quando si sono veramente formati questi profondi buchi nel permafrost siberiano? Anche su questo punto, gli studiosi non si trovano d’accordo. C’è chi pensa che il grande cratere di Yamal possa essere lì da anni, altri invece da molto meno tempo. Solo il confronto delle immagini satellitari potrà dirimere la questione.
    Restano poi aperti altri interrogativi. Da dove proviene il gas responsabile dell’esplosione? Come mai i bordi dei crateri sono così perfettamente circolari? E soprattutto, se è successo in Siberia, un simile fenomeno si potrà ripetere anche altrove? È questa l’unica domanda alla quale Romanovsky si azzarda a rispondere. “Se queste voragini nel permafrost sono effetto del surriscaldamento globale, probabilmente ne vedremo ancora.”

    Ma oltre ad essere un effetto, queste doline potrebbero anche essere causa di un ulteriore innalzamento della temperatura globale. In quello spesso strato di ghiaccio siberiano, infatti, è intrappolata una quantità enorme di metano e di biossido di carbonio, entrambi gas serra. Se fossero liberati nell'atmosfera, le conseguenze potrebbero essere molto preoccupanti.

    In Siberia si aprono voragini. E spunta un lago in Tunisia - Panorama
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  4. #4
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    Predefinito Re: Enorme e misterioso cratere in Siberia

    Il mistero delle gigantesche voragini in Siberia: potrebbero essere causate dalle esplosioni degli idrati di metano intrappolati sotto il permafrost

    Daniele Ingemi

    Continua sempre più ad infittirsi il mistero delle gigantesche voragini scoperte di recente in diverse regioni remote della Siberia settentrionale, fra la penisola di Yamal e la penisola di Tajmyr. Proprio nei giorni scorsi, come confermato dalle autorità russe, nuove misteriose voragini, di dimensioni più ristrette di quelle già osservate le scorse settimane, sarebbero state avvistate in diverse aree della Siberia settentrionale. Due di queste sono state localizzate dalle autorità russe nella penisola di Yamal, in un’area a sud del gigantesco “buco” scoperto il mese scorso. Le altre misteriose voragine si sarebbero aperte a est dei primi due, nella penisola Taymyr, sempre nell’estremo nord della Siberia. Il secondo fenomeno avrebbe però dei testimoni. Si sarebbe formato, secondo quanto raccontano i residenti, il 27 Settembre 2013 a seguito di una fumata e poi di un lampo.

    Qualcun altro avrebbe visto cadere un oggetto dal cielo. Questo conferma anche l’ipotesi delle autorità russe che nei giorni scorsi avevano dichiarato come il primo buco trovato si fosse formato uno o due anni fa. Le tre voragini hanno caratteristiche simili, ma anche alcune differenze. In fondo alla prima (a una profondità di circa 70 metri) è stato trovato un lago di acque cristalline, mentre la terza possiede la forma di un perfetto cono, come scolpito da una gigantesca esplosione sotterranea. Secondo gli esperti non è verosimile che si tratti di qualcosa causata direttamente dall’uomo. Ma tuttora resta in piedi l’ipotesi di una esplosione sotterranea causata dall’enorme presenza di gas in questi territori e connessa con lo scioglimento del permafrost a causa dell’innalzamento delle temperature. Lo studio dei campioni recuperati sul posto continua allo scopo di permettere, una volta individuate le cause, la previsione di questo tipo di eventi che sembrano piuttosto frequenti e destano preoccupazione in una zona molto importante per lo sfruttamento di uno dei più importanti bacini di metano della Russia. Paese che base gran parte della propria economia su queste risorse naturali. Finora sono state avanzate varie teorie sulla formazione di queste misteriose voragini.

    Fra queste, quella che più verosimilmente si potrebbe avvicinare alla realtà, è quella riconducibile a grandi esplosioni, prodotte dai cosiddetti “idrati di metano”. Si tratta di composti, in forma solida, formati da acqua, sotto forma di ghiaccio e metano, intrappolati dal ghiaccio stesso. Si creano in determinate condizioni, caratterizzate da elevate pressioni e temperature estremamente basse. Nella maggior parte dei casi gli “idrati di metano” si formano quando il gas metano si trova al di sotto dei 300 metri di profondità marina, dove la pressione è pari almeno a 30 atmosfere, con temperatura dell’acqua è inferiore a -2°C. Come è logico aspettarsi dunque, si trovano in genere in fondo al mare, dove l’acqua è molto fredda e la pressione a causa della profondità, molto elevata. Solitamente su fondali, al di sotto dei 500-600 metri, nel mar Glaciale Artico. Ma più recentemente, a seguito dello scioglimento della banchisa dell’Artico, gli “idrati di metano” sono divenuti molto noti alle compagnie petrolifere degli stati che si affacciano sul mar Glaciale Artico (Stati Uniti, Canada, Russia, Norvegia), perchè fonti di problemi tecnici, e alle volte di gravi incidenti. Per esempio “idrati di metano” indesiderati si formano nelle condutture dei metanodotti in zone artiche, a causa delle basse temperature. Nel caso siberiano, durante le trivellazioni petrolifere per lo sfruttamento di giacimenti sui fondali o in zone di permafrost, la presenza di questi “idrati di metano” riscaldati dall’attrito delle teste di perforazione provoca il rilascio di grandi quantità di gas.

    Il metano è esplosivo e infiammabile e può diventare una fonte di pericolo, producendo enormi esplosioni. A parte il pericolo di incendi e esplosioni, la liberazione in acqua di grandi quantità di gas può provocare turbolenze in superficie, che possono creare problemi alle strutture di perforazione e alla imbarcazioni presenti, durante le attività esplorative. Proprio in Siberia, negli ultimi decenni, ne sono stati scoperti importanti giacimenti intrappolati nel permafrost a profondità compresa fra 200 e 1.000 metri. Il giacimento di Messoyakha (nella Siberia nord-occidentale) è l’unico esempio al mondo di produzione di gas dagli idrati. Ma molti scienziati sono certi che un po’ tutto il territorio della Siberia settentrionale, affacciato alla costa artica, sia pieno di giacimenti intrappolati nel permafrost, ancora non esplorati, e che con il progressivo scioglimento del permafrost tendono a riscaldarsi velocemente, rilasciando enormi quantità di gas che tendono a produrre queste grandi esplosioni sotterranee.

    Addirittura c’è chi attribuisce l’evento di Tunguska, quando alle ore 7:14 locale del 30 Giugno 1908 una catastrofica esplosione avvenuto a un’altitudine di 5 – 10 chilometri dalla superficie terrestre, provocato dalla disintegrazione di un asteroide di oltre i 30 metri, abbatté decine di milioni di alberi e venne percepita anche a mille chilometri di distanza nel cuore della Siberia, proprio agli “idrati di metano”. Nel 1988 il professor Dimitri Tirofeyev, in un articolo pubblicato sulla rivista sovietica “Chimica e Vita” e ripreso dall’Agenzia ufficiale Tass, dichiarava che nel Giugno 1908 alcuni movimenti tettonici provocarono la fuoriuscita di gas (proprio i famosi gas idrati). L’epicentro dell’esplosione della Tunguska è posto nel centro di un cratere di un antico vulcano, denominato Kulikovskij. La fuoriuscita di gas riempì il cratere che poi esplose per cause naturali, probabilmente per un fulmine. L’onda d’urto dell’esplosione causò lo sradicamento degli alberi. Per Tirofeyev l’evento di Tunguska, la più grande esplosione mai udita sulla Terra in tempi recenti, fu causata dagli idrati, e non dall’impatto di un corpo celeste sull’atmosfera terrestre.

    Il mistero delle gigantesche voragini in Siberia: potrebbero essere causate dalle esplosioni degli idrati di metano intrappolati sotto il permafrost - http://www.meteoweb.eu/
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 07-08-14 alle 03:07
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