Originariamente Scritto da
Gianky
Mi sembra che la rivista CeC abbia già fatto la sua proposta politica, mi capita di leggere gli articoli di Neri e di Orso e il più delle volte mi trovo perfettamente d'accordo, la proposta è interessante, come mi sembrano interessanti le varie realtà che si muovono in campo anti imperialista e in campo anti capitalista, mi pare che tentativi anche di porre in atto tali proposte ci siano, insomma parecchio si sta muovendo nella ricerca di una nuova teoria anticapitalista, il problema è mettere questa proposta in grado di agire in campo pratico, in campo politico, in campo del fare. E qui andiamo nel difficile, accanto ad uno scoramento capibile derivante dalle tante delusioni degli anni passati, c'è anche uno scoramento che viene a galla nella semplice osservazione di come si sviluppano i temi politici proprio a casa nostra, in Italia, c'è una differenza abissale tra le analisi che vengono fatte anche qui e la realtà che si riscontra nella politica e nel sentire la politica tra la gente cosiddetta comune. Alle ultime elezioni è andato a votare solamente il 60% degli aventi diritto, il problema del che fare si prospetta di come andare ad incidere e a convincere il rimanente 40%. Significa lavorare sul come e sul quando agire. Fondare l'ennesimo partitito nelle condizioni attuali mi pare una pura perdita di tempo e di energie, secondo me in questo periodo di crisi occorre lavorare e studiare, studiare tanto, la crisi sarà lunga e sopratutto è irreversibile, priorità nostra è perciò, secondo me, quello di fare capire alle classi che questa crisi subiscono, il perchè della irreversibilità della crisi stessa e della loro riproletarizzazione dovuta alla crisi e dare a queste classi una risposta e una prospettiva diverse per il futuro. Ma per fare questo occorre che si sia noi innanzitutto a sapere quel che vogliamo fare.