"... I volontari della «Tagliamento», all’origine in gran parte veterani che avevano già fatto le loro esperienze di guerra in Africa Orientale, in Spagna, in Albania, sul fronte occidentale e che quindi erano almeno dei trentenni, spesso addirittura quarantenni (ce n’erano difatti alcuni che portavano ai polsini della giacca dell’uniforme le fatidiche «trecciole» rosse di squadrista), erano ormai sul fronte russo da oltre un anno e avevano preso parte, con forti perdite, a episodi come la «battaglia di Natale» del 1941. Combattevano con un coraggio e un’abnegazione che avevano già guadagnato al loro reparto e al suo originario comandante, il console Nicchiarelli, riconoscimenti e decorazioni.
Sapevano bene del resto di non potersi mai permettere il lusso di mollare: i sovietici distinguevano anche da lontano le loro camicie nere dalle grigioverdi dei loro commilitoni dell’esercito e i commissari politici di reparto, i politruk, avevano l’ordine di trattare «i soldati fascisti» alla stregua delle SS germaniche, cioè di fucilarli sul posto se li avessero catturati in combattimento (era del resto noto, appunto, che nonostante la convenzione internazionale le SS non facevano prigionieri).
Malgrado ciò, pare che i militi della «Tagliamento» si distinguessero in generale, per tutta la durata di quella crudele campagna, anche per un costante atteggiamento di correttezza e di rispetto nei confronti dei nemici e delle popolazioni civili: il che parrebbe attestato non solo dalle fonti d’archivio italiane consultate da Stefano Fabei per redigere lo studio qui presentato (e che sono in genere più affidabili e fededegne delle narrative) ma anche dalle testimonianze dell’altra parte: come da una straordinaria intervista rilasciata nel 1961 da un personaggio almeno in ciò insospettabile, Nikita Chruščev, in cui si conferma come i «soldati fascisti» fossero gli Italiani più temuti e odiati dai sovietici ma altresì che le Camicie Nere si fossero talora imposte alla loro ammirazione, oltre che per il valore, per le doti di umanità. "
«Io nulla ho da rimproverarmi. Feci sempre con entusiasmo e con scrupolo il mio dovere di Italiano e di Fascista. L’amore di Patria è una tremenda, inguaribile malattia. Ed io sono malato di questa malattia.»
«... la bilancia della giustizia e' stata messa da parte solo perché adoperandola la Milizia si sarebbe trovata in testa a tutti... »
Niccolo' Nicchiarelli , Comandante della Legione Camicie Nere «Tagliamento» in Russia
Fonti:
«TAGLIAMENTO». La legione delle Camicie nere in Russia (1941-1943) - Istituto di Politica : Istituto di Politica
Stefano Fabei » LIBRI
La Legione Tagliamento in Russia